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Autore: Cla_blueB    31/07/2012    1 recensioni
E se per una volta Elisa avesse proprio voglia di rischiare tutto?
i one direction non esistono, e Harry Styles, Niall Horan e Zayn Malik e gli altri sono semplici ragazzi, ma davvero o è solo un'impressione?
Anche nelle vite più noiose spesso si annidano segreti, rancori passati e a volte, la magia. Perchè in fondo, non esiste nessun buono e nessun cattivo nel mondo, siamo tutti vittime
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non sono una fan sviscerata dei one direction ma non so perchè questa storia calza a pennello con loro, spero vi piaccia. xx
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 9°



Dedicato a tutte le Giselle e a tutte le Elisa.



'Vaffanculo' pensò Giselle, calciando una lattina di birra vuota per terra; odiava litigare con Elisa. Le voleva troppo bene.

La gente solitamente pensava che lei fosse la classica oca bionda, stupida e pure un po' troia. E magari, lo era anche. Ma chi aveva mai detto che le ochette bionde tinte non provassero sentimenti? Lei li provava eccome. Tutta quella gente, che la giudicava da lontano, cosa sapeva di lei? Nulla! La vedeva lì, con i suoi capelli biondo platino, con i suoi vestiti succinti e il suo trucco pesante e dicevano 'che zoccola!', ma sapevano quanto lei avesse sofferto?

Tutte quelle ragazzine perfettine, che si credevano migliori di lei, solo perchè avevano voti alti, un ragazzo perfetto e una famiglia stabile, quanto erano effettivamente migliori di lei? Zero.

E Elisa questo lo aveva sempre saputo, dai tempi del liceo, era sempre stata l'unica a vederla per quello che era davvero: una semplice ragazzina insicura che aveva bisogno di attenzioni.

E adesso aveva litigato anche con la sua unica vera amica, solo perchè aveva paura di perderla di nuovo per Harry.

Perchè la verità era che non le dispiaceva, quando Elisa la chiamava in lacrime per sfogarsi o per un passaggio. Anzi, la faceva sentire importante per qualcuno, e la cosa la gratificava molto.

Ma ora le aveva sbattuto il telefono in faccia, dopo averle detto un sacco di cattiverie. Che stronza era stata?

Sapeva che era troppo orgogliosa per chiederle scusa subito, e comunque lei avrebbe voluto passare del tempo con Harry quella notte. Perchè ne era certa, che lei si fosse rimessa insieme a lui. La conosceva troppo bene ormai. Era Harry-dipendente più che dallo Xanax o dal Valium o dalla nicotina.

Decise quindi che l'avrebbe chiamata l'indomani per scusarsi, e ora tanto valeva tornarsene a casa, anche perchè nel locale erano davvero tutti troppo piccoli per lei.

Salì in macchina, quel roito di macchina del '76 che usava per muoversi. Infilò le chiavi per accendere il motore, ma tutto quello che ricevette come risposta fu un patetico e appena accennato 'wrom'.

Che macchina stupida, vecchia e inutile.

Riprovò di nuovo, ma niente... 'wrom'. E ancora, e ancora, solo dei 'wrom' sempre più flebili, fino al classico 'bruuuu', che segnava la morte definitiva e irreversibile del motore.

Tirò un pugno al volante.

stupido aggeggio inutile” urlò uscendo dalla macchina, sbattendo la portiera. Non si era ancora sfogata abbastanza, quindi tirò un calcio ben assestato alla ruota davanti.

Sperò di forarla col tacco, ma si fece solo del male al piede.

uff” sbruffò portandosi indietro i capelli e stringendosi nel giaccone per poi togliersi i tacchi che le stavano torturando le caviglie e i talloni.

Brutta serata, eh” disse qualcuno alle sue spalle facendola sobbalzare.

E che qualcuno!!!

Il ragazzo che si trovò davanti doveva essere almeno un metro e ottanta, moro con gli occhi scuri, la pelle olivastra, tirato a lucido e con i capelli ingellati quasi quanto quelli di Pauly-D.

'proprio il mio genere di ragazzo' pensò, la serata forse stava iniziando a tirare nel verso giusto.

Già” disse semplicemente lei mentre il bel moro si avvicinava.

'un attimo, dove lo aveva già visto?'

Se vuoi ti posso dare un passaggio io..” disse lui. “tranquilla non ti stupro, promesso” aggiunse dopo aver visto la faccia contratta della ragazza portandosi una mano al petto come per giurare.

Sembrava, cosa... spaventata? Bè forse faceva bene ad esserlo.

No no, non è per quello” disse Giselle scuotendo la testa.

Ah vabbè, comunque piacere” disse allungando la mano verso di lei “mi chiamo Zayn” Giselle afferrò la mano grande del ragazzo con forza.

Piacere tutto mio Zayn, io sono Giselle” era ripartita alla carica, stava sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori.

Bè, Giselle, come ho detto prima, visto che il tuo mezzo qui sembra a terra, se vuoi ti do uno strappo io” ripetè guardandola negl'occhi.

Certo perchè no!” BINGO! Bel modo di concludere una serata 'no'.

'Bingo!' Pensò Zayn sorridendo alla ragazza bionda che aveva davanti. Persino troppo facile rispetto a come si era immaginato. Non c'era stato gusto.


Sicura che non vuoi che t'accompagni?” domandò Harry per l'ennesima volta mentre tornavano verso il locale.

Ma no, non serve, Giselle sarà nel locale a fare sesso con qualche tamarro nel bagno, e scommetto che l'è già passata la rabbia” disse Elisa stingendosi ancora di più nel giubotto che Harry le aveva dato.

Come vuoi, se hai bisogno dimmelo” disse “anche perchè sai, io sinceramente di Giselle mi fido il giusto mentre gui...”

Aspetta” lo interruppe Elisa. Era sicura al 100% di aver visto una chioma bionda salire su una macchina. E la chioma bionda sembrava proprio quella della sua amica.

Si girò e vide la vecchia ford di Giselle ancora parcheggiata lì.

era Giselle quella che saliva su quella macchina?” chiese Harry che aveva visto anche lui la scena.

Decisamente” disse Elisa mentre vedeva la grossa macchina sfrecciare via dal parcheggio. Una grossa macchina. Precisamente un fuoristrada nero, con i finestrini completamente oscurati. Macchina che aveva già visto da qualche parte. E non ci mise molto a ricordarsi dove l'avesse vista. Niall.

Ma no, non poteva essere che Giselle fosse salita sulla stessa macchina di Niall.

E poi chissà quante persone lì, avevano quello stesso tipo di macchina.

Paranoica, ecco cosa stava diventando, una vecchia paranoica, come la sua vicina, la signora Rodd, convinta che il lattaio la perseguitasse e il postino fosse un agente segreto russo del KGB mandato per ucciderla e rubarle la casa per farne un bordello.

Allora qualcosa mi dice che vuoi un passaggio adesso” sorrise Harry.

Già” annuì Elisa sorridendogli prima di posare le sue labbra sulle sue.

'Ci aveva rifatto l'abitudine', pensò.


Louis si svegliò e come ogni mattina, sceso dal letto, dopo essersi stiracchiato, andò a fare colazione, con gli occhi ancora semichiusi. Ma quella mattina c'era una sorpresa che lo aspettava in cucina.

Il padre, seduto su una sedia leggeva il giornale. Era vestito elegante.

Louis rimase impalato lì davanti con ancora solo i boxer addosso.

Buongiorno Louis” disse l'uomo, con il suo solito tono freddo e distaccato, senza guardarlo.

B-Buongiorno Papà” rispose balbettando scioccato da quella situazione. Non si aspettava affatto di trovarlo lì.

Non hai né latte, né caffè. Cosa bevi alla mattina?” chiese severo il padre, senza ancora alzare gli occhi dal giornale.

Thè, papà, lo sai che io bevo il thè” disse Louis, ovvio che il padre non lo sapesse. Quando mai si era interessato di cosa mangiasse la mattina?

Ah ecco” disse alzandosi finalmente da quella sedia. Era fuori luogo lì. Impacchettato dentro quel costoso smoking, in quella cucina disordinata e sporca.

Comunque ti ho lasciato cento sterline sul tavolo, per comprarti un po' di cibo decente” disse “hai solo pizza surgelate e snack”.

Il mio cibo è decente papà, comunque non ce n'era alcun bisogno” disse avvicinandosi al piano cottura.
“Invece si” disse severo al figlio. Era così simile a lui, così testardo e ostinato.

Perchè sei qui, comunque?” chiese Louis al padre.
“Perchè volevo vedere come te la passavi” rispose mentendo l'uomo.

Sto bene papà. Ma bastava una chiamata.”

Ero in città per affari e così sono passato” disse il padre. Ah ecco, adesso le cose iniziavano a tornare. Louis non volle neanche indagare su cosa intendesse suo padre per 'affari'. Davvero non voleva saperlo.

E comunque volevo vedere come te la cavavi in quella cosa” disse poi l'uomo più vecchio fissando negl'occhi il figlio.

Bene” mentì Louis. “Sta andando tutto secondo i piani” gli rispose con aria di sfida. Si perchè era quello in fondo, una sfida.
“Bisogna stare attenti a giocare col fuoco Louis, ci si può scottare” disse avvicinandosi al ragazzo.

Non ti preoccupare papà, non mi brucerò, so controllare molto bene il fuoco” aggiunse con voce altezzosa a testa alta.

Ti avverto Louis, non esagerare, è il momento che la finisci con tutte queste stupidaggini, non sei più un ragazzino” disse diventando preoccupato per davvero.

cos'è una minaccia paparino?” chiese Louis, inclinando la testa e assottigliando gli occhi. Il padre era pericolosamente vicino, ma sapeva che non avrebbe alzato un dito, si sarebbe limitato a guardarlo con quel suo sguardo micidiale, ma non lo avrebbe picchiato, non più almeno, non fino a quando Louis fosse stato più forte di lui.

E' un avvertimento Louis, non ti immischiare in queste cose che sono più grandi di te, non ne vale la pena, finirai per buttare via la tua vita in queste stupidaggini” disse il padre prima di allontanarsi verso l'uscita con la sua ventiquattrore che gli dava tutta l'aria di un rispettabile uomo d'affari, cosa che non era assolutamente.

Io non ho paura” disse Louis guardando la schiena del padre.

Dovresti” disse questo, prima di aprire la porta e richiudersela alle spalle.


Elisa si risvegliò nel suo letto per colpa del cellulare che non voleva accennare a smettere di vibrare. Stava facendo muovere il comodino, altro che terremoto, pensò. Qualcosa la bloccava però dal prendere l'oggetto del demonio.

Un braccio per la precisione. Un braccio muscolo e peloso.

Girò la testa. Una montagna di ricci mezzi lisci era appoggiata sul cuscino.

Harry. La stava abbracciando da dietro. Era a petto nudo. La cosa non le dispiacque affatto. L'Australia non gli aveva fatto male eh. Era abbronzato e i muscoli risaltavano di più.

VRRR VRRRRR.

Si si, ok aveva capito, spostò delicatamente il braccio di Harry e afferrò il cellulare.

pronto?” sussurrò.

Prontooo!” una voce squillante risuonò dall'altra parte della cornetta.

Giselle? Che le fosse già passata l'arrabbiatura e la sbornia della sera prima?

Veloce anche per i suoi standard.

Ehy Gi!” sussurrò per non svegliare il ragazzo sdraiato al suo fianco.

io, te, due cappuccini, alle 4, al bar. Passo e chiudo”
“Come mai così auforica?” chiese Elisa, ma l'amica aveva già messo giù. Bah. Quella ragazza aveva più sbalzi d'umore di una donna in menopausa.

Chi era?” mugugnò Harry al suo fianco stropicciandosi gli occhi senza aprirli.

Nessuno, amore, dormi pure” disse prima di dargli un bacio in fronte.

Mi sei mancata sai, questa notte ne è stata la prova...” disse Harry abbracciandola stretta. Elisa rise.

Dovrò dire alla nonna che aveva ragione” pensò ad alta voce.

Perchè?” chiese Harry aprendo finalmente gli occhi.

Niente, storia lunga” liquidò Elisa.

Come sta tua nonna?” chiese Harry cautamente, non sapeva cosa fosse successo in quei tre mesi, poteva essere accaduto di tutto e tanto lui non ci sarebbe stato.

è ancora al Sant John, ma i medici mi hanno detto che sta pian piano peggiorando” disse triste Elisa giocando con l'anello d'argento che Harry portava all'indice mentre lui le accarezzava i capelli spettinati. Una fitta le passò nello stomaco all'idea di perdere l'unico membro della famiglia che ancora le rimaneva.

Harry le accarezzò la guancia con il dorso della mano. Elisa si era quasi dimenticata come fosse Harry quando faceva il dolce.

è forte Elisa, vedrai che starà meglio” disse prima di baciarla.

Grazie a Dio ora se lo ricordava.


Elisa era seduta al solito tavolo vicino alla finestra del bar.

Guardò distrattamente l'orologio, 4.15. Giselle era in ritardo. Ma non è che fosse questa gran novità. Giselle però ci teneva sempre a ricordare che lei non era mai in “ritardo”, erano gli altri che erano sempre in “leggero anticipo”.

Vide fuori dalla finestra l'ormai famigliare fuoristrada nero accostare dall'altra parte della strada e una cascata di capelli biondi scendere dal lato del passeggero, dopo qualche secondo.

Eccola. Attraversò la strada correndo e entrò nel bar sfoggiando il suo sorriso migliore. Era vestita con un paio di jeans, dei tronchetti e un giubotto firmato. Era quasi sportiva per essere lei.

Buongiorno bellezza!” squittì baciandola sulla guancia. Altro che donna in menopausa! Quella ragazza soffriva di disturbi da personalità multipla. Dottor Jekyll e mister Hyde a confronto era equilibrato.

Buongiorno anche a te Gi” disse lei un po' interdetta. “sei...tutto ok?” chiese leggermente preoccupata dal sorriso a trentadue denti che non voleva sparire e da quell'aria da angioletto che alleggiava sul viso dell'amica.

Eh..come?” chiese Giselle alzando gli occhi dal menù che stava scrutando da venti minuti. “Oh sisi certo, tutto bene” sorrise raggiante.

Ok...e sei per caso, ancora arrabbiata con me?” chiese titubante Elisa.

Oh, ma certo che no, anzi volevo scusarmi per la scenata di ieri, sai come sono da brilla” rispose prendendole la mano e stringendola. Giselle notò solo allora che Elisa portava l'anello. “per questo ho deciso che pago io oggi, ma mi devi prestare i soldi, perchè io ho lasciato la borsetta a casa di Zayn” e ridacchiò come una bimba ritornando a scrutare il menù.

A casa di chi!?” chiese, eccolo il nome del misterioso guidatore di fuoristrada sospetti dai vetri oscurati. Mmh...

A casa di Zayn!” rispose come se fosse la cosa più normale del mondo.

E chi è Zayn? Quello che ti ha accompagnato qui adesso?” chiese Elisa. Sapeva che Giselle avrebbe avuto bisogno solo di un attimo di incoraggiamento, poi avrebbe iniziato a descrivere nei minimi dettagli tutto.

Bè si è lui, ed è un gran pezzo di figo ti giuro!” esclamò togliendo gli occhi dal menù, eccola era partita alla carica. “E' alto, moro, abbronzato, muscoloso, con un viso da angelo e anche lì sotto voglio dire, mica scherza eh” disse Giselle strizzando l'occhio.

E quando l'hai conosciuto?” chiese circospetta l'amica.

Oh ieri sera... sai il mio catorcio ha spirato, e lui si è offerto di portarmi a casa, ed è stato così dolce e gentile che guarda... Jack Dawson era un bastardo a confronto, pensa...mi ha aperto la portiera e baciato la mano...” disse con aria sognante. Chissà perchè la cosa allarmava sempre di più Elisa.

Insomma, quando mai si vedeva un bel ragazzo che, oltre ad essere bello, era: gentile, dolce, galante e pure bravo a letto. Chi era questo Superman?? Elisa aveva imparato che era meglio diffidare dalle persone troppo perfette, perchè i casi possono essere due: caso 1: i suddetti pseudo-perfetti alla fine si rivelano degli psicopatici assassini stupratori vampiri agenti segreti in missione, o magari tutte le cose insieme. E caso 2: questi sono davvero così perfetti e allora ti inducono al suicidio con la loro perfezione straziante e noiosa.

In ogni caso, quindi, la faccenda non andava a finire mai bene con le persone troppo perfette.

E la cosa sorprendente sapete qual'era? Era che era stata proprio Giselle, a impartire questa lezione di vita a Elisa, anni prima, in un bagno della scuola, parlando della reginetta del ballo, che da ragazzina perfetta quale sembrava, si era scoperto che faceva video porno su internet. E adesso Giselle sembrava completamente accecata da questo Zayn, da non accorgersi che qualcosa puzzava là sotto.

'Inoltre' pensò Elisa 'che razza di nome era Zayn?'. Lei non era la signora Rodd, lì qualcosa puzzava veramente...



Mentre le cose tra Harry e Elisa si mettono bene, inizia il problema Giselle- Zayn.

Io direi che questo capitolo è uno dei miei preferiti fino ad adesso...

spero piaccia anche a voi..

Xx Cla_


  
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