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Autore: Caterina_Yep    01/08/2012    0 recensioni
Quì parlerò di una storia all'inizio assolutamente vera, poi pian piano diventerà inventata. Spero vi piacca. Grazie a tutti xx
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Uscii da scuola, mi diressi verso casa e sull’autobus incontrai quel ragazzo di cui mi ero tanto innamorata. Questo però non lo sapeva e mai lo avrebbe saputo. Si chiamava Riccardo. Io mi girai dalla parte opposta e andai a sedermi nel posto dietro l'autista. Lui, porca carota, mi vide e mi venne a salutare: “Ehi ciao! Non mi avevi visto?” Sorrise. Io mi incantai a guardarlo, quanto era bello mentre sorrideva? Oh mio dio, mi stavo sciogliendo! Mi schioccò le dita davanti agl'occhi. Io mi ripresi e gli dissi: “Oh scusa! Comunque no non ti avevo visto, scusami.” Lui mi fece un cenno come per dire 'tranquilla'. Io gli sorrisi. Poco dopo lui mi chiese come stavo. Io gli risposi semplicemente con un “bene” con annesso 'finto sorriso', mentre volevo dirgli “Tutte le sere con il cuore a pezzi, gli occhi rossi e pieni di lacrime, ricordi tuoi che assomigliano tanto a pugnalate dritte al cuore, parole che rimbombano nella testa..Pensi io stia bene? Sto di merda. Io mi sono innamorata di te, del tuo sorriso, del tuo comportamento, delle tue labbra..Mi sento sola, inutile, lacerata senza te, ma nonostante questo non riesco a dirtelo perchè me ne vergogno e penso che non sia una cosa corrisposta, quindi sto sempre zitta.” Lui mi sorrise ma capii che qualcosa non andava e mi disse: “Qualcosa non va? Ti ho fatto qualcosa?” Che dolce, pensa sempre sia colpa sua. E' tenero. Io gli risposi: “No tranquillo, stavo solo pensando” Gli sorrisi. Non lo convinsi ma mi disse comunque “Capito”. Era arrivata l'ora di scendere da quel mezzo con un mucchio di persone tutte attaccate, l'autobus. Così gli dissi: “Scusa, ora devo scendere.” Lui fece un faccia un po' sbalordita anche se non capii il perchè e mi disse: “Oh va bene, tranquilla. Ci sentiamo ok? Ciaoo” Io gli dissi: “Sì certo! Ciaoo” Appena scesa dall'autobus pensai 'E come ci sentiamo se non ho nemmeno il tuo numero?' Lasciai stare e andai a prendere il pollo al Poli. Arrivata a casa aprii la porta e dissi “Sono arrivataaa!”. Nessuno rispose. 'Wau che bell'accoglienza' pensai. Mi tolsi lo zaino e lo scaraventai per terra, mi misi una maglia non tanto lunga, ma che mi copriva quasi tutto il sedere e mi buttai nel letto. Ripensavo alla nostra conversazione quando sentii qualcuno bussare alla porta. Andai a vedere, era il mio migliore amico, Daniele (Dani). Aspettate, che ci fa qui LUI? Cominciavo a spaventarmi, pensavo fosse successo qualcosa. Aprii velocemente e lui mi guardò ridendo. Io squadrandomi dalla testa ai piedi gli dissi: “Qualcosa non va?” Lui mi rispose: “Pensavo in un'accoglienza un po' più coperta.” E mi fece l'occhiolino. Io risi a crepapelle e non badai a mettermi un paio di pantaloncini, tanto lui mi aveva visto pure in mutande e reggiseno, non avevo problemi. Lo feci entrare e gli dissi: “Qual buon vento ti porta a Endrizzi's house?” (Endrizzi è il mio cognome). Lui sorrise e mi disse: “Sono rimasto chiuso fuori, i miei sono a lavorare e mia sorella ha rientro a scuola. Non avevo voglia di andare fino in città a prendere le chiavi così ho pensato di venire da te, tanto oggi i tuoi non ci sono.” Io lo guardai male e gli chiesi: “Come non ci sono?” Lui: “Ah guarda che me l'avevi detto tu che non c'erano! Da quanto ho capito andavano a Verona” Io mi tirai una pacca in testa e mi dissi 'che stupida'. Lui rise. Bona perfetto, allora a pranzo eravamo io, lui e mio fratello. Chiamai mio fratello. “Ehi ciao!” “Ciao, qualcosa non va?” “No tranquillo, per che ora vieni?” Lui rimase in silenzio un attimo e poi mi disse: “Ci sei o ci fai?” Ci sono. Perchè?” “Forse perchè io sono con mà e pà, no?” “Oh mio dio, ricordami che sono stupida ti prego.” Il Dani rise perchè aveva capito. Anche mio fratello Filippo si mise a ridere e sentivo i miei che gli chiedevano perchè ridesse. Io gli risposi: “Chiedi ai vecchi quando tornate!” “Verso le sei.” Io gli risposi sorridendo: “Perfetto, allora dopo dì alla mamma che appena venite a casa mi deve portare ad allenamento per le sei e mezza. Non fate tardi” Lui mi disse: “Va bene scema, tengo d'occhio io l'ora!” “Thanks! Ci sentiamo più tardi che spendo a chiamarti. Ciao e buon pranzo!” Lui fece un accenno di risata e mi disse: “Noi abbiamo già mangiato come tutti i comuni cristiani, e anche te avresti già dovuto a mangiare! Comunque va bene, ci sentiamo dopo. Bacio” Io gli risposi: “Sì avrei dovuto ma siccome vi stavo aspettando, allora non ho mangiato. Ora vado che mi brontola la pancia, ciao. Bacio Ciccio”. Chiusi la chiamata e mi misi a ridere. Mandai un messaggio a mio fratello piccolo, Federico. Scrissi 'Ehi sfigato che è ancora a scuola, per quando arrivi a casa?' Lui mi rispose poco dopo dicendo 'Gne gne gne. Stai zitta che mi sconcentri ahaha. Comunque io torno per ora di cena perchè dopo esco con Hans e Daniele. Perchè?' Io risi quando lessi il messaggio, lo feci leggere a Daniele che intanto si era messo a preparare la tavola. Gli risposi 'Molto interessante la lezione vedo! ;) Ahaha. Comunque va bene, i vecchi e quell'altro stupido sono a Verona. Mi raccomando stai attento alla lezione. Ciao' Lui rispose ironicamente: 'Sarà fatto capo! ;) Ciao' Chiusi li la conversazione e dopo aver sentito tutta la famiglia (ECCHECCAZZ!), misi nel microonde il pollo che ero passata a prendere prima come ogni giovedì della settimana. Lo tirai fuori e Daniele mi guardò male dicendo: “E noi dobbiamo mangiare solo 'sta roba?” Io risi, sapevo che era sarcastico perchè era una porzione per quattro persone e noi eravamo solo in due. Accesi la tv, misi direttamente su Italia 1, sapevo che c'erano i Simpson. Erano le due meno dieci e ci mettemmo a mangiare. Parlando del più e del meno, guardando la tv passò il tempo e arrivarono le tre. Ci mettemmo sul letto a pancia all'aria a guardare il soffitto ed entrambi facemmo un sospiro. Fu lì che gli raccontai il mio 'incontro' con Riccardo e lui mi ascoltò attentamente. Gli dissi tutte le sensazioni che mi causava. Di punto in bianco si girò con il corpo verso di me e io feci lo stesso. Gli sorrisi forzatamente con gli occhi un po' rossi. In quel momento lui mi abbracciò. Ci stava di brutto. Lo ringraziai, lui sapeva sempre quando era il momento di stare seri, quando di scherzare, quando di lasciarmi stare e quando di abbracciarmi. Ci interruppe un messaggio, era il mio cellulare che si era illuminato quindi scesi dal letto e svogliatamente presi il telefono e senza nemmeno guardare chi era, aprii il messaggio...
  
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