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Autore: Sarasvathi    03/08/2012    2 recensioni
Come dice il titolo l'amore è acqua e muta facilmente...non è possibile dire di amare una persona davvero se prima non si capisce chi si è veramente e chi ti sta davanti...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di nuovo, sperando che questa volta sia la volta buona e che non abbia più problemi di connessione. Ringrazio Ele_vislove e RyuzakiUchiha per le loro recensioni (sul serio mi date una grande spinta a portare avanti questa ff); ringrazio anche chi segue.
Chiedo umilmente scusa per gli errori del capitolo precedente e spero che in questo ce ne siano pochi.
La canzone che ha ispirato il titolo, prendendo come sempre in considerazione ciò che ho scritto è ‘Totally Confused’ di Beck http://www.youtube.com/watch?v=G9DYqVBJbR0
Spero che questo capitolo più breve degli altri piaccia.
 
Mentre Yongguk continuava a esasperare il proprio corpo e quello di Zelo, si chiedeva se il ragazzo sarebbe stato pronto a un contatto più intimo.
Il piccolo ansimava, quasi incurante di chi potesse sentirlo e Bang pensò di aver trovato un altro animale della giungla oltre se stesso; per poco non rise al pensiero, ma il suo corpo stava già splendendo di felicità: finalmente stava leggendo il corpo di Jun, quel corpo che fino a qualche minuto prima la sua testa gli diceva di “guardare ma non toccare”; e ora invece il corpo di Zelo gli ordinava “Si prega di toccare” e Bang non aveva desiderato altro da mesi e mesi.
Zelo trovò in quei brividi delle sensazioni che non aveva mai immaginato si potessero provare; il suo cervello ci mise poco a registrarle, anzi, per un momento pensò fossero sempre state lì dentro e che aspettassero solo di essere trovate da giuste mani e giusti respiri agitati.
Poi, mentre Bang, lento e mieloso continuava a ispezionare il suo corpo, quasi fosse una miniera d’oro, proprio allora ebbe un attimo di lucidità oggettiva e, spalancati gli occhi tentò di parlare; il suo tentativo fallì, allora portò nelle braccia tutta la forza che aveva e spinse giù dal letto Bang.
Hyung” piagnucolò “cosa…perché…” e con lacrime agli occhi indossò i propri indumenti e uscì senza voltarsi indietro, senza vedere che il ragazzo senza maglietta, le guance rosse, seduto accanto al letto aveva il volto disperato.
E non era solo il volto a essere disperato: in quel momento, quando Zelo l’aveva respinto senza avviso e il suo corpo aveva combaciato con il pavimento freddo, era Diventato la Disperazione.
Rimase fermo in quel punto a pensare e ripensare a qualche suo comportamento detestabile quando sotto di lui Zelo stava gemendo e il suo corpo si strusciava contro il proprio.
Nel silenzio pesante del tardo mattino, la stanza di Bang era fredda, fuori la primavera cantava insieme al vociare umano; Bang non riusciva a far germogliare nessuno dei suoi piccoli fiori.
Non ci era mai riuscito: spesso si dimenticava di annaffiare, e le radici seccavano troppo in fretta; altre volte annaffiava così tanto che i fiori si stancavano presto dell’acqua e preferivano morire affogati che ingerire acqua in eccesso.
Non capiva dove sbagliava. Chiuse il viso nelle proprie mani e pensò che non avrebbe mai stretto nulla di importante.
 
Da quando avevano fatto pace Youngjae si era un po’ tranquillizzato e, poiché aveva avuto la possibilità di essere l’attivo per la prima volta si sentiva anche un po’ cambiato.
“Daehyunnie” aveva cominciato a chiamarlo e qualche volta prendeva il sopravvento sul compagno; non lo faceva apposta, ma entrare dentro il corpo di Daehyun gli era sembrato il paradiso: non era come essere penetrato, non ti senti invaso dal corpo sopra il tuo, non senti i tuoi pensieri più intimi trascinati su e giù da quel movimento esasperante. Quando sono entrato in Daehyun ho sentito l’attrito delle sue emozioni, l’avevo violato nella mente, non solo nel corpo.
E così aveva continuato a pensare e quando avrebbe avuto di nuovo la possibilità di provare qualcosa di simile.
Daehyun invece non riusciva più a essere spavaldo ed egoista come prima mentre lo faceva con Youngjae: sembrava che qualcun altro si fosse impossessato del suo corpo, qualcuno di estremamente delicato e confuso, un finto attivo che fa di tutto per mantenere la sua identità di passivo nascosta al partner.
 
Zelo cercò la stanza si Jongup, ma quando fu davanti alla sua porta pensò che non poteva andare da lui: forse voleva ancora Bang e parlargli di cosa avevano fatto non sembrava una cosa molto carina.
Allora corse da Daehyun. Aprì la porta senza bussare.
Daehyun stava ascoltando l’iPod senza far caso alle canzoni che scorrevano, pensando a chi fosse veramente, perché ora si sentiva così debole, dopo che Youngjae aveva aperto in due il buco della sua mente.
Quando alzò lo sguardo si accorse che Zelo si stava avvicinando e che aveva gli occhi lucidi. Tolse le cuffie e si accorse che il volume della musica era davvero alto, ma non riuscì a capire che canzone stesse ascoltando perché Zelo aveva cominciato a parlare insieme a lacrime rumorose.
“…e allora io non lo so cos’è successo e…e mi ha baciato e io non ho fatto niente per fermarlo e poi mi ha portato nel suo letto e…ha continuato a baciarmi e accarezzarmi e allora un momento ho pensato a quello che stava succedendo e io…perché non l’avevo fermato prima non lo so…a me non piacciono i ragazzi, non mi sono mai innamorato di un ragazzo e lui era a terra io non volevo spingerlo così forte e non ho guardato indietro…sarà arrabbiato? Dae…aiutami ti prego”
Zelo aveva inserito così tante informazioni nel suo discorso, così tante immagini e nessun soggetto che Daehyun non capì di chi stesse parlando “Zelo…cosa stai dicendo?”
“Ho detto che ero nella sua stanza per chiarire e allora non so cosa sia successo e…”
“Sì, quello l’ho capito” lo interruppe Daehyun “Ma quello che voglio sapere è: di chi stiamo parlando?”
Zelo fece un sospiro tremante e sussurrò il nome come fosse un segreto “Yongguk”
In un primo momento Daehyun non capì bene, poi ripensò a quello che Zelo gli aveva detto che era successo e diede il volto di Bang alla figura che aveva baciato Zelo, che l’aveva portato nel proprio letto, l’aveva accarezzato e baciato e infine Zelo aveva spinto a terra.
“Perché l’hai spinto a terra?”
“Non lo so” piagnucolò
“Avevi paura?”
“Non so…forse…era la prima volta che qualcun altro mi toccava così e mi è piaciuto però poi ho pensato che era un ragazzo e che era Bang…e non ho più pensato alle mie azioni”
“E l’hai lasciato a terra senza dirgli una parola?”
“Sì” abbassò lo sguardo e gonfiò lievemente le guance “Io non volevo, ma non so cosa mi abbia preso in quel momento e ora ho paura…”
“Capisco” poi abbracciò il ragazzo che pure essendo più piccolo era più alto e gli accarezzò i capelli “Vai a lavarti la faccia e poi vediamo di trovare qualche soluzione, va bene?”
Il piccolo annuì “Grazie, Dae”
L’altro rispose con un sorriso.
Ora poteva dedicarsi a qualcosa che lo poteva distrarre dalle sue domande esistenziali.
 
Quando Himchan si staccò dalle sue labbra, Jongup si sentì un attimo perso: perché Himchan l’aveva baciato di nuovo? Non gli aveva detto che era stato un errore quel primo bacio?
Alzò lo sguardo per rimproverare Himchan, ma lui se n’era già andato.
Perché? Perché mi ha baciato ed è svanito nel nulla? Dove sarà andato?
Jongup lo cercò per tutta la casa, ma non lo trovò. Si diresse infine verso l’ingresso e vide che le scarpe di Himchan mancavano. Chissà dove sarà andato….
Jongup prese una tazza e la riempì di the caldo, poi si sedette sul divano e accese la TV: oggi non avevano impegni.
Chissà se Bang e Zelo avranno risolto…chissà se Zelo avrà capito quanto Bang lo ama…chissà se…
Sentì la porta aprirsi: Himchan era ritornato.
Corse subito verso l’ingresso e rimase immobile quando vide Himchan passargli accanto come se niente fosse, senza nemmeno salutarlo.
Non provò nemmeno a fermarlo, tanto ci era rimasto male.
Si accorse che aveva la tazza ancora in mano e che il liquido al suo interno stava oscillando, perché tremo?
Ritornò in soggiorno a guardare la TV, un canale a casaccio, un drama che non stava seguendo, così pieno di smancerie, un uomo ricco che si innamora di una povera  ragazza scorbutica che incontra per caso. Chi è che guarda certe cazzate? Nessuno sano di mente potrebbe crederci…la vita non è così.
 
Himchan salì lentamente le scale e andò nella stanza di Bang. Bussò.
“Bang, sono io”
“Entra” fu un sussurro ovattato.
Kim aprì la porta e vide che Bang era in un angolino, vicino al letto e sembrava sconfitto.
“Sono venuto a chiederti scusa”
Bang fece un ghigno.
“Sul serio, scusa. Non avrei dovuto essere così cattivo, ma era da tanto che mi tenevo stretto quelle e cose e sai? Avevo sempre affermato di amarti, ma se ti avessi amato davvero non avrei potuto mai dire le cose che ho detto…forse un tempo, sì, all’inizio mi piacevi davvero tanto, ma col tempo devo aver perso questo sentimento negando di averlo fatto…scusa…avrei dovuto ascoltare Jongup sin dall’inizio…”
“Che c’entra Jongup?”
“Jongup mi aveva detto di lasciarti perdere, di non ostacolare te e Zelo…e sappi che ultimamente, se sei stato tanto vicino a Zelo è stato solo merito suo…pensavo non ti amasse perché ti aveva lasciato andare senza lottare…invece ti ama ancora e fa di tutto per renderti felice, anche se ne va la sua di felicità…”
“Da…davvero Jongup ti ha detto di..”
“Sì, è un peccato che tu non abbia scelto lui, ma ora, dopo averti chiesto scusa sono venuto a chiederti un favore”
“Spara”
“Lascia in pace Jongup. Aggiusta le cose con Zelo se non l’hai già fatto e vivi la tua vita.”
“E chi sei tu per chiedermi una cosa simile?”
Himchan si fece più serio e guardò Bang dritto negli occhi “Jongup è MIO. Non lo lascerò a nessuno. Prova solo ad avvicinarti a lui e non avrò pietà”
E detto ciò uscì dalla stanza del leader, in direzione di quella di Jongup.
 
Zelo si sedette di nuovo accanto a Daehyun “Cosa faccio ora?”
“Beh, prima di tutto: ti piace Bang?”
“Non lo so”
“Allora che ne dici se per adesso gli stai un po’ vicino, senza parlargli troppo e senza fargli capire niente…io starò li a tenerti d’occhio e se non ti piace stare vicino a lui devi fare così, guarda…” e gonfiò le guance accigliato; Zelo lo imitò.
“Se invece non ti fa né caldo né freddo alza gli occhi al cielo; se invece sei felice sorridi e se ti senti strano, insomma se senti che ti piace, leccati le labbra, ok?”
Zelo annuì con forza
“ah, ricordati di guardarmi quando capisci cosa provi, così poi possiamo vedere cos’è meglio fare”
“Grazie Daehyun, non so come ringraziarti!”
Daehyun sorrise e così anche Zelo.
P0oi Youngjae entrò e per un momento sperò che Daehyun non stesse sorridendo in quel modo a nessuno: quello che vide era il sorriso che il ragazzo gli aveva mostrato quando erano rimasti da soli e avevano iniziato la loro relazione. Per quale motivo doveva sorridere così a…Zelo? Sempre lui… chiuse la porta, nessuno dei due si era accorto della sua presenza; ritornò nella sua stanza e pensò che quella mattina non sarebbe dovuto ritornare nella sua stanza, dopo che aveva sentito tutto il trambusto al piano di sotto, ma lui era ritornato nella propria stanza e quando era ritornato da Daehyun l’aveva visto sorridere amorevolmente al maknae.
 
Himchan sapeva che Jongup non sarebbe risalito nella sua stanza, così aprì la porta della sua stanza e con un piccolo sorriso estrasse dalla tasca della giacca che non si era tolto dei fiorellini gialli che aveva raccolto per strada, mentre stava passeggiando. Non li aveva raccolti con l’intenzione di darli a Jongup, ma alla fine aveva deciso di lasciarli a lui; non glieli avrebbe mai potuti dare di persona: erano stupidi, piccoli e sarebbero appassiti in pochissimo tempo; inoltre, anche fossero stati costosi non avrebbe avuto il coraggio di darglieli.
Li appoggiò sul cuscino di Jongup, poi li riprese e aprì la finestra per buttarli, ma si fermò di colpo: perché non farlo? Non era un tipo romantico, ma nessuno avrebbe mai saputo che era stato lui, quindi nulla di cui vergognarsi.
Prima di posare i fiorellini, annusò il cuscino di Jongup: sì, questo era da lui: inebriarsi di piccole cose, come l’odore di Jongup sul cuscino; infine annusò i fiori e constatò che non avevano alcun odore particolare. Li posò sul cuscino e si chiuse la porta alle spalle.
 
Il pranzo fu silenzioso e quasi nessuno toccò cibo.
 
Bang sembrava perso nei suoi pensieri e qualche volta buttava l’occhio su Zelo che sedeva vicino a lui silenzioso, a volte su Jongup che sembrava triste.
Si ricordò delle parole di Himchan e quando vide che i due nemmeno si guardavano si chiese se non gli aveva raccontato un bugia.
Più di una volta pensò di chiederglielo, ma quello non era né il luogo né il momento adatto.
Si accorse che Zelo non aveva nemmeno provato a mangiare e che sembrava concentrato in qualcosa di misterioso, conosciuto solo a lui.
 
Himchan sedeva di fronte a Jongup, ma non alzò mai il viso dal suo piatto; tentò di mangiare, ma si chiese tutto il tempo cosa avrebbe pensato Jongup di quei stupidi fiorellini, anche se non avrebbe mai saputo chi glieli aveva portati lui, voleva sapere cosa ne avrebbe pensato.
Si chiese inoltre perché avessero stabilito la regola di consumare almeno un pasto al giorno insieme. L’aveva deciso Bang, forse per sembrare il più possibile una famiglia, ma in quel momento sembravano tutti degli estranei, persino Daehyun e Youngjae non parlavano tra di loro o cercavano di interagire con gli altri.
E la TV….perché cazzo nessuno l’accende?
 
Jongup tenne lo sguardo basso e ingoiò qualche boccone, qualche volta guardando verso Himchan che da quando era rientrato l’aveva ignorato. Non capiva il perché: era stato Himchan a baciare lui, non viceversa. Se c’era uno che doveva mettere il muso era lui, non Kim.
Notò che Bang e Zelo sedevano vicini, ma erano strani: Bang sembrava triste e Zelo guardava davanti a sé concentratissimo.
Jongup si sporse per vedere chi sedeva di fronte a Zelo: Daehyun.
Aggrottò le sopracciglia: perché Zelo guarda con aria così concentrata Daehyun?
Sembra stia per dirgli qualcosa di importante.
Allora Jongup si concentrò su Zelo e aspetto il messaggio tanto importante.
 
Daehyun guardava Zelo, in attesa di una risposta che non tardò ad arrivare.
 
Zelo non toccò cibo, ma si concentrò solo su Bang e su quello che provava ora a stare seduto vicino a lui.
Rispose a Daehyun che lo stava fissando: prima alzò gli occhi al cielo, poi fece capire a Daehyun che era solo l’inizio.
 
Daehyun aspettò la seconda frase di Zelo.
 
Zelo si aprì in un grandissimo sorriso.
 
Jongup non ci capì niente.
 
Youngjae guardò verso Zelo che stava sorridendo a Daehyun, poi verso Daehyun che stava annuendo concentrato.
 
Zelo aprì gli occhi come per dire che c’era un’ultima cosa: si passò la lingua tra le labbra.
 
Daehyun sorrise e annuì.
 
Jongup spalancò la bocca.
 
Youngjae fece cadere le bacchette rumorosamente.
 
Bang e Himchan alzarono di colpo la testa, senza capire perché Youngjae avesse fatto cadere le bacchette e avesse gli occhi sgranati e perché Jongup aveva aperto così tanto la bocca.
  
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