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Autore: iusip    16/02/2007    0 recensioni
Cosa sarebbe successo se le cose fossero andate in modo diverso, la notte in cui Kaori si traveste per uscire con Ryo? Si tratta di una rivisitazione in chiave moderna della puntata...spero vi piaccia! Sarà breve, altri due capitoli al massimo. Il titolo deriva da un libro che ho dovuto studiare per un esame: Fedra, variazioni sul mito. Ecco gli effetti allucinogeni dell'università....un bacione, buona lettura!
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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11 febbraio



h. 19:15



L’insegna luminosa del Sunrise Hill è la prima cosa che noto appena scendo dalla macchina di Eriko.

L’illuminazione è ad intermittenza e sembra quasi assecondare il battito irregolare di questo stupido organo pompa sangue, ovvero il mio cuore.

Sono nervosa come una ragazzina al suo primo appuntamento galante.

Pensandoci bene, sono una ragazzina al suo primo appuntamento galante.

Una ragazzina di quasi 28 anni, d’accordo, ma certe cose non cambiano mai.

La seconda cosa che noto, purtroppo con attimo di ritardo, è che quella stronza di Eriko mi ha abbandonata sola al mio destino.

Faccio appena in tempo ad accorgermi dei fari della sua auto che si allontanano, e in un attimo è andata, letteralmente desaparecida.

Sbatto i piedi a terra con stizza, quasi storcendomi la caviglia.

Sono ridicola.

Mi stringo nel mio cappottino nero, comprato apposta per l’occasione, poi entro nel locale, dove una musica jazz dolce e soffusa mi accoglie.

Ryo non è ancora arrivato.

La puntualità non è mai stata il suo forte.

Ordino da bere, un sobrio succo di frutta alla pesca, so bene di non reggere l’alcool e preferirei evitare di ubriacarmi proprio stasera.

Meglio fare una cazzata alla volta.

Mentre sto sorseggiando il mio drink, una mano – maschile- si poggia sulla mia spalla.

Sobbalzo, rischiando di versarmi il succo sul vestito.

Eriko non me lo perdonerebbe mai.

Mi giro con timore, sento chiaramente il battito del cuore nelle orecchie.

Gli occhi che incontro sono di un sorprendente azzurro cielo.

Un ciuffo di capelli biondi ricade sensualmente su uno degli occhi.

Oddio, e lui cosa ci fa qui?

“Signorina, lei è incantevole. La più luccicante delle stelle impallidirebbe al suo confronto. Le va di passare la serata con me? Una simile donna non dovrebbe bere sola sulle notte di una musica così dolce.”

Mick non si smentisce mai.

Quest’uomo è la galanteria fatta persona, nonostante la sua mano morta che cerca di accarezzarmi la coscia.

Però, non si è reso conto che “l’incantevole” donna che ha davanti è la socia del suo migliore amico.

Allora il mio travestimento funziona alla perfezione.

Bene bene, quel polipone cretino di Ryo ci cascherà in pieno.

Sto per dire a Mick che purtroppo sono già impegnata (se sapesse con chi!!), quando le urla isteriche di una cameriera mi interrompono.

“Signorina, le va di passare la nottata con me? Sono lo stallone di Shinjuku, vedrà che non se ne pentirà!!”

Ryo è arrivato.

“Quel cretino…ha una donna speciale al suo fianco e nonostante tutto si ostina a passare le serate in giro per locali.”

Le parole appena sussurrate di Mick mi creano uno strano magone in gola.

“Come ha detto, scusi?”, gli dico.

Forse mi sono sbagliata, forse ho capito male.

Mick mi guarda – uno sguardo strano, quasi sofferente – e mi sorride.

Un sorriso triste, triste come questa musica bianca che ci avvolge, io,lui, Ryo, quasi irreali in questa situazione anche troppo reale.

“Niente signorina. Non dicevo proprio niente. Solo che delle volte alcuni uomini non capiscono le fortune che la vita ha regalato loro, e se ne accorgono solo quando le hanno perse per sempre.”

Ancora, quel sorriso, dolce ma allo stesso tempo amaro, aspro.

Poi le mie orecchie percepiscono qualcosa che non avrei mai voluto sentire.

Mi volto di scatto, giusto in tempo per vedere una donna mora dalle forme generose nonché generosamente messe in mostra avvicinarsi a Ryo con fare sensuale.

“Allora sei tu, il famoso Stallone di Shinjuku…”

La bava che cola dalla bocca spalancata di Ryo mi dà il voltastomaco.

La sua mano che palpa il seno della donna mi fa decisamente incazzare.

“Sei libero stasera, Stallone? Fa tanto freddo fuori, e sono sicura che tu mi saprai scaldare.”

Diglielo Ryo, dille che hai un appuntamento con me.

Dillo a questa troia…

“In realtà aspettavo una persona…”

Visto bambolina gonfiabile? 1 a 0 per me…

“…ma visto che tarda ad arrivare, le farò compagnia molto volentieri…”

Si scambiano uno sguardo complice, poi escono assieme, senza sfiorarsi.

Il mio cuore precipita giù, sotto i tacchi appuntiti di queste scarpe che ho indossato per lui, solo per lui.

Così come ogni giorno lavo, cucino e stiro per lui, solo per lui.

Ma ogni volta è un’altra che lui cerca, che lui segue.

Gli occhi mi si riempiono di lacrime, che non verserò.

Non questa volta.

Non per lui.

Rieccola quella domanda insidiosa…

“Fino a dove l’orgoglio di una donna può essere sacrificato per l’uomo che ama?”

Ancora una volta sono costretta a piegarmi e raccogliere i cocci delle mie illusioni infrante, i mille granelli dei miei castelli di sabbia, volatili come aria, fragili come cristallo.

Una mano si poggia sul mio capo.

Alzo gli occhi, e ancora una volta li incrocio con quelli azzurri e tormentati di Mick.

Chissà a cosa sta pensando.

Chissà quanto dolore celano le sue iridi chiare.

Chissà se ha capito tutto.

Ma lui di certo sa, cosa vuol dire amare ma non essere ricambiati.

Paradossalmente, lui mi capisce più di chiunque altro.

Mi tende una mano.

“La mia proposta è ancora valida. Le va di trascorrere la serata con me?”

Lo guardo per un attimo, indecisa.

Non c’è traccia di libidine nei suoi occhi, solo una malinconia inesprimibile a parole.

La stessa che provo anche io.

Afferro le sue dita, decisa.

Mano nella mano usciamo dal locale, ma la musica dolce, bianca, ci accompagna, perché quella musica non appartiene a questo locale, ma fa parte di noi.









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