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Autore: Nathalieh    30/07/2012    0 recensioni
L'amore è un percorso con vari ostacoli, ma l'irraggiungibile rende il tutto più speciale. Amy è una ragazza che sta passando un periodo della sua adolescenza troppo grande per lei, che riuscirà a superare con coraggio e determinazione.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Mi svegliai con il rumoroso suono della sveglia.

Mi alzai dal letto, mi strizzai gli occhi e mi infilai le ciabatte per andare in cucina. I miei occhi si alzarono sull'orologio e si sbarrarono: erano le 9 di sera e dormendo tutto il pomeriggio mi ero dimenticata totalmente che alle 10 avevo una festa da una mia cara amica. Mi preparai in fretta, mi truccai con una leggera passata di eyeliner e mascara, pettinai i 
miei lunghi capelli neri, presi la borsa e uscii di casa.

Il viale era tranquillo, fin troppo, non vi era anima viva. Faceva freddo, infilai le dita nelle maniche del giubbotto e attraversai il sottopassaggio, il 
punto più mal frequentato della mia città. Mi misi le cuffie, cosa che facevo sempre quando sono in giro, iniziai ad ascoltare la canzone "Call me when you're sober" del gruppo "Evanescence" e mi concentrai sulla musica.

Avevo l'impressione di essere seguita, ma non me ne curai più di tanto. I miei pensieri furono interrotti da una mano che mi afferrò il braccio. Mi girai di scatto e un'altra mano 
mi tappò la bocca. Un uomo sulla cinquantina mi guardava con un leggero sorriso, ma un tipo di sorriso che spaventa. Egli indossava un berretto, un cappotto nero e dei guanti. Mi appoggiò al muro e mi mise una mano al collo. Mi sentivo soffocare, non riuscivo a respirare e il mio cuore batteva all’impazzata. Cercai di liberarmi dalla sua presa, di correre ma lui era più veloce di me e precedeva tutte le mie mosse. Cercai di urlare, chiamare aiuto, ma non potevo avendo la bocca tappata dalla sua mano. Egli continuava a sorridermi in quel modo che mi metteva ancora più timore mentre le sue mani mi stringevano il collo.

Pensavo a mia mamma, a mio padre e al mio fratellino Lukas, a cosa sarebbe successo in quell’istante, ma l’immagine che mi entrava più impressa nella testa erano le sue 
mani e il suo sguardo. Chiusi gli occhi mentre cercavo disperatamente di liberarmi dalla sua presa e in quell'attimo sentii un pizzico sul braccio, poi... il vuoto.
  
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