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Autore: Faraxdipanda    15/02/2007    2 recensioni
Questa è la storia del ragazzo che diverrà cavaliere del Panda, personaggio già citato in un'altra fanfic non mia; ovviamente riferita a me ^^ Vi sarei immensamente grato se receensiste dopo aver letto (se c'è qualcuno a leggermi ovviamente :D), non per il gusto di sapere quanti di voi mi hanno letto, ma per inserire consigli, critiche che possano migliorare e affinare le mie (scarse) abilità nella scrittura! Inoltre annuncio che cercherò di postare un capitolo alla settimana, per regolarizzare l'opera. Grazie mille a tutti!!! ^_^
Genere: Azione, Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La sera Farax e Lin cenarono con il resto degli abitanti del villaggio, con semplice ma ottimo pesce di lago, riso e una strana bevanda che sapeva di fermentazione; si erano radunati tutti nella grande taverna del villaggio, e ovviamente il tutto non poteva essere che gratuito per i due ragazzi, dopo quello che Farax aveva fatto per tutto il villaggio. I 6 della banda dopo due o tre ore si erano ripresi dallo shock della sconfitta e, ancora doloranti, se ne andarono in silenzio per evitare di prendere altre batoste, giurando che avrebbero cambiato stile di vita. Alla cena furono chiamati anche Sao e Zien, sorella e fratellino di Lin, e Farax potè constatare che bella famiglia che erano rimasta, nonostante vivessero in diverse parti della regione. Dopo la cena, e forse per il troppo bere, tutti erano stanchi e barcollavano ognuno verso le proprie case; Sao e Zien tornarono alla loro dimora, insieme al compagno della ragazza, verso una collina poco distante dal villaggio, mentre Farax, Lin e suo padre, che aveva bevuto un bel po’, tornarono alla loro casa. Entrarono, e Farax notò stranamente che era abbastanza spoglia, forse per colpa dei continui attacchi dei briganti; un tavolo, qualche sedia, uno sgabello, reti da pesca un po’ vecchie raggruppate nell’angolo sinistro, vi era un breve corridoio di fronte l’entrata, lungo il quale c’erano due stanze, mentre altre due erano sul lato sinistro e destro di questo; ma, nonostante tutto, dovette riconoscere che era molto accogliente.

-Farax, pensavo di farti dormire nella vecchia camera di Sao, c’è sempre il suo letto, ma è da un po’ che nessuno ci dorme, molto probabilmente sarà freddo e impolverato, ma questo passa il convento…eheh!- disse il padre di Lin con il viso allegro. Era una persona solare con un sorriso coinvolgente.

-Si…credo che sia perfetto. Poi sono così stanco che potrei dormire anche per terra…eheh.-

-Va bene, io vado a riposare, che domattina devo uscire per la pesca; buona notte Lin, figlia mia; buona notte Farax, ancora grazie di tutto! Buon viaggio domani.- sorrise e andò verso camera sua.

-Farax, vado a letto anche io, domani mattina partiremo quando ti sarai riposato, non c’è nessuna fretta; poi ho da preparare le provviste da portare per noi e il Maestro. Buona notte!-

-D’accordo, ho proprio bisogno di una dormita. Notte Lin!-

Così Farax si avvicinò alla ragazza, la baciò, e dopo che lei gli indicò la ex-camera di sua sorella, si diresse verso la sua stanza, e prima di chiudere la porta, fece un sorriso a Farax. Il ragazzo, dopo che Lin chiuse la porta, andò verso la camera, si buttò sul letto, e si addormentò immediatamente. Sognò cose strane, indefinite, nel buio, che non riuscivano a prendere forma, e che egli stesso non riusciva a riconoscere; duravano per poco, e poi scomparivano, e lui non sapeva cosa fare; poteva stare solo fermo a guardare e a sentire, come se fosse incatenato al muro; non riusciva a distinguere i sentimenti che provava: paura, no; tristezza, forse; incapacità, molto probabilmente; non era un incubo, ne ovviamente un sogno, gli sembrava come una premonizione, uno sguardo sul futuro, o sulla verità universale, qualcosa che lo avesse spiazzato e bloccato ogni suo movimento. Poi sognò la luce, e la vetta di un monte innevata a tratti, dove il sole risplendeva ed abbagliava a causa del bianco manto, e dormì sonni tranquilli. Il mattino dopo si svegliò all’abbaiare di un cane; al primo momento non aveva idea di dove si trovasse, poi si ricordò della camera della sorella di Lin, irriconoscibile adesso, illuminata al sole del tardo mattino. Così si alzò, si vestì e arrivo nella stanza d’ingresso che faceva da sala da pranzo e cucina, un po’ come la loro casetta sulla collina. Non c’era nessuno in casa, e nemmeno le reti da pesca, segno che il padre di Lin ancora non era tornato dal lago. Farax decise di uscire, per prendere una boccata d’aria, e girare un po’ il villaggio. La casa di Lin si trovava in uno dei quattro vicoli che stavano sugli angoli della piazza e che conducevano ad essa. Oltre la taverna, situata sul lato nord della piazza, vi erano la bottega del pesce, che il padre di Lin mandava avanti insieme ad un amico, e quella della carne sul lato est, poi c’erano quella della frutta e altri banchi di viandanti e commercianti mobili sul lato sud, e il piccolo tempio al dio del monte Wutaishan, situato sul lato ovest del villaggio, proprio sotto la grande sagoma del monte stesso. Mentre passava per le botteghe, per dare un’occhiata, Farax riceveva i saluti di tutti coloro che incontrava, e lui ricambiava. Lo guardavano con ammirazione e gratitudine, nonostante egli gradisse poco tutta questa attenzione. Si sentì chiamare alle spalle, si voltò, e c’era Lin:

-Ah…allora ti sei alzato…possiamo comunque partire, io ho finito di far provviste.-

-Va bene, ma tuo padre, non lo aspettiamo?-

-No, lui rimarrà al lago fino a metà pomeriggio oggi, quindi possiamo anche andare…la porti tu quella roba?- indicando una cesta in vimini piena di chissà quanto cibo

-Certo, non ti preoccupare!-

Farax si mise la cesta sulle spalle, e con Lin salutò la gente del villaggio, pronti per tornare alla collina. Il tempo era buono, ed il sole non era troppo caldo, quindi una giornata perfetta da passare all’aperto. Fecero a ritroso tutto il cammino, e arrivarono all’incrocio che stava sotto il boschetto di faggi. Qui si fermarono decisi a mangiare un boccone, giusto per proseguire tranquilli il cammino. Entrarono nella boscaglia e uscirono, ritrovandosi di fronte al canneto di bambù. Farax propose a Lin di andare a trovare i suoi amici Panda, e la ragazza accettò, onorata di poter vedere il luogo dell’addestramento speciale di Farax.

Allora, decisi e senza dubbi, iniziarono a passare fra le grandi canne, che si stagliavano alte e verdi. Farax stava davanti, e teneva il passaggio aperto per facilitare il cammino a Lin. Si ricordò di quando la dovette lasciare per eseguire l’addestramento li dentro, i sentimenti provati ma non espressi, la tristezza nel doverla lasciare, pur se per poco tempo. Lin invece era felicissima di poter entrare in quel luogo, finalmente poteva vedere e toccare con mano dove Farax era stato per così "tanto" tempo lontano da lei. Intanto il cammino proseguiva, ed entravano nella parte più interna del canneto; ma a Farax adesso non sembrava più paurosa ed oscura, e nemmeno le canne sembravano tanto impenetrabili come la prima volta; pensava che probabilmente era stato a causa dell’alluvione che la piantagione si era sfoltita, ma non poteva mentire a se stesso: adesso non era più un posto sconosciuto e pieno di pericoli, ma era una sua altra "casa". I due ragazzi proseguivano in silenzio, ognuno immerso nei suoi pensieri, fin quando arrivarono alla fine delle canne, e si trovarono davanti il corridoio naturale.

-Qui Lin, è dove ho fatto esplodere il mio cosmo per la prima volta, per salvare quei poveri Panda, e dove l’onda li stava travolgendo.-

-Oh Farax, è proprio come me lo hai descritto tu. È veramente un posto stupendo!- disse Lin, potendo osservare, in fondo al corridoio non tanto scuro quanto in passato, la bellissima oasi naturale, rigeneratasi in poco tempo, grazie alla natura incontaminata che la circondava e che rappresentava. Proseguirono il cammino lungo la parete sinistra del corridoio naturale, e Farax scorse che c’erano ancora resti di grandi canne buttate a terra quel giorno dalla furia dell’acqua, ma avevano dato posto a nuove e morbide canne che presto avrebbero potuto saziare i suoi amici.

Arrivarono all’oasi, ma era deserto, non si vedeva nemmeno un Panda. Farax pensò che forse li avevano spaventati entrando in modo "furtivo" in quello che era il loro rifugio; quindi decise di dare un accenno del suo cosmo, che forse li avrebbe potuti richiamare.

-Lin, stringiti a me, ti abbraccerò col mio cosmo e richiamerò i Panda!-

Lei, senza dire una parola, gli cinse la vita, e Farax iniziò a richiamare il suo cosmo verde brillante dal profondo del cuore, come una canzone segreta di cui solo lui conosceva il motivo e le parole. Ma adesso non c’era bisogno di farlo esplodere, quindi decise di farlo divagare nell’aria come un dolce profumo di natura e gioia, e così fece; Lin poteva distinguere le onde concentriche che Farax emanava dal suo corpo, così gli fece sentire la sua presenza costante, abbracciandolo e dandogli un bacio sul collo. Le onde di cosmo si diffusero in tutta la distesa di Bambù, e, in lontananza, i Panda, che si erano nascosti per paura di un pericolo, alzarono il muso, e come se una musica li guidasse, uscirono da dietro i grandi arbusti e gli antichi massi, e si diressero verso la fonte di quel profumo così buono e familiare. Farax sentì immediatamente la presenza degli amici nei paraggi, e così iniziò a richiamare a se il cosmo, in modo che anche i Panda si avvicinassero a loro; Lin adesso li potè vedere: erano molto grandi, ma non aveva paura, sapeva che se stava vicino al ragazzo, loro amico fraterno, non gli avrebbero fatto niente. Così i grandi animali si diressero verso i due ragazzi, guidati dal capo branco, il Panda ferito da Milo il giorno in cui Farax arrivò per l’addestramento, si avvicinò col muso al ragazzo, iniziando a strofinarsi il muso sul palmo della mano.

-Adesso puoi discostarti Lin, vieni, carezzalo anche tu.- e così dicendo prese la mano della ragazza, e la portò sulla pelliccia folta dell’animale, che capì che non c’era niente da temere da lei.

Anche gli altri membri del branco si avvicinarono, vecchi e cuccioli, maschi e femmine, e cos’ stettero per gran parte del pomeriggio.

Quando il cielo poi iniziava ad arrossire, Farax e Lin dovettero alzarsi dal morbido e verde manto d’erba, per dirigersi verso casa; Farax prese la cesta di nuovo sulle spalle, salutò il capobranco, e si avviarono verso il corridoio naturale e quindi verso l’uscita della piantagione.

Nel breve viaggio di ritorno i due ragazzi parlarono della splendida esperienza di quel pomeriggio, sicuri che sarebbero ritornati dai Panda per altri incontri.

Arrivati alla collina, riconobbero la forma familiare della loro casetta di legno, così accelerarono il passo, entrando di gran lena in casa. Li trovarono Milo in tenuta da allenamento con il sorriso sulla bocca e gli occhi raggianti.

-Salve Maestro!- dissero insieme i due ragazzi.

-Bentornati!-

-Bene…vado a preparare la cena.- disse Lin.

-Aspetta…vi devo fare un grande annuncio; ho visto quello che ha fatto Farax al villaggio, perciò ho preso una decisione: domani, il nostro ragazzo potrà salire sul monte Wutaishan per conquistarsi la sua Armatura d’Argento del Panda; complimenti Farax: il tuo addestramento è terminato!!-

  
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