Memories

Sono passati anni, da quando So è andato via da me, dove non posso raggiungerlo.

Non è passato nemmeno un secondo, da quando l'ho pensato ed amato l'ultima volta.

*

“Riko, com'era mio fratello, al lavoro?”

Un genio.

“Un'idiota.”

Lei ride.
Gli assomiglia molto, anche se non se ne rende conto.

Hanno la stessa risata, ad esempio.

“Come a casa, quindi!”
Esclama, con lo stesso tono gioioso che usava lui quando mi parlava di lei, la sua piccola sorellina.

E non so nemmeno come sentirmi, a riguardo.

La loro somiglianza mi fa soffrire, in un certo senso.

Mi fa gioire, per altri versi.

Non ho alcun rimpianto, fino ad ora, se non quello di non aver provato a salvarlo.

Dovevo salvarlo.

Dovevo farlo per poter salvare me stessa.

Io sapevo che era malato.

Io sapevo che concentrando le sue energie nel programma non avrebbe avuto possibilità.

Ma non l'ho fermato.

Non ho saputo aiutarlo.

Un tempo il mio sogno più grande era di sposarmi, ed avere dei bambini. Magari due.

Non è cambiato, di base, se non fosse che ora è impossibile. L'unica persona al mondo che vorrei sposare mi ha abbandonata qui, affidandomi la sorellina e l'hacker scalmanato.

Durante i suoi ultimi mesi ha concentrato tutte le sue energie in quel dannatissimo programma, per salvare quello che ormai era diventato quasi suo fratello, senza pensare nemmeno per un secondo a se stesso.

Durante i suoi ultimi mesi non ha avuto tempo per pensare a come potessimo sentirci noi, qui, venendo abbandonati. L'unica a cui ha pensato è stata la sorella, Teru.
Non ha avuto tempo per preoccuparsi per me.

O forse mi riteneva abbastanza matura da digerire la situazione.

È per questo che faccio di tutto per sorridere, sorridere e prendermi cura di ciò che mi ha lasciato.

Per non deluderlo.

Solo al capo permetto di vedere i miei sentimenti.
Solo il capo è a conoscenza di quella sorta di buco nero che mi divora lentamente dall'interno.

Del baratro al quale mi avvicino passo dopo passo.

Sai, Soichiro, perdendo te abbiamo perso molto, tutti noi.

Un collega.

Un genio.

Un leader.

Un fratello.

Un amico.

Un amore.

Oltre la prima, non sono cose che si possono sostituire.

E tu sapevi che andando via mi avresti distrutta.

Sapevi che andando via mi avresti sottratto ogni possibilità di essere felice davvero.
Sapevi di privarmi del mio sogno più grande.

Perché tu lo sapevi, che ti amavo. Sapevi che non avrei mai potuto sostituirti.

Però lo hai fatto lo stesso.
Sei morto.

Che diritto avevi di distruggere così la mia vita?
Non mi perdonerò mai per non averti fermato.

Non ti perdonerò mai per esserti lasciato morire.

Quando ti raggiungerò, quando finalmente ti raggiungerò, ti farò a pezzetti, per questo.

Te ne sei andato troppo presto.

Avrei dovuto morire io, per prima.

Avrei dovuto morire lasciandoti alle cure dei nostri bambini, che sarebbero stati ormai grandi.

E poi tu mi avresti raggiunto, tempo dopo.

Così non avrei mai conosciuto questo dolore.

Così non mi sarei avvicinata mai così tanto all'orlo del precipizio.

Così non avrei mai cominciato a cadere.

Ma tu mi hai preceduta.
Ed io mi prenderò cura di tua sorella e Kurosaki al posto tuo.
E, sai una cosa?
Va bene così. 
Mi manca la tua puzza, ma va bene così, infondo.
Tanto sono ancora giovane. Giovanissima.
E dovrai aspettare talmente tanto perché io ritorni, che ti frantumerai il cranio da solo decine di volte, pensando alla fantastica donna che hai lasciato qui.