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Autore: Drika    30/07/2012    0 recensioni
Oddio quanto tempo che non pubblicavo qualcosa O_O (il primo che dice meglio così, lo crucio ^^). Comunque eccomi tornata in uno dei miei paring preferiti. Andromeda Ted. Il progetto questa volta è ambizioso e speriamo che mi venga bene. In pratica voglio scrivere alcuni momenti fondamentali della loro vita dal punto di vista di entrambi. Speriamo di farcela...
Recensioni e commenti (negativi se costruttivi e positivi) sono sempre ben accetti e richiestissimi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Black, Andromeda Tonks, Sorelle Black, Ted Tonks | Coppie: Ted/Andromeda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Gli anni erano passati rapidamente al castello per Ted e la sua vita scorreva (quasi) tranquilla. Presto il quinto anno sarebbe iniziato e per lui voleva dire principalmente nuove materie da studiare, esami e una sempre più bella ragazza da guardare... Da lontano. Non che Andromeda avesse mai dato qualche minimo segno di accorgersi di lui. Se si escludevano i momenti in cui qualche Serpeverde lo prendeva di mira perché lui era troppo vicino a loro, per il resto del tempo la ragazza non sembrava interessarsi minimamente a lui.
Anzi, per la precisione neanche si degnava di appoggiare il suo sguardo su di lui, probabilmente credendo che la sua vista ne verrebbe intaccata se provasse a osservarlo per più di mezzo secondo.
Al contrario lui si abbeverava di quei momenti, si nutriva degli attimi che poteva passare osservando Andromeda o, come più frequentemente capitava, la nuca di Andromeda. Nelle ore che avevano in comune, passava il tempo a guardarla, sperando che un giorno sarebbe riuscito anche solo a parlarle assieme. Non molto di più. Gli sarebbe bastato parlare qualche minuto con lei, sfogare i suoi sentimenti e poi l'avrebbe lasciata andare, per sempre.
I mesi da settembre erano passati stancamente, freddi prima del tempo, e lui aveva continuato a vivere come sempre. Guardava Andromeda da lontano, tentava di sopravvivere alla sua goffaggine e vivacchiava nei voti in attesa degli esami di fine anno. Fortunatamente a casa rimaneva solo sua madre, il padre era morta l'anno precedente, quindi non c'era più nessuno la che gli ricordasse quanto fosse strano e sbagliato o lo demotivasse.
Praticamente senza quasi accorgersene erano arrivati i primi di dicembre, motivi dei pensieri casalinghi che aveva quella mattina salendo a colazione, e lui come ogni studente tentava in tutti i modi possibili di combattere contro il freddo pungente e gli spifferi.
Rabbrividendo si era appena seduto al tavolo dei tassorosso quando meccanicamente alzò lo sguardo verso quello dei serpeverde. Andromeda non era ancora arrivata, ma le sue sorelle sì. Probabilmente si era fermata da qualche parte a scollarsi Lestrange di dosso, una presenza praticamente costante nelle sue giornate e che, per certi versi, Ted invidiava.
Almeno lui non doveva elemosinare attimi con la ragazza, inventando i modi più assurdi per stare con lei.
Perso com'era in quei pensieri quasi neanche si accorse che proprio la Black di mezzo era entrata e si era sistemata tra le sorelle, ma quando lo fece notò immediatamente una cosa. Portava al collo la sciarpa di Lestange non la sua. Era facile rendersene conto perché quella del ragazzo era molto più distrutta di quella di lei che invece la teneva alla perfezione come ogni capo del suo bestiario.
Dopo un rapido quanto inutile discorso di Silente, e una rapidissima colazione Ted si alzò in direzione dei sotterranei, la sua prima lezione era con Lumacorno. Lato positivo, avrebbe potuto fare lezione con la ragazza. Lato negativo, non riusciva ancora a fare la pozione che lui aveva assegnato, avrebbe fuso il suo ennesimo calderone e avrebbe preso le sue ennesime punizioni. Secondo lato positivo, nell'aula di pozioni faceva caldo.
Poteva prendersela con comodo tanto metà del tavolo di Serpeverde era ancora seduto a mangiare e Lumacorno non avrebbe mai iniziato senza attendere ogni singolo suo pupillo.
Si incamminò verso l'aula, facendo attenzione a dove metteva i piedi per evitare di inciampare in qualcosa (o qualcuno) quando una figura che risaliva il corridoio dal lato opposto lo fece distrarre.
-Scostati Tonks.- le parole di Lestange ebbero l'effetto di una doccia gelata per Ted che di conseguenza non si spostò abbastanza in fretta e il suo gomito urtò quello della ragazza facendole cadere le pergamene che aveva tra le mani.
Il ragazzo sospirò dispiaciuto per quel disastro e fece per allungarsi a raccogliere, a terra ci era già visto che ci era finito dopo lo scontro, quando le indelicate mani di Rabastan lo spinsero all'indietro.
-Non toccarle!- l'ordine era così perentorio che il ragazzo neanche ci provò. Non che amasse seguire gli ordini del mago purosangue, ma non aveva voglia di litigare in mezzo al corridoio.
-Volevo solo essere d'aiuto...- si limitò a mormorare e ad alzare lo sguardo verso la ragazza, cercando un cenno di intesa o di qualsiasi cosa che potesse giustificare quel gesto. Andromeda però era impassibile dietro il compagno di casa, altera e fredda come sempre.
In realtà, la reazione di Andromeda era tutto meno che impassibile, solo anni di educazione avevano impedito che i veri sentimenti si mostrassero. La reazione del purosangue l'aveva infastidita come sempre, ma non poteva dimostrarlo davvero, quindi si limitò ad accucciarsi e dire, guardando entrambi:
-Posso fare da me!- sbottò osservandoli ancora e, per la prima volta in cinque anni, incrociare gli occhi di Ted che non erano stati abbassati abbastanza rapidamente dal proprietario.
Le era bastato. Qualcosa negli occhi azzurri del ragazzo l'aveva rapita. C'era qualcosa in quei pozzi azzurri che la stregava, facendole battere il cuore in un modo del tutto nuovo per lei. In un attimo il mondo attorno a loro si era annullato e lei non riusciva a distogliere lo sguardo dal giovane Tassorosso.
Sapeva che doveva farlo, la sua minima parte razionale ancora attiva glielo diceva, ma non ce la faceva.
Fosse stato per le sarebbe rimasta tutta la mattina ad osservare quel pezzo di cielo, mentre dal canto suo il ragazzo non aveva mosso un muscolo per interrompere il contatto con la ragazza. Per la prima volta da anni riusciva a farsi notare da lei e non avrebbe abbassato lo sguardo per nulla al mondo. Anche perché se adorava i suoi capelli, il suo sguardo era letteralmente magnetico.
Solo dopo lunghi minuti la ragazza si disse che aveva guardato fin troppo tempo Ted davanti all'intero quinto anno di serpeverde ed era il caso di alzare lo sguardo.
-Sparisci dalla mia vista- le parole le costarono uno sforzo incredibile, ma dovette dirle o la cosa avrebbe portato a pettegolezzi e discussioni e non voleva. Senza contare cosa sarebbe successo se la voce avesse raggiunto Bellatrix. Sarebbe stata capace di scrivere ai genitori anche se, appunto, si trattava di una voce per il puro gusto di ricordarle chi era.
Ted sentendo quelle parole si alzò di scatto e corse via. Non gli importava della lezione imminente, tanto sarebbe stata solo l'ennesima punizione di Lumacorno, ormai ci aveva fatto l'abitudine e comunque l'avrebbe presa in ogni caso.
In quel momento voleva solo sparire. Con le lacrime agli occhi raggiunse il lago nero e si sedette su una roccia sul bordo incurante del freddo o della neve.
Ovviamente si era illuso, la ragazza aveva solo accidentalmente mantenuto il contatto visivo.
-Perché....?- la domanda ripensandoci però gli sorse spontanea, perché la ragazza lo aveva mantenuto?
-Perché cosa Tonks?- la voce di Andromeda lo fece sobbalzare, visto che la neve aveva attutito i suoi passi.
Non le rispose subito, ma si girò a guardarla. La ragazza era alle sue spalle, leggermente ansimante per la corsa, le guance arrossate dal caldo e i riccioli mossi dal vento freddo... Un vero spettacolo per il ragazzo che nonostante il freddo e la delusione rimase a guardarla rapito.
-Come mai sei qui? Non vai da Lumacorno?- quando finalmente si riprese pose quella domanda che effettivamente era legittima dal suo punto di vista.
-Ho preso la scusa di un mal di testa e sono uscita.- mormorò la ragazza ricambiando a fatica il suo sguardo. Sentiva la salivazione praticamente a zero e le farfalle nello stomaco, o comunque qualcosa di molto simili ad esse, e non riusciva a staccare lo sguardo da lui.
-Andromeda....?- lentamente Ted si era avvicinato a lei notando il suo più che evidentemente sbandamento e le aveva accarezzato la mano.
Forse non avrebbe dovuto farlo.... perché ora voleva solo stringere fra le sue quelle delicate di lei e scaldarle avendole percepite gelide a quel brevissimo tocco, mentre lei aveva stretto le dita come infastidita.
-Ted...- la mano in realtà scossa da un brivido si era allungata a cercare quelle di lui, subito accontentata.
-Sono qui...- non capiva, non riusciva a capire... E neanche gli importava.
-Guardami Ted.- Andromeda sentiva il bisogno di perdersi in quegli occhi che annullavano tutto il suo mondo. Dimenticava così facilmente e con così tanto piacere di essere una Black, di avere dei doveri, degli obblighi, che non doveva essere lì, non con lui.
Di essere destinata al Lestrange minore dopo che la sorella era ormai praticamente sposata al maggiore.
Alla coscienza che davanti a lei si apriva un'esistenza da infelice purosangue non amata dal marito con l'obiettivo di dargli una discendenza per non trovarsi nella situazione della madre, guardata ancora più freddamente dal padre per le inutili tre figlie femmine e derisa dalla cognata che aveva dato a Orion due maschi.
Ma non le importava.
Ted dal canto suo non se lo fece ripetere due volte e subito alzò lo sguardo dalle mani della Serpeverde guardandola negli occhi e avvicinando alle sue labbra le mani.
-Mi fai impazzire. So che è sbagliato ma non riesco a staccarmi.- ammise lei mentre il ragazzo sorrideva:
-Ti faccio impazzire abbastanza da fare questo?-  senza neanche attendere una risposta la strinse a sé, appoggiando le sue labbra su quelle morbide e lucide di lei. La mano destra arrivò fino alla base della schiena, per sorreggerla, mentre la sinistra realizzava il sogno di toccare e giocare coi meravigliosi riccioli di lei.
Andromeda neanche si oppose, non disse nulla, ma rimase in quella posizione.
Obiettivamente non rispose al bacio di lui, ma Ted non solo non ci fece caso, ma non gli diede neanche peso. Il giovane era troppo preso da quella marea di sensazioni per rendersi conto di quello che succedeva effettivamente. Rimase qualche minuto con le labbra appoggiate a quelle di lei, ma alla fine fu costretto a staccarsi. La ragazza era sensibilmente più bassa di lui, discretamente alto e forse anche per quello particolarmente goffo, e cominciava a fargli male il collo, anche perché la posizione così improvvisata non era stata delle migliori.
Andromeda dal canto suo riaprì gli occhi quando il caldo umido delle labbra di lui venne meno e lo guardò negli occhi. Non disse nulla, come se il bacio le avesse tolto il dono della parole, ma si limitò a guardarlo negli occhi, sempre così dannatamente bello e sorridente.
-Due anni...- sussurrò piano il giovane tassorrosso riportandola alla realtà, mentre lei lo guardava senza capire -dammi due anni di amore. Dammi fino ai M.A.G.O e poi se crederai che tutto questo è troppo e non vale la candela sparirò dalla tua vita, ma ti prego...-
Le nuove parole di Ted furono bloccate dall'indice di Andromeda sulle sue labbra.
-Due anni. Poi deciderò.- anche se in realtà forse la sua decisione l'aveva già presa... -Ma nessuno dovrà sapere di noi Ted.-
-Nessuno ovviamente Meda...- disse lui azzardandosi a chiamarla in quel modo per la prima volta. Lei sorrise e lo lasciò fare, sentendo poi la campana suonare.
-Per te sono ancora Black quando non siamo assieme, ci vediamo ad incantesimi Tonks, vedi di non ucciderti per la via.- disse la ragazza ridendo e correndo verso il castello in modo da non arrivare in ritardo ad una ben meno accondiscendente McGrannit.
-Ci proverò Black!- rispose lui di rimando canzonandola. Attese qualche minuto prima di correre a sua volta verso il castello, felice come non era mai stato prima.


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Unico appunto in questo capitolo.
Secondo Pottermore la McGranitt inizia a lavorare ad Hogwarts nel 1953 quindi è più che legittimo che fosse la loro insegnante di trasfigurazione essendo Meda (e quindi Ted) nata in un arco di tempo compreso tra il 1950 (Bellatrix) e il 1955 (Narcissa).
Per una mia convenzione del tutto personale li considero nati nel 1953.
Se vorrete leggere come l'ho scritta io, fate partire la musica quando Andromeda, per la prima volta, incrocia gli occhi di Ted.

ps: un commentino, anche negativo, è sempre è comunque gradito, non dimenticatevelo ;)
   
 
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