Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Evilcassy    31/07/2012    5 recensioni
"I Chitauri stanno arrivando, nulla può cambiare. Cosa dovrei temere?"
"I Vendicatori, ci facciamo chiamare così: una specie di squadra, "gli eroi più forti della Terra", o roba simile."
"Sì, li ho conosciuti."
Già! Ci mettiamo un po' a riscaldarci, questo te lo concedo. Ma facciamo la conta dei presenti:
Tuo fratello, il semidio;
Un supersoldato, una leggenda vivente che vive nella leggenda;
Un uomo con grossi problemi nel gestire la propria rabbia;
Una mezzodemone piuttosto focosa
Un paio di assassini provetti e tu, bellimbusto, sei riuscito a far incazzare tutti quanti!"
Il numero Sette esprime la globalità, l’universalità, l’equilibrio perfetto e la dinamicità. Sette è il numero della Materia, dei Peccati Capitali ma anche delle Virtù. Sette, come i Vendicatori.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'A Seven Heroes Army [The Seventh Saga]' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
The Seventh

 

 

   The Seventh

 

PARTE 2: Being.

         Proposal, Judgment, Punishment.


Someone told me love would all save us,
But how can that be,
Look what love gave us,
A World full of killing,
And blood-spilling, that world never came.

 

“Immagino che speravate nella pena di morte.” Suggerisce il Re di Asgard, appena le porte della stanza si sono chiuse e ci troviamo da soli. Anche in questo spazio, decisamente più piccolo della Sala del Trono, non mancano sfarzo e oro a profusione.

Del castello di Asgard non ho ancora visto una superficie che non sia tirata a lucido, brillante e non dorata.

“Ammetto che pensavo sarebbe stata questa la sentenza, ma non la auspicavo.” Rispondo. Il Re di Asgard chiama il coppiere a gran voce facendomi trasalire e questo arriva con passo svelto, porgendogli un vassoio sul quale sono appoggiati una brocca di vino e due coppe. Mi invita a bere ed io accetto per non offenderlo, ringraziandolo.

Il coppiere ci riempie i calici ed esce con la stessa velocità con cui è entrato. Bevo solo un piccolo sorso di vino e lo trovo estremamente liquoroso: mi brucia in gola, è troppo forte per i miei gusti. Approfittando che il Re di Asgard mi stia dando le spalle, lo vuoto giù dalla balconata.

Qualcuno nel giardino protesta, ed io mi affretto a spostarmi dalla finestra fingendo noncuranza.

“Non potevo condannarlo a morte” dal tono capisco che non è solo questione di leggi Asgardiane. “Ma Loki va punito severamente: agli occhi dei cittadini di Asgard deve essere lampante la gravità delle sue azioni.”

“Certamente” asserisco. “Ho visto con i miei occhi di cosa è capace. Di come il suo rancore e la sua follia abbiano causato la distruzione di una intera città e la morte di parecchi innocenti. Ho perso un amico per sua mano e un altro ha subito il suo controllo mentale. Che Loki sia pericoloso non ne ho nessun dubbio.”

“E allora perché hai chiesto udienza?”

Appoggio la coppa vuota sul tavolo. Devo scegliere bene le parole. “Perché, Padre degli Dei, sono costretta a chiedere di mutare la vostra decisione in merito alla sentenza.”

“Oseresti contraddire la mia capacità di giudizio?”

“Mai mi permetterei, Maestà. Ma… voi avete detto che questa punizione è soggetta al perdono del Sovrano di Asgard e che le urla di dolore di Loki saranno talmente grandi da far tremare la terra, giusto?”

“Se non hai sentito bene, ho anche detto che il perdono non sarà facile.” Puntalizza piccato.

“Ma ci sarà, un giorno. Che siate voi a concederlo o chi vi seguirà e che non potrà più sopportare un tale strazio, a Loki un giorno le catene saranno tolte. Forse il suo volto sarà completamente sfigurato, ma chi può dire che la sua ira si sarà calmata?”

“Il dolore doma.”

“Il dolore fa impazzire. Il dolore fa impazzire una mente sana, Maestà, figurarsi quella di Loki. E la sua furia sarebbe di nuovo libera di potersi abbattere su chi ha causato la sua pena. E questa volta non attaccherà per conquistare un trono o per sfregio nei confronti del fratello prediletto: lo farà per cruda e pura vendetta, senza freno alcuno.

Probabilmente quando ciò accadrà nessuno di noi Vendicatori avrà il privilegio di essere ancora in vita: eppure la Terra ci sarà ancora, e sarà questa volta indifesa agli attacchi di Loki.

Come sua Rappresentante, questo è un rischio che non posso farle correre.”

Odino sembra pensieroso, domanda la mia proposta.

“Il carcere, questo si. Il più lungo possibile, in modo che possa aver tempo per riflettere sulle proprie azioni. Non dico che non debba essere punito, ma non in un modo che possa solo alimentare il suo odio, o temo ne pagheremo tutti le conseguenze. Per il resto, mi rimetto alla vostra saggezza. Sire.”

Il Re mi ha fissato con interesse durante tutto il mio discorso. Soppesa le mie parole e poi mi volta nuovamente le spalle.

“Ciò che profetizzi ha buone possibilità di avverarsi, Lady GreyRaven. Sei dotata di lungimiranza.”

Vorrei fargli notare che è un semplice ragionamento a cui chiunque potrebbe arrivare, ma è comunque il Padre degli Dei e faccio un lieve inchino di ringraziamento.

“Vai, ora. Non posso promettere che cambierò la mia posizione, ma prenderò in seria considerazione la voce di Midgard.”

Ringrazio per avermi ascoltata e mi accomiato.

Fuori dalla porta c’è Thor ad attendere che mi tempesta subito di domande. Gli faccio segno di allontanarci e ci dirigiamo verso una terrazza immensa e deserta che domina tutta Asgard, dove gli spiego brevemente il colloquio avuto con suo padre.

“Non so come ringraziarti  per la tua intercessione.” Dice prendendo la mia mano tra le sue e sedendosi al mio fianco su una panca di marmo.

“Ho fatto quello che ritenevo più giusto. Fury mi ha mandato apposta.”

“Fury è un comandante saggio.” Afferma sospirando. “Ora non resta che sperare che mio padre dimostri di ancora una volta di esserlo. Anche io ho provato ad intercedere per mitigare la pena di Loki, o per lo meno per sapere in anticipo cosa si prospettava per lui, ma il Re si è rivelato sordo alle mie richieste, come a quelle di mia madre. La collera di Odino non può sentir ragioni.”

“Non è detto che ascolti le mie.”

“Permettimi di essere fiducioso, milady.”

Gli sorrido e stringo la sua mano forte con la mia. Lo vedo ricambiare il sorriso con quello stesso, medesimo della sera nel suo alloggio sull’Helicarrier.

“Vuoi parlare?”

“A che servirebbe?”

“Suppongo ti sentiresti meglio, se ti sfogassi un po'."

“Avrei dovuto essere il suo custode.” Mormora dopo un istante di silenzio “Avrei dovuto essere la sua guida, non un modello di perfezione per lui inarrivabile.”

“Non puoi addossarti una colpa del genere."

Thor si alza con uno scatto nervoso, avvicinandosi alla balaustra. “L’ammirazione degli altri e l’arroganza con cui mi fregiavo del mio titolo e dei miei successi mi hanno reso cieco di fronte al malessere del mio stesso fratello più piccolo. L’ho deriso quando correva meno veloce di noi e quando dimostrava meno forza, ed invece sarei dovuto essere il primo che lo difendeva dalle angherie degli altri. Mi piaceva essere il campione di Asgard e non mi davo mai pena di pensare che potesse ferirlo il mio comportamento.”

“I bambini sanno essere crudeli, ma non credo sia stato questo a…”

“Ha contribuito. Loki è sempre stato considerato l’anello debole, e a nulla valevano i suoi sforzi, la sua conoscenza della magia e la sua furbizia per cambiare questo. E più gli anni passavano e più l’invidia cresceva, e si tramutava in astio e in desiderio di rivalsa.”

“Thor, una persona non diventa un criminale perché ha avuto compagni d’infanzia def…”

“… non erano solo i nostri compagni di giochi.”

La voce di Thor non era stata che un sussurro, un pensiero ribellatosi alla repressione. Si appoggia alla balaustra di marmo della terrazza e restiamo in silenzio.

Questa ammissione ha aperto una possibilità che non avevo calcolato, nell'essere rosa dalla rabbia per quello che Loki aveva fatto alla Terra.

Se fino a pochi minuti fa pensavo che Loki avesse scelto di sua spontanea volontà il sentiero dell'odio e della distruzione, ora mi domando se non sia mai stato impedito veramente di imboccarlo. Invitarlo, addirittura.

Da quel poco che ho visto la maggior parte degli Asgardiani non brilla per intelligenza: ho avuto l'impressione che basino la propria superiorità sulla forza fisica ed ammirino semplicemente chi si dimostra più forte, più alto, più grosso o più bello. Non chi è il più intelligente. La malizia insita in Loki deve aver peggiorato la situazione, rendendolo agli occhi degli altri non solo inferiore ma anche inviso e denigrato. 

Quanto può aver inciso la stoccata di venire a conoscenza delle proprie origini?

Ciò non fa di lui un martire, né giustifica le sue colpe; ma, per deformazione professionale, mi fa avere un quadro più chiaro del personaggio.

Come sempre, la verità sta nel mezzo  e non sempre è semplice e piacevole.  

"...ora lui ci odia." sussurra nuovamente Thor.

"E' pur sempre un sentimento, e non è il peggiore che possa provare." Mi rivolge uno sguardo confuso, perciò mi alzo e proseguo la mia spiegazione avvicinandomi. "Se prova odio nei tuoi confronti, allora significa che prima provava dell'altro. O sbaglio?" 

"Diceva di amare suo fratello. Tanto quanto amava suo padre e sua madre." ammette. “Ma è sempre stato un bugiardo. Ora a chi e a cosa devo credere?”

"Il confine tra odio e amore è una linea sottile e valicabile da entrambi i lati: l'uno non è il contrario dell'altro. L’indifferenza lo è, e ciò vorrebbe dire dire che non siete significati nulla ai suoi occhi. Rabbia cieca e odio sono conseguenze, non cause." 

"Mi stai dicendo che dovrei sentirmi sollevato dall'apprendere dell'astio che nutre nei miei confronti?"

"Beh, si. Nulla può cancellare ciò che è stato fatto, e le cose non potranno mai tornare come erano un tempo. Ma è così: la storia si evolve e cambia. Non si può far altro che affrontare i problemi ed arginare le difficoltà."

Thor trova incredibile il fatto che io non sia qui a chiedere vendetta. "A che gioverebbe?" domando. "Riporterebbe i morti in vita? Ricostruirebbe una città distrutta? Non servirebbe a nulla. Vendetta per cosa, per essersi rivelato un nemico della Terra? Si stima che le azioni di Loki abbiano portato alla morte di quasi un migliaio di persone nell'arco di quattro giorni: Ottanta di suo pugno solo nei primi due. Sai quante persone muoiono sulla Terra per decisione, mano od ordine di un singolo uomo, al giorno? Basta che qualcuno schiacci un pulsante ed ecco che esplode una bomba e compie una strage. Loki non è peggiore dei veri nemici dei mortali, noi terrestri abbiamo una capacità innata di macellarci a vicenda. E’ stato solo il nemico alieno ed imprevedibile, ma non di certo il più folle o il più visionario"

"Sono le stesse parole che lui ha pronunciato, lo sai Lady GreyRaven?"

"Mentirei se ti dicessi che non sono vere almeno in parte. Lo sappiamo anche noi stessi, di essere il nostro stesso veleno e la nostra peggiore nemesi, solo che ammetterlo ci toglierebbe anche l'ultima speranza di poterci migliorare. Credo che Loki questa speranza volesse strapparcela perché lui stesso non ne ha più una."

"E perché allora anche tu ammetti la meschinità della razza umana? Neppure tu hai più speranza?”

Resto un secondo in silenzio, poi abbasso gli occhi e sono costretta a spiegare: "Perché essendo mortale solo per metà ho una visione più ampia e distaccata." Mi appoggio alla balaustra, inseguendo le minuscole venature del marmo con l'unghia dell'indice. "Quando l'umanità mi delude, mi cullo all'idea di non essere completamente come loro. Quando invece sono i demoni a farlo, e questo ti garantisco è più frequente, faccio appello alla mia umanità. L’essenza di un ibrido è anche questo: non si è mai completamente né l'uno né l'altro. Eppure ho abbracciato il mio essere: ciò che poteva divenire la mia debolezza è invece la mia forza. Prendo il meglio da entrambe le parti. Mi rifugio in uno stato piuttosto che in un'altro all'occorrenza."

"Non deve essere facile."

"Esistono cose facili?"

Thor sorride, Poi si muove nella mia direzione e mi abbraccia: praticamente mi solleva da Terra e costringendomi a ricambiare il suo abbraccio: non che io sia restia, dopotutto è pur sempre Thor e fa sempre piacere avercelo tra le braccia.

Vorrei vedere la faccia di Nat in questo momento, e mi pare di sentire la voce della Hill che commenta che non mi smentisco mai.

 

Se ci avesse scoperti a letto insieme, l'espressione di Lady Sif sarebbe stata meno shockata. Thor mi riappoggia a terra e scioglie l'abbraccio.

La guerriera si sforza di riprendere il controllo e balbetta che Odino è pronto per emettere la sentenza definitiva. Thor si affretta a tornare nella Sala del Trono ed io lo seguo a passo svelto ignorando, non senza un mezzo sorriso, lo sguardo di fuoco di Lady Sif.

 

Potersi coricare su un fianco dopo quasi tre giorni aveva permesso alla schiena di Loki di provare un minimo sollievo.

Una cosa momentanea, un attimo di respiro prima del supplizio: quanto tempo sarebbe passato prima di poter avere un barlume di riposo?

Forse era stata l'umiliazione della sconfitta o i colpi subiti, forse erano le catene ai polsi che gli toglievano i poteri o forse era stata la sentenza emessa dal padre e la prospettiva di una sofferenza lunga e atroce, ma Loki non si era mai sentito più sopraffatto dalla stanchezza di così. Poteva concedersi qualche minuto di sonno, tanto ormai cosa importava restare vigili? 

La sua concentrazione era catalizzata nello sforzo di muovere le scapole e le gambe, cercando quasi di massaggiare gli arti contro il pavimento freddo e duro della cella in cui era stato gettato.

Voleva sforzarsi di trovare un piano, di non darsi ancora per vinto, ma il buio della cella dopo tre giorni di luce incessante sparata negli occhi opprimeva i suoi pensieri e lo costringeva a sopirsi.

Tanto ormai era tutto perduto.

Era inutile che mentisse persino a sé stesso anche in quella situazione: Fosse scappato il suo ex alleato si sarebbe immediatamente messo sulle sue tracce e l’avrebbe punito per la mancata consegna del Tesseract. Restando prigioniero di Asgard avrebbe invece subito il Supplizio del Serpente. Solo a pensarci lo stomaco si chiudeva in una morsa dolorosa.

Atroce, barbara, futile pena: avrebbe preferito la morte, ma non gli era stata neppure concessa la possibilità di chiederla.

Non gli era stata neppure concessa la possibilità di urlare il proprio odio, di spiegare le sue motivazioni o solo di invocare pietà.

Nulla. La prova più lampante di come Odino non lo considerasse più suo figlio.

Un padre non condannerebbe la sua progenie ad una tale sofferenza.

O forse si: in fondo il suo vero padre aveva scelto di lasciarlo su un altare a morire di stenti quando era solo un infante macchiatosi della colpa di essere nato piccolo in un regno di giganti, in una famiglia di stirpe reale che più di ogni altra doveva dimostrare perfezione e supremazia.

Nato e cresciuto in posti diversi ed entrambi errati. Non adatto ad essere il figlio di Laufey né di Odino.

E quella che non riusciva a chiamare in un modo diverso che madre si lasciava sorreggere dalle braccia del figlio da lei generato, anziché tentare di salvare quelle del figlio da lei cresciuto che sosteneva di amare in egual modo.

L'unica che aveva mosso un passo fuori dalle schiere degli Asgardiani consenzienti era quella che più di tutti aveva diritto a richiedere la sua vendetta.

Forse il mezzo demone aveva giudicato la sua pena troppo mite. Lo manteneva comunque in vita, quando lui non aveva fatto lo stesso con tanti altri. Gli dava la possibilità di liberarsi e di attaccare nuovamente, in un futuro in cui un re di Asgard poteva valutare il perdono.

Probabilmente ora il Padre degli Dei le aveva già concesso la sua testa. E Loki non si meraviglierebbe se a vestire i panni del boia fosse stata proprio GreyRaven. Se gli avessero tolto la museruola, si sarebbe pure preso la briga di ringraziarla. Così la mezzo demone, meno ottusa e stupida degli altri, ne sarebbe rimasta colpita. Segnata, se si fosse giocato bene il momento. Avrebbe messo in discussione ciò in cui credeva e avrebbe passato la vita a rimuginare su quel momento.

Magari avrebbe potuto scatenare un putiferio, in quella testolina calcolatrice e piena di sé.

Peccato non esserci per vederne il risultato. Beh, gloria postuma, la più indelebile.

Dietro alla museruola Loki sorride, tenendo chiusi gli occhi che pizzicano e bruciano più delle ferite.

Un ulteriore sforzo, quello di ripetere nella mente una frase.

Era la stessa da tanti anni, ed ogni volta si adattava a qualcosa di diverso: la spossatezza per magie imparate a padroneggiare, il sapore amaro di una sconfitta contro Thor, la rabbia sorda per essere stato messo di nuovo in secondo piano, il dolore per aver conosciuto le proprie origini:

Tutto questo un giorno mi sarà stato utile.

Tutto questo un giorno mi sarà stato utile.

Tutto questo dolore un giorno mi sarà stato utile.

 

La porta della cella si apre nuovamente e questa volta entra la tremula luce di una torcia. Loki si alza a sedere faticosamente ancora prima di aprire gli occhi: sa che il momento, qualsiasi esso sia, è giunto.

Thor.

Thor è stato mandato a prenderlo. Il Padre degli Dei deve essere proprio in vena di scherzi. Fa per alzarsi ma è Thor a sedersi di fronte a lui. Ha qualcosa in una mano, mentre con l’altra gli fa chinare il capo. Loki sente la serratura della museruola scattare e poi aprirsi.

D’istinto si passa il dorso della mano sulla mascella, la massaggia. “Odino vuole proprio sentire tutte le mie urla, nevvero?”

L’altro sostiene il suo sguardo beffardo: “Non vi saranno urla, Loki.”

“Beh, farò del mio meglio.” Ghigna Loki continuando a massaggiarsi la mascella. L’osso della mandibola fatica a ritrovare la sensibilità. “Non è di certo mia intenzione tenervi svegli la notte.”

“La pena è stata commutata.”

“E la mia testa finirà su una picca a dimostrare a tutta Asgard quale sia il destino di un traditore?”

Thor ignora le sue parole di sfida e prosegue: “Resterai in questa cella. Non ti verranno tolte i ceppi ai polsi e non potrai utilizzare la magia. Avrai modo di riflettere su ciò che hai fatto e, se lo vorrai, potrai anche chiedere il perdono.”

“Non pensavo che Odino si sentisse così generoso… tu e Madre avrete pianto tutte le vostre lacrime, immagino, per muoverlo così tanto a compassione.”

“Padre non ci avrebbe ascoltato. E’ stata di qualcun altro la richiesta che è stata accolta.”

Loki lo guarda inizialmente senza capire. Poi aggrotta la fronte, incredulo.

 

Gli occhi ambrati di Addison brillano nella penombra della cella, osservando Loki ridere. “Sei patetica.”

Reclina la testa di lato e si lascia andare ad un sarcastico “Prego, non c’è di che.”

“Sei patetica perché la sola idea del supplizio che Odino aveva deciso ti sconvolgeva. Non potevi accettare una simile crudeltà… né avevi il coraggio di impugnare la scure e staccarmi la testa. Non tu e la tua insulsa umanità. E così mi hai dato la possibilità di vivere, di restare qua dentro e di… avere la mia rivincita, un giorno.” Si interrompe e rimane di stucco quando GreyRaven gli appoggia lieve la mano sul petto e lo fa indietreggiare sino che le ginocchia toccano il bordo della branda. Una lieve pressione sul collo ancora dolorante gli fa perdere l’equilibrio all’indietro e lo fa sedere.

“Fury mi ha mandato qui apposta perché mi reputa l’unica che non si fa vincere dalla rabbia e dalla sete di vendetta. Sa che sono abbastanza razionale e lungimirante per capire quanto una pena possa essere utile o meno. Quello che lui non afferra” Il viso di Addison ora è chino a pochi centimetri da quello di Loki. “E’ che ti sto consegnando ad un destino peggiore, dando la possibilità a colui con cui hai contratto il tuo debito di avere la sua vendetta. Pensa: lui vuole il Tesseract e la tua testa su un piatto d’argento, ed entrambi si trovano nello stesso regno. Credi che non ti raggiungerà la sua collera? Cosa pensi che verrà scelto, tra proteggere il Tesseract e quindi il destino di Asgard e della Terra e proteggere il traditore prigioniero nelle segrete?

Non provarci nemmeno a fare appello alla compassione e all’amore che i tuoi famigliari provano per te. Perché quel giorno, quando arriverà, io sarò qui a combattere al loro fianco, Loki. E farò in modo che la loro attenzione sia tutta sul Tesseract.” Il suo indice risale la gola e il mento, facendogli alzare la testa. “E farò in modo che gli invasori - saranno sempre Chitauri? Se ne vadano però con il premio di consolazione.”

Loki ride di nuovo, questa volta però la nota nervosa nella sua voce è evidente. “Ne sei convinta?”

“Tanto quanto tu ne sei spaventato.” La mano della ragazza si ritrae e lei si rialza.

“Già, tu sei un corvo. Tu banchetti sui cadaveri, non li uccidi.”

 

Mentre mi accomiato da Thor, Morrigan si è tolta una piuma dalla coda e me la porge, fissandomi insistentemente e dandomi colpetti con il becco alla spalla. Capisco cosa stia proponendo e le sfilo la piuma dal becco, per poi porgerla a Thor. "Nel caso ci siano problemi, di qualsiasi genere, spezza la piuma a metà: Mi comparirà davanti e capirò che hai bisogno del nostro aiuto." spiego. Il semidio mi ringrazia mentre Sif, dietro di lui, non riesce a trattenere una leggera smorfia infastidita.

Poi Morrigan spiega le ali nere, e si posiziona sul mio pugno. Gracchia tre volte, prima di piantarmi il becco sul dorso della mano.

Un attimo dopo, mi ritrovo nella sala del trono di Amon.

 

 

=============================================================

 

Cioè, io, vi giuro, sono preda dell'esaltazione più pura nel constatare di come la mia storia stia lentamente prendendo piede e vi piaccia.

Adoro. Giuro. Non so come ringraziarvi.

Spero di essere stata abbastanza in linea, con questo capitolo e di non fare un 'tonfo' rispetto alle aspettative che trapelano dai vostri commenti.

Detto ciò, resto in trepidazione per sapere cosa ne pensiate, negativo o positivo che sia. Purchè costruttivo.

Un Inchino.

EC.

 

PS: La citazione è 'Hero' dei Nickleback, colonna sonora di DareDevil che, vi posso assicurare, è stato uno dei più deludenti film su un eroe Marvel che abbia mai visto. (Battuto solo da Elektra).

Ma aveva comunque questa bella canzone come Soundtrack.

Au revoire!

 

 

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Evilcassy