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Autore: Callie_Stephanides    29/07/2012    7 recensioni
Quando si incontrano per la prima volta, in occasione della finale della Coppa del Mondo di Quidditch, Draco Malfoy e Hermione Granger devono ancora compiere quindici anni.
E' un rapido sguardo, il loro; la curiosità di un momento.
Qualche settimana più tardi, tuttavia, quando l'unico figlio di Lucius Malfoy arriva a Hogwarts con la legazione di Durmstrang per il Torneo Tremaghi, il Destino stringe il nodo di cui saranno gli estremi.
Puoi innamorarti della ragazza che ha rubato il cuore dello Czar di Durmstrang?
Se è tanto forte da sciogliere la prigione di ghiaccio in cui ti sei nascosto, forse sì.
Genere: Dark, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton, Sirius Black, Viktor Krum | Coppie: Draco/Hermione, Vicktor/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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- Questa storia fa parte della serie 'Dum spiro, spero'
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Se Kaspar non avesse disertato…
Se non fosse stato ferito…
Se l’istinto del sangue non avesse urlato…
Se Leanor non fosse morta…
Se Florian non fosse andato a Hogwarts…
Se il prezzo della vita non fosse sempre un’altra vita…
Se Voldemort non fosse rinato…
Se…

Quanto lunga era la lista dei se che avevano anticipato quella notte?
Chino sul corpo esangue dell’ultimo nato, Axel Von Kessel aveva smesso di contare.
E si era maledetto.

***

Sono passati sedici giorni, ma nessuno ha raccolto la sua voce.
Nel cielo sgombro, di un azzurro così vivo che a guardarlo ti lacrimano gli occhi, fluttuano radi nembi di cotone e qualche gufo.
Il falco non è tornato.
La risposta paterna è un tetro silenzio.

Che mi aspettavo?

Florian si sporge dalla trifora.
Potrebbe arrendersi alla gravità e consegnarsi al niente ma il coraggio della vita lo trattiene oltre il bordo.
È un pozionista e l’Alchimia è la scienza della metamorfosi: per trasmutare, devi abbandonarti al divenire. La morte è un punto fermo.
È un pozionista anche Piton e sua è la mano che, sospesa nel vuoto di quest’ora, lo allontana da un sacrificio che sembra obbligato.
Forse deve fidarsi.
Forse non ha altra scelta.
In lontananza, l’arca di Durmstrang galleggia sulla superficie ferrosa del lago. Incontra Draco di rado e non ha il coraggio di guardarlo. Se gli raccontasse che sono condannati, loro due, avrebbe in cambio un sorriso di sfida, perché conosce solo il Voldemort del mito.
Una notte nei suoi incubi e cercherebbe rifugio nelle braccia di mammina.

E a me? A me cosa resta?
Davvero ho pensato che mi avrebbe portato via?

Axel Von Kessel è stato come di consueto un trionfo d’eloquenza: non lagnarti e rimedia.
È la regola con cui è stato cresciuto.
Una regola che gli ha distrutto la vita.

Strofina rabbioso le ciglia, mentre Hogwarts esulta e ama sotto i suoi occhi.
Ora sa cosa odiava della Sanguesporco: la voglia di riscatto e l’ottimismo della volontà.
Usa il passato, Florian, perché all’improvviso non sente più niente: Sanguepuro o Sanguesporco, pensa, tutti hanno più futuro di uno come lui.

“Hai un messaggio da inviare?”

Prima ancora d’intercettarne lo sguardo, lo sorprende il profumo di Astoria: sa di margherite e sole e miele. Sa della primavera che i suoi occhi non vedono.

“No.”
La giovane Greengrass sorride. “Nemmeno io. È una scusa per salire quassù.”
Florian resta in silenzio, diviso tra gratitudine e irritazione: non è nello stato d’animo di sopportare una conversazione, eppure, al contempo, le è grato d’esserci.
L’invito del vuoto, quando si è in due, diventa un sospiro flebile.
“Non l’avrei detto.”
“Perché?”
“I gufi non hanno di sicuro un buon odore.”
Astoria ride. I piccoli denti candidi somigliano a perle. È cambiata, dal loro primo incontro: pochi mesi, eppure è più donna, più sfacciata, più bella.
È una risorsa tutta femminile: ricrearsi dalle ceneri di una delusione come fenici.
“Di sicuro non la mia Blanchette… La verità è che da quassù…”
“Cosa?”
Astoria lo guarda. “Se te lo dico, mi prometti che non riderai?”

Fino a un quarto di clessidra fa, ero sull’orlo delle lacrime.
Non credo di averne la forza.

“Prometto.”
“I problemi sembrano più piccoli.”
“Forse più lontani ma piccoli… No, non direi.”
Astoria si stringe nelle spalle. “Invece per me è così… Prendi Draco…”
Florian sussulta.
“Non voglio parlare male del tuo amico…”
La sua voce è soffice. I toni non hanno più niente d’infantile.
“È che…”
“A Draco non sono mai piaciuta.”
“Perché dici questo?”
“Perché non sono stupida, anche se lo pensano tutti.”
“Io non…”
“Noi non ci conosciamo.”
Florian schiude le labbra ma non c’è risposta che possa offrirle. Astoria non cerca un confidente: fissa il cielo e il suo sguardo ha le sfumature di una pervinca.
“A me piaceva, invece… Almeno: ero sicura che fosse così.”
“Hai cambiato idea?”
“Sai cosa significa essere la figlia più giovane? Immaginare che qualunque cosa farai, nessuno ti prenderà in considerazione, perché chi ti ha preceduto l’ha già fatto o fatto meglio?”
“Temo di sì.”
“Daphne è più intelligente di me. È più bella… È persino bionda!”
Florian sorride: non vorrebbe, ma non può farne a meno. L’adora, in questo momento, solo per come si è incuneata nelle maglie della sua solitudine.
“Uno come Draco sembrava perfetto per lei e invece? Papà decide che tocca a me. Il giorno in cui hanno annunciato il nostro fidanzamento è stato il più bello della mia vita.”
Astoria si concede un profondo sospiro. “È stata anche l’unica occasione in cui Draco mi abbia dedicato la sua attenzione…”
“Se pensi ancora a quello che è successo al Ballo del Ceppo, non credo…”
“Invece sì.” Si morde le labbra – un vezzo rabbioso. “Ma la verità è che non potevo aspettarmi niente di diverso. Guardava la Sanguesporco e sempre lei… Tutto il tempo… Lo spiavo e speravo che se ne accorgesse. Se è capitato, invece, non ha creduto di doversi giustificare. Non sono una stupida? Solo un’idiota avrebbe continuato a sperare.”
Florian esita, poi sceglie di seguire l’istinto. “O una come te.”
Astoria lo fissa sorpresa.
“Vali di sicuro più di una Sanguesporco… Di quella senz’altro.”
“Sei gentile, ma non sei obbligato a farmi un complimento.”
“Non è una cortesia… Draco… Draco è fortunato.”
Astoria arrossisce un poco, ma non abbassa lo sguardo. “Perché ha scelto lei, allora?”
Florian si stringe nelle spalle. “A volte capita di fare cose stupide… Poi ti penti e ti accorgi che è troppo tardi per rimediare.”
“A te è successo?”
“Sì. Era quello cui stavo pensando prima che arrivassi tu.”
“Allora ti ho disturbato.”

No: mi hai salvato la vita.

Florian scuote il capo. “Non era importante. È successo e non penso di essere un fattucchiere abbastanza bravo da invertire il corso del tempo.”
“Sarebbe bello, però…”
“Sarebbe comodo. Al momento, almeno, ne avrei proprio bisogno.”
Astoria si allontana dalla trifora, ma non abbandona il suo fianco. “Quando le ho dato lo schiaffo, mi sono sentita bene come mai prima.” Solleva lo sguardo: le brillano gli occhi ed è bellissima – uno splendore crudele e famelico. “Non guardarmi così: non mi conosci bene come credi!”
Florian sorride. “Mi sarebbe piaciuto vederlo!”
“È successo all’improvviso e… Daphne ha detto che una lady non l’avrebbe mai fatto, ma in quel momento ho pensato solo che… Be’: dovevo farlo io. Forse non diventerò una signora; forse nessun Purosangue vorrà saperne di me, però meritavo qualcosa di meglio del compatimento, non credi? Povera Astoria: un castoro le ha rubato il fidanzato. Dovunque andassi, chiunque incontrassi, c’erano solo quegli sguardi. È così che l’ho capito…”
“Cosa?”
“Non m’importava di Draco: era il mio orgoglio che volevo vendicare.”
“Hai un bel carattere.”
“Forse… Forse sono solo stanca di chiedermi cosa sia degno di me.”
“Che intendi?”
Lo sguardo di Astoria torna a perdersi nell’immensità del cielo. “Non mi sono mai ribellata, né mai lamentata; ho obbedito ai miei genitori anche quando non ne avevo voglia, e cosa ho ottenuto? Se avessi raccontato alla mamma quello che era capitato, sai cosa avrebbe risposto? Un Malfoy è un eccellente partito, bambina mia, perciò sopporta. Da giovane anche tuo padre era volubile e incostante, ma il compito di una lady è accogliere e perdonare. Sempre.”
La bocca di Astoria è un’invisibile ferita. “A queste condizioni, mi dispiace, preferirei un Babbano!”
“Dici sul serio?”
Astoria si volta e ride. “No, questo proprio no… Però…”
“Però cosa?”
“Niente… Penso che sarebbe stato bello conoscerti in un altro modo.”
Florian abbassa lo sguardo. “Posso provare a parlare con Draco, se vuoi… È probabile che si sia già pentito.”
“Io no e non m’importa.”
“…”
“Hai mai baciato una ragazza, Florian?”

***

“A questo punto, sappiamo entrambi cosa sia meglio fare.”
Sirius si gratta il capo e annuisce. “Ho già deciso di mettere in guardia Harry: dimmi tu cosa vuoi che sappia e cosa devo tenere per me… A parte commenti sulla tua biancheria notturna, s’intende.”
Piton lo gela con lo sguardo.
“Non fare quella faccia: devo riuscire convincente o sbaglio?”
“Hai ragione: un cane parlante è fenomeno che inquieta senza che si debba anche pensare a un cane che ragiona.”
“Fingo di non averti sentito, ma solo dopo una postilla: il tuo sarcasmo è ripetitivo e monotematico.”
“Purtroppo lavoro con materia prima scadente.”
Sirius sospira e abbandona il giaciglio di fortuna su cui Buck Bello trascorre buona parte della giornata. “Possiamo lasciare da parte le nostre divergenze per organizzare un piano di battaglia? Ho diviso con te l’illuminante pergamena di Harry, tu mi hai riferito dei timori di Silente… Sappiamo che il tempo a nostra disposizione non è illimitato, ma ne avanza abbastanza da sciogliere qualche nodo.”
Il pozionista ha lo sguardo inquieto di chi vive nell’ombra e d’ombra si nutre. “Malocchio è l’intruso e Von Kessel me l’ha confermato, come ha confessato il furto degli ingredienti per la Polisucco.”
“Immagino, però, che questo debba restare tra noi.”
“Pensi bene: l’unico vantaggio che abbiamo sul falso Moody è che noi conosciamo la sua identità, mentre Barty junior crede d’essere introvabile.”
“Un bel progresso, se ci pensi, visto che lo davano tutti per morto. Io per primo, e senza rimpianti.”
“Un istinto da cani partorisce intuizioni che valgono altrettanto.”
“Non ti consiglio di fare dello spirito. Se avessi sentito l’urlo che è uscito da quella cella…”
Piton gli concede un sorriso freddissimo. “Non parlarmi di urla, non chiedermi di provare pena per chi ha avuto quanto meritava.”
“E tu non predicare castighi giusti, Mocciosus, perché…”
Severus distoglie lo sguardo.
“Finiamola qui: non è il passato che conta, ma il futuro. Quello del mio figlioccio su tutti. Sarà prudente permettere al falso Malocchio di avvicinarlo come ha fatto sinora? Di guadagnarsene fiducia?”
“Finché non tenterà di fare l’eroe, credimi, nessuno morirà. Harry Potter ha l’invidiabile dono di mettere a repentaglio qualcosa che perde sempre qualcun altro. La vita.”
Sirius inghiotte una replica che non migliorerebbe la tensione del confronto. È doloroso e quasi comico pensare, tuttavia, che questa loro costante oscillazione sia quanto gli ha restituito il senso della vita.
“Sapere Barty in vita, d’altra parte, apre una serie d’interrogativi inquietanti: da quanto è in libertà? Chi ha preso il suo posto? Il padre ne è al corrente?”
“È una domanda retorica: se Harry ha visto Barty Crouch senior, qualcosa mi dice che il vecchio ne sa abbastanza da essere preoccupato come e quanto noi.”
Piton annuisce. “Allora perché non ha allertato Silente? Perché ha abbandonato il Ministero?”
Sirius sospira. “Forse perché è un padre, ci hai pensato? Forse perché non può fare a meno di proteggerlo o pensare di cambiarlo, benché sia un Mangiamorte.”
“Forse perché è uno stupido ottimista,” sibila il pozionista, ma non ha voglia di sfidarne oltre il malanimo.
“Dovremmo anche scoprire dove tengono nascosto il vero Malocchio. Il tuo adorabile gattino non ti ha detto niente?”
“Risparmia l’ironia: Karkaroff non si scopre per niente. Von Kessel era una pedina sacrificabile, come lo è Draco Malfoy.”
“Sai che perdita…”
Piton non obietta, ma lo fissa come se volesse folgorarlo – e riesce quasi più minaccioso.
“Ho capito, ho capito… Non hai intenzione di tollerare oltre la mia prorompente simpatia… Evitiamo i preamboli e passiamo al sodo: ho intenzione di raccontare a Harry qualcosa del vecchio Crouch. Se conosco il mio ragazzo, non verrà solo e, laddove, per qualche strana circostanza, manchino i soliti noti, non riuscirà comunque a tenere la bocca chiusa.”
“… E cosa speri di ottenere?”
“Ripulire un po’ la tua immagine, prima di tutto, e tentare di sbrogliare le trame del Ministero. Il fratello di Ron Weasley è l’assistente personale di Crouch: non mi dispiacerebbe capire quale morbo l’affligga e perché sia tanto pronto a rischiare la salute per il tuo sgabuzzino.”
“Quanto all’affare Malocchio?”
“Glisserò con l’eleganza di un levriero.”

***

Se mi fossi travestito da tacchino, pensa Harry, forse avrei avuto qualche chance in più d’essere preso in considerazione: Sirius, infatti, impermeabile a domande e buonsenso, preferisce intrattenere prima di tutto pollo e burrobirra; di un figlioccio sospeso tra sollievo, incredulità e irritazione, si ricorda dopo una mela e un rutto sonoro.
“Direi che è stato tutto di tuo gradimento… Dobby ne sarà entusiasta,” commenta ironico, mentre il padrino scuote la bisaccia alla ricerca di una briciola clandestina.
“Scusa ma… Siamo fuori stagione per la torta di zucca?”
“Sì… Direi di sì… E tu non stai rischiando la vita solo perché avevi nostalgia delle cucine di Hogwarts… Vero?”
Sirius raccoglie un rametto e improvvisa uno stuzzicadenti. “Sarebbe una ragione più valida di quel che credi, ma no… Non è di certo per questo. E se ti sono parso vorace e greve, ti chiedo perdono, ma siamo quello che mangiamo e, negli ultimi tempi, ho inghiottito mosche e topi.”
“Immagino… Anzi, no… Da quanto sei tornato?”
“Da un po’…”
“E non hai pensato che avrei preferito saperlo?”
“L’ho pensato e ho anche dedotto che avrei fatto bene a tacere, perché non avresti resistito alla tentazione di cercarmi.”
“Non mi sembra una pretesa eccezionale: tu sei…”
“Tutta la tua famiglia? È proprio per questo, Harry: perché sono la tua famiglia. Un adulto responsabile ha il dovere di non mettere in pericolo se stesso e le persone che ama.”
“Forse hai ragione… Comunque… Sono contento di vederti.”
Sirius sorride. “Anch’io, Harry… Anch’io sono contento di poter parlare con te, una volta tanto, senza camini e pennuti di mezzo… E gli altri due? Che fine hanno fatto?”
“Hermione ha accettato di uscire con Viktor Krum e Ron ha perso la pace… Credimi: la primavera sta facendo un brutto effetto a molti!”
“E a te?”
“Io che c’entro? Non leggerai forse Il Settimanale delle Streghe?”
“Mi sembrava che ci fosse una ragazza…”
“Che sta con un altro, perciò, per favore, evitiamo commenti!”
Sirius sogghigna. “Povero Harry! James ti avrebbe dato una strigliata, altroché!”
“Ti.prego!”
“D’accordo, i convenevoli sono durati abbastanza a lungo. Cos’è questa storia che avresti dato a Moody la mappa?”
“Dopo che mi ha salvato da Piton, non me la sono sentita di rifiutare.”
“Non pensavo che sarei stato proprio io a dirtelo, ma Piton è un seccatore innocuo. Lavora per Silente, Harry, e tu ti fidi del Preside, vero?”
“Sì, però…”
“Credimi: Silente non è qualcuno cui si possa insegnare a discernere l’onesto dal disonesto. Sa bene come muoversi e non sbaglia un colpo. Nessuno di cui non avesse stima, potrebbe insegnare a Hogwarts. Nessuno.”
“Resta il fatto che non può vedermi.”
“Quella è un’eredità di famiglia, ma non conta… Importa, invece, che recuperi al più presto la mappa, perché, nel caso in cui avessi bisogno di me, non potrei altrimenti intrufolarmi a Hogwarts nemmeno come cane!”
“È vero: apparirebbe il tuo nome.”
“… E non sarebbe piacevole: nessun mago perbene vorrebbe avere a che fare con me.”
“Riusciremo a dimostrare il contrario, non preoccuparti.”
“Lo so, ma al momento giusto: un passo alla volta, Harry.”
“Volevi dirmi questo?”
“Non solo… Potresti chiedere a Ron se il fratello può darci una mano?”
“Quale dei tanti?”
“Quello che lavora con Crouch. Non sei l’unico ad aver notato qualche incongruenza nel suo atteggiamento.”
“Lo conosci bene?”
“Siamo vecchi amici, noi due… Chi pensi che mi abbia spedito ad Azkaban senza nemmeno l’onore di un processo?”
“Che cosa?”
“Lascia che ti racconti una storia… Una brutta, vecchia storia…”

***

Ci sono padri che muoiono per te e padri che ti fanno morire.
Ci sono padri eroi e padri giudici.
Ci sono padri silenziosi: sono quelli che ti costringono a scegliere.
Florian l’ha appena fatto.

Sono uscito da me stesso e ho rivestito un corpo che non muore.

Comincia l’opera al bianco.

   
 
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