Attenzione: la storia che state per leggere è stata scritta qualche mese fa, quando la quarta stagione era appena iniziata, quindi ci sono delle incongruenze rispetto alla trama. Detto questo... leggete e fatemi sapere cosa ne pensate!
Quello era uno dei ricordi
più belli della sua infanzia.
Era sempre suo padre a metterla a
letto. Quando aveva tre
anni, alla sera, mentre la madre riordinava in cucina, suo padre la
prendeva in
braccio che era già mezza addormentata, e la portava in
camera. Mentre la
portava, già le cantava la sua ninna nanna preferita.
“Row, row, row your
boat
Gently down the stream,
Merrily merrily, merrily,
merrily
Life is but a dream
Row, row, row your boat
Gently down the brook,
If you catch a little fish
Please let it off the
hook…”
Elizabeth si accoccolava sul suo
petto e ascoltava,
lasciandosi cullare dalla sua voce.
“Row, row, row your
boat
Gently down the creek,
If you see a little mouse
Listen to it squeak
Row, row, row your boat
Gently down the river,
If the river gets you wet
Don't forget to shiver
Row, row, row the boat
Gently to the shore,
If you see a lyin' bear
Don't forget
to roar…”
Lui apriva la porta della sua stanza
e, senza accendere la
luce, la metteva sul letto, rimboccandole le coperte.
“Row,
row, row your boat
Watch the water flow,
Rowing's fun but rowing's hard
That is what I know
Row, row, row your boat
Gently down the lake,
Don't stand up and rock the boat
That's a big mistake!
Row, row, row your boat
See the water run,
Rowing here and rowing there
Oh we're
almost done…”
Lei si addormentava subito dopo,
sentendo la voce di suo
padre che si allontanava.
“Row, row, row your
boat
Gently down the stream,
Ha ha fooled ya all
I'm a submarine
Row, row, row your boat
Gently down the stream,
Merrily merrily, merrily,
merrily
Life is but a dream”
Poi accostava la porta, mentre sua
madre si avvicinava.
“Si è
addormentata, Peter?” chiedeva, tutte le volte.
“Sì, Olive. Come
un angioletto.” le rispondeva lui.
Ma le voci dei suoi genitori erano
lontane, mentre Elizabeth
si perdeva nel mondo dei suoi sogni di bambina.
Ma ora era adulta. Quelli erano
ricordi di oltre 25 anni
prima.
Suo padre, Peter Bishop, era sempre
stato il suo eroe.
Elizabeth pendeva dalle sue labbra quando le raccontava le sue
avventure, di come
aveva salvato due mondi in pericolo, prima della sua nascita. Oppure
quando le
parlava di suo nonno e delle sue geniali pazzie.
Suo nonno, Walter Bishop…
Elizabeth se lo ricordava appena.
Era mancato quando aveva quattro anni, non aveva potuto conoscerlo
bene.
L’unico ricordo che le era rimasto di lui era quel
laboratorio, nel
seminterrato dell’edificio Kresge
dell’Università di Harvard, ormai
rimodernato, rispetto alle foto e ai video che aveva visto di quando ci
lavorava il nonno; l’unica costante era quella vasca
arruginita, in mezzo alla
stanza, che sua madre, Olivia, stava riempiendo di acqua, aiutata da
Henry,
fratello maggiore di Elizabeth, mentre suo padre discuteva in un angolo
con
Eddie, il compagno della giovane figlia.
Elizabeth si strinse
nell’accappatoio, in attesa. Eddie le
si avvicinò e la fissò, preoccupato.
“Lo so che è
inutile, ma te lo chiedo ancora. Sei sicura che
sia una buona idea?” le chiese il giovane uomo, mentre si
toglieva la maglia e
indossava anche lui l’accappatoio.
“Edward, te l’ho
già detto… è l’unico modo
per salvarlo… per
salvare nostro figlio…” rispose, carezzandosi la
pancia. Un debole calcio
proveniente dall’interno la fece sussultare e sorridere. Il
bambino stava bene,
per il momento.
Quando la vasca fu piena, Peter si
avvicinò a Elizabeth e
Eddie e li guardò negli occhi.
“Vi ho già
spiegato cosa succederà. Vi guiderò con la voce
finchè potrò, poi le capacità di
Elizabeth faranno il resto.” disse. Era
eccitato e preoccupato allo stesso tempo. In quel momento somigliava
molto a
Walter, per quel poco che Elizabeth ricordava.
Peter aveva oltre 60 anni, ormai, ma
continuava ad essere un
uomo geniale. Certo, non era paragonabile al genio di Walter, ma se era
diventato capo della Divisione Fringe ed era soprannominato
“l’Eroe dei due
Mondi” c’era sicuramente un motivo.
Elizabeth annuì, poi lo
abbraccò, tirando indietro le
lacrime.
“Grazie, papà.
Ti voglio bene.” disse.
Peter sorrise e le carezzò
i capelli, poi lei abbracciò
anche la madre e il fratello.
Infine si avvicinò alla
vasca e si tolse l’accappatoio.
Eddie fece lo stesso, e insieme entrarono nell’acqua.
Eddie la abbracciò, mentre
Henry chiudeva la vasca e Peter
dava le istruzioni attraverso il microfono.
Elizabeth chiuse gli occhi e si
concentrò su quella voce che,
improvvisamente sparì, come sparì
l’acqua in cui erano immersi lei e il suo
compagno.