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Autore: _Beautiful nightmare_    29/07/2012    1 recensioni
Che meraviglioso mondo è quello delle mamme! Essendo un'adolescente non ho ancora sperimentato la sensazione di essere una madre,ma posso constatare con chiarezza che la loro è una meravigliosa realtà. Per il momento io ricopro soltanto il "ruolo" di figlia ma sono qui per raccontare una storia che parla di un'adolescenza difficile e dell'amore di una madre per la propria e unica figlia.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si guardava continuamente intorno,scandagliava con lo sguardo tra la folla ma niente. Maryl aveva bisogno del suo aiuto,se lo sentiva nelle ossa Eddy.
"Sembri preoccupato. Chi stai cercando?" domandò Susan.
"No,non preoccuparti. Nessuno."
"Diavolo,siamo venuti qua per divertirci,non per fare la caccia al tesoro nè tantomeno per stare dietro a ragazzine ubriache!"
"Non c'è bisogno di urlare,calmati per favore"
Ma Susan continuava imperterrita a urlare le sue ragioni. Lo sguardo di Eddy cadde sull'uscita di emergenza. Sentiva che era lì. Non sentiva più le urla di Susan. Eddy percepì una mano sulla sua spalla,gli percosse un brivido lungo la nuca. Si girò. Sarah.
"Non saresti degno della mia confidenza ma ho bisogno del tuo aiuto. Dov'è Maryl?"
Finita la domanda,osservò più attentamente il volto pallido di Eddy e la sua espressione di smarrimento. Si capirono al volo con un semplice sguardo d'intesa. Entrambi cercarono di farsi spazio tra la folla per arrivare all'agognata uscita d'emergenza,Susan senza aggiungere una parola cercò di stare al passo con loro. Eddy spalancò la porta,accanto al muretto per terra c'era una borsetta di pelle. Eddy la raccolse guardandola attentamente. Un grido sovrumano di Sarah lo fece sobbalzare. Eddy e Susan corsero immediatamente da lei,inginocchiata dietro un albero,in lacrime. Accanto,giaceva il corpo di Maryl.
-Bastardo infame!- Commentò Eddy sentendo il bruciore dell'odio e della collera dentro lo stomaco.
Sarah e Susan la trascinarono sotto la chiara luce di un lampione mentre Eddy chiamò l'ambulanza e andò dentro per chiedere aiuto. Qualcuno in quella confusione chiamò anche i carabinieri. Maryl non rispondeva agli innumerevoli stimoli di Sarah,aveva gli occhi spalancati,una siringa nel braccio destro. Un gruppo abbastanza numeroso di persone si posizionò intorno a Maryl. Alcuni piangevano credendola ormai morta. Altri cercavano invano di rianimarla. Arrivarono per primi i carabinieri che si fecero raccontare ogni dettaglio dai ragazzi. Fu questione di pochi minuti e arrivò anche l'ambulanza. Un dottore le sfilò subito la siringa dal braccio e la visitò. Un carabiniere estrasse il cellulare di Maryl dalla borsetta in pelle e chiamò la madre. Povera donna,lei che era tornata stanca dal lavoro e sapendo sua figlia a letto alle due di notte dormiva beatamente. Chissà che brutto colpo stava per ricevere.
Era ancora viva. C'erano speranze.
Una dottoressa le attaccò una flebo al braccio e la trasportarono al Policlinico. Codice rosso. Emergenza. Maryl era appesa ad un filo,tra morte e vita. Fra cielo e terra. Con i piedi per terra,o due metri sotto terra. Fu una lotta contro il tempo,contro il traffico in circolazione per le strade il sabato sera.
Maryl sdraiata sulla barella entrò insieme ai medici in sala rianimazione. Eddy,Sarah e Susan erano in sala d'aspetto. Sospiravano d'ansia. Arrivò pochi minuti dopo sua madre correndo,piangendo e urlando il nome di sua figlia. Sbattè due volte il palmo della sua mano contro la porta della sala dove tenevano Maryl. Uscì un medico di mezz'età:
"Sua figlia ha ingerito antidepressivi e droghe molto pesanti. Il tasso alcolico nel suo corpo è davvero molto elevato. Inoltre è stata rilevata sul braccio destro una siringa contenente eroina."
La mamma si abbandonò su una sedia e scoppiò in lacrime.
"Faremo il possibile" disse con un tono delicato il medico,abbandonando la sala d'aspetto.
"La mia bambina!" gridò tra le lacrime la povera donna. L'amore di una madre supera qualsiasi limite. L'amore di una madre appena tradita alle spalle dal suo stesso sangue. Aveva l'incredibile forza dei polmoni,e sopratutto del cuore, di gridare "La mia bambina!". 
  
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