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Autore: MusicInTheAir    30/07/2012    4 recensioni
Kiseop si piegò leggermente in avanti, per fissare quel bambino seduto sull’ erba secca ed ingiallita, con le spalle curve ed affiancato da un cane enorme.
-Io mi chiamo Kiseop, e tu?-
Silenzio.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5

 

La neve era iniziata a scendere dal cielo lenta e morbida, ed un fiocco si poggiò sulla sua pelle candida del viso, alzato per ammirare il cielo plumbeo.

Si chiese che ore erano, dato che gli facevano male le gambe ed aveva davvero molta fame.

-Tesoro?-

Lo riscosse sua madre, scuotendogli la mano davanti agli occhi.

-Scusami, mamma. Ero sovrappensiero.-

Sussurrò, abbassando lo sguardo.

Jiwon gli sorrise amorevolmente, accarezzandogli una guancia fredda.

-Ascoltami, io ho ancora molti giri da fare, perché tu non vai in un posticino caldo e ti prendi qualcosa? Poi passo io a prenderti.-

-D’ accordo, ma non disturbarti. Posso prendere il treno.-

-Sicuro?-

Annuì.

La donna sorrise ancora, per poi baciare il figlio sulla guancia e salutarlo con la mano.

Kevin fissò la sua schiena allontanarsi, finché non divenne un punto indistinguibile tra la folla che camminava per strada ad ammirare negozi ed a scambiarsi parole e sorrisi.

 Non gli piaceva quell’ atmosfera.

Nonostante avesse quel ché di familiare, che ti scaldava il cuore, lo odiava quel mormorio insopportabile di voci. Era troppo confusionario, per lui che era abituato al silenzio della sua casa.

Sospirò, decidendosi di incamminarsi verso un posto qualsiasi che potesse offrirgli un posto a sedere.

Poco prima, mentre passeggiava con sua madre, aveva intravisto un bar quasi vuoto, e gli era piaciuta quell’ atmosfera che dava la luce leggermente soffusa.

Si incamminò nella direzione opposta a quella della madre, guardandosi distrattamente attorno.

La città non era molto diversa da come mostrava la televisione o le foto di Kiseop.

Sussultò.

Chissà dov’ era andato a finire?

Scosse la testa, non aveva voglia di pensare a lui. La sua testa era stata tutto il giorno piena di lui, del suo respiro, delle sue labbra, del suo corpo.

Non ci riesco...Sei parte di me, non posso cancellarti...

Alzò piano gli occhi, intravedendo la scritta ad intermittenza del bar, e camminò a passo svelto verso l’ entrata a vetri.

La spinse, ed un piacevole calore lo invase, insinuandosi sotto i vestiti e facendolo rabbrividire.

Oltrepassò la soglia e si incamminò verso uno degli sgabelli davanti al lungo bancone bianco, dove si mise seduto.

Si umettò le labbra, girandosi per guardarsi intorno, e per puro cosa lo sguardo gli cadde su di un ragazzo biondo che lo stava fissando con gli occhi lucidi.

Sgranò gli occhi ed avvampò, tornando a guardare davanti a lui, mentre sentiva lo sguardo del ragazzo sulla sua schiena.

Era come se lasciasse una scia bollente su di lui solo guardandolo.

-Cosa ti porto?-

Gli chiese il barista, spuntato da sotto il bancone.

Kevin aprì la bocca per parlare, ma non ne uscì alcun suono.

Distolse lo sguardo da quello dell’ altro e si portò una mano alla gola, mordendosi il labbro inferiore.

-Allora?-

Chiese, impaziente.

Non riusciva a parlargli, non ne aveva il coraggio. Parlare con gli sconosciuti non era esattamente facile come credeva.

-Ehi, Hoon, da dove sei spuntato fuori? E’ da quando sono entrato che ti cerco.-

Esclamò una voce alle sue spalle.

Il ragazzo biondo lo affiancò all’ improvviso, sedendosi sullo sgabello accanto a lui e poggiando i gomiti sul bancone.

-Ero nel ripostigli. Al ragazzo nuovo sono cadute tre bottiglie ed un vaso, era un laghetto per oche.-

Rise, abbassando un po’ la voce ed indicando con la testa un ragazzo che stava preparando un caffè a due ragazze.

-Scusami un attimo Eli.-

Aggiunse, per poi spostare lo sguardo sul castano.

-Ha deciso cosa prendere?-

Kevin si mosse nervosamente sulla sedia, rimanendo in silenzio.

Eli sorrise, felino.

-Prepara due Bellini.-

Rispose per lui, facendogli l’ occhiolino.

-Eli, non posso.-

-Si che puoi, l’ altra volta non è accaduto nulla, giusto?-

Hoon sospirò, divertito.

-Non farci l’ abitudine, intesi?-

-Agli ordini.-

Rise.

Il castano li guardava interrogativo, non capendo nulla di quello che stava succedendo.

-Spero che gli alcolici ti piacciano.-

Gli sorrise, guardandolo ammiccante.

Non gli rispose, e prese a fissare le mani, chiuse in pugni stretti sulle ginocchia.

-Sei timido?-

Annuì.

-Bene, mi piacciono i ragazzi timidi. Hanno quel qualcosa di misterioso che mi fa venire voglia di avvicinarli. Ti dispiace se ti faccio compagnia?-

Scosse la testa.

-Ottimo. Ascolta, qui è piuttosto caldo, che ne dici di levarti quel giubbotto? Altrimenti dopo ti trovare la maglia zuppa d’ acqua, e non per la neve.-

Rise, facendogli fare altrettanto.

Kevin si tirò giù la zip del giubbino, scrollandoselo dalle spalle e poggiandolo sul piccolo schienale dello sgabello.

-Me lo dici il tuo nome?-

-Kevin.-

Mugugnò, imbarazzato.

Il suo tono era talmente basso che stentava a credere che quel ragazzo lo avesse sentito, eppure riuscì a carpire quella piccola e timida risposta.

-Kevin. E’ un bel nome, come te. Senti, per caso sei...Non so, un modello?-

Scosse ancora la testa.

-No, perché?-

-Perché sei davvero bello. Dimmi la verità, sei una star della televisione, oppure un cantante occidentale.-

-Sono coreano.-

-Potresti essere scappato da qui. Davvero, Kevin, sei bellissimo.-

Il ragazzo sorrise, arrossendo, guardando un uomo sulla trentina poggiare davanti a loro due bicchieri dalla forma elegante con un liquido rosaceo.

Era carino a vedersi.

Lo guardò a lungo, studiandolo con attenzione e curiosità, come un bambino che vede una farfalla per la prima volta.

-Non lo bevi?-

Chiese Eli, sollevando il bicchiere e portandolo alle labbra.

Kevin fissò lo sguardo su di lui.

-Cos’ è?-

Chiese, a bassa voce.

-Un cocktail italiano. E’ a base di prosecco e succo di pesca bianca. E’ dolce, spero ti piaccia.-

Sorrise, facendogli l’ occhiolino e bevendo un sorso della bevanda.

L’ altro lo imitò. Sulle papille gustative sentiva il gusto dolce della pesca unito alla perfezione al vino bianco, e quando scivolò lungo la sua gola sentì il corpo riscaldarsi leggermente.

Era davvero buono.

Ne bevve un altro sorso, e poi un altro, finché, quando sollevò il bicchiere, non cadde più nulla nella sua gola.

-Ti è piaciuto molto, eh?-

Disse Eli, guardandolo compiaciuto, leccandosi le labbra.

-Vuoi anche il mio?-

Annuì, strappandoglielo dalle mani e bevendolo tutto d’ un sorso.

Posato anche quel bicchiere sul bancone, sentì una strana allegria invaderlo, ed un sorriso grazioso gli illuminò il viso.

-Sembri un angelo, Kevin.-

Gli sussurrò all’ orecchio Eli, posandogli un bacio all’ angolo della bocca.

Kevin chiuse gli occhi e sospirò, lasciandosi toccare le gambe. Quelle dita lo massaggiavano dal ginocchio alla coscia, sfiorando maliziosamente la patta dei pantaloni.

Non si oppose quando sentì quelle labbra cercare la sua bocca, non si tirò indietro quando l’ altra mano lo prese per il mento, facendolo voltare verso di lui, e non lo respinse quando lo baciò.

Le labbra di Eli erano dolci per via del Bellini, ma erano un po’ secche.

Non gli piacevano, perché non erano lontanamente paragonabili a quelle di Kiseop, però aveva bisogno di un contatto fisico che sua madre non poteva dargli.

Circondò il collo del biondo con le braccia e lo attirò maggiormente contro di sé, facendogli schiudere le labbra, ma prima che riuscisse a far scontrare le lingue, qualcuno lo afferrò per le spalle e lo strattonò violentemente via, lontano da lui.

Eli sgranò gli occhi, per poi guardare truce l’ amico.

-Che cazzo fai? L’ ho visto prima io.-

Disse, indicando Kevin in un gesto sprezzante.

Kiseop lo fulminò con lo sguardo.

-Lui è mio.-

Ringhiò.

I suoi occhi brillavano d’ ira.

Il biondo inarcò un sopracciglio, guardando poi l’ altro sorridente.

-Se vuoi, mi trovi sempre qui.-

Disse, sorridendogli.

Il castano sospirò, e cercò di allungare una mano verso di lui, per afferrargli la manica della giacca di pelle, ma Kiseop gli strinse maggiormente il polso e lo trascinò fuori con la forza, facendogli male e non curandosi del fatto che non avesse preso il giubbino quando fuori la neve cadeva molto più velocemente di prima.

-Adesso ti porto a casa mia, poi chiamo Jiwon e ti faccio venire a prendere. Non ci credo che ti sei fatto fregare da quell’ idiota. Hai la minima idea di chi sia? Si sarà scopato mezza scuola! Aveva intenzione di portarti a letto, lo sai?! E’ questa la fine che vuoi fare?!-

Urlò, girandosi a guardarlo furioso.

-Essere la puttana di quello stronzo?!-

Kevin sospirò, portando una mano tremante sul suo petto ed avvicinandosi al suo corpo.

-Mi sei mancato, Kiseop.-

Sussurrò, guardandolo negli occhi e sorridendogli.

Kiseop schiuse le labbra, interdetto, tuttavia non disse nulla.

La sua vista si appannò, mentre lo afferrava per le spalle e lo attirava a sé, stringendolo forte.

-Parli.-

Disse, con la voce rotta dall’ imminente pianto.

-Si.-

-Hai la stessa voce degli angeli, ne sono certo.-

 

+Manicomio+

Eh già, si sono baciati...e Kevin ha parlato a Kiseop...Ed ora uccido Kiseop per avergli rulato quelle cose è_é no, scherzo xD ora vi lascio ^^ spero che vi sia piaciuto ALLA PROSSIMAAA!!

  
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