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Autore: millyray    02/08/2012    2 recensioni
Cinque anni sono passati dall'ultima volta che abbiamo visto Brian, Justin, Michael, Ben, Linz, Mel e il resto della compagnia.
Come se la stanno cavando ora i nostri cari amici di Queer as Folk? Come procedono le loro vite? E, soprattutto, come vivono i due bimbi, Gus e Jenny, questa famiglia un po' "particolare"?
Una piccola Oneshot che non vuole essere niente di pretenzioso, ma spera solo di scaturire un po' di dolcezza :3
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hmm, mi permettete di dedicare questa storiella all’attuale presidente degli Stati Uniti d’America? XD

UN OVETTO KINDER E LA TRISTEZZA SE NE VA

Debbie faceva avanti e indietro dalla cucina al salotto ormai da tutta la mattina, fischiettando e muovendosi al ritmo della musica dei Beatles che già da ore usciva dallo stereo.
Era da giorni che si preparava per quel pranzo in famiglia, a metà settimana aveva già fatto la spesa e da due settimane ormai sfogliava vari libri di cucina per preparare un pasto memorabile. Insomma, capitava raramente che tutta la famiglia e gli amici si riunissero per mangiare e parlare tutti insieme appassionatamente.
E così lei ci metteva anima e corpo perché tutto fosse speciale e indimenticabile.

Dallo stereo partì improvvisamente una delle canzoni più energiche del gruppo che ha fatto sognare gli anni settanta, Rock and Roll music e Debbie poggiò i suoi succulenti manicaretti sul tavolo di legno che lei e Carl avevano comprato un po’ di tempo fa proprio per queste occasioni.

“Sei sicura che non vuoi una mano, Debbie?” le chiese Melanie, seduta sul divano insieme a Linz e al padrone di casa che intratteneva le loro ospiti, le prime ad essere arrivate.

“Oh no, tesoro, stai pure lì e rilassati”. Le rispose la donna con il suo solito sorriso cordiale e allegro. Se la cavava ancora perfettamente a portare i piatti in tavola da sola, d’altronde era quello che faceva da anni al Diner e che non aveva ancora smesso di fare.
Inoltre, loro erano le ospiti e non era educato e nemmeno giusto farle scomodare troppo.  

Melanie sorseggiò il suo vino, mentre Linz mostrava alla piccola Jenny come colorare senza uscire dai bordi. Accanto a loro, Gus giocava con i soldatini e i supereroi giocattolo che una volta erano di Michael e che Debbie non aveva mai pensato di buttare via.

“Allora, Mel, mi stavi raccontando di quel caso che segui”. Fece Carl, rivolto alla donna seduta di fronte a lui.

Melanie si entusiasmava sempre tanto quando parlava dei casi che seguiva in tribunale e dei clienti che doveva difendere e con Carl lo faceva sempre con piacere, forse perché lui la ascoltava interessato. Ma d’altronde, lei era un avvocato lui un poliziotto, qualche sintonia ci doveva pur essere.

In quel momento la porta d’ingresso si aprì facendo entrare Ben, Michael e Hunter, un po’ accaldati per il sole che picchiava quella mattina in cielo.

“Papà!” esclamò Jenny, alzando le braccia per farsi prendere in braccio dal padre.

“Ciao, piccola”. La salutò Michael con un sorriso, accontentandola e stringendola forte.

“Come state, ragazzi?” chiese Debbie, finendo di condire l’insalata.

“Non ci lamentiamo, per ora”. Le rispose Ben, mettendo un braccio attorno alle spalle del compagno che aveva ancora in braccio la bambina. Avevano entrambi raggiunto la quarantina, ma si tenevano piuttosto in forma, soprattutto Ben che non aveva perso neanche un chilo dei muscoli che aveva, mentre Michael non era cambiato molto da quando aveva trent’anni.

“Certo che non si lamentano. Non fanno che scopare dalla mattina alla sera”. Aggiunse Hunter col suo solito sarcasmo. Nemmeno lui era cambiato tanto, o meglio, il suo carattere non era cambiato affatto, ma l’aspetto stava pian piano mutando da quello di un adolescente a quello di un giovane uomo, con i lineamenti più forti e marcati e il mento più evidente e anche il fisico stava sviluppando caratteri più mascolini.

“Ehi, sta’ attento a come parli! Ci sono dei bambini qui!” lo sgridò Debbie, poggiando sul tavolo un piatto colmo di patate al forno.

Hunter per tutta risposta scosse le spalle e allungò una mano per prendere una patata, ma la nonna gli diede uno schiaffo sulla mano e lo guardò male.

“Non si mangia finché non arrivano tutti gli ospiti”.

Ben si unì alla conversazione tra Mel e Carl e Michael fece accomodare Jenny accanto a Linz.

Bussarono alla porta e il commissario Horvath si precipitò ad aprire accogliendo con un caloroso sorriso Emmett e Ted che sembravano star discutendo di un argomento piuttosto interessante.

“Bene, sembra che ormai ci siamo quasi tutti”. Commentò Mel, alzandosi dal divano per andare a sedersi a tavola.

Tutti ovviamente si accorsero che mancavano i due ospiti d’onore, visto che si facevano sempre attendere per non essere mai puntuali. Justin e Brian erano sempre gli ultimi ad arrivare, di qualsiasi cosa si trattasse, in particolare ai pranzi come quello.

Non dovettero, però, aspettare molto: Brian e Justin si presentarono in tutto il loro splendore, uno con i jeans scuri e  la camicia mezza sbottonata e l’altro con una maglietta piuttosto attillata e i pantaloni fino al ginocchio. Si trattavano bene, d’altronde non avevano problemi economici, Brian con la sua azienda pubblicitaria poteva ancora permettersi cose di marca e pure Justin che si stava facendo largo nel mondo dell’arte.
Brian, però, aveva ancora qualche crisi per l’età che avanzava e aveva già iniziato a strapparsi un paio di capelli bianchi. Ma finché non gli fosse toccato ricorrere alla tinta, gli andava bene.

Così si misero a tavola, colma delle più deliziose prelibatezze preparate da Debbie con anche l’aiuto del marito. Si erano sposati un paio di anni fa, nonostante la donna volesse essere solidale nei confronti del figlio ed erano ancora follemente innamorati e a letto facevano ancora faville.

I discorsi che si fecero a tavola furono dei più svariati: si parlò di lavoro, di vestiti, di moda, dei giocatori di football pieni di muscoli, ma soprattutto, si parlò di sesso. Come sempre.
Ted chiacchierava del suo lavoro come contabile nell’azienda di Brian e della sua relazione con Blake che quel giorno non era potuto venire per colpa di un altro impegno, Michael raccontò delle nuove idee che aveva in mente per Furore, Hunter li metteva al corrente di quello che faceva al college e dei vari gossip sui suoi compagni e Brian e Justin si inserivano ogni tanto con qualche battutina sconcia o a doppio senso.

“Questo pollo è veramente ottimo, Debbie”. Disse ad un certo punto Linz, per sviare il discorso dal sesso.

“Oh grazie, tesoro”.

“Sì, Linz ha ragione”. Aggiunse Emmett, pulendosi le mani nel tovagliolo per servirsi da bere. “Anche mia zia Lula faceva dei pranzi squisiti. Tutta la famiglia si riuniva una volta al mese a casa sua, attorno a un grande tavolo in sala da pranzo, solo che non eravamo così tanti, ovviamente. Ogni tanto però capitava di rivedere qualche vecchio parente ormai dimenticato. Lei faceva sempre da mangiare per un esercito, temendo comunque che fosse troppo poco. Alla fine ci portavamo sempre gli avanzi a casa e con quelli vivevamo per altre due settimane”.

Alcuni dei presenti risero divertiti. Emmett e i suoi aneddoti su zia Lula ormai erano diventati parte della routine. Ad alcuni sarebbe pure piaciuto conoscerla, questa zia Lula.

“Ma pensate che con l’elezione di questo nuovo presidente, cambieranno le cose?” chiese ad un certo punto Linz che, come al solito, preferiva parlare di cose pratiche e un po’ più serie. “Intendo, per noi. Pensate che avremo più diritti?”

“Non saprei”. Le rispose Ben. “Anche il fatto che sia stato eletto un presidente nero afroamericano è di per sé una novità. Obama, comunque, è molto diverso dal precedente e sono sicuro che porterà delle novità, anche positive”.

“Già. Credo abbia più buonsenso. Vuole pure finanziare l’aborto parziale, nonostante le critiche della chiesa cattolica”. Aggiunse Mel con nonchalance.

“Vedremo. Quello che è certo è che porterà un po’ di aria nuova in questo paese. E ce n’è proprio bisogno”. Concluse Debbie, servendosi dell’altro polpettone.

Gli unici che non erano seduti a tavola erano Gus e Jenny Rebecca. Subito dopo aver mangiato, si erano alzati da tavola ed erano andati a giocare, completamente disinteressati ai discorsi degli adulti, com’era giusto che due bambini lo fossero.

Gus, all’improvviso, mise giù i suoi soldatini e si fermò a guardare la sorellina che stava disegnando.

“Che cosa disegni?” le chiese, con l’innocenza di un bambino di nove anni.

La bambina, allora, si avvicinò a lui  e gli fece vedere un disegno piuttosto bambinesco, con degli omini fatti di cerchi per le teste e lineette per il corpo e altre forme geometriche per rappresentare il paesaggio. Sembrava aver ereditato la passione di Linz per l’arte, nonostante non fosse stata lei a concepirla.

“Questa qui è mamma Linz”. Disse, indicando una figura coi capelli biondi. “Questa è mamma Mel, questo è papà e questo è lo zio Ben”.

Gus rimase un attimo a guardare il disegno, come assorto, poi prese dei pennarelli e disegnò anche lui una figura, scrivendoci sopra il nome Brian.

“Questo è il mio papà, invece”.

Jenny si girò a guardare il fratellino e gli fece un sorriso, prima di continuare a colorare. Le mancavano ancora il sole e il tetto della casa.

“Jenny, ti va di uscire fuori a giocare?” le chiese allora Gus che forse si stava un po’ annoiando.

“No, non mi va. Preferisco stare qui”.

Il bambino, allora, provò a mettersi tranquillo, seduto per terra appoggiato al divano, sfogliando un fumetto che aveva trovato lì.

Dopo cinque minuti, però, Jenny gli domandò: “Gus, ma secondo te noi siamo una famiglia strana?”

Gus la guardò con la stessa espressione che assumeva Brian quando non sapeva cosa rispondere, probabilmente chiedendosi perché gli stesse facendo quella domanda.

“Perché?”

“Perché il mio amico Josh ha detto che noi siamo una famiglia strana. Che abbiamo due mamme e due papà diversi e che tutti i bambini, però, devono avere una mamma e un papà che si amano e sono sposati”. Spiegò lei, scostandosi i capelli scuri che le erano caduti sugli occhi.

“Noi non siamo una famiglia strana. Perché dobbiamo avere una sola mamma e un solo papà? E’ meglio averne due e poi anche le nostre mamme si amano e i nostri papà sono amici. E poi abbiamo lo zio Ben e lo zio Justin. E loro ci vogliono bene lo stesso. E se Josh ti dice questo allora non è tuo amico”. Aveva usato un tono un po’ duro nel risponderle, duro ma sincero, come lo sono tutti i bambini.

La sorellina si sentì immediatamente più rincuorata e così decise di tornare al suo disegno, le manine già tutte sporche di colori.

Gus all’improvviso si alzò e andò da Linz per chiederle qualcosa. Quando tornò, porse alla sorellina un ovetto Kinder.

“Tieni, è per te”.

Jenny lo prese, ma non lo mangiò subito.

“Josh mi ha anche chiesto se anche io sono lesbica come le nostre mamme”.

“Uffa, Jenny! Non devi ascoltare quello che ti dice Josh. Tu non sei lesbica e anche se lo sei non è importante”. Il bambino cominciò ad aprire il suo ovetto, un po’ stufo delle paranoie di sua sorella. “Però, io spero che tu non lo sei perché da grande ti voglio sposare”.

Jenny, allora, gli sorrise e cominciò anche lei a mangiare il suo dolcetto, improvvisamente dimentica di tutti quei discorsi.

Gus forse non si rendeva conto che cosa le aveva appena detto, era solo un bambino per poter sapere bene il significato di matrimonio o omosessualità. Forse dava anche poca importanza alla cosa o forse non ingigantiva la questione come invece facevano tutti, proprio perché era solo un bambino e i bambini non vedevano problemi da nessuna parte, magari anche perché non ce n’erano ed erano solo gli adulti a trovarli dappertutto e ad imporsi delle regole.

Magari non sapeva nemmeno bene che cos’era l’amore, l’amore di quel tipo, almeno. Ma voleva bene a sua sorella, avevano un rapporto speciale, non litigavano quasi mai e condividevano sempre tutto. 
E se due donne o due uomini potevano sposarsi perché non anche due fratelli?

***

MILLY’S SPACE…

Buonsalve!!!! Milly è venuta a tormentarvi anche qui, muahahahahaha!!!
Non so se mi conoscete, probabilmente no visto che è la prima volta che scrivo in questa sezione, ma se invece avete già letto qualche mia bellissima opera (Pulcino che muove le rotelle nella mia testa: che modesta. Milly: zitto tu u.u) allora sapete già di quali cose maligne, sadiche e brutali io sia capace ^^.
Ehehe, ok, in questa piccola oneshotina in realtà non c’è niente di maligno, anzi, io la trovo tenera (non la trovate tenera anche voi?), però, un giorno, parlando con la mia amica mi è venuta in mente e siccome sono una superfan di Queer as Folk (sebbene l’abbia scoperto solo da poco) ho deciso che anche voi altri dovevate leggerla e badate bene che non sarà l’ultima ^^. Quindi, sentirete ancora parlare di Millyray. Muahahahah!!!! *risata malefica*.

Ok, passiamo a qualche commentuccio. Allora: non ho idea di quali tipi di pranzi cucinasse zia Lula, forse non cucinava affatto (anche se ne dubito), però una citazione sulla mitica zia di Emmett ci stava. Ah, quanto stimo quella donna ^^ e anche suo nipote è veramente fantastico xD e a proposito di Zia Lula: io e la mia amica abbiamo creato una pagina su FB in suo onore dedicata a Queer as Folk. Ci piacerebbe tantissimo che ci deste un’occhiata. http://www.facebook.com/ZiaLula
Seconda cosa: sono passati cinque anni dall’ultima serie che hanno fatto, quindi la storia è ambientata nel 2010 anche perché Obama è appena arrivato al potere (viva Obama!!! xD), ma premetto che di politica non m’intendo molto, ho dovuto guardare un po’ su Wikipedia anche perché non mi ricordavo quando fosse stato eletto xD
Però non so esattamente quanti anni possano avere Gus e Jenny, quindi, perdonatemi magari certi errori tecnici. Eh, non si può sempre sapere tutto.
Inoltre, so che in America gli ovetti Kinder sono illegali, anche se non sono sicura che lo siano ancora, comunque ho deciso di concedermi una licenza poetica. Spero non vi dispiaccia ^^.

Bene, detto questo, lasciatemi un piccolo angolino per la reklaaaaameee!!! Allora, se vi siete innamorati di me (ne dubito, ma sperare non nuoce ^^) potete dare un’occhiatina alle altre mie ficcy, nella sezione di Harry Potter, in quella di Twilight e tra le Originali (una fic di cui vado molto fiera, Pervesness & Blood, sempre genere yaoi) e inoltre, su FB ho creato una pagina dedicata alle mie ficcy, Millys’ Space: http://www.facebook.com/MillysSpace (un bel Mi piace non mi dispiacerebbe ^^).

Ok, credo di avere finito di rompervi ^^.
Spero di ricevere tanti bei commentini, anche brutti eh, non fatevi problemi ^^.

Bacioni, M. 

P.S. la storia l’ho scritta sulle note della musica dei Beatles, in particolare Rock and Roll musica… potete ascoltarla mentre leggete ^^

  
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