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Autore: immy    01/08/2012    10 recensioni
Damon Salvatore... beh è sempre il solito Damon solo che è umano e che una delle sue tante ex gli gioca un brutto tiro, con lo scopo di fargliel pagare per averla lasciata dopo neanche una settimana che si frequentavano.
Il raiting per ora è giallo, ma probabilmente più avanti potrei modificarlo.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Meredith Sulez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il risveglio




Il mattino dopo Damon si svegliò in camera di Bonnie e subito dopo, come ogni mattina, si diresse verso il bagno; alzò la tavoletta del water si mise la mano dentro i pantaloni, ma non trovando nulla si diresse verso il lavandino, per lavarsi il viso, quella mattina si sentiva più confuso del solito e in un certo senso “ristretto”. Lavata la faccia si guardò allo specchio, ma... non c'era uno specchio, era la foto di una bellissima mora con gli occhi azzurri.

Perché Bonnie, in bagno, tiene la foto di una ragazza invece dello specchio? si chiese il ragazzo facendo una faccia confusa; subito dopo anche la foto fece la stessa faccia, facendo sorgere dei dubbi in Damon, che si avvicinò alla figura che fece esattamente la stessa cosa.

La paura e il dubbio si insinuarono in lui, così alzò la mano e si tocco il viso.

Non era una foto, quello era proprio uno specchio!

Appena capito questo, nell'appartamento dei due si elevò un urlo disumano.

Urlo che fece saltare dal letto la povera bonnie, che, in men che non si dica, si ritrovò in camera con una tizia mora, pressoché terrorizzata.

<< Ch- chi sei tu? Da dove sei uscita, cioè... entrata? >> domandò urlando, una bonnie terrorizzata.

<< Tu! Cosa mi hai fatto, strega?! >> le urlò contro la mora.

<< Che? >> domandò la rossa confusa.

<< Tu ieri avevi detto che volevi che io provassi ciò che provano le donne e guarda caso eccomi qui! >>

<< Che stai dicendo? Fuori da casa mia o chiamo subito la polizia. >> strillò Bonnie indicandole la porta.

<< No, no, no... Bonnie, sono io... sono Damon! >> le disse lui strappandole il telefono di mano, per poi metterlo sul comodino cercando, poi, di calmarla.

<< Sì... certo. Ora anche le donne vogliono essere lui?! >> si domandò Bonnie, mentre nel frattempo si domandava se la ragazza avesse mai battuto la testa da qualche parte.

Intanto il telefono aveva preso a squillare, ma nessuno dei due ci fece caso, presi com'erano; la prima a non cercare di scappare e il secondo... beh lui era semplicemente stravolto.

Svegliarsi al mattino ritrovandosi facente parte dell'altro sesso non era proprio una cosa da tutti i giorni.

<< No! Tu devi credermi. Sono davvero io. >> ribadì Damon, guardandola intensamente e sperando di trasmetterle con gli occhi quello che non era riuscito a fare a parole.

Il telefono continuava a squillare, sul comodino, ma i due continuavano ad ignorarlo.

<< Provamelo. >> lo sfidò Bonnie, con le mani sui fianchi, in attesa.

Damon d'altro canto non aveva idea di come provarle che era veramente lui.

Continuò a pensare, privo di idee, ma all'improvviso, come in suo aiuto, partì la segreteria del telefono.

<< Damon? Sono Tanya, ti ricordi di me? Te l'avevo detto che non avevi idea di contro chi ti stavi mettendo. Goditi il tuo nuovo corpo... bellissima. >> e con una risata il messaggio terminò.

Nell'appartamento dei due non volava una mosca. Si erano entrambi immobilizzati appena era partito il messaggio e continuavano a rimanerlo. Bonnie era shoccata. La prova che aspettava era quella e lui era provato e forse un po' sconvolto.

<< Tanya...? >> domandò Bonnie, in attesa di una risposta che temeva già di conoscere.

<< Tanya... >> rispose Damon, come se si fosse da poco risvegliato da un sogno.

Tanya, gli aveva fatto qualcosa.

Era... era diventato una donna! Pensò toccandosi la faccia, i capelli, ora terribilmente lunghi.

<< Aaah, no! >> urlò tirandosi la maglia ora troppo larga, come a volerla strappare, ma toccando la maglia sentì anche delle protuberanze sospette sul petto, quindi andò a tastare, per essere certo di ciò che aveva sentito.

<< Che... che c'è? >> urlò a sua volta la rossa, spaventata e confusa.

<< Aaaah... Bonnie....sono tette... due tette! >> urlò dispetato toccandosi il seno, poi passò ai pantaloni del pigiama. Gli bastò allontanare semplicemente l'elastico dei pantaloni dalla vita per vedere, o meglio, non vedere nulla!

<< Certo che sono tette, sei... sei diventato una donna! >> rispose Bonnie, che ancora non riusciva a credere a tutto ciò che stava succedendo.

<< Aaah... >> strillò Damonnuovamente, fuori di testa.

<< Dov'è il mio cazzo! >> continuò a strillare.

<< Aaah... Il mio uccello ha preso il volo! >> disse urlando nuovamente mentre cadeva in ginocchio, a terra, disperato.

Bonnie avrebbe giurato che la donna, o Damon? Stesse per mettersi a piangere.

<< V-va bene... dobbiamo fare qualcosa, ma non ora. Tu innanzitutto devi andare al lavoro, non avevi una riunione? >> gli disse Bonnie cercando di prendere il controllo della situazione, dal momento che Damon era inginocchiato per terra, alla ricerca del pene perduto.

<< E come? >> le domandò lui alzandosi di scatto.

<< Casa dovrei fare? Andare cosi... e dirgli. “Ciao ragazzi, come va? Guardate che vi porto...” >> disse sarcasticamente toccandosi il seno.

<< Beh, forse questo no, ma... >> cominciò a dire Bonnie e poi corse verso l'armadio tirandone fuori un vestito nero, semplice, perfetto per una giornata di lavoro.

Peccato che Damon non aveva intenzione di metterselo.

<< E come ci vuoi andare al lavoro... nudo? >> gli domandò la rossa retoricamente.

A quell'affermazione Damon le strappò il vestito di mano e se lo provò.

<< Bonnie, credo di poter affermare che sei più minuta di me. >> disse quando notò che il vestito oltre ai fianchi non andava su.

<< Tu credi? >> domandò nuovamente sarcastica la ragazza.

Bonnie, infatti, ogni volta che era sotto stress si lasciava andare al sarcasmo, contagiata da Damon.

<< Credo... forse ho qualcosa che fa per te. >> gli disse improvvisamente la rossa, mentre tornava a frugare nell'armadio per poi tirarne fuori un tailleur, sempre nero.

<< E questo? >>

<< Beh l'avevo comprato, per il lavoro, ma quando l'ho provato mi sono resa conto di averlo comprato di un paio di taglie più grande. Provalo. Dovrebbe starti... >> gli disse porgendoglielo.

E lui, arrendevole, lo prese e si diresse verso il bagno per provarlo, mentre Bonnie tornava, sta volta al comò, cercando della biancheria intima per Damon.

Le faceva impressione pensare alla ragazza che era diventato e considerarla un maschio, insomma, finché stava fermo e zitto poteva essere scambiato benissimo per una ragazza iperfemminile, come una delle reginette del college.

 

Per sua fortuna trovò un completo che Meredith l'aveva costretta a comprare. Era a dir poco indecente e per questo non l'aveva mai messo.

Tolse l'imbottitura al reggiseno in modo che stesse a Damon, che ora portava forse una terza abbondante e poi entrò anche lei in bagno, trovandolo a guardarsi allo specchio, ancora incredulo.

<< Continuare a guardarti allo specchio non ti farà tornare come prima. >> gli disse allontanandolo dallo specchio e pogendogli il completo.

<< E queste? >> domandò lui guardando male gli slip, che più a delle mutande vere e proprie sembravano dei fili attorcigliati tra loro.

<< Si chiama “perizoma” Damon, credevo fossi un esperto in questo campo. >> rispose Bonnie con un ghigno.

<< No. Questo è filo interdentale … non credevo fossi così perversa. >> rispose con un ghigno anche lui avvicinandosi alla rossa.

<< Non lo sono infatti, ma era l'unico completo nuovo, io i miei slip non te li do! >> rispose lei categorica, mentre guardava da un'altra parte, imbarazzata.

Lei non era perversa!

<< Io questo non lo metto! >> le disse gettando il perizomna sul letto e accingendosi a mettere il reggiseno. Con l'unico risultato di usare una spallina come collare e l'altra... non sapeva neanche dove fosse finita, così irritato, buttò anche quello sul letto.

<< Ragazze, mi sa che oggi andremo in giro al natural... >> disse al suo seno, con un sorrisetto ammiccante mentre si guardava allo specchio.

<< Oddio no! Non se ne parla che tu vai in ufficio senza reggiseno. Quanti reggiseni hai tolto, Damon? Credevo sapessi come si mettono! >> disse Bonnie disperatamente mentre lo andava ad aiutare a metterlo.

<< Appunto! Io li tolgo, non ne ho mai messo uno, e neanche credevo di voverlo mettere prima di oggi. >>

<< Ohi... capita! >> rispose Bonnie con un sorrisetto, che le costò un'ochhiataccia da parte di Damon.

<< Ok, ora il perizzoma. >> disse Bonnie tonando a porgerglielo.

<< Ma neanche per sogno! Io quel coso non lo metto! >> rispose Damon, categorico, mentre si allontanava dall'indumento, quasi spaventato.

<< Che vuoi fare allora? Andare al lavoro senza mutande? >> domandò la rossa, retorica.

Peccato che Damon, non capì che era una domanda retorica così fece il suo solito sorriso sghembo e andò di corsa in camera sua a predere un paio di boxer.

Quando tornò in camera di Bonnie, con addosso i boxer la ragazza non potè fare a meno di cacciarsi a dire. Credeva di poter svenire a forza di ridere!

<< Che hai da ridere? >> domandò lui infattidito.

<< Sfido chiunque a non scoppiare a ridere trovandosi davanti una bella mora con il reggiseno di Victoria's Secret e un paio di boxer neri! >> disse Bonnie ridendo ancora di più.

<< Beh io non li tolgo! >> si impuntò Damon, incrociando le braccia.

<< Va bene, va bene... ora mettiti il tailleur almeno. >> disse Bonnie porgendoglielo.

<< E adesso? >> le domandò rientrando in camera, con la sua camminata da gradasso, che quando ero un uomo poteva anche andare bene, ma per una ragazza camminare con le gambe aperte e la schiena inarcata in avanti non era il massimo dell'eleganza.

<< Potresti smetterla di camminare così? >> gli domandò gentilmente una Bonnie, un po' infastitdita.

<< Così come? >>

<< Come un modello di Calvin Klein. Ora sei una donna e dovresti caminare un po' di più in modo femminile. >> rispose Bonnie riuscendo finamente a trovale le decolté nere che cercava, per poi porgergliele.

<< E queste? >> domandò ancora lui guardando le scaprpe con sufficienza.

<< Scarpe! E le devi mettere, non crederai di andare in ufficio con delle Converse... >>

<< Sì, ma solo a guardarle ho le vertigini. Quelle non sono scarpe, sono trampoli! >> rispose lui scandalizzato.

<< Sì, forse hai ragione, infondo è la prima volta che usi i tacchi... che ne dici di queste? >> gli domandò poi dopo aver tirato fuori delle scarpe sempre con il tacco, ma che non raggiungevano neanche i cinque cm di altezza.

<< Troppo alte! >>

<< Sono le più basse che ho, quindi a meno che tu non voglia in dossare i “trampoli” come li chiami tu, ti consiglierei di mettere queste. >> gli intimò Bonnie, tassativa e anche un po' innervosita dalla situazione in cui si trovava e come se non bastasse, era in ritardo per il lavoro, come lo era anche Damon; mezzo ufficio gli aveva lasciato dei messaggi in segreteria dicendogli di presentarsi in redazione.

A nche Stefan, suo fratello, come ultima speranza le aveva fatto una chiamata, dal momento che Damon non rispondeva, dicendole che Damon doveva essere al lavoro entro mezz'ora, perché i Giapponesi erano già nella sala riunioni e aspettavano soltanto lui.

Quindi dopo averlo truccato, non senza poche lamentele dal diretto interessato che a detta sua si sentiva un clown, andò anche lei a cambiarsi poi uscirono dall'apprtamento, insieme, come tutti i giorni.

Salirono sull'auto di Damon e cominciarono a dirigersi verso lo studio legale di Bonnie.

I due andavano sempre al lavoro insieme, o meglio, Damon accompagnava Bonnie e poi andava verso il suo ufficio, tranne quando il ragazzo passava la notte con qualche ragazza, inquel caso Bonnie utilizzava la sua macchina.

<< E adesso che faccio? >> domandò lui, ora lei, terrorizzato mentre si allacciava la cintura di sicurezza.

<< Ok Dam... ora mi accompagni in studio, vai al lavoro e appena finisci in uffico mi passi a prendere al lavoro, torniamo a casa insieme e cerchiamo il modo per romprere questa... cosa... va bene? >> gli domandò Bonnie, teneramente vedendolo terrorizzato dalla giornata che lo aspettava.

<< Sì... >> rispose lui un po' più tranquillo.

Mise in moto e si avviò verso lo studio.

<< Ma quanto ci mette? È verde! >> sibilò Damon mezzo infuriato.

Mentre andavano al lavoro, per loro sfortuna, si trovarono davanti una ragazza in macchina; era abbastanza sbadata, infatti, il semaforo era verde da un po', ma lei sembrava non essersene accorta.

<< Tranquillo, adesso parte. >> cercò di calmarlo Bonnie, ma il brutto carattere di Damon si fece sentire. Scese dalla macchina, traballando un po' sui tacchi e andò a bussare bruscamente sul finestrino della suddetta ragazza, che sobbalzò spaventata.

<< Dai, dai, dai! Non vedi? È un'ora che il semaforo è verde! Vogliamo fare giorno? No, perché io non ho tutto questo tempo! >> urlò lui non appena la ragazza abbassò il finestrino per vedere cosa stesse succedendo.

<< Ehm... sì, mi scusi, ora parto. È che ero un po' distratta. >> si giustificò la povera ragazza, con le lacrime agli occhi, per il modo in cui era stata trattata.

<< Povera ragazza. >> susurò Bonnie invece rimasta in macchina mentre si metteva le mani nei capelli disperata per comportamento dell'amico.

Il telefono, intanto, continuava a squillare: tutti cercavano Damon.

Una volta finito di urlare dietro alla macchina, ormai partita, Damon risalì in auto e accompagnò Bonnie al lavoro per poi dirigersi verso il suo.

<< Speriamo bene... >> mormorò prima di entrare nel grattacielo.

 

 




 

 

Angolino dell'autrice:

 

Ciao a tutte!

Ecco anche il secondo capitolo e qui abbiamo la trasformazione di Damon, spero solo che vi piaccia. ;)

Devo dire che non mi aspettavo che anche questo capitolo venisse tanto lungo, infatti all'inizio pensavo di includerci anche la giornata di lavoro di Damon e il ritorno a casa dopo la prima, estenuante, giornata ma poi non ho voluto aggiungere altro perché sarebbe diventato troppo lungo e per ciò la giornata in ufficio da Damon ve la risparmio per il prossimo capitolo.

Nella premessa del primo capitolo, vi avevo detto che non ero una comica e lo ripeto anche qui, perché forse l'altro capitolo era stato un po' divertente per la povera Bonnie ubriaca, ma qui non succede nulla di speciale, per cui non ci sono troppe risate, mi dispiace se ho deluso qualcuno :( magari provo a fare di meglio con il prossimo capitolo. Per finire vorrei ringraziare tutte le magnifiche persone che hanno recensito il precedente capitolo e messo la storia nelle tre categorie: grazie mille ragazze! Sono rimasta piacevolmente sorpresa... grazie ancora.

Alla prossima

Un abbraccio

Immy

   
 
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