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Autore: azzurra16    01/08/2012    2 recensioni
Juliette, o meglio, Julie, una ragazza da sempre innamorata di...Momento, no, lei non si innamora, lei è l'algida, fredda, isterica Julie, con un passato molto difficile che l'ha portata ad atteggiarsi così e quindi ad essere considerata da tutti un'arpia.
Le sue sembianze d'angelo riusciranno però ad ingannare il latin lover per eccellenza, il leggendario cantante di un famoso gruppo, l'unico ed il solo Harry Styles... Beh, che dire, buona fortuna Hazza!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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L’infermiera ha richiamato tutti nella stanza e infine ha fatto entrare i due agenti di polizia.
Uno è basso, con gli occhi scuri e grassottello, l’altro è più alto, robusto con i capelli corti biondi e gli occhi marroni.
Il più basso dei due parla per primo:” è sicura di essere pronta per deporre?” annuisco, incerta, sperando che non se ne accorgano.
L’altro intanto ha tirato fuori un piccolo registratore e un computer portatile, appoggiandoli sul comodino di fianco al letto.
Le ragazze si mettono dietro i due uomini, guardandomi tristemente, mentre gli altri si siedono nel divanetto vicino alla finestra.
Harry è fermo, mi guarda quasi come se si sentisse in colpa e si avvicina a me,  posizionandosi al mio fianco e prendendomi una mano.
Ci lascia un piccolo bacio e sento i suoi ricci sfiorare la mia pelle, mi beo qualche secondo della sensazione prima di guardare negli occhi gli agenti.
A parlare ora è il più alto, che, stando a quanto scritto sul cartellino, si chiama Brian.
B:” allora, le sue amiche ci hanno raccontato che è stata con loro fino alle 5 e 30 del 17 aprile, giusto?”
Annuisco.
B:”e ci hanno detto che era a fare un tatuaggio, sbaglio?” annuisco ancora.
Vedo i ragazzi guardarmi storti, non sapevano questo particolare, Harry si è irrigidito di colpo e ha girato immediatamente il viso verso di me, capendo che di essersi perso qualcosina.
Abbasso lo sguardo, incapace di sopportare il suo così limpido e pulito.
B:”poi cos’è accaduto?” alzo la testa e prendo un grosso respiro, cercando il coraggio che è sparito magicamente.
J:” Sono tornata a casa dei ragazzi a piedi ed era tutto tranquillo, le ragazze hanno insistito per accompagnarmi ma volevo camminare, era una bella giornata…” ansimo un secondo, come se i polmoni non volessero darmi l’aria necessaria per continuare.
J:”Quando..quando ho aperto il cancello per entrare, qualcuno mi ha tirato i capelli e mi ha tappato la bocca, Jack, lui non s’era rassegnato.
Mi ha spinto in casa e ha chiuso la porta chiave, io piangevo e provavo a scappare, ma lui si è infuriato, lui ha…” mi mordo il labbro cercando di non far cadere le lacrime dai miei occhi lucidi e appannati.
Lascio che un singhiozzo mi esca dalla bocca e riprendo a parlare.
J:”Lui mi baciava, mi spogliava, mi ha minacciata con un c-coltellino, era f-forte, non riuscivo a li-liberarmi…Mi ha tolto i pantaloncini e poi le m-mutandine, mi t-toccava, io non v-volevo” non ce la posso fare, non riesco, mi sembra di rivivere di nuovo tutto.
La presa di Harry sulla mia mano si fa più salda, per confortarmi, quando inizio a tremare, e mi ricordo di come anche Jack mi toccava così, senza preoccuparsi del fatto che mi stesse facendo male.
Stacco in fretta le nostre mani, pentendomene nel momento in cui il suo sguardo si punta su di me, quasi ferito.
B:”signorina, dobbiamo sapere come si è procurata la ferita sulla gamba” dice l’uomo, risvegliandomi dai pensieri.
Lo:”mi scusi, non vede che non riesce?!” dice Lou difendendomi e alzandosi in piedi.
J:”Tranquillo, Lou, c-ce la posso f-fare, grazie” gli sorrido rassicurante e poco convincente, lo so.
Guardo di nuovo l’agente e ricomincio.
J:”Comunque lui aveva il coltellino e io ho cercato di s-scappare, il mio c-cane mi ha difesa, gli ha morso la g-gamba e Jack si è arrabbiato, ha cercato di attaccare il c-cucciolo e mi s-sono messa in mezzo, mi h-ha tagliato la gamba e s-sono caduta…Athos ringhiava e l’uomo,lui… è scappato dalla finestra poi…più niente, solo b-buio”
Finisco il racconto, a testa bassa, con le lacrime che scendono veloci sul mio viso.
Vanno avanti qualche minuto ancora, facendomi qualche domanda su Jack e poi se ne vanno.
Escono dalla stanza e chiudono piano la porta, non m’importa se i ragazzi sono qui, io mi raggomitolo e inizio a piangere ancora più forte, sentendo i singhiozzi che mi perforano la cassa toracica, impedendomi di respirare.
Intanto le mie mani graffiano le mie braccia, come per pulirsi dallo sporco che mi ha lasciato quell’uomo.
Sento qualcuno che mi libera dalla mia presa e poi vedo Harry, chino su di me, piange anche lui.
Mi alzo, mettendomi a sedere, attirata dai suoi occhi verdi e mi stringo al suo corpo, continuando nel mio pianto.
Mi culla qualche minuto e poi mi stacco, asciugandomi il viso.
Guardo tutti, uno per uno, prima che inizino a parlare tutti insieme.
El:”tesoro, ci dispiace moltissimo, dovevamo accompagnarti..” dice tra i singhiozzi.
Lo stesso fanno Dan e Isa.
D:” El ha ragione, noi…è colpa nostra”
I:” Scusaci, per favore J-julie”
J:”ragazze voi non ne sapevate n-nulla, non è colpa vostra, non voglio che pensiate m-mai più una c-cosa del genere, voi ci avete provato, io non h-ho voluto, tranquille” rispondo, allargando le braccia, con un piccolo sorriso.
Si fiondano su di me e mi stringono forte, prima di lasciarmi nelle mani dei 5 angeli.
Z:”piccola, ci dispiace tanto, noi non…”
N:”non saremmo mai dovuti partire, non avremmo dovuto lasciarti” termina la frase.
Li:”Tesoro, scusaci davvero, scusa!” sussurra Liam.
Lo:”Cucciola, io non so cosa dire, abbiamo sbagliato tutto, avremmo dovuto pensar..”
J:”vale lo stesso discorso delle ragazze” dico interrompendoli. J:” non è stata colpa vostra, nessuno poteva sapere che sarebbe t-tornato, nessuno sapeva che avrebbe continuato…n-nemmeno io, perciò, non vi dovete assolutamente s-sentire in colpa.” Dico guardandoli seria e ritrovandomi stretta in un altro abbraccio soffocante.
Mi godo per qualche altro momento la sensazione e poi me li scrollo delicatamente di dosso, scontrando lo sguardo con l’unica persona che mi preoccupa di più, Harry.
Si avvicina a me e parla.
H:” Amore mio, per favore, dimmi che non c’è riuscito, dimmi che non ti ha fatto altro…io, non ce la faccio, quando è successo io ero in America, non ero al tuo fianco, io avrei dovuto difenderti, principessa scusa, scusa,scusa, non sono stato capace di provvedere a te, io…scusa” termina piangendo.
Piango anch’io, ancora, ma devo rispondere.
J:” Harry, non so quante volte devo dirvelo: NON è COLPA VOSTRA, nessuno sapeva, nessuno poteva immaginarselo, ora sto bene, la ferita alla gamba sparirà e mi dimenticherò tutto, ma per farlo ho bisogno di voi, ho bisogno di te, ho bisogno che tu mi stia vicino e che mi ami, come hai sempre fatto, io ce la farò, ne sono sicura” Mi stringe a se, piangendo ancora e poi poggia la sua fronte sulla mia, facendo scontrate le nostre labbra.
Puff, in un attimo addio a tutti i problemi, ecco di cosa parlavo, con lui supererò tutto.
Ci stacchiamo ansanti, quando il medico entra in camera per parlarmi e li manda fuori.
Sono più che certa che andrà tutto bene, se avrò loro al mio fianco, penso, osservandoli uscire.
 
 
Buona sera ragazze, scusate il ritardo, allora, che ve ne pare?
Fatemi sapere, a prestissimo splendori, un bacione. :))
  
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