Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: Freegirl87    29/07/2012    0 recensioni
Quando La Musica Ha Qualcosa Da Raccontarci Ecco Che Nasce Questa
Raccolta Di SongFic Da Me Scritte Non inerenti Alle Storie Già Pubblicate ...
I Capitoli Non Sono Legati Tra Loro ...
1: Imparare Ad Amare (Mamoru/Usagi)
2: Il Male Dentro Me (Usagi/Mamoru)
3: Ancora Una Notte Per Guardarsi Dentro (Mamoru)
Genere: Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Un po' tutti, Usagi/Bunny
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie, Più serie
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

<





RATING: Verde
GENERE: Triste/Malinconico
AVVERTIMENTI: La Storia Si svolge durante la prima serie di Sailor Moon
EVENTUALI NOTE: Anche svolgendosi durante la prima serie, sono state inserite scene inedite e pensieri e fatti del tutto nuovi alla trama originale.
 
Storia Partecipante al contest, [MULTIFANDOM] Festeggiamo il suo ritorno con alcune delle sue frasi più belle, indetto sul forum di EFP …
Quinta Classificata!

Ancora Una Notte Per Guardarsi Dentro

 
 
 
 
 
Mamoru guardò l’orologio sul comodino, proprio accanto al letto, segnava le tre del mattino e puntuale come un orologio svizzero, come ormai faceva da quasi un mese, si era risvegliato dal suo sonno imperlato di sudore e con il battito cardiaco accelerato …
Qualunque medico avesse analizzato quel sintomo, tanto banale quanto importante, gli avrebbe assicurato che alla sua tenera età di vent’anni non c’era nulla di cui preoccuparsi ma che tutto era riconducibile a un forte stress e Mamoru, laureando in medicina, avrebbe lui stesso confermato la cosa aggiungendo persino che era normale non fermarsi mai, lavorare e studiare contemporaneamente non potevano che dimostrare quanto lui sapesse badare a se stesso senza l’aiuto di nessuno …
 
“In fondo”  Pensava lui  “Cos’è un po’ di stress e stanchezza paragonati ai successi ottenuti?”
 
Pensieri più che validi se la causa di quella sua insonnia e tachicardia fossero derivati dal lavoro e studio eccessivi, ma, invece, c’era qualcosa cui Mamoru stesso non aveva pensato, qualcosa che nel suo più profondo io riusciva a inquietarlo, qualcosa che si manifestava soltanto nei suoi sogni e che al suo risveglio lasciava in lui pensieri, domande e dubbi che riuscivano sempre e comunque, anche se per poco, a metterlo al tappeto, proprio lui che agli occhi di tutti non vacillava mai …

 

I sogni erano iniziati da circa un mese e da allora, Mamoru, ogni notte alle tre in punto si risvegliava inquieto e con l’anima in subbuglio, tentar di dormire ancora era risultata una pessima idea sin da subito poiché quei sogni avevano un potere tale da risvegliare una parte di se che tacere non voleva e così si ritrovava seduto al centro di quel suo enorme letto, con la schiena poggiata al muro, a porsi mille domande da cui avrebbe voluto sapere la risposta, a chiedersi cose che razionalmente non avrebbe mai chiesto e a ritrovarsi in un baratro profondo da cui uscirne era la sua lotta continua …

 
 

 

“Conti ferito le cose che non sono andate come volevi”

La prima tra tutte le domande che si poneva era quella tra le più semplici e complicate che potesse porsi …
 
“Perché per quanto mi sforzi, per quanto la mia vita sia soddisfacente, le cose non vanno come avrei voluto?”
 
Mamoru era sempre stato un ragazzo diligente e educato …
Sempre concentrato sui suoi studi e sui suoi obbiettivi …
Sempre responsabile e deciso, pronto a lavorare sodo per ottenere ciò che voleva …
Nonostante però queste sue ottime qualità, lui non era soddisfatto di se, non era contento della sua vita, non era felice della piega che aveva preso la sua vita e il motivo era semplice …
Si sentiva ferito nell’animo da quella stessa vita che gli regalava continui successi, si sentiva in collera con quella stessa vita che gli permetteva di raggiungere traguardi inaspettati perché era stata lei a strappargli via i suoi genitori a soli sei anni …
Era stata proprio quella vita a farli morire molti anni prima in un incidente stradale e a cancellargli la memoria mai più acquistata …
 
“Ho fatto spesso i conti con me stesso e con le cose che vorrei, ma nulla è paragonato a quello che vorrei realmente … Può sembrare che io abbia tutto ciò che si può desiderare, ma non è così … Ci sono cose che non sono andate come volevo, come per esempio riavere i ricordi dei miei primi sei anni di vita o, cosa più importante, riavere qui i miei genitori … Vorrei potermi, almeno, ricordare di loro ma non mi è possibile nemmeno questo! A cosa mi serve prendere buoni voti agli esami, lavorare sodo ed essere indipendente se non posso condividere queste cose con chi avrebbe dovuto, da sempre, sostenermi e starmi accanto, con chi mi avrebbe dovuto incoraggiare o semplicemente abbracciarmi … A cosa mi serve io non lo so … Sento soltanto che la mia vita non è come me la sarei sognata, non è come l’avrei voluta ma che non posso cambiarla neanche se lo volessi”
 
 
 
 

“Temendo sempre e solo di apparire peggiore di ciò che sai realmente essere”

Timore e paura erano sempre state emozioni sconosciute per Mamoru, lontane anni luce …
Questo fino a un mese prima quando si era svegliato per la prima volta in piena notte con in mente una sola domanda …
 
“Chi sono?”
 
Se lo era chiesto spesso e i sogni avevano risposto per lui …
Lui era Mamoru Chiba, orfano e laureando in medicina, ma era anche Tuxedo Kamen, protettore e salvatore della paladina della legge Sailor moon ma cosa più importante lui era stato Endymion, il principe della terra, ed era ora la sua reincarnazione …
Ora sapeva chi era, sapeva fin nel profondo chi fosse, lui sempre stato dolce, temerario, impavido, coraggioso, romantico e pronto a tutto per proteggere i più deboli e chi amava …
Il punto fondamentale non era chi fosse ma chi pensava fosse chi lo conosceva …
Perché di punto in bianco gli importavano i pensieri della gente?
Perché temeva, soprattutto, di apparire peggiore di quanto in realtà fosse?
Non aveva mai importato niente …
Non si era curato mai se non di se stesso e allora perché ci pensava e si poneva il problema?
Le risposte erano sempre in quei suoi sogni che non facevano altro che mostrargli la verità, che gli mostravano le cose che non dovevano esser viste dagli occhi ma solo dal cuore …
Mamoru ci aveva pensato, ragionato, ed era arrivato alla conclusione che lui era e poteva essere migliore e che voleva apparire così per gli altri e non solo per se stesso …
Voleva smettere di temere il giudizio negativo di chi gli stava intorno e ci sarebbe riuscito soltanto abbassando la sua solida corazza come spesso gli faceva notare il suo miglior e unico amico Motoki …
 
- Motoki pensi che io possa essere migliore di così? -  Aveva chiesto, una volta, Mamoru al suo amico.
- Uhm … Come mai me lo chiedi? -  Domandò Motoki meravigliato di tale domanda.
- Su rispondi e basta! -  Lo incitò lui.
- Va bene! Io penso che tu sia già il migliore, è solo che lo nascondi e questo non ti giova … Dovresti provare ad aprirti un po’ … Ad abbassare quella corazza che ti sei costruito … Non ti rende giustizia! So che dietro il Mamoru cinico e freddo ce né un altro con un gran cuore che ha solo paura di venir fuori -  Aveva risposto, Motoki, sinceramente.
- Tu credi? -  Chiese, ancora, Mamoru non convinto.
- Si lo credo! -  Affermò l’amico convinto di ciò che aveva detto.
- Dovrei provarci -  Disse lui.
- Si fallo! -  Fu l’unica risposta che gli diede Motoki prima di allontanarsi per servire i clienti seduti al bancone del suo bar - sala giochi.
 
 
 

“Conti precisi per ricordare quanti sguardi hai evitato … E quante le parole che non hai pronunciato per non rischiare di deludere”

Non servivano, a Mamoru, conti precisi per ricordarsi gli sguardi che aveva evitato …
In fondo non conosceva poi chissà quante persone eppure evitava comunque gli unici sguardi che gli erano rivolti …
Evitava, il più delle volte, quelli rivoltigli da Motoki che lo guardava sempre con quell’aria di rimprovero e lui non riusciva di solito a sopportarlo …
Evitava gli sguardi di ammirazione e amore che quella sciocca ragazzina di Rei Hino gli rivolgeva per non darle false speranze d’amore …
Evitava, o per meglio dire, cercava soprattutto di evitare gli sguardi di Usagi, quella testolina buffa che con i suoi grandi occhi azzurri sembrava entrargli dentro e riuscire a leggere qualsiasi cosa si trovasse nel suo animo …
Mamoru ne aveva timore, non ne era infastidito ma temeva che quella ragazza che ogni giorno prendeva in giro, con gusto, prima o poi potesse abbattere quel muro che nessuno vedeva …
Avrebbe dato qualsiasi cosa per far si che quella ragazzina non gli provocasse tali emozioni eppure più i giorni passavano, più la prendeva in giro, più lei faceva, inconsciamente, un passo avanti dentro di lui …
 
- Se continui a mangiare così diventerai una cicciona! -  Le aveva detto una volta avendola sorpresa a ingozzarsi di gelato al bar di Motoki e suscitando in lei fastidio e non curanza per le sue parole.
 
Non che gli importasse di apparire fastidioso, invadente e interessato ma la sua cavia preferita era lì e allora perché non approfittarne?
Perché non punzecchiarla un po’?
Spesso si ritrovava proprio a pensare a quei loro incontri e si era reso conto che erano proprio quelli la parte migliore di tutta la giornata …
Sul perché non ci aveva mai riflettuto …
 
- Se ti comporti in questo modo non troverai mai un fidanzato! -  Le aveva urlato Mamoru, con rabbia in un loro successivo incontro, dove la sua scarpa era, casualmente, finita sulla sua testa.
- Oh ma che t’importa? Non devo mica fidanzarmi con te! -  Aveva urlato, Usagi, irata a sua volta.
 
Non che gli importasse più di tanto dei sentimenti di quella ragazzina bionda, né di come avrebbe reagito ai suoi insulti, né tanto meno gli importava di risultare senza cuore ma quella volta si era dato dello stupido e si era maledetto per quelle parole sputate lì senza averci pensato …
Quella volta l’aveva ferita davvero e si era sentito in colpa …
Quella volta l’aveva combinata grossa e gliel’aveva letto negli occhi, gli stessi che erano sempre luminosi, vivaci, e che per colpa delle sue parole si erano velati di lacrime …
E da quella volta, Mamoru, si era ripromesso di star attento, di trattenere gli istinti e di evitare parole che l’avrebbero ferita più del dovuto …
Non voleva farle male, non voleva deluderla mostrandosi un mostro, non voleva essere chi non era e di certo non usando quella testolina buffa che amava veder ridere e rispondergli a tono e non piangere, che amava torturare e non pugnalare alle spalle …
 
 
 

“La casa, l’intera giornata, il viaggio che hai fatto per sentirti più sicuro, più vicino a te stesso …
Ma non basta … Non basta mai!”

Mamoru guardò l’orologio, le tre e dieci, il tempo sembrava essersi fermato cosa che non poteva dire dei suoi stessi pensieri che erano lì a tormentarlo e piegarlo …
Domande su domande affollavano la sua mente, come un uragano investe una casa e ne rimane illesa una accanto, Mamoru, si ritrovava al centro esatto del suo uragano personale …
 
- Questa casa, a cosa mi serve? -  Si chiese improvvisamente.
 
Domanda sciocca?
Non per lui che si chiedeva come mai avesse un appartamento così grande se a occuparlo era sempre stato soltanto lui, a cosa serviva se non aveva mai avuto occasione d’invitarci nessuno, a cosa gli serviva una casa fredda dove non c’era nessuno ad aspettarlo dopo un’intera giornata di studio e lavoro?
Quell’appartamento rispecchiava davvero l’anima di chi lo abitava, sempre chiuso, sempre al buio, con tanti confort da poter utilizzare ma che erano ancora lì in attesa di esser usati, pieno d’oggetti inutili e pochi che esprimessero davvero chi abitava lì …
Quella casa era solo l’inizio di un pensiero che non aveva fine, era solo l’inizio, il punto di partenza di un viaggio interiore che Mamoru aveva deciso d’intraprendere …
 
- Dovrei, davvero, fare un esame di coscienza e forse fare davvero come mi ha consigliato Motoki … Sono sempre qui, chiuso in me stesso, sempre solo … Cos’è il divertimento o una serata con gli amici? Proprio non ne ho idea! E’ tutta colpa mia, tutta colpa di come sono fatto e forse sono davvero fatto in modo sbagliato -   Se lo chiedeva e più lo faceva, più si rendeva conto di non sbagliare.
 
- Sei insopportabile! Assomigli a un porcospino -  Gli aveva detto, una volta, Usagi.
 
E anche lei, come Motoki, aveva ragione su di lui che era sempre pungente e chiuso a riccio …
Che cosa fare per cambiare?
Domanda difficile dalla risposta complicata ma non impossibile ma, Mamoru, era convinto che il primo passo dovesse farlo dentro se …
Come fare non lo sapeva ma sapeva che doveva almeno provarci perché ciò che aveva, ciò che si era costruito, non gli bastava più …
Voleva di più e l’avrebbe ottenuto, anche se questo avesse significato fare un viaggetto nella sua anima e arrivare il più vicino a se stesso …
Doveva provarci o se ne sarebbe pentito, doveva provarci perché non era un codardo, né un vigliacco, ma al contrario lui era forte e coraggioso e al diavolo, se come Tuxedo Kamen riusciva a salvare sempre Sailor Moon e combattere contro i demoni infernali allora come Mamoru non poteva fallire …
Come Mamoru non poteva non dare il meglio di se e almeno provare a risolvere quella matassa di nodi che si era andata a creare …
Se aveva autostima e determinazione come Tuxedo Kamen non poteva non averne come Mamoru e allora doveva mettercela tutta e partire per una meta chiamata “io” e liberarlo dalla sua prigione dorata …
 


“Scivoli di nuovo e ancora come tu fossi una mattina da vestire e da coprire per non vergognarti”

Scivolare nel baratro, scivolare ancora più in basso, era sempre stato facile, era sempre stato così dannatamente semplice …
Scivolare ancora e ancora per finire dove?
Mamoru non voleva cadere ancora, voleva rialzarsi e combattere, voleva trovare quella forza che gli avrebbe permesso di superare quel periodo tetro nella sua vita …
 
- Più provo a uscirne e più sento di cadere più in basso -  Si era detto.
 
Come si risaliva dal fondo?
Mamoru l’aveva toccato, aveva capito di averlo toccato nel momento stesso in cui aveva esaminato la sua vita, nel momento esatto in cui aveva aperto gli occhi ed era riuscito a vedere oltre le apparenze …
Ogni giorno si alzava e indossava una maschera che nascondeva tutto ciò che era in realtà …
 
- Chi sei? -  Gli aveva chiesto la prima volta che l’aveva incontrato Sailor Moon.
- Sono qui per salvarti e lo farò ancora se ce ne fosse bisogno -  Aveva risposto lui nei panni di Tuxedo Kamen.
 
Sì, lui l’avrebbe sempre salvata o almeno lo avrebbe fatto Tuxedo Kamen, quella parte di lui che era lui, ma nello stesso momento non lo era, quella parte di lui che nessuno conosceva, ma a cui lui sarebbe voluto somigliare …
Perché Mamoru e Tuxedo Kamen avevano tutto e niente in comune, due parti della stessa persona ma così diverse da poter sembrare due persone separate …
Tuxedo Kamen indossava una maschera ma in fondo era ciò che era, coraggioso, forte, bravo nella lotta e pronto a salvare gli indifesi mentre Mamoru chi era in realtà?
 
- Chi sei? -  Gli aveva chiesto Usagi la prima volta che l’aveva vista e presa in giro per un terribile voto a un compito di matematica.
 
Non le aveva risposto …
Dirle il suo nome non sarebbe bastato e Mamoru non sapeva nemmeno lui cosa risponderle in realtà …
Che cosa dirle?
Che cosa dirle davvero?
Che era un ragazzo che ogni giorno indossava una maschera?
Che era un ragazzo che al mattino si vestiva di un se stesso che non era lui?
Che fingeva di essere un altro perché si vergognava di se stesso?
Non poteva farlo, non poteva confidarlo a nessuno, non poteva rivelarlo perché nessuno avrebbe compreso le sue paure …
In fondo non le comprendeva nemmeno lui e allora ecco che si ritrovava nemmeno lui e allora ecco che si ritrovava ancora in quel baratro, ancora a scivolare verso un fondo, verso un punto di non ritorno da cui risalire sarebbe stata un’impresa al quanto difficile ma non del tutto impossibile …
 
 
 

“Scivoli di nuovo e ancora come se non aspettassi altro che sorprendere le facce distratte e troppo assenti per capire i tuoi silenzi”

- Mi sento scivolare giù, mi sento cadere ancora e ancora in un pozzo senza fondo … Qualcuno mi tira giù ma devo resistere o per me è la fine! Devo credere di potercela fare, devo a tutti i costi trovare la forza di reagire perché non posso in alcun modo cedere - 
 
Mamoru se lo ripeteva spesso, se lo ripeteva di continuo, ma le parole erano tutt’altra cosa rispetto ai fatti …
Le parole facevano sembrare tutto così semplice mentre in realtà era tutto un incubo, troppo grande persino per lui …
Ma come poteva Mamoru non essere sull’orlo del dirupo?
Dentro di lui coesistevano tre entità completamente diverse, tre entità che lottavano per aver il sopravvento e nessuna intendeva cedere …
Tuxedo Kamen, l’uomo mascherato, era forte, determinato, voleva vincere, voleva poter essere libero, voleva e non si dava pace …
Endymion, il principe autoritario, il leader che non si piegava a nessuno, era colui che aveva più determinazione, più volontà di tutti e non si sarebbe arreso, non avrebbe obbedito …
Infine c’era lui, Mamoru, all’apparenza il più debole dei tre ma di egual determinazione a non farsi sopraffare, doveva a tutti i osti domare quelle due entità che avrebbero dovuto coesistere con lui.
Mamoru doveva lottare con se stesso per non esser sconfitto e rilegato in un angolo per l’eternità.
Quelle tre entità, quei tre “io” scivolavano, cadevano, lottavano distintamente e insieme per un unico scopo ma tutte e tre cercavano di arrivare a dominare le altre …
Chi avrebbe vinto? Chiederselo era una perdita di tempo perché tutto dipendeva da loro e la vita era troppo casuale e imprevedibile per poterlo prevedere …
Mamoru sperava ardentemente di uscirne vincitore perché cadere più in basso, gli risultava impossibile, ogni giorno lottava con quelle entità ma allo stesso tempo lottava col mondo che, purtroppo, non conosceva il male, le difficoltà, che si portava dentro …
Nessuno comprendeva i suoi gesti, nessuno capiva i suoi silenzi, nessuno si fermava a comprendere che c’era dell’altro oltre a ciò che vedevano, nessuno tranne lui …
 
- Oggi mi sembri diverso -  Aveva detto, Usagi, durante uno dei loro soliti litigi.
- Diverso? Ti sbagli! -  Le aveva risposto, secco, lui.
- Sarà, ma ho quest’impressione … Sai a volte mi capita di guardare oltre la superficie e raramente mi sbaglio -  Fu la risposta di Usagi.
 
Già, la superficie, lei l’aveva oltrepassata e forse, chissà, aveva compreso anche che la sua era solo una maschera che ogni giorno indossava non tanto per lui, ma per chi lo circondava …
Ogni giorno provava a essere diverso, a sorprendere gli altri ma il risultato era sempre stato pessimo, non era mai stato bravo con i rapporti umani, non era bravo con i sentimenti e non era bravo a essere se stesso …
 
 
 
 

“C’è un mondo d’intenti dietro gli occhi trasparenti che chiusi un po’”

- Non mi resta che chiudere gli occhi ancora una volta, magari il sonno tornerà e i pensieri mi lasceranno in pace almeno per questa volta - 
 
Quante volte Mamoru, si era lasciato andare e aveva chiuso gli occhi davanti all’evidenza?
Troppe poche volte, troppe molteplici volte …
Non era chiudere quei suoi occhi blu che lo avrebbe portato alla soluzione dei suoi problemi …
Non era col chiudere quelle iridi del colore della notte che avrebbe risolto il conflitto interiore che aveva dentro né avrebbe dissipato i dubbi sempre più costanti …
Tutti i suoi intenti, tutti i suoi sforzi, erano stati nulli eppure Mamoru nascondeva in se una grande volontà, una forza interiore unica che gli avrebbe permesso di raggiungere ben altri traguardi e mete se solo avesse avuto più fiducia in se stesso, se solo avesse avuto più autostima e se avesse creduto di più nell’amicizia …
Tutti i suoi molteplici intenti, tanti quanti un mondo intero, non sarebbero bastati da soli se non scossi da qualcosa, se non avesse avuto questo timore di mettersi in gioco …
Era davvero un paradosso!
Come poteva una persona come lui aver paura del domani, aver timore delle conseguenze …
Proprio lui che non si era mai soffermato su dettagli simili, proprio un tipo come lui che sapeva che del domani non vi è certezza ma aveva sempre vissuto credendo proprio che quel domani fosse migliore …
 
 
 

“Torni a sentire gli spigoli di quel coraggio mancato che rendono in un attimo il tuo sguardo più basso e i tuoi pensieri invisibili”

Mamoru abbassò lo sguardo e per un attimo i suoi pensieri divennero invisibili, impercettibili, quasi fossero svaniti del tutto …
Era davvero così?
Lui ci sperava con tutto se stesso perché non aveva voglia di passare l’ennesima notte in quell’oblio che era la sua mente, non aveva voglia di torturarsi ancora su cose che sapeva e non voleva accettare …
Il silenzio della sua mente, però, durò un battito di ciglia, un soffio d’aria, poiché i suoi pensieri si erano già posati, veloci, su di un altro dei suoi più grandi problemi …
Il coraggio che non aveva …
Sotto molti aspetti Mamoru era stato ed era un ragazzo coraggioso, aveva affrontato la vita a testa alta anche quando tutto gli era stato negato, aveva lottato con le unghie per arrivare e superare i traguardi che si era prefisso eppure c’era un coraggio particolare che sembrava non far parte di lui …
Mamoru stesso aveva peccato nell’affermare di possedere coraggio perché proprio come un leone in gabbia non ne aveva per ribellarsi, anche lui era chiuso nella sua rabbia dorata, dove il coraggio più importante che gli serviva non riusciva a trovarlo …
Fidarsi del prossimo era ciò che gli mancava, era ciò che non aveva mai avuto il coraggio di fare e per la quale era sempre stato solo pur vivendo sempre a stretto contatto con la gente …
 
- Mamoru tu hai un gran problema, devi aprirti di più, devi aver fiducia nel prossimo -  Aveva detto Motoki una volta.
 
Fiducia nel prossimo?
E come avrebbe potuto farlo se non riusciva ad aver fiducia nemmeno di se stesso?
Motoki parlava facile ma non era con le parole che avrebbe risolto …
Aveva aperto parte di se a quel ragazzo suo amico ma non per questo riusciva a fidarsi ciecamente, non per questo doveva raccontargli tutto di se ed essere sincero al 100%.
 
- Parli sempre di me ma guardati! Io avrò mille difetti ma ho tanti amici e ho fiducia nel prossimo e tu? Tu cos’hai? -  Gli aveva sentenziato Usagi in uno dei loro litigi.
 
E ancora una volta ecco la verità cruda e fredda, tutti avevano amici, tutti erano fiduciosi, persino quella strana ragazzina …
Tutti tranne lui che non aveva nemmeno il coraggio di esporsi, tutti ma non lui che non trovava quel briciolo di fiducia che gli serviva, tutti ma non lui …
 
 
 

“Torni a contare i giorni che non sapevi non ti sanno aspettare”

- E’ passato un altro giorno ed io sono sempre qui a pormi le stesse domande … E’ passato un altro giorno ed io non ho ancora risolto i miei dubbi … Sono fermo al punto di partenza … Da quando ho scoperto la verità, da quando so chi sono, il tempo per me sembra essersi fermato ma so che non è così perché la vita intorno a me va avanti … I giorni passano e non mi aspetteranno ma a cosa serve contarli? Non mi daranno ciò che cerco … Non troverò mai il cristallo d’argento se continuo solo a contare i giorni che passano e non mi do una mossa … Non scoprirò mai chi è Sailor Moon se resto sempre lì a salvarla e basta … Non troverò mai l’equilibrio che mi serve per mettere a tacere Endymion e Tuxedo Kamen … E, infine, non diventerò mai chi voglio davvero essere se m lascio condizionare così da dei sogni … Questi sogni! Quella donna che mi dice di trovare il cristallo d’argento, che m’implora di far presto e di non far vincere il tempo … Ma come posso fare? Non ho indizi, non ho nulla a mio favore e il tempo, i giorni, non mi aspetteranno … -  
 
 
 

“Hai chiuso troppe porte per poterle riaprire”

I giorni correvano, le notti diventavano sempre più il momento, dove tutto aveva un senso e Mamoru trovava risposte su stesso a domande che non si era mai posto prima …
Chi era lo aveva compreso come aveva compreso di non aver mai avuto fiducia in nessuno ed ecco che si rendeva anche conto che così facendo aveva chiuso porte che forse non si sarebbero mai riaperte …
Quante occasioni sprecate? Quante porte aveva persino evitato di aprire?
Erano fin troppe le cose che non aveva mai fatto, a cui aveva rinunciato, che contare era impossibile ma lui le ricordava tutte come ricordava ciò che aveva perso a causa sua …
 
- Carpe Diem amico mio! -  Gli aveva detto soltanto il giorno prima Motoki.
 
Cogliere l’attimo fuggente poteva sembrare una cosa difficile ma era tutt’altro ma lui non si era mai sognato di farlo e aveva sempre sbagliato …
La soluzione era proprio lì, dentro di lui, doveva solo tirarla fuori e tirar fuori il Mamoru che seguiva un po’ l’istinto e il cuore e non soltanto la mente e la razionalità …
 
 
 

“Devi abbracciare ciò che non hai più”

Abbracciare qualcosa che non c’era? Mamoru lo faceva tutte le notti, tutte le volte che guardava la luna e si rendeva contro di esser solo …
Guardava quel satellite così lontano quanto vicino e si ritrovava con la mente ai suoi più remoti ricordi, quelli che aveva perso e non avrebbe riavuto, si ritrovava ad abbracciare il vuoto quasi potesse riportar indietro una vita che aveva ormai perso per sempre con la morte dei suoi genitori.
Si ritrovava ad abbracciare ciò che nessuno avrebbe riportato al suo posto in quella vita che lo aveva visto crescere da solo …
Abbracciare ciò che non c’era?
Tuxedo Kamen lo faceva ogni volta che andava via dopo aver salvato Sailor Moon, l’avrebbe voluta abbracciare, confortare e, per una volta, dirle che lui l’avrebbe aiutata sempre perché in quella ragazza ritrovava in un qualche modo la luna …
In quei suoi occhi c’era quella stessa luminosità e lui aveva perso tante di quelle occasioni che non sarebbero più tornate e ne avrebbe perse tante altre perché non poteva perdersi in tali banalità …
Doveva ritrovare il cristallo d’argento e con esso se stesso …
Abbracciare ciò che non c’era?
Endymion ci provava con tutte le sue forze perché con la sua morte aveva perso molto di più di quanto avesse …
Tutte le volte che il suo spirito prendeva il sopravvento fissava la luna e desiderava raggiungerla perché era lì che aveva scoperto l’amore e aveva conosciuto Serenity, la dolce principessa di quel satellite …
Era lì che l’aveva baciata e abbracciata e solo guardare quella luna nel cielo poteva provocare in lui quel desiderio folle di abbracciarla perché sarebbe stato come abbracciare colei che ormai non aveva più …
Solo abbracciando i ricordi di un passato lontano avrebbe trovato la sua strada …
 
 
 

“La casa, i vestiti, la festa e il tuo sorriso trattenuto e poi esploso per volerti meno male, ma non basta, non basta mai”

Mamoru sorrise  a se stesso, un ricordo era appena entrato a far capolino nella sua mente che tornò indietro di qualche giorno quando a causa della sua costante ricerca del cristallo d’argento si era ritrovato in un’immensa casa, una villa, vestito in smoking per partecipare a un ballo in maschera … Aveva criticato il lusso di quella casa, aveva invidiato quell’enorme salone gremito di persone che ridevano e si divertivano mentre lui non riusciva nemmeno ad accennare un sorriso …
 
- Sei qui tutto solo, ti stai annoiando? -  Aveva chiesto una strana ragazza a lui sconosciuta ma che aveva nel suo aspetto qualcosa di estremamente familiare.
 
“Questi occhi azzurri, questi capelli dorati legati in modo così buffo … Se non sapessi che è impossibile che Bunny sia qui, giurerei che fosse lei … Che strano! “  Pensò istintivamente Mamoru
 
- No, non mi annoio ma le feste non mi piacciono -  Rispose in tutta sincerità.
- E’ un peccato! Sono così belle! Se fosse possibile, ne organizzerei io stessa una ogni sera -  Aveva ammesso lei.
- Non ti da fastidio esser circondata da persone che non conosci? -  Chiese lui.
- No! Potrei sempre conoscerle .. -  Lo spiazzò lei  - Basta sapersi aprire a nuovi incontri - 
 
Mamoru rimase colpito da quelle parole, conoscere persone nuove non era mai stato un suo problema eppure si teneva alla larga lo stesso da tutti mentre quella ragazza faceva sembrare tutto così semplice mentre per lui di semplice non c’era nulla …
Gli venne istintivo invitarla a ballare e fu proprio mentre volteggiavano tra gli altri invitati che, perso a osservare la ragazza davanti a se sorridente e felice, le sue labbra si allargarono mostrando anch’esse uno splendido sorriso sincero e, per una volta, spontaneo …
Mamoru non si trattenne, diede sfogo alla contentezza che in quel momento lo stava colmando …
Per una volta si rese conto di volersi un po’ meno male e non poté non attribuirne il merito a quella buffa ragazza che lo aveva incantato facendo esplodere sul suo viso, sempre serio, un sorriso che Mamoru non avrebbe trattenuto …
Purtroppo però anche le cose belle hanno una fine e anche quella fulminea felicità terminò facendogli ricordare che un semplice sorriso non sarebbe bastato a risolvere i problemi che lo attanagliavano …
Se da un lato era riuscito a farlo sentire meglio e a fargli rendere conto che il centro dei problemi stava proprio nel modo in cui affrontava le cose, dall’altro aveva compreso che doveva fare di più e non accontentarsi di qualcosa che poteva durare solo pochi minuti …
 
 
 

“Scivoli di nuovo e ancora come fossi una mattina da vestire e da coprire per non vergognarti”

- Sento di scivolare sempre più in basso, in un oblio senza fine e non sono capace di impedirlo … Più cado in basso più mi vergogno dell’uomo che sono diventato … Sono un debole, un rammollito che deve nascondersi dietro finti sorrisi e un bell’aspetto … Prima o poi la maschera cadrà ed io sarò spacciato, prima o poi qualcuno si renderà conto che io non sono come voglio far vedere e chissà magari rideranno di me … Motoki potrebbe farlo e ne avrebbe il diritto … In fondo faccio il duro, ma non lo sono così tanto … Se solo sapesse cosa ho davvero dentro … Usagi invece? Potrebbe ridere e usare la cosa a suo vantaggio ma qualcosa mi dice che non è così, qualcosa mi dice che lei capirebbe … Perché? Io  mi vergognerei ma lei mi aiuterebbe a capire che forse sbaglio, che non devo aver paura di ciò che sono, di ciò che provo, di ciò che ho nel cuore … Non devo temere di esternare le mie emozioni eppure queste stesse emozioni mi trascinano giù su un fondale da cui non tornerò mai -  
 
 
 

“Scivoli di nuovo e ancora come se non aspettassi altro che sorprendere le facce distratte e troppo assenti per capire i tuoi silenzi”

Mamoru si sentiva in trappola, bloccato tra presente, passato e futuro … Tutto ciò che voleva, era liberarsi di quel peso che gli attanagliava il cuore, ma l’unica cosa che riusciva a fare erano enormi passi indietro e tutti i suoi buoni propositi e i molteplici intenti erano risultati nulli …
Come poter uscire da quel circolo vizioso che era diventato la sua vita?
Come riuscire a cancellare da se quella strana maschera che si era creato?
Come smettere di pretendere che qualcuno, anche solo uno dei suoi cosiddetti amici, si accorgesse di cosa gli stesse capitando invece di esser troppo distratto dalla propria vita?
Mamoru voleva davvero che qualcuno si accorgesse di lui?
Che qualcuno capisse i suoi molteplici silenzi o leggesse tra le righe di ciò che faceva e diceva?
Più ci ragionava su e più Mamoru si aiuto, condivideva di averne bisogno …
Aveva un assoluto bisogno di qualcuno accanto che non solo lo capisse ma che sapesse anche consigliargli quando il giusto e il sbagliato sembravano non aver confine, aveva bisogno di un amico, sì, un amico che lo aiutasse a non cadere ancora …
 
 
 

“C’è un mondo d’intenti dietro gli occhi trasparenti che chiudi un po’”

- Tutti i miei sogni, le mie speranze, tutto ciò che ho fatto in questi anni … Ho provato così tanto a trovare il vero senso del mio posto qui in questo mondo eppure non riesco ancora a comprenderlo … E’ come se fossi cieco, è come se non riuscissi a vedere e così provo a chiudere gli occhi e ascoltare ciò che il cuore mi dice ma lui urla, si dispera … Non riesco a resistere a tutto questo dolore … Non posso farcela! C’è tutta la mia buona volontà in questi miei intenti ma sento di non esser forte abbastanza da affrontarlo … Come devo fare? Che cosa devo fare? Sto provando, sto tentando ma sembra tutto così inutile … Più provo e più sembra tutto così inutile … Chiudo ancora gli occhi e riprovo a sentire me stesso ma è così complicato ascoltare chi, ciò che non vuoi, ciò che hai sempre ignorato … Ritento ancora una volta perché non posso fallire e so che in un modo o nell’altro devo riuscirci … Ce la farò! So che ne sono capace e allora tenterò e ritenterò, fosse anche l’ultima cosa che faccio - 
 
 
 

“E non vuoi nessun errore, però vuoi vivere, perché chi non vive, lascia il segno del suo più grande errore”

- Sono Una vera contraddizione! -  Si disse in tono di rimprovero Mamoru  - Sono proprio uno sciocco … Critico costantemente gli errori altrui quando invece dovrei criticare i miei di errori, soprattutto dovrei criticare il mio più grande errore, quello di lasciarmi scivolare e non vivere la vita … Sono proprio uno stupido! Io voglio vivere, voglio aver dentro la forza di farlo ma nello stesso momento faccio l’esatto opposto … - 
 
Tra le tante riflessioni di quella strana notte ecco che tornava anche quella che Mamoru più detestava … Vivere o non Vivere, errare o non errare … Sapeva che solo errando si imparava a vivere ma non poteva errare non vivendo e allora cosa fare? Forse doveva davvero prendere esempio da Usagi e imparare a volersi più bene e vivere giorno dopo giorno senza pensare al domani, né alle conseguenze … Ma per lui erano solo sciocche considerazioni fatte da una ragazzina che forse della vera vita non sapeva niente …
Eppure Mamoru non riusciva a non pensarci e anche quella notte cominciata per lui, come sempre alle tre, stava per terminare e portare con sé tutte le domande che come sempre non avevano risposta …
 
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: Freegirl87