Capitolo
1: “Some
Questions”
Il ragazzo
giunse alla sede della polizia,
accompagnato dai due uomini in uniforme. Doveva ammettere che era a dir
poco
imbarazzante salire e scendere dalla loro macchina.
Nel farlo
provò una strana sensazione di…disagio.
Sapeva che di solito solo i delinquenti o coloro che avevano commesso
un reato
venivano scortati, e quel pensiero non lo confortava per niente. Anzi,
ne
aumentava l’angoscia.
Poi,
però, pensò al lato positivo… quella
situazione
sarebbe potuta servire ad accentuare la sua fama apparente di bad boy.
Anche se
quest’ultima idea se ne andò tanto velocemente
come era arrivata.
Sempre immerso
tra i suoi pensieri, seguì i
poliziotti all’interno dell’edificio e fu condotto,
sotto lo sguardo
incuriosito dei loro colleghi, nella sala apposita per gli
interrogatori.
Tutto
quello era assurdo.
Una volta seduto
al tavolo, alzò lo sguardo sul suo
interlocutore, preparandosi ad una lunga serie di domande.
-“Allora,
innanzitutto qual è il suo nome? Mi dia un
documento.”
-“Mi
chiamo Yong JunHyung.” disse, mentre estraeva la
patente dalla tasca dei jeans e la porgeva all’uomo.
-“Allora,
ricostruiamo insieme la situazione. Era al
semaforo, dietro quella ragazza, giusto?” il ragazzo
annuì con un cenno del
capo e l’uomo continuò “Una volta
scattato il verde, cos’è successo
precisamente?”
-“In
poche parole io sono partito ed ho urtato la
bicicletta della ragazza, facendole perdere
l’equilibrio.”
-“Come
mai, nonostante ci fosse qualcun altro
davanti a lei, non ha aspettato?”
-“Perché
non l’avevo vista. Quando me ne sono
accorto era troppo tardi, allora sono sceso dalla macchina e
l’ho soccorsa come
potevo.”
-“Allora
quella macchina in mezzo alla strada senza
un proprietario era la sua?”
-“Si,
era la mia.” Il ragazzo non si lasciò sfuggire
il verbo usato all’imperfetto, non era affatto un buon segno.
-“L’ha
portata via un carro attrezzi. Se la rivuole
deve rivolgersi direttamente alla ditta e dovrà pagare.
Tornando all’incidente…
conosceva già la ragazza?”
-“No,
è stata la prima volta che l’ho vista in vita
mia.” replicò JunHyung.
Sembrava
più in interrogatorio da omicidio. Forse
pensavano che lui ne avesse tentato uno? “Assurdo”
pensò ancora. Il poliziotto sembrò
pensarci su per qualche attimo, prima di
replicare.
-“Sentiremo
anche il parere della vittima, quando
sarà in grado di sostenere un paio di domande.”
-“Se
state pensando che io possa averlo fatto
volontariamente, vi sbagliate di grosso.” sbottò
improvvisamente il ragazzo, non
sopportando l’idea che si era fatto quell’uomo su
di lui. “Se avessi voluto
ucciderla, secondo voi, l’avrei aiutata subito dopo, facendo
chiamare i
soccorsi?
L’uomo
che aveva di fronte decise di non ribattere,
rimanendo impassibile davanti all’insinuazione del ragazzo.
-“Comunque,
io non la conoscevo.” ripeté convinto
JunHyung. “Anzi, volevo chiederle se mi poteva dire almeno il
suo nome.”
Sapeva
perfettamente che se gli avesse chiesto
dell’altro, quell’uomo non gli avrebbe rivelato
niente, sia per la privacy che
per il fatto di essere una specie di sospettato, quindi si
limitò a voler
sapere almeno come si chiamava.
-“Crystal.”
lo assecondò l’interrogatore. “Non posso
dirle altro.”
Finirono
brevemente la discussione, non avendo altro
da dirsi. Poi l’uomo prese tutte le informazioni necessarie
per rintracciare il
ragazzo, nel caso in cui si fossero dovuti rincontrare per
l’analoga
situazione.
-“Le
faremo sapere la spesa che dovrà versare per la
denuncia.” lo informarono, prima di congedarlo
definitivamente.
JunHyung
uscì da quell’edificio grigio, inspirando
profondamente l’aria fresca che lo circondava. In testa aveva
solo una cosa, o
meglio, un nome… Crystal. Se
lo tenne
bene a mente per quando sarebbe tornato in ospedale.
Quella sera
tornò all’appartamento, che condivideva
con due dei suoi amici, stanco morto. Era letteralmente a pezzi, tutta
quella
situazione lo aveva distrutto. Entrò in casa con in mano la
maglietta che aveva
usato per diminuire l’uscita del sangue dalla ferita della
ragazza.
Sperò
con tutto sé stesso di non incontrare nessuno
dei due nel tratto atrio-camera, ma, ovviamente, le sue speranze furono
del
tutto inutili.
Kikwang
spalancò sia gli occhi che la bocca alla
vista di quell’indumento intriso di sangue. Era seduto sul
divano intento a
vedere un documentario sull’alimentazione, quando
notò l’aspetto dell’amico.
-“Ehi!
Ma cosa ti è successo?!” disse, con un tono
che riprendeva un’esclamazione e una domanda insieme.
-“Lascia
stare.” biascicò il più grande, non
volendo
preoccupare l’altro.
-“Rientri
in casa con una t-shirt sanguinante in
mano ed un’espressione sconvolta in viso e mi dici di lasciar
stare?”
Come aveva
temuto, Gikwang non si dava per vinto. Se
c’era una persona in grado di tenergli testa era proprio lui,
ed era per quello
che erano diventati amici. Si
compensavano a vicenda. Lui, a differenza di tutte le persone
che
incontrava, aveva capito sin da subito la vera natura di JunHyung. Era
in grado
di capirlo, ed era il primo punto di riferimento per il ragazzo, poi
c’erano
anche gli altri.
-“Ok,
forse hai ragione. Hai diritto di sapere cosa
mi è successo. Però, aspetta un
attimo.” disse, prima di raggiungere la
stanzetta con la lavatrice e buttarci dentro la maglia. Come se il
sangue
sarebbe potuto andare via tanto facilmente.
Poi
tornò in sala, lasciandosi cadere nello spazio
di fianco all’amico e stirando le gambe.
-“Dov’è
DongWoon?” domandò, sperando di riuscire a
deviare l’attenzione sull’altro loro coinquilino.
DongWoon era il
più piccolo, aveva diciotto anni, ma
era prossimo ai diciannove, e frequentava ancora le Scuole Superiori.
Era anche
lui amico di Kikwang, infatti quest’ultimo lo aveva accolto
in casa (come aveva
fatto con JunHyung) per
permettergli di
studiare a Seul. I loro genitori si conoscevano da sempre, quindi erano
stati
felici di quella sua scelta.
-“È
andato a fare un po’ di spesa, in casa è rimasto
poco o niente. Ora, dimmi, cos’è
accaduto?”
Il maggiore gli
raccontò tutto per filo e per segno,
cercando di non tralasciare nulla. Quando ebbe finito, non si era
accorto che
DongWoon era appena rientrato da fuori e aveva sentito
l’ultima parte della
conversazione.
Il nuovo
arrivato portò le buste della spesa in
cucina e le abbandonò sul tavolo, per poi tornare dagli
altri due.
-“Chi
sarebbe all’ospedale?” domandò allarmato
il
più piccolo. Gli era parso di riconoscere quel nome, ma non
voleva sbagliarsi.
-“Una
ragazza. Per sbaglio l’ho tamponata con la
macchina e lei è caduta dalla bicicletta. Ora è
ricoverata all’ospedale di
Seul.”
-“Si,
l’ho sentito… volevo sapere il suo
nome.”
specificò l’altro.
-“Crystal,
o almeno così mi è stato detto.”
DongWoon
sbiancò tutto d’un colpo, cominciando a sudare
fastidiosamente.
-“Cognome?
Età?” chiese, con un tono di voce più
alto della norma.
I più
grandi si guardarono preoccupati dalla
reazione del minore.
-“Non
lo so, non hanno potuto dirmelo. Perché?”
-“Hyung…
se è chi penso io si tratta di una mia
compagna di classe, nonché amica di vecchia data.”
In fondo, quante Crystal
potevano esserci in tutta la Corea? Non molte probabilmente.
-“Perché
non ce ne hai mai parlato?” s’intromise
Kikwang, sorpreso.
-“Kiki,
non mi sembra il caso. Da quando in qua ci
parla delle sue conoscenze femminili? Lo sai che è un tipo
riservato.” disse
JunHyung.
La piega che
aveva preso la discussione era
completamente fuori luogo, così, l’ultimo che
aveva parlato, decise di tornare
sull’argomento principale, dato che gli premeva di
più.
-“Dimmi
chi è.” disse, sottintendendo che voleva sapere
più cose possibili su di lei.
DongWoon
arrossì appena, mentre prendeva posto accanto a loro. Era la
prima volta che
parlava apertamente di una ragazza, e la cosa lo metteva un
po’ in imbarazzo.
Soprattutto perché era una sua grande amica ed era rimasta
in segreto fino a
quel momento.
-“Beh,
si chiama Crystal Atrei. Ha origini italiane da parte di padre e
tedesche da
parte di madre, però lei è nata e cresciuta qui e
dice di non essere mai stata
in Italia o in Germania. Ovviamente ha la mia età, anche se
lei ha già compiuto
i diciannove. È una ragazza semplice e sempre solare, non
smette mai di
sorridere e le piace stare all’aria aperta.” disse,
ricordandosi delle
passeggiate che facevano sempre insieme nei parchi della
città. “Non capisco
come mai non sono ancora stato avvisato, però.”
Sbuffò
pesantemente, sottolineando la sua
inquietudine. L’idea di lei
all’ospedale,
ferita e dolorante, lo angosciava irrimediabilmente.
-“Devo
andare a trovarla.” sbottò poi
all’improvviso, alzandosi dal divano.
JunHyung lo
fermò, afferrandolo per un braccio e costringendolo
a voltarsi.
-“Io
vengo con te.” disse.
Kikwang, invece,
scosse la testa sconsolato e tentò
di farli ragionare.
-“Ragazzi…
è tardi, probabilmente l’ora del passo
è
già terminata. In più ci saranno i suoi genitori
e non vorranno rotture di scatole
al momento, visto che hanno una figlia ricoverata e in condizioni non
molto
buone.” parlò con ovvietà. “E
poi, scusa se te lo dico JunHyung, ma non credo
che tu sia il benvenuto lì. Sono più che sicuro
che i suoi attribuiranno a te
la colpa.”
-“Non
puoi dirlo, loro non mi hanno nemmeno visto,
potrei spacciarmi per un suo amico dato che c’è
anche Woonie con me.”
-“Si,
ma se la ragazza fosse sveglia, ti
riconoscerebbe e direbbe la verità.”
insisté il moro.
-“Stavolta
l’hai vinta te. Ma domani, la prima cosa
che farò sarà andarla a trovare. Devo scusarmi e
farmi perdonare, anche se so
già che non sarà affatto un’impresa
facile.” il più grande sembrò essersi
rassegnato alle parole di Kikwang.
Poi, anche
DongWoon lasciò perdere la questione,
proponendo all’altro di andare comunque insieme
l’indomani.
Colui
che era stato coinvolto nell’incidente non riuscì
a prendere sonno quella
notte. L’immagine di quella ragazza lo tormentava non appena
socchiudeva gli
occhi, così si ritrovava costretto a riaprirli
immediatamente. Si rigirò più e
più volte nel letto, attribuendo la colpa di quei tormenti
alla posizione
scomoda, ma non riuscì a trovare sollievo neanche per un
secondo.
Nella
stanza adiacente, il più piccolo sospirava pesantemente ogni
qualvolta pensava
all’espressione sofferente che doveva aver avuto Crystal al
momento
dell’impatto o del risveglio in ospedale. Aveva provato a
chiamarla e a
mandarle un messaggio, ma rispondeva la segreteria telefonica.
Probabilmente il
suo telefono era staccato.
GiKwang,
invece, ripensò all’accaduto che gli era stato
raccontato e all’espressione che
aveva JunHyung quando ne aveva parlato. Aveva notato qualcosa di
diverso nei
suoi atteggiamenti, quel qualcosa che di solito vedeva solo nel suo
sguardo.
Era ovvio che quell’esperienza appena vissuta, avrebbe
cambiato molto il suo
modo di fare. La sua maschera da bad boy stava già
cominciando a sgretolarsi.
Ora,
le situazioni sarebbero potute essere due, completamente differenti.
La
prima consisteva in uno sgretolamento completo, ma ciò
avrebbe richiesto
qualcosa di veramente…diverso
e mai
provato prima. Kikwang era convinto che solo l’amore avrebbe
potuto portare
fuori ciò che JunHyung nascondeva dentro di sé.
La
seconda situazione, invece, riguardava un’ispessirsi
ulteriore di quella
maschera di pietra. Più sofferenza provava, più
sentiva la necessità di
innalzare un muro intorno a sé.
Tutto dipendeva da ciò che sarebbe potuto accadere in futuro.
Eccomi di nuovo qui!! Spero di non avervi fatto aspettare troppo e di non avervi deluso con questo nuovo capitolo! So che, probabilmente, volevate l'incontro tra i due protagonisti, ma tranquilli, ciò avverrà nel prossimo capitolo!! ^.^ Questo è servito per capire meglio la situazione e per farvi conoscere gli altri personaggi... e che personaggi! *sbava* Ehm, ehm... scusate. *si ricompone, anche se sa che è per poco* Allora, cosa ne pensate? Forse è ancora presto per capirlo, però magari ora avete una vaga idea dell'ambiente della storia....o almeno credo. Boh! *si gratta la testa confusa* Voi siete d'accordo con Kikwang? Cosa succederà a JunHyung? Diventerà più "stronzo" o più "dolcioso"? *si improvvisa veggente e muove le mani intorno ad una sfera invisibile* Ok, credo sia meglio salutarvi, altrimenti non smetto più di sclerare! Alla prossima! Kisses, Alice... ^^
PS: Ci tengo a ringraziare chi mi ha recensito e tutti coloro che hanno letto! Gomawo!! *-* Ah! Ultima cosa: I BEAST HANNO VINTO L'MCountdown!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! OH YEAH! *saltella felice e scompare nel nulla* "Chissà! Forse riesco a materlializzarmi in collo ad uno di loro" *pensa*