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Autore: Cla_blueB    29/07/2012    1 recensioni
E se per una volta Elisa avesse proprio voglia di rischiare tutto?
i one direction non esistono, e Harry Styles, Niall Horan e Zayn Malik e gli altri sono semplici ragazzi, ma davvero o è solo un'impressione?
Anche nelle vite più noiose spesso si annidano segreti, rancori passati e a volte, la magia. Perchè in fondo, non esiste nessun buono e nessun cattivo nel mondo, siamo tutti vittime
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non sono una fan sviscerata dei one direction ma non so perchè questa storia calza a pennello con loro, spero vi piaccia. xx
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ma Niall non era entrato dal lato del guidatore, pensò Elisa. Voleva dire che qualcuno lo stava aspettando fuori dal negozio, pronto a sfrecciare via, in un enorme fuoristrada nero con i vetri oscurati e che aveva tutto l'impressione di essere di qualcuno che non voleva farsi vedere troppo. Una macchina anche decisamente troppo costosa per uno che non può permettersi un divano da più di 15£. Basta, di disse Elisa, cosa credi che sia Niall Bond in missione segreta in questa sfigatissima cittadina di si o no 15 mila abitanti con due cinema in croce e una sola piscina? 'Non essere ridicola, stai iniziando a essere paranoica', pensò, colpa di quegl'incubi idioti e senza senso. Niall entrò nella macchina del moro che partì all'istante. “Allora?” disse il moro guardando l'amico seduto di fianco massaggiarsi nervosamente le mani. “Non mi piace questa faccenda Zayn” disse piano Niall tenendo la testa bassa, non voleva fare la parte del bimbo codardo. “Cosa?” chiese sorpreso e innervosito l'amico. “Non sappiamo a cosa stiamo giocando Zayn, è una cosa troppo più grande di noi. Sento che si metterà male, molto male.” disse Niall che alla fine ebbe il coraggio di guardare negl' occhi l'amico che per tutta risposta inchiodò la macchina al centro della strada, meno male che era deserta. “Non dire queste stronzate Niall, ti scongiuro, ora che siamo così vicini a finire tutto. Non dire neanche per scherzo queste cose” disse serio. “credi di essere vicino a finire questa storia? Oh no Zayn, no, io so solo una cosa, una sola, ed è che siamo solo all'inizio di questa storia, non capisci?” Zayn appoggiò la testa stanca al sedile. Niall approfittò della momentanea debolezza dall'amico per continuare. “so che anche tu sei stanco di tutta sta storia. Oggettivamente non sappiamo neanche cosa stiamo facendo” continuò Niall che aveva finalmente trovato il coraggio di dire tutto quello che pensava all'amico “non sappiamo cosa.. cosa..Lui- e abbassò lo sguardo colpevole- voglia fare con quelle cose e con l..” ma Zayn non gli fece finire il discorso. “Dobbiamo rischiare,ok?” urlò lui “la posta in gioco è alta” “Non c'è più posta in gioco Zayn” disse triste Niall. Zayn si rifiutava di credere ciò. E tirò un pugno al volante. “Cazzo” urlò mentre ne sferrava un altro e un altro e un altro, le lacrime di rabbia scesero silenziose. “Cazzo” urlò un' ultima volta prendendosi la testa nelle mani. Anche Niall aveva le lacrime agl'occhi. “Ok Zayn, noi ci proveremo ok. Non so come andrà a finire, ma hai ragione tu, in fondo scappare non avrebbe senso,no?” disse Niall guardando fuori dal finestrino mentre l'amico al suo fianco si calmava. “La ragazza è carina” disse Zayn una volta che si fu calmato del tutto. Niall voltò la testa lentamente. “no Zayn è proprio gnocca” e rise insieme all'amico. Elisa entrò nella lavanderia. “Salve signora Reid” disse sorridendo alla donna al bancone, questa alzò lo sguardo e vide la ragazza. “Elisa! Ciao” sorrise, Elisa ricambiò il sorriso. “Salve sono pronti quei vestiti che ho portato due settimane fa?” chiese timida, non voleva metterle fretta ma le servivano alcune di quelle cose. “si certo” sorrise gentile la signora Reid, tornò un secondo dopo con un pacco di vestiti in mano “allora tesoro” iniziò “questa maglia è tornata come nuova, ma ricordati du non lavare mai le cose colorate bianche insieme, sopratutto il blu con il rosso e il bianco!” Elisa si sentiva una stupida a sentirsi ripetere per la trecentesima volta quelle cose dalla signora Reid, “il cappotto è apposto, e questi jeans, so che sono i tuoi preferiti e ho fatto di tutto per togliere quelle brutte macchie dalle ginocchia” gli occhi di Elisa si illuminarono. Oh, finalmente i suoi jeans, pensò. Sorrise grata alla donna. “Non so come farei senza di lei signora Reid” esclamò abbracciandola da dietro al bancone. “oh ma Elisa non ti preoccupare” Elisa allungò la banconota da venti sul tavolo. “ti prego tieni la mancia, per la tua pazienza a spiegarmi le stesse cose mille volte.” “Sei un angelo tesoro, come sta tua nonna?” chiese preoccupata la signora Reid, Elisa si rabbuiò un po' “oh è alla clinica St. John, almeno la trattano come si deve lì e ha un po' di compagnia” disse triste, si sentiva in colpa per aver lasciato la donna che si era presa cura di lei da sempre in una casa di riposo, ma sperava che stesse meglio lì che a casa. La signora Reid si accorse dello stato d'animo della ragazza e si affrettò a consolarla “non te ne fare una colpa, sono sicura che tua nonna sta benissimo lì, è sempre stata una donna attiva, sono sicura avrà creato una squadra di calcio anche nella casa di riposo” Elisa non potè non fare a meno di ridere “è vero” disse “mia nonna è una spece di coniglietto dell' Energizer pure a ottant'anni suonati” e sorrise. “Bè in ogni caso porgile i miei saluti appena la vedi” concluse la signora Reid, “certo” rispose Elisa e si girò per andare “arrivederci” sorrise un'ultima volta, ma prima che potesse chiudersi la porta dietro la signora Reid la richiamò “aspetta, aspetta. Quasi dimenticavo, tieni- e le porse un sacchettino di tessuto- era nella tasca dei jeans, stavo per lavarlo” e sorrise. Elisa si rigirò il pacchetto tra le mani curiosa. “grazie” borbottò e uscì dal negozio. 'Dove aveva già visto quel pacchetto?' si chiese. Ah giusto! Le tornò alla memoria il temporale di giugno, lo aveva trovato nel magazzino, si battè una mano sulla fronte. Con tutto il trambusto della rottura con Harry e del trasloco si era completamente dimenticata di quel pacchetto. Tornata a casa lo avrebbe aperto si disse. Salì sulla moto e partì. Inizò a guidare nel buio della serata. Cominciava a fare freddino davvero pensò. Una volta a casa, spense la moto ed entrò in casa. Era vuota, buia, silenziosa senza la nonna che smanettava in cucina o puliva il giardino. Accese una luce del soggiorno, buttò la borsa per terra e si accese una sigaretta mentre si sedeva su una sedia del tavolo da pranzo. Tirò fuori il sacchettino, chissà perchè aveva paura di aprilo. “Non essere sciocca” esclamò ad alta voce “è solo un pacchetto, di che hai paura?” eppure aveva davvero paura senza saperne il motivo, era più che altro una sensazione, pensò. Si, stava diventando eccessivamente paranoica. Iniziò a scartare il pacchetto ma qualcosa la fece sobbalzare. La finestra si era improvvisamente aperta lasciando entrare un vento gelido di settembre. “cazzo” esclamò dalla paura e andò a chiuderla, in quel momento il cellulare iniziò a vibrare dalla borsa. “Pronto” rispose in un soffio. “Pr...pr..pron..” ok iniziava decisamente male questa conversazione. “Pronto?? chi è?” disse quasi urlando, ok sembrava un film horror, pensò. “Elisa, so..sono Niall, ti ricordi, l'altro ieri, il divano, mi ..mi devo fare perdonare” balbettava? seriamente..? “Niall” esclamò estremamente sollevata. Sollevata per due motivi: 1)non era un pazzo stupratore killer da film stile scream che la chiamava prima di farla a pezzettini e metterla nel freezer. 2)in quei due giorni aveva seriamente pensato che a Niall potesse non piacere e che non l'avrebbe mai chiamata. “Allora..?” Niall era un po' agitato, non sapeva da quanto tempo non chiamava qualcuna per un appuntamento e poi lei non era una così a caso. “Si..si certo” disse lei dall'altra parte della cornetta. “Quando saresti libera?” disse Niall un po' più rilassato. “anche sta sera” disse Elisa forse un po' troppo di fretta, non voleva sembrare disperata in fondo. “Oh” Niall era sorpreso, pensava fosse una ragazza super impegnata e che aveva mille ragazzi con cui uscire, ma magari era anche così e semplicemente adesso aveva un buco di mezz'ora per lui, ma qualcosa nella voce della ragazza gli fece credere che anche lei non è che avesse tutta questa esperienza in appuntamenti, un po' come lui. “vengo io da te” soffiò lei preoccupata dal silenzio di lui. “Si certo” disse Niall. “ok arrivo” e stava per riattaccare. “aspetta” disse lui prima che lei gli schiaffasse il telefono in faccia “non è che ti serve l'indirizzo magari?” “oh si certo... che stupida... certo l'indirizzo.” si battè una mano sulla fronte. che figura da scema. “Crohaven rd. 3” disse Niall. “Ok peeeerfetto arrivo presto” disse lei e chiuse la conversazione con uno scatto. Elisa lentamente si girò verso il pacchetto ancora appoggiato sulla tavola. E con un solo gesto lo afferrò e lo infilò nella tasca della giacca di pelle.
  
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