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Autore: horanatemyheart    01/08/2012    2 recensioni
«Chissà se l'amo? E' un dubbio che m'accompagnò per tutta la vita e oggidì posso pensare che l'amore accompagnato da tanto dubbio sia il vero amore.» - Italo Svevo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ancora non riesco a capacitarmi del fatto che lei è qui, davanti a me, non a 10000 km di distanza, ma a 10000 millimetri.
- Cosa ci fai qui? – le chiedo.
- Sorpresa! Torno ad abitare qui! – mi risponde con un sorriso a 32 denti.
- Ma, non capisco.. avevi detto che saresti rimasta lì per sempre. – Niall è alquanto confuso.
- Si, ma ora hanno proposto a papà di tornare qui.. così abbiamo subito accettato. – ci informa.
Guardo Jeff e Judy (i genitori di Alice) che ci osservano con un sorriso, sollevati da fatto che tutto è tornato a sei anni prima, prima ancora che si trasferirono a Baltimora.
- Scusate se disturbo, ma sarebbe pronta la cena.. – ci esorta Maura.
Ci mettiamo a sedere, parlando di cosa ci fossimo persi durante tutti questi anni.
- E non puoi capire che risate! Ehi, come stanno Cara e Aaron? – mi chiede gentilmente Ali.
Una lacrima mi scende e sento la mano di Niall stringere la mia sotto il tavolo, è calda e rassicurante. Gli rivolgo un debole sorriso. Faccio un grande respiro ed inizio:
- Beh, papà si è dovuto trasferire a New York per lavoro, purtroppo non si sa ancora quando e se tornerà. In quanto a mamma... ecco, lei è.. è morta. – dico buttando tutto in un soffio. Poi riprendo – ero tornata a casa dopo la scuola, Niall mi aveva appena lasciato davanti la porta. La chiamai più volte, ma non sentii niente, così incominciai a cercarla, fin quando non la trovai per terra, piena di graffi e lividi. Era caduta probabilmente dalle scale, scivolando su un gradino, poiché vidi una miriade di panni buttati a terra che magari erano raccolti in una pila che le impedivano la visuale. - ho lo sguardo sul pollo che non avevo ancora toccato.
Ali si morde un labbro, fa una smorfia, come per trattenere le lacrime e si getta su di me.
- Mi dispiace tanto Brit, non volevo.. scusa. Perdonami, mi dispiace.. – continua a sussurrarmi.
Lascio la presa di Niall, che mi ha fatto sudare la mano e ricambio l’abbraccio di Alice.
- Non preoccuparti, non è colpa tua.. non lo sapevi neanche. – la rassicuro.
Altri “mi dispiace”, questa volta provengono dai JJ (così chiamiamo i genitori di Ali). Judy mi abbraccia, scoppiando in lacrime. Tra Maura, lei e mia madre, come anche nei padri, c’era sempre stato un legame particolare. Tutti erano zii di tutti, come in un paese. Anche Jeff inizia a lacrimare. Questo sconvolge tutti, non lo avevamo mai visto piangere. È sempre stato considerato il più uomo degli uomini, la roccia della comitiva. Non riesco proprio a vederlo in questa situazione, così corro ad abbracciarlo. Mi sorride.
- Ti ricordi di quando eri piccola, che quando mi abbracciavi sprofondavi la testa nel pancione? – mi chiede.
- Come posso dimenticare il tuo cocomero mai digerito? – rispondo sorridendo.
Il momento di tristezza è finalmente passato, grazie alla sdrammatizzazione di Jeff. Ora ci ritroviamo a mangiare, ricordando i momenti divertenti insieme.
Dopodiché ci riuniamo tutti intorno al televisore, poiché Bobby aveva preparato per l’occasione, un filmino con vari video che aveva trovato nella sua vecchia videocamera.
Incominciamo tutti a ridere non appena appare la scena in cui Niall, correva, tutto deciso, pronto a placcare Jeff, finché, arrivato alla meta, sbatte di faccia sul suo ‘cocomero’ e cade per terra, poi si alza e inizia a rincorrerlo per tutto il quartiere.Oppure quando io, mentre Ali faceva una foto con una bambina, le gettai l’acqua appena presa dalla fontanella, proprio dentro la maglietta a causa di un nostro litigio. Ero molto pestifera da piccola e ancora non riesco a capire come mai i miei due migliori amici siano ancora qui con me.
Il video durò circa un’ora e mezzo.
- The best video ever. - concludo asciugandomi le lacrime per il troppo ridere.
- Già, grazie papà! – dice Niall correndo dal padre per regalargli uno dei suoi magnifici abbracci.
- Si, grazie Bobby! – conclude Ali.
- Oh, avrete ancora da ringraziarci.. – ci informa Judy, tirando fuori dalla sua bosa quello che appare, a prima vista, un album.
- Per voi! – sorride.
THE BAN.
L’incisione sulla copertina.
Così ci chiamiamo noi tre, “The BAN”. È partito tutto anni e anni fa. Eravamo piccoli, quattro anni massimo, a capodanno. Un fuoco d’artificio scoppiò e noi, all’unisono urlammo: BAN. Era il nostro modo di dire BOOM. Il caso ha voluto che le nostre iniziali, unite, formassero proprio la parola BAN. Da quel momento i genitori, ipotizzarono che eravamo già destinati a stare insieme e, sinceramente, è quello che crediamo tuttora.
Abbracciamo con tanta forza i JJ, Bobby e Maura, poi, saliamo su in camera di Niall, mettendoci nella nostra solita posizione a triangolo, sul tappeto.
- Noi andiamo a fare una passeggiata, siamo qui vicino, quando volete, raggiungeteci. – ci urlano dal piano di sotto.
Non appena la porta si chiude, Nali apre l’album, rilegato con la massima cura. Conteneva di tutto, foto, inviti a feste, pezzi di carta, tutto ciò che apparteneva alla nostra vita, alla nostra amicizia. Una pagina bianca, colorata solo da una scritta:

“Avete passato ogni attimo della vostra vita in questa casa (ed è vero, casa Horan è sempre stato il punto di riferimento, per tutti), e ognuno di voi avrà sicuramente un posto che è significativo, per qualunque motivo. Cercatelo e i vostri sogni, diverranno realtà.”

Esitiamo, cos’hanno intenzione di dirci con questo?
- Idee? – dice Alice.
Alzo le spalle. Poi indico Niall con in mento. Scrolla la testa.
Improvvisamente, mentre vedo Ali alzarsi, mi viene in mente il luogo. Evidentemente anche il biondo ha intuito.
Siamo tutti in piedi, uno di fronte all’atro.
LA FINESTRA DEL PIANTO.
Così la chiamo. Ogni volta che ho bisogno di piangere, mi rifugio in soffitta, sul ripiano della finestra. Nessuno andava mai in soffitta.
Attaccata al manico c’era una busta da lettere. La apro, dentro c’è un pacchetto di carta, sottile, come a racchiudere un’altra lettera e un foglio piegato. Apro direttamente il foglio.

“ Sorpresa di tutto ciò, vero? Beh, è comprensibile... ma nessuno di voi si è ricordato che giorno è oggi, vero? E no, Brit, non ci stiamo riferendo alla morte di tua madre. Cerca di ricordare, un venerdì pomeriggio, soleggiato per quanto possa essere strano qui, a Mullingar. Niente? Vediamo se ti diciamo parco giochi. Ci sei arrivata, no? Per tagliare: vi siete conosciuti, tu, Alice e Niall.
Ora, siete tutti sedicenni, grandi abbastanza per iniziare a fare qualcosa di nuovo, a realizzare i vostri sogni. Ecco perché, in ognuna delle vostre lettere, abbiamo messo qualcosa che darà una svolta al vostro futuro.
Con affetto,
Aaron, Bobby, Jeff, Maura, Judy e… Cara.”

Inizio a piangere, pensando a quel giorno, a tutti loro, la mia famiglia, a mia madre, che avrebbe voluto il meglio per me, che ha contribuito, anche solo con il pensiero a questa lettera. Mi asciugo le guance e gli occhi.
Dopodiché apro l’altra busta.
Un modulo per un provino, un provino per un film.
Una carta che indicava che io, Ali e Niall possediamo una villa a Londra.
Un sorriso mi si stampa sulla faccia ed inizio ad urlare, urlare con quanto fiato ho, urlare per far sentire al mondo intero che io ero felice, che i miei sogni si stavano realizzando.
Sento un altro urlo provenire da sotto, probabilmente Ali, nella camera da letto di Bobby e Maura. La raggiungo correndo.
La ritrovo sdraiata sul letto, che sbatte i pugni sul materasso, piangendo ed urlando dalla gioia.
All’improvviso entra Niall, con una faccia alquanto preoccupata.

  
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