Prologo
-Occupato!-
Wilson
si diresse verso il posto vuoto di fianco a quello dove avrebbe voluto sedersi.
-Occupato!-
“anche questo...” pensò Wilson e compiendo una breve circumnavigazione del
tavolo si ritrovò a fianco dello sconosciuto inquilino proprietario di quel
pezzo di mensa.
Notando
quelle manovre l’individuo, intento a leggere un giornale, borbottò un –sei
straniero?-.
Wilson
fece no con la testa.
-Allora
hai bisogno di un otorino. C’è n’è uno bravissimo al secondo piano-.
-Grazie
ma non credo di averne bisogno- rispose educatamente Wilson. Era il suo primo
giorno di lavoro e l’unica cosa che non desiderava era fare polemica con
qualcuno.
-E
io invece credo di sì, a meno che tu non sia uno di quelli che fanno l’esatto
contrario di quello che gli si dice di fare, solo per il gusto di farlo…ma ops quello sono io- esclamò lo strano individuo soffocando
malamente una risata.
-La
mensa è piena e questi sono gli ultimi posti rimasti…-protestò Wilson tenendo
in precario equilibrio il suo vassoio. Non ottenendo risposta si risolse per
accomodarsi lì, nel caso si sarebbe spostato.
A
quella mossa, evidentemente inaspettata lo sconosciuto al tavolo levò la testa
di scatto, sorpreso. Aveva i capelli spettinati, la barba incolta e una giacca spiegazzata di tweed verdognola,
ma quello che colpiva erano i due grandi occhi azzurri, profondi e penetranti.
Sotto quello sguardo indagatore Wilson si sentì un po’ a disagio.
Apparentemente
soddisfatto da quel breve colloquio l’uomo davanti a lui fece spallucce e tornò
al suo giornale.
Dal
canto suo Wilson controllò l’orologio, erano le due e alle due e mezza aveva un
colloquio.
“Accidenti”
mormorò sommessamente, ma non abbastanza da non farsi sentire dal suo vicino:
l’insalata non era condita.
-Cosa
succede? Hai scoperto che la mensa del Princeton Plainsboro
Hospital non è così allettante come raccontavano nell’ultimo numero di Gourmet
e vuoi già andartene via? Al primo giorno di lavoro?-.
Come
diavolo faceva quel tizio a sapere che era il suo primo giorno?
Ma
non ebbe il tempo di domandarglielo, perché quello emise un fischio lungo e
prolungato- Sventola a ore dodici-.
Una
bella ragazza sui venti anni passò loro vicino.
-Scommetto
quello che vuoi che non toccherà nulla di quello che ha nel piatto. Si limiterà
a bere molto, sorridere tanto e a
toccare qualche fogliolina d’insalata, dopodichè dirà “Oh oggi non ho molta
fame” e metterà da parte il tutto. Poi si alzerà, sorridendo sempre e andrà in
bagno a vomitare il tutto.-
Wilson
si voltò a guardare meglio la ragazza –e che cosa le suggerisce che…-
Sparito,
andato.
-Hei ma dove…?- si guardò intorno alla ricerca del suo misterioso
interlocutore e incontrò lo sguardo contrito della giovane ventenne. James Wilson,
nuovo oncologo del Princeton Plainsboro Hospital
osservò la ragazza sorridere e dire che quel giorno non aveva molta fame.