Io: ‘Hey Sophia allora oggi ci vediamo?’
Sophia:’Uh,Charlotte scusami ma ho un appuntamento con una coppia di fidanzati per le 18:30 e non posso assolutamente disdire.’
Sophia gestiva un’agenzia di viaggi ed era spesso occupata nell’organizzare viaggi.
Io: ‘Vabbè non preoccuparti farò compagnia io ad Amy e Carl!’
Sophia : ‘Ohw…Grazie mille,spero non se la prenda!’
Io:’ No,macchè scherzi!Ciao Sophia!’
Sophia:’Ciao,ciao!’
Erano già le 18:15 e uscita dall’ufficio non mi fermai a casa ma decisi di andare direttamente al bar dove Carl lavorava per aspettare Amy con lui,ma arrivata lo trovai chiuso.La cosa mi puzzò e chiamai Amy.
Io: ‘Amy!!Come stai?Sono io,Charlotte!’
Amy:’Hey Charlotte bene…erm…tu?’
Io:’Bene,bene! Ma l’appuntamento con Steve?’
Amy: ‘ Oddio!L’avevo dimenticato,se non mi avessi chiamata,non ci avrei proprio pensato;ma dove sei ora?’
Io: ‘ Sono appena uscita da lavoro e sono qui accanto al bar di Carl,non molto distante da casa mia per aspettare Steve.’
Amy: ‘Capisco,scusami e che ora sono con Carl che ha approfittato che il suo padrone ha chiuso il bar per un lutto in famiglia e insieme siamo andati a comprare delle cose per la nuova casa!E se volessi venire non ce la farei mai,sono bloccata nel traffico.’
Io: ‘ Immagino,uh …Lo vedo!’-Risposi sorpresa.
Amy: ‘ Chi?Steve?’
Io: ‘Sì,sì lui!’
Amy : ‘Allora scusati con lui da parte nostra e prendi un appuntamento,fai come se fossi mia sorella ma mi raccomando non per venerdì perché devo fare la prova dell’abito da sposa!’
Io:’Benissimo’
Amy:’ Ah…’
Io: ‘Dimmi pure’
Amy: ‘Ci sarai venerdì?’
Io:’ Certo,una sorella non manca mai.’
Amy:’Ohw…giusto! Grazie!’
Io:’ Devo andare,a dopo!’
Ed eccolo arrivare,Steve Burty,wedding planner,benestante,circa sulla trentina e beh,perché no? Affascinante.
Bussai il clacson,mi vide. Uscii dalla mia auto e salutai alzando il braccio cercando di farmi vedere. Uscì anch’egli. Indossava un lungo cappotto nero e sotto un completo,giacca e cravatta nera a pois blu cobalto,ma tutto era dolcemente abbinato a dei guanti di pelle nera.
Io:’Ciao Steve!’
Steve:’ Ciao!’
Io:’Ti ricordi di me,Charlotte!’
Steve:’Certo,eri ieri con Amu,Amy Cottembert.’
Io:’Sì,bravo.Amy purtroppo non può venire…E’ bloccata nel traffico e non può venire nemmeno Carl,è con lei!’
Steve:’Ah,fa niente! Tanto per oggi era l’ultimo appuntamento.’
Io:’Mi ha detto di prendere un appuntamento.’
Steve:’Sì…mmm per venerdì va bene?’
Io:’No,venerdì non c’è.’
Steve:’Sabato alle 11,10?’
Io:’Sì bene,l’avviserò.’ Riposi soddisfatta.
Steve: ‘Ok!’
Io: ‘ Allora vado!’
Steve: ‘No…Aspetta che hai da fare?’
Io: ‘ Niente,devo andare a casa!’
Steve:’Anche io non devo fare nulla…P-perché non usciamo insieme?’
Io:’Io e te?Questo sarebbe una specie di appuntamento?’
Steve:’ E perché no?’
Io: ‘Devo pensarci…
Sì dai perché no?-Pensai- E se poi fosse un uomo che usciva con la prima che gli capitava? No,dai perché mai dovrebbe far questo,si vede che è un ragazzo a modo-E se poi? Se poi mi scarica con un’altra?Che crudele che sono.
Sì,va bene,vengo. Gli feci un sorriso,uno di quegli strani sorrisi che stanno a dire: ‘Hey tu mi raccomando non farmi soffrire’ e nel contempo ‘mi piace l’idea di uscire con te,ma dovrò pensarci su’.
Entrai nella sua auto e c’era un forte odore di Alien di thierry Mugler.Questo mi fece ricordare di Harry.Quante emozioni suscitò in me quel dolce profumo,quanti ricordi : quel bacio,quegli sguardi intensi e quei ricci che come i miei erano grondanti d’acqua e lucenti allo stesso tempo. Decisi di non pensarci anche se fu piuttosto difficile. Accese la radio,c’erano gli Het-wae e da quello che capii erano i suoi cantanti preferiti visto che notai due o tre cd riposti nel cassetto accanto al mio sediolino.
-Ti piacciono?-Disse lui sperando una risposta affermativa. –No beh,non sono una fan ma ho ascoltato alcune loro canzoni-. –Questa?- Sì,questa!E’ una che conosco! –Risposi contenta di farlo felice per un istante. –Beh,è famosissima!- Sì giusto!
E iniziammo a canticchiare,un po’ nascondendoci dietro quella vergogna che entrambi sapevamo fosse svanita se ci fossimo frequentati di più. C’era bisogno del tempo se tutto fosse iniziato ad andare a gonfi vele.
Vidi delle luci,ci accostammo e Steve chiese di un ristorante, Non era lontano,nemmeno cinque minuti e saremmo arrivate da quanto avevo capito. Quando poi mi chiese : ‘Sai ballare?’ Io : ‘…Erm,non è il mio forte!...Perchè? .Steve :’ Sorpresa!’ Io:’ Dai,Steve,dimmi cosa c’è,dove stiamo andando.’ Steve : ‘Ti piacerà!’ Io: ‘E come fai a saperlo?’ Steve :’ Lo so e basta.’ Risi,una risata naturale,mi stava diventando simpatico a dire la verità. Arrivati,prenotammo un tavolo e ordinammo del pesce.
Io: ‘Ecco,oops,grazie!’Mi fece sedere sulla sedia spostandola attentamente senza far rumore.
Steve : ‘Di niente,cara.’
-Cara? Oh,mi trattava così dolcemente proprio come ogni donna al mondo volesse essere trattata da ogni uomo.
‘Ordiniamo?’ Disse lui.
Io : ‘Sì’
Steve : ‘Cameriere! Dei menù,grazie!’
Involtino di scampi?
Steve : ‘O mio Dio,mai assaggiato!’
Io: ‘ Sì,io sì,ho voglia di pasta,ordino degli spaghetti,tu,Steve?’
Steve:’Io…se mi garantisci che sono ottimi ordino degli involtini!’
Io: ‘ Sì –risi- Sono buoni,prova,non dubitare di me.’
Steve : ‘Cosa c’è? Stiamo in vena poetica?’
Risi,ma come potevo non farlo?Era così gentile!’
Io: ‘Erm…!'
Ordinato e mangiato il tutto accompagnato da un quartetto di musica classica,fummo dolcemente cullati. Durante la cena gli raccontai un po’ di me,di quello che facevo nella vita e il motivo del mio improvviso trasferimento a Londra.Inoltre gli dissi che i miei vivevano a Firenze impegnati in un’industria vinicola che possedevano da generazioni,ma io avevo deciso di intraprendere una nuova strada,quella del giornalismo,dell’avventura. Lui invece si era laurato in architettura ma allo stesso tempo aiutava suo padre nel lavoro mentre mi raccontò che sua madre era un’insegnante di filosofia in un liceo a Kingston e che aveva un fratello medico e due sorelle. Una era in America come ricercatrice,l’altra in un piccolo paesino francese come istruttrice di equitazione. Dopo le reciproche presentazioni mi invitò a ballare,proposta a cui non seppi dir di no. Cullati da dolce musica mi spinsi tra le sue braccia e iniziammo a ballare sotto una luce fioca che sembrava quasi stesse per spegnersi. Mi sentivo protetta,era robusto e forte,aveva un aspetto gentile e carino e iniziai a pensare :
Se poi mi bacia? …Se poi mi prova a dire qualcosa? …Se domani lo incontro e fa finta di vedermi?
Tra tutte queste folli domande che una dopo l’altra affluivano nella mia mente ci fu il posto per un bacio,voluto avvolto nel mistero e desiderato da entrambi,spinti da un fervore mai provato prima. Si era fatto tardi,lo guardai profondamente e capimmo che era ora di andare via forse paurosi di ciò che avremmo dovuto dirci dopo e mi accompagnò senza dire una parola dandomi il suo biglietto da visita dicendo di richiamarlo se ne avessi avuto voglia.
Grazie a Fabiana che mi ha aiutata con un piccolo
suggerimento circa l’attore che la nostra protagonista Charlotte doveva intervistare