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Autore: Maril_Swan    15/02/2007    1 recensioni
Proprio quando le cose stanno tornando alla normalità, una straniera arriva a Santa Elena e scombussola la vita di Tessa. (tradotta da Fioredivetro)
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Traduzione, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Scena 1

Scena 1

"Dottor Helm, che piacevole sorpresa," cinguettò Vera, quando vide il dottore avanzare lungo il sentiero verso di loro. Helm notò che la donna diede un colpetto scherzoso a Tessa con il piede, da sotto il tavolo. "Dev'essere un visita di cortesia, nessuno è malato. E dovete essere venuto a trovare Tessa, perchè non avete mai fatto tanta strada per vedere me."

Helm si sentì di colpo imbarazzato, fuori posto e indifeso, alla presenza delle due belle donne. Sapeva che le sue guance stavano iniziando ad arrossire, ma non c'era niente che potesse fare per evitarlo. Con un sorriso storto, rispose, "In effetti, sono venuto per vedere la Senorita Alvarado. Riguarda un incidente che è successo alla vostra hacienda, la scorsa notte."

Tessa aprì il ventaglio e lo agitò languidamente. Infine, disse, "Che incidente, dottore?Non ne so niente."

"Sembra che la Regine di Spada abbia fatto visita a casa vostra. Due soldati sono gravemente feriti, un'altro se l'è cavata con qualche ammaccatura. Ho pensato che voleste saperlo. Oh, e i braccianti sono tornati a lavoro. Apparentemente, la Regina è riuscita a farli ragionare...mi stavo stancando di disinfettare ferite e bendare ossa rotte."

"Perfavore, dottore, sedete qualche minuto con noi e bevete qualcosa.. Fa già molto caldo." Vera attraversò il patio con lo sguardo e vide Marta seduta vicino al muretto del giardino, un cestino ai suoi piedi, che si portava avanti con il cucito. "Marta," la chiamò con voce mielata, "Vorresti portare al dottore un bicchiere della tua eccellente limonata?"

Helm sedette di fronte a Tessa e cercò di non fissarla. La ragazza aveva gli occhi cerchiati di nero, come se non avesse dormito, e il suo viso era leggermente arrossato. 'Poverina,' pensò, 'questa volta le macchinazioni di Montoya l'hanno davvero provata. Ha l'aria stanca e depressa.' Ad alta voce disse, "Senorita Alvarado, se c'è qualcosa che posso fare per aiutarvi, dovete solo chiedere. Ritengo sconvolgente che un'impostora abbia preso possesso della vostra proprietà e non sia ancora stata punita. Non c'è un modo in cui possiate provare la vostra identità, oltre che aspettare qualcosa dalla Spagna?"

Marta versò al dottore un bicchiere di limonata e posò la brocca sul tavolo. "C'è una cosa, Dottor Helm,"  si intromise. "Tessa ha una voglia inusuale sulla schiena. Se riuscissimo a trovare il dottore o la levatrice che l'ha fatta nascere, potremmo provare che lei è la vera Maria Teresa Alvarado."

Helm sollevò le sopracciglia e sorrise. "Una voglia!Certo. Una prova inconfutabile. Marta," disse di cuore, "tu sei un genio!" spostò l'attenzione su Tessa, il cui colorito aveva raggiunto una graziosa tonalità di rosa. "Dov'è esattamente la voglia e di che forma è?"

"Alzati, Tessa, perfavore," la incitò Marta, tirandole il braccio per trascinarla in piedi. "Dobbiamo mostrare al dottore dov'è."

"Marta, insomma."protestò Tessa, quando fu costretta ad alzarsi controvoglia.

Helm fece l'occhiolino a Vera, che non riuscì a trattenere una risatina. Si stavano entrambi godendo questo piccolo diversivo. "Va tutto bene, Senorita Alvarado. Sono un dottore, ho visto moltissime schiene e voglie."

Marta fece girare Tessa e tirò la camicetta fuori dalla gonna, abbastanza perchè tutti potessero vedere una piccola voglia rossa a forma di mezzaluna, nella parte bassa della schiena.

"Una forma molto intrigante," commentò Helm, avvicinandosi per osservare meglio. "La voglia, intendo." e rise, quando Tessa si girò bruscamente e si riabbasso la camicia, fissandolo rabbiosamente.

"Se avete finito di prendermi in giro..." e con un fruscio di gonne, marciò verso la casa.

Vera strinse le labbra e sospirò. "Ho provato di tutto per distrarla, ma non fa che pensare alla sua hacienda. Si affligge tanto." Si rivolse a Marta. "Perchè non ci hai parlato prima di questa voglia?Manderò Gaspar a cercare informazioni tra i don per vedere se sanno chi assisteva le partorienti quando è nata Tessa. La levatrice potrebbe essere ancora viva da qualche parte. E, dottor Helm, forse voi potreste chiedere giù al pueblo."

"Vale certamente la pena provare, e potrebbe essere la sua unica possibilità. Grazie, Marta," disse Helm con un sorriso amichevole. "Potresti aver trovato la chiave per salvare la proprietà della tua padrona."

Scena 2

"Mia cara, ti stai preoccupando per niente." Montoya posò entrambe le mani sulle spalle di Sofia, "E' esattamente quel che ti avevo detto che sarebbe successo. Conosco quella bandita, non uccide nessuno che sia disarmato e non l'ho mai vista uccidere una donna. E' innocua, davvero, quasi patetica. Non preoccuparti, non tornerà. E se lo farà, ti ho assegnato più soldati per proteggerti." Le diede una pacca sul braccio e si avviò al suo ufficio.

"Colonnello Montoya, il problema non è che lei si è intrufolata in casa mia e mi ha puntato contro la spada. E' che ha detto esattamente quello di cui di mi sto iniziando a preoccupare. Mi ha avvertita che voi mi ucciderete appena non vi sarò più utile. Come posso essere sicura che non accadrà?"

La donna si affrettò a raggiungerlo nell'ufficio, facendo turbinare la gonna di seta, che Montoya riconobbe come una di quelle da sera di Tessa. Dovette sforzarsi di non scuotere la testa. 'Troppo elegante per quest'ora del giorno,' pensò mentre osservava meglio vestito e trucco. 'Troppo rossetto e cipria, non abbastanza pudica,' decise. 'Non reggerà molto a lungo come Senorita Alvarado. Anche un bambino riuscirebbe a guardare sotto la sua maschera.'

"Dobbiamo aspettare poche settimane ancora, Sofia, prima che tu possa legalmente trasferire a me il possesso dell'hacienda. Poi riceverai la tua ricompensa: oro sufficiente per andare ovunque e iniziare una nuova vita. Potrai essere una signora e nessuno saprà mai da dove vieni veramente. Pensaci, mia cara. Una seconda vita, con abbastanza soldi per viverla in grande stile."

"E nel frattempo?Nessuno in questo posto vuole parlare con me, i lavoratori dell'hacienda sono scontrosi e il cuoco non cucina niente di mangiabile. Non so per quanto ancora potrò sopportarlo. Almeno a Monterrey ero benvoluta."

"Certo che lo eri, Sofia," cercò di calmarla Montoya, "E lo sarai di nuovo. Porta pazienza, presto te ne andrai da qui con una piccola fortuna."

Finalmente convinta, Sofia aprì la porta e sorrise civettuola. "Perchè non venite alla mia hacienda per cena, Colonello? Potremmo passare una serata divertente insieme. Cibo, vino...e chi sa?"

Montoya fece un passo avanti e le baciò la mano. "Ottima idea, mia cara. Che ne dici di domani sera?" la guardò caldamente e si avvicinò la mano alla guancia. "Aspetterò con ansia, Sofia."

Con ciò, la donna uscì dall'ufficio con studiata lentezza.

Montoya si trattenne dallo sbattere la porta. 'La tua hacienda, come no!' pensò iroso. Appena fu sicuro che Sofia non era più a portata d'orecchio, il colonnello mandò a chiamare Grisham. Aveva un compito urgente per lui.

  
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