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Autore: Sulle orme del fantasy    01/08/2012    1 recensioni
Tutto ebbe inizio quando le terre del Nord, governate da Re Orol, un grande elfo, riuscirono ad allontanare gli attacchi e le invasioni delle ombre e delle creature malvagie mandate dall'Oscuro Sovrano che governava le terre del Sud.
Quest'ultimo, conosciuto anche come l'Innominato, dopo essere stato battuto decide di lanciare una maledizione su tutte le figlie femmine che sarebbero nate nella città di Avra in quel determinato periodo, sapendo che anche la moglie del Re Orol aspettava una bambina.
Sarebbero nate tutte femidi, cioè morte ma costrette a vagare sulla terra per sempre. Così che le ombre avessero potuto rapirle e addestrarle a combattere. Sarebbero diventate delle armi nelle mani dell'Oscuro.
Il Re delle terre del Nord non ebbe il coraggio di bruciare il corpo della figlia per evitare tutto questo. Decise dunque di nasconderla a palazzo, nelle segrete.
Quando la ragazza cresce, però, sente il bisogno di conoscere il mondo..
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
 
 
 
 
 
Quel luogo sembrava vuoto, solo un buio immenso, senza via d’uscita. Si muoveva con incertezza anche se era sicuro di quello che faceva. Ecco una luce. Debole, ma sempre un punto di riferimento. Aumentò il passo, era di scuro vicino, poteva udire le urla strazianti delle anime che venivano torturate, o il silenzio di chi non aveva il coraggio di urlare per paura che il dolore aumentasse.
Si voltò di scatto alla sua destra. C’era buio, davvero buio, ma si poteva intravvedere una sagoma familiare.
- Ehi, qual buon vento ti porta qui? – domandò il ragazzo nascosto nell’oscurità.
- Ken. Portami da lui. – disse il ragazzo.
- Lui chi? – domandò Ken spostandosi di poco dall’ombra che lo copriva.
- Hai capito benissimo. -
- E va bene. Ma sta attento, oggi non è di buon umore. – ridacchiò con una voce da far venire i brividi. Passò avanti e lo condusse in un lungo corridoio. Faceva davvero freddo lì.
Il ragazzo, vedendo che il passaggio si faceva sempre più stretto, tentò di appoggiarsi alla parete ma subito ritirò la mano. Era impiastricciata di un liquido semisolido, forse verdastro o quasi azzurro, non si capiva bene con il buio che offuscava la vista.
- Eccoci. – disse Ken e indicò un’entrata poco distante.
Il ragazzo lo guardò, non si fidava di lui, era da tempo che non lavoravano insieme.
- Che c’è? Non ti fidi? – ridacchiò ancora. – Non crederai che io voglia rinchiuderti là dentro? Siamo amici no? Non lo farei mai. – continuò. Sul suo viso si allargò un sorriso beffardo.
Il ragazzo si volse e raggiunse la porta, poggiò la mano su di essa. Era davvero fredda, tutto lì era freddo. Non ci fu neanche bisogno di spingerla, si aprì lentamente.
Una luce immensa, di un colore bianco accecante, lo avvolse e lo trascinò via con se.
Quando aprì gli occhi era ancora frastornato e lo colpì un forte mal di testa.
- Ben tornato … Firian – disse una grossa voce che sembrava provenire dal nulla. Era una voce tremolante, ne vecchia ne giovane.
- Dove sei? – chiese deciso il ragazzo.
La voce scoppiò in una lunga e forte risata. Quando smise fece un grande respiro, poi riprese: - Io non ci sono … - si sentì un’altra risata in sottofondo. Più tenue.
Firian si mosse lentamente verso la parete. Era bagnata, non era la sostanza che ricopriva le pareti del corridoio, questa era più liquida.
Si voltò a osservare le mani. Era sangue.
- Adesso il sangue ti spaventa, Firian? Non sei più il guerriero che ho addestrato anni fa allora … - rincominciò. Questa volta la voce sembrava al quanto dispiaciuta.
- Io non ho paura. – rispose Firian fregando le mani sul pantalone per levare via il sangue. Prima non lo sentiva, ma ora l’odore era davvero pungente.
- Perché sei qui? – domandò la voce.
- Sono qui perché ho scoperto cose che nessuno ha mai voluto si sapessero. -
- Ah si … e che cosa? -
- Le Femidi, padrone. – rispose.
 
  
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