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Autore: MakieyoMela    02/08/2012    1 recensioni
Mi chiamo Kim Kibum e sono un adolescente in crisi di ormoni e con i pensieri confusi. Sono biondo tinto, i miei occhi sono felini quanto quelli di un gatto e le mie labbra a cuore pronte per dare il loro primo bacio. Un asso nella scuola, ma uno sfigato nell'amore. L'unica parte di me fasulla è che era completamente innamorato di mio fratello maggiore, completamente innamorato di Kim Jonghyun.
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jonghyun, Key, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Maybe I know, somewhere deep in my soul that love never lasts and we’ve got to find other ways to make it alone or keep a straight face. 
 
Tipico pranzo della domenica: papà al capo della tavola, mamma al suo fianco e mio fratello ed io dall'altra parte del tavolo. Ognuno era in silenzio gustando quelle prelibatezze che io e mia madre avevamo cucinato insieme quella mattina. Lei ci teneva tanto a quei pranzi: erano momenti da ricordare con la famiglia, momenti passati tutti insieme.
Osservai le occhiatine dolci che i miei genitori si passavano ogni tanto, erano una coppia strada. Diciotto anni di matrimonio e ancora si amavano come non so cosa. Eppure li invidiavo, loro non avevano dovuto superare nessun'ostacolo per amarsi.
Vidi Jonghyun al mio fianco buttare la braccia al cielo e arricciare le labbra -Aish, mamma era tutto squisito- Strabuzzai gli occhi nel vedere che aveva già finito. Vivevamo insieme da sempre ma ancora non mi ero abituata alla velocità di quel ragazzo nel mangiare.
-Dovresti ringraziare anche tuo fratello, mi ha dato una mano- Rispose lei gentile, ritornando a mangiare piano il suo riso ancora a metà.
Il più grande mi guardò ma aveva nettamente cambiato espressione, ora era dolce e con gli occhi luccicanti e mi accarezzò una mano sotto al tavolo -Grazie, fratellino-
L'accelerazione del mio cuore aumentò radicalmente e gli sorrisi soltanto, abbassando lo sguardo per non far notare le mie gote ormai rosse e cocenti. Era sempre così, succedeva sempre così, ogni volta che era dolce con me il mio cuore andava in subbuglio ed io non potevo che aspettare che tutto questo passasse. Ma lo volevo davvero, io volevo amarlo per davvero, volevo dimostrargli il mio amore.
Lasciò la mia mano e si alzò facendo un piccolo inchino quando tutti posammo il nostro sguardo su di lui -Vorrei uscire prima oggi, ho delle questioni da risolvere..-
-Successo qualcosa con Taemin, caro?- Jonghyun annuì solamente fissando mia madre che gli diede il consenso prima di vederlo sfrecciare via dalla stanza. Mi rabbuiai ma non potevo farci nulla. Continuavo a tenere la mia testa abbassata sulla ciotola e continuai a mangiare il mio pranzo.
Cosa che non potevo sopportare era che i nostri genitori avevano accettato il fatto che entrambi i loro figli fossero gay, o quasi, e aveva perfino accettato la relazione con Jonghyun e quel ragazzino di un anno inferiore a me ma non accettavano assolutamente il mio amore nei suoi confronti.
Poggiai le bacchette sul tavolo -Mamma, vado anche io, vado da Minho 'saeng che voleva vedermi stamattina- Non aspettai nemmeno il consenso, mi alzai dalla sedia e corsi di sopra a vestirmi con una semplice maglia a maniche lunghe, un jeans chiaro e una felpa un pò più grande di me che copriva il mio sedere e le mie mani.
Quando sentii la porta di camera di Jong sbattere uscii dalla camera incontrandolo di faccia -Esci?- Mi chiese con non curanza, iniziando a scendere le scale. Non gli risposi, solo insieme andammo a metterci gli anfibi neri di pelle all'entrata e ce ne andammo.
Minho e Taemin erano vicini di casa ma anche fin troppo amici per i miei gusti. Ammetto di aver provato in passato qualcosa per il mio 'saeng ma lui aveva in testa solo Taemin. Era un intreccio di persone che a me faceva venire solamente il mal di testa.
-Che ne dici se ci teniamo per mano fino svoltato l'angolo di casa di Taemin?- Propose, cacciando una mano dai suoi jeans larghi e scuri continuando a guardare davanti a se.
Fissai prima lui e poi la mano e dopo un pò decisi di intrecciarla alla mia notando il suo sorriso soddisfatto sul viso. La sua mano era così calda e grande rispetto alla mia, ma non di tanto. Quando una ventata mi fece venire i brividi, solo in quel momento mi resi conto di essermi dimenticato il cappotto a casa.
Jong mi guardò preoccupato e mi lasciò la mano mettendosi davanti a me -Hai freddo, Bummie?- Una morsa allo stomaco mi raggiunse facendo sì che le mie gote si ricolorarono per la seconda volta di rosso.
Annuii solamente abbassando lo sguardo fin quando non capii che si stava togliendo il cappotto viola da dosso per darmelo -Hyung! Ma così morirai di freddo- Protestai inutilmente quando me lo poggiò sulle spalle.
-E allora? Meglio che muoia io di freddo che tu- Abbassò lo sguardo rimanendo un braccio sulle mie spalle e riprendendo a camminare.
Lo fissai per non molto -Hyung..- Richiamai la sua attenzione con gli occhi lucidi per non so cosa.
Lui si girò a guardarmi -Dimmi, Bummie-
-Ci sarà mai un giorno dove noi potremmo stare insieme?-
La mia domanda lo spiazzò e allargò di poco gli occhi e sospirò aumentando la presa del suo braccio sulle mie spalle abbracciandomi del tutto -Non credo, Kibum..- Parole dette con sofferenza e tristezza.
Parole che fecero cadere quelle lacrime sul mio volto, asciugate dalla maglietta nera del ragazzo che mi teneva stretto.
-Dobbiamo accontentarci di vederci ogni giorno, di poterci guardare, toccare, parlare.. Ma non altro, non è giusto fare altro. Siamo fratelli- Sospirò per l'ennesima volta stringendomi ancora di più -Tu non sai quanto vorrei assaggiarti del tutto, quanto vorrei baciarti almeno una volta ma tu sai che non so mentire e se qualcuno ci chiedesse qualcosa.. Sarebbe un disastro-
Avevamo preso non so quante volte quel discorso finendo sempre alla stessa conclusione: Noi non eravamo fatti per stare insieme. C'era chi ci aveva detto che il nostro era solo un amore fraterno, c'era gli ci aveva detto che essendo gay entrambi potevamo confonderci con i sentimenti. Ma non era vera nessuna delle ipotesi.
Mi staccai dal suo abbraccio asciugando le lacrime che erano cadute -Stupido dinosauro, hai fatto colare il mio trucco, non te lo perdonerò mai- Sorrisi triste e voltai i tacchi continuando a camminare verso casa di Minho.
Il ragazzo dietro le mie spalle mi raggiunse in poco afferrandomi la mano e continuando a guardare dritto davanti a se, con voce più calda possibile disse quella parola che mi fece venir caldo nel bel mezzo della neve: -Saranghae, Kibum-



  
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