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Autore: Moira__03    02/08/2012    3 recensioni
Un nuovo modo di raccontare come io abbia ipotizzato l'inizio della relazione tra Bulma e Vegeta, descrivendo la trama e le situazioni tramite flashfic prettamente introspettive, senza far mancare spazi di quotidianità, discussioni e dialoghi.
Il tutto comincerà da quando Dende ha espresso il desiderio di riportare sulla Terra tutti coloro che erano sul pianeta Namecc eccetto Goku e Freezer. E da lì costruirò la storia su questa coppia
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-     Accettare     -


Per il momento gli sembrava tutto abbastanza perfetto.
La sua indole regale sembrava esser soddisfatta delle accortezze che la scienziata riserbasse per lui.
I giorni passavano e ormai la sua dignità sembrava aver creato attorno a sé una schermatura d’acciaio inespugnabile contro i violenti colpi scaturiti dalla continua indifferenza, o meglio ancora neutralità, che quei tre pazzi terrestri dimostravano nei riguardi della sua presenza.
Nemmeno lui riusciva a sentirsi più un vero saiyan quando intorno a lui non notava altro che sorrisetti e cordialità da parte di Bulma e la sua famiglia, a dispetto del terrore che avrebbero dovuto provare.
E fu in quel preciso momento che comprese perché il suo eterno rivale Kaaroth si fosse ammansito, non riconoscendo più la vena aliena che perennemente soggiornava nel suo temperamento.
Ma decise di rimanere. I sofisticati e aggiornatissimi aggeggi che lo scienziato Brief gli costruiva sotto richiesta, gli sarebbero ritornati molto utili. E al momento opportuno avrebbe abbandonato e distrutto quel pianeta, insieme ad ogni suo relativo ricordo.
Sarebbe ritornato ad essere il guerriero spietato di un tempo, ed  in più anche lui sarebbe diventato un super saiyan. Ma per farlo era costretto a soggiornare in quella maledetta e calorosa casa, affinché i suoi allenamenti fossero più intensi.
Kaaroth era morto. O almeno era stata quella la notizia.
“Goku è esploso insieme al pianeta Namecc”avevano detto, non facendo altro che decretare la sua bramata e inarrivabile vittoria contro quel traditore.
Era finalmente rimasto ad essere il solo essere, saiyan di pura razza in tutto l’universo.
Ma era ancora presto per cantar il suo successo. Perché quella dannatissima scienziata gli avrebbe riacceso in un solo colpo quel profondo odio, rendendo vane le sue speranze di non dover più vedere in giro quel saiyan divenuto schifosamente terrestre.
Aveva deciso di far alloggiare in quella enorme dimora, anche i musi verdi di Namecc, in modo tale da riportare in vita il loro amatissimo amico.
Che cosa schifosa sapere che un saiyan era persino in grado di farsi degli amici. Ma era andata così.
E lui domani avrebbe assistito alla comparsa del drago, per la seconda volta, ma stavolta non per i suoi sporchi desideri.
 
 
 




-     Rinunciare     -

 
Non riusciva ancora ad abituarsi.
Erano passati diversi giorni da quando quel saiyan aveva cautamente deciso di rimanere a casa sua.
Ma da dove le era balzato in mente poi, di invitare quel saiyan a soggiornare da lei?
Eppure non aveva dimenticato ciò che aveva combinato qualche anno prima, quando era approdato sulla terra insieme all’altro scimmione fatto a pezzi da lui stesso.
Ricordava vagamente quei giorni in cui solo il nome di Vegeta le arrecava un’emozione. Quella più terribile. Quella più dolorosa.
Ma ora quell’emozione era cambiata. Quasi si fosse ribaltata, passando da disdegno ad ammirazione.
Ed ora si ritrovava invece ad aver a che fare con i suoi occhi, quei dannati occhi, ogni santissimo giorno.
Ma peggio ancora, le stava bene.
Perché guardarlo in giro per casa sua – per quanto impossibile le sembrasse l’idea che un saiyan di quel calibro non aveva ancora fatto esplodere niente – la rendeva allegra.
Ma quell’allegria non derivava dall’influenza simpatica di quel saiyan, perché ne era assolutamente privo.
Non poteva nemmeno dire che derivasse dai suoi comportamenti, perché era paurosamente distaccato. Né una parola, né una cortesia, né gesti di ringraziamento.
Solo sguardi. Sguardi che impartivano ordini da rispettare obbligatoriamente. Erano più che altro minacce.
Poteva dire dunque che il tutto derivava semplicemente da lei. Come se avesse considerato la presenza di quell’ospite, una sfida.
Quasi che la presenza di Vegeta a casa sua, confermasse una guerra vinta e non combattuta.
Ma in fin dei conti - e se lo era sempre ripetuto, sia pur mille volte negato - quel saiyan la rendeva entusiasta perché era interessato a lui.
Bulma era strana. Lo era sempre stata. E soprattutto terribilmente imprevedibile.
Qualche anno prima provava nient’altro che un puro terrore per quel mercenario assetato di sangue. Ed ora non riusciva a notare di lui nient’altro che la sua oscura e silenziosa bellezza. Perché quell’alone di mistero che si portava dietro di sé, e che raggiungeva il massimo del suo cabalismo in quegli occhi assatanati, lo rendeva al contempo un essere intensamente ed atrocemente affascinante.
Ma sapeva che quella situazione non sarebbe potuta durare a lungo. E sebbene lei non era più spaventata dal saiyan, lo era da altro: la paura di innamorarsene, per quanto lontana potesse sembrarle quest’alternativa.
Ma per troncare sul nascere qualunque evenienza, avrebbe troncato ogni suo pensiero, ogni suo sguardo nascosto a partire da domani, quando sarebbe ritornato in vita Yamcha, sperando di amarlo ancora.
   
 
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