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Autore: Maril_Swan    14/02/2007    1 recensioni
Proprio quando le cose stanno tornando alla normalità, una straniera arriva a Santa Elena e scombussola la vita di Tessa. (tradotta da Fioredivetro)
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Traduzione, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Scena 1

Scena 1

Gaspar si passò le mani sugli occhi stanchi. Non sapeva come dire a Tessa cosa stava succedendo alla sua hacienda: guardando le due donne insieme, sedute all'ombra di un giovane arbusto, che chiacchieravano amabilmente, il suo cuore si strinse. Sua moglie era così bella, come una dea dorata. Niente avrebbe mai dovuto nuocerle. Ma ora stava prendendo così a cuore il problema dell'amica, che Gaspar iniziava a preoccuparsi. Vera voleva che lui sollevasse i Don contro Montoya per costringerlo a cacciare l'impostora.

Gaspar sospirò. Era già andato a trovare Montoya e protestare contro questa evidente ingiustizia, ma il colonnello era stato categorico sul fatto che bisognava obbedire alla legge: finché Tessa non fosse riuscita a provare la propria identità, l'hacienda sarebbe rimasta in possesso della nuova richiedente.

Era passata una settimana da quando il carro di Tessa era arrivato alla sua hacienda e avevano accolto in casa le due donne. Gaspar sorrise alla vista di Vera e Tessa che bevevano insieme una limonata. Così diverse, come il giorno e la notte, eppure erano diventate grandi amiche. Si sentiva quasi geloso delle attenzioni che sua moglie le dedicava perchè si sentisse a casa propria e, soprattutto, perchè non pensasse troppo a suoi guai.

Lo sguardo di Gaspar si spostò su Marta, che stava riempendo i loro bicchieri e scosse la testa. Marta era di umore pessimo, gli occhi ombrosi e rimuginanti, se ne stava in silenzio per la maggior parte del tempo, soffrendo per la sua padrona. 'Una strana donna per essere serva di Tessa,' rifletté.'Che passava per la mente di Rafael quando le affidò sua figlia?' Ma doveva ammettere che, se un giorno gli fosse successo qualcosa, avrebbe voluto anche lui una persona così tenace a proteggere il suo petalo. Marta poteva essere strana, esotica, ma la sua devozione a Tessa era indubbia.

Nonostante le sue reticenze nell'interrompere il quadretto pacifico, Gaspar decise che non poteva tenersi per sé le novità. Scese velocemente lungo il sentiero di ghiaia fino all'arbusto, "Che amabile visione, due bellissime donne che si godono una splendida giornata." Diede a Vera un bacio affettuoso sulla guancia e si sedette. Marta si avvicinò in silenzio e gli versò un bicchiere di limonata, per poi tornare ad sistemarsi sul muro di pietra del giardino.

Gaspar ingoiò un sorso della bevanda rinfrescante, poi abbassò il bicchiere sul tavolo. Lo sguardo affabile scomparve dal suo volto. "Tessa, devo darti una notizia spiacevole riguardo alla tua hacienda." reagì alla sua espressione prostrata prendendole la mano e dandole dei colpetti paterni. "Montoya vi ha posto un gruppo di soldato per costringere i braccianti a lavorare. Si sono rifiutati di fare qualsiasi cosa per quella donna. I soldati sono stati violenti e alcuni dei tuoi dipendenti sono stati feriti. Il dottor Helm è già stato chiamato diverse volte, ma loro continuano a resistere."

Tessa si alzò di scatto e iniziò a camminare avanti e indietro, lottando per mantenere il controllo. "Che posso fare, Don Gaspar?" Sospirò e sorrise stancamente. "Non mi aspettavo tanta lealtà. Ma in qualche modo devo costringerli a cooperare. Se penso ai soldati che minacciano la mia gente..." scosse la testa, poi, con un veloce, "Scusatemi," si allontanò quasi di corsa verso la villa e scomparve all'interno.

Marta si alzò e la seguì, lasciando Gaspar e Vera seduti insieme in un pesante silenzio.

Scena 2

Marta seguì Tessa ,come fosse la sua ombra, fino alla camera che Vera aveva preparato apposta per lei. Anche se i mobili erano della migliore qualità, quella non era casa.

Quando Marta chiuse la porta dietro di sé, Tessa esplose furente. "Come è potuto accadere, Marta?Un giorno sono una proprietaria terriera, e il seguente sono costretta ad accettare la carità degli amici!"

Marta sedette rigidamente su una sedia. Solo i suoi occhi si muovevano, seguendo il nervoso andirivieni dell'altra donna, su e giù per la stanza. La sua voce, quando parlò, era tagliente e amara. "Sappiamo come è successo e perchè. Quello che non sappiamo e cosa possiamo fare adesso." tentò di controllare la rabbia, ma poteva sentirla crescere dentro di sé. Tremava per il bisogno di fare qualcosa, ma sapeva di non poter fare niente, a parte soddisfare il proprio desiderio di vendetta. Quindi restò seduta a guardare Tessa che si struggeva nello sforzo di trovare una soluzione.

Infine la ragazza si buttò sul letto, afflitta dai pensieri dolorosi che la tormentavano. Sospirò pesantemente e fissò il soffitto. "Che dobbiamo fare, Marta?Non possiamo restare qui per tutta la vita. Abbiamo già approfittato fin troppo dell'accoglienza." Scosse la testa e si girò verso Marta, la quale si sentì il cuore pesante, vedendo la tristezza negli occhi di Tessa, e ancora di più quando questa si sforzò di sorridere. "Bene," disse coraggiosamente, "almeno abbiamo la salute."

La zingara fece una smorfia e si alzò. "Fosse per me, saprei benissimo cosa fare." si passò un dito sulla gola come fosse un coltello, e sorrise allo sguardo spaventato di Tessa. "Questo risolverebbe il problema."

"Non pensarci neanche, Marta!E' già brutto che abbia perso la mia hacienda. Ma perdere anche te no, sarebbe molto peggio. Dimentica la vendetta, Montoya capirebbe subito chi l'ha uccisa e ci impiccherebbe entrambe. Così gli faremmo un favore." Tessa fece un respiro profondo. "Dobbiamo farci venire un idea al più presto, o sarà troppo tardi. Ma non l'uccideremo. Ci deve essere un modo..." si immerse in un silenzio contemplativo, rotolando sulla schiena.

"Io posso guadagnare qualcosa per noi, " propose Marta decisa. "Ho molte abilità."

Tessa strinse le labbra e aggrottò la fronte. "Marta, non posso lasciartelo fare, non sono incapace. Se abbiamo bisogno di soldi, posso guadagnarli anch'io."

"Facendo cosa?" chiese severamente Marta. "In che modo potresti guadagnare dei soldi, Tessa?Non ti ho cresciuta perchè ti sporcassi le mani con il lavoro manuale. Sei la figlia di un Don, non una contadina. Morirei di vergogna. No, troverò io un lavoro." stabilito questo, Marta si diresse alla porta.

"E non pensi che farebbe vergognare me, se io vivessi del tuo lavoro?" Tessa si mise seduta e disse risolutamente, "Riavremo la nostra vita, Marta, te lo prometto. Riavremo tutto, ad ogni costo."

 

Scena 3

Tutto era quieto e silenzioso, quando la figura in nero si infilò silenziosamente nella capanna. Scosse la forma addormentata con una mano e, non appena quello si svegliò con un grugnito, la usò per chiudergli la bocca.

"Shh," lo ammonì, tenendolo fermo con un braccio. "Ho un messaggio della Senorita Alvarado. Come responsabile dei lavoratori, ti ordina di spingerli a cooperare con la nuova padrona. Niente resistenza. Hai capito, Senor Casillas?" sentì che l'uomo annuiva e lo lasciò libero.

"Chi sei?" mormorò con la voce tremula.

"Un'amica." rispose lei e scomparve nell'oscurità.

La Regina si mosse furtivamente verso la villa. Non c'erano luci accese, ma si ricordò di stare attenta alle sentinelle che Montoya avrebbe potuto mettere di guardia. Scivolò lungo il muro della casa e si insinuò attraverso la finestra nella propria camera da letto. Come aveva immaginato, l'impostora si era presa la stanza per sé. Il suo corpo addormentato giaceva sul letto, appena coperto dalle lenzuola e da una sottile camicia da notte. 'Almeno è da sola.' pensò Tessa con sollievo.

Estraendo la spada, Tessa si avvicinò silenziosamente e fu sopraffatta da un'improvvisa ondata di odio. Il suo sguardo cadde sul collo nudo e indifeso e ricordò quello che Marta aveva minacciato di fare. Era tentata, e la colpa sarebbe stata attribuita alla Regina. La spada tremò quando fu sollevata.

Poi, Tessa coprì la bocca della donna con una mano guantata per attutire le urla.

Gli occhi di Sofia si riempirono di terrore quando vide la figura scura le cui mani erano premute sulla sua bocca, ma fu quando vide lo scintillio della spada posata sul suo petto che tremò di paura.

La Regina bisbigliò aspramente, "Sono venuta ad avvertirti. La tua vita è in pericolo." Tessa quasi rise dell'ironia di quell'affermazione, quando la donna tentò di allontanarsi dalla spada mortale. "Montoya ti ucciderà non appena si sarà assicurato il possesso dell'hacienda. L'ha fatto in passato ed è rimasto impunito. Devi confessare di essere un'impostora e lasciare questo paese ,se vuoi vivere, Sofia."

Tessa sentì la donna sobbalzare alla menzione del suo vero nome. Esitando leggermente, rimosse la mano dalla bocca di Sofia e abbassò la spada. "Non voglio farti del male. Sono un'amica."

La donna si allontanò bruscamente e disse secca, "Un'amica!Non farmi ridere. Gli amici non si aggirano furtivamente di notte nelle stanze da letto. Tu vuoi questa hacienda per te. Chi ti ha mandata?" i suoi occhi brillarono quando un raggio di luna si fece strada dalla finestra aperta. "Io sono Maria Teresa Alvarado. Questa è la mia hacienda e nessuno me la porterà via, né tu, né Montoya." Improvvisamente, saltò giù dal letto e urlò, "Aiuto!Guardie!" si mise le mani sui fianchi e sorrise al suono di passi affrettati che si avvicinavano.

Due soldati si precipitarono nella stanza. "Montoya mi ha avvertita che saresti venuta. Quindi abbiamo preso precauzioni. Prendetela!" gridò ,e i soldati si lanciarono su Tessa con le spade pronte. Uno di loro fece per prendere la pistola dalla cintura, ma la Regina riuscì a sbatterlo contro la scrivania e la bambola vestita da sposa che le aveva regalato lo zio cadde a terra e si ruppe. 'Oh beh,' pensò Tessa con un'alzatina di spalle. Cercò di strappargli la pistola dalle mani e quella sparò un colpo contro un quadro sul muro. 'Dannazione!', pensò, 'Il mio disegno preferito di Don Chishotte. Pagherai per questo!'

Con l'impugnatura della spada colpì il soldato sulla mascella e quello cadde sul pavimento. L'altro uomo alzò la spada e tentò un affondo, mancando il bersaglio, ma tagliando una tenda di broccato ,che si strappò rumorosamente.

'Broccato francese!Ci vorranno mesi per averne di nuovo,' si lamentò Tessa. Il soldato puntò al suo busto e lei si spostò di lato. L'uomo perse l'equilibrio e la spada andò a infilarsi nel legno pregiato dell' armadio. 'Devo uscire di qui...mi stanno distruggendo la casa!' Gli diede una pedata ben assestata e, quando il soldato si abbassò, lo colpì con un ginocchio, per poi correre alla finestra.

Non appena fu fuori, un soldato ,che aspettava solo questo, l'afferrò da dietro, circondandole le spalle con le braccia. Un altro soldato accorse immediatamente e alzò il fucile, pronto a sparare. Tessa si buttò con forza all'indietro, facendo cadere entrambi a terra, e rotolò via proprio mentre l'altro premeva il grilletto.

Sentì l'uomo a terra urlare e vide il secondo soldato gettare a terra il fucile ed estrarre la pistola. Tessa tirò fuori dallo stivale il pugnale e in un unico, fluido movimento lo lanciò. Gli colpì la spalla e il soldato sbagliò la mira, facendo a pezzi una finestra.

Tessa guardò con rassegnazione il vetro distrutto e corse a riprendere il pugnale. Il soldato giaceva sul terreno con gli occhi spalancati dalla paura. La Regina semplicemente sorrise e disse, "Scusa. La prossima volta non provare ad uccidermi."

Estrasse l'arma dalla ferita e fischiò per chiamare Chico, che arrivò trottando. Montò velocemente, salutò con il braccio i lavoratori che erano usciti dalle capanne ,probabilmente svegliati dagli spari, e galoppò nella notte.

Colpi di pistola la seguirono mentre si allontanava, ma Tessa sapeva che i soldati non l'avrebbero seguita volentieri. 'A quest'ora vorranno solo tornarsene a dormire.' e rise, il sangue che scorreva selvaggio nelle vene, incitando il cavallo a correre. Le loro sagome erano unite come due parti di un unico animale.

 

Note: vorrei ringraziare IceWarrior, Vale e Corallo per le recensioni. Anche se non sono l'autrice, fa piacere sapere che il proprio lavoro è apprezzato.

Fioredivetro.

  
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