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Autore: heiligerShadowfax    01/08/2012    3 recensioni
“In quello che è ormai lo stato delle cose, un uomo che dalla nascita fosse abbandonato a se stesso in mezzo agli altri sarebbe il più deforme di tutti” – Rousseau.
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Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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“In quello che è ormai lo stato delle cose, un uomo che dalla nascita fosse abbandonato a se stesso in mezzo agli altri sarebbe il più deforme di tutti” – Rousseau.
 
Prologo:un semplice ma curioso avvenimento che ha segnato l’inizio della nostra storia.
 
-ehi…-
-eh…?-
Due voci appena percettibili nella notte, tra sterpaglia secca e fichi d’india. Lontano il più possibile dalla città. Hanno camminato molto per arrivarci.
-che dici…me le fai vedere le lucciole?-
-siamo a ottobre, dove vuoi che le prenda? Non ce ne sono-
Due fratelli, due bambini, avvolti in vestiti troppo grandi per loro. La piccola sorellina è raggomitolata contro le gambe del fratello, lo guarda implorante, il visino corrucciato, pronta più che mai al suo ennesimo capriccio.
-lo sai che se non me le fai vedere io non posso dormire!-
-tu chiudi gli occhi, vedi che poi il sonno ti viene-, tedio nella voce del maggiore.
-eddai! Che ti costa? Solo per un po’!-
Il fratello sospira: -Cristo, Bea…ti farò crescere viziata da morire-. Accontenta i capricci della sorellina.
È lui il maggiore, è lui che deve occuparsi di entrambi, è lui che si è imposto di prendere, nel bene e nel male, nella sue scarse capacità, il ruolo che avrebbe dovuto essere di genitori ormai scomparsi. Quindi, nel bene o nel male, è lui che la deve viziare. Lei, che è tutto ciò che le resta.
Così il bambino solleva il dito indice, lo guarda annoiato. Pantomima che si ripete quasi ogni sera. Attorno al suo dito si crea un alone biancastro, formandosi da esalazioni si invisibile energia che sembra venire dalla terra. Un piccolo fuoco fatuo che inizia a svolazzare loro intorno, subito seguito da un terzo e da un quarto.
Piccole riverberi privi di significato per il ragazzetto. Grasse e divertenti lucciole per la bambina: il suo personale carillon.
I suoi occhi si fanno pesanti, il sonno arriva, ma arriva anche altro.
Cala su di loro come un’ombra.
Un’ombra che significa futuro.
Un uomo avvolto da un pastrano nero come la notte.
-tu, ragazzo, - voce ferma, autoritaria, nient’affatto sorpresa, eppure interessata, -dove hai imparato a fare quello?-
-non credo siano affari tuoi-, il ragazzino è pronto a scattare, anche a mordere se è necessario, tutto pur di proteggere la sorellina che ringhia come una cagnetta da grembo: -le lucciole lui le fa da sempre, ora vattene, o mio fratello ti fa andare a dormire con i vermi!-
-…lucciole?- L’ombra si contrae sotto quel cappuccio, forse assume la configurazione di un sorriso: -grosse minacce per dei bambini così piccoli-.
Sì, l’uomo ha sorriso.
 
Quell’uomo viene a loro con parole sconosciute.
Reclutatore: il suo incarico. Cosmo: qualcosa che, a quanto pare, il maggiore dei due possiede; la piccola forse è dotata solo di una buona dose di incoscienza.
Ed ancora…Santuario: una nuova casa. Potere, Onore, Gloria: un’offerta troppo allettante perché sia rifiutata.
 
Così accadde. Così i due fratelli si prepararono alla loro nuova vita. Così il bambino, anni dopo quell’incontro, comprese la vera natura di quei riverberi. Anni dopo ancora, il bambino divenuto ragazzo, comprese anche la natura del suo potere ed infine, il ragazzo divenuto uomo, ottenne una delle cariche più importanti alle quali potesse aspirare. Obliando il suo nome, pronto a conquistare realtà ben più alte: Death Mask. Gold Saint di Cancer.
  
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