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Autore: Dark soul_    04/08/2012    3 recensioni
"Alexi? Voleva un bene dell'anima a quel ragazzo, lo amava ... ma come fratello... sì era come se Alexi fosse il suo fratellino e lui dovesse proteggerlo dalle insidie del mondo."
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Carry me away from my pain

Raskaana oleville



Janika era sdraiata sul letto del tastierista, i capelli leggermente arruffati ricadevano sui seni nudi, e con le dita giocava maliziosamente con l'elastico degli slip. Janne non poteva fare altro che guardarla, fissava la perfezione del diavolo mordendosi violentemente il labbro inferiore. Si avvicinò a lei e le posò le labbra sul collo iniziando a mordicchiarlo lentamente, la ragazza gli infilò le mani sotto la maglia leggera per sentire il calore della sua pelle, era dannatamente caldo nonostante in quella stanza che nessuno dei due conosceva ci dovevano essere meno di quindici gradi. Solo un letto trasandato, sul quale erano sdraiati i ragazzi, troneggiava al centro della camera, il resto era vuoto. I muri avevano la carta da parati rovinata e stracciata dall'umidità in molti punti e l'unica finestra sul lato destro del letto era ricoperta da un sacco della spazzatura nero. Non c'erano porte. Sembrava di essere in un film horror, il che rendeva tutto molto più eccitante. Non sapevano come si fossero trovati lì, ci si erano risvegliati e avevano iniziato a toccarsi e a stuzzicarsi a vicenda e ora Janne stava pregando la giovane di liberarlo dai pantaloni. Il suo desiderio fu esaudito e ben presto rimase completamente nudo; le sfilò in fretta gli slip e la penetrò con dolcezza e precisione, improvvisamente i colpi si fecero più veloci e più intensi facendo urlare Janika di piacere. Se lo sentiva, ancora poche spinte e sarebbe venuto, nascose il viso fra i capelli della ragazza e ... 

***
Janne si svegliò nel suo letto, era sudato e aveva una notevole erezione dolorante perché intrappolata dai boxer; Scostò i lunghi capelli arruffati dal viso e guardò l'orologio appoggiato sul comodino accanto al letto: erano le sei e trenta, poco male, non doveva sopportare i sensi di colpa per tutta la notte. 
Ormai dovevano essere due settimane che faceva sempre lo stesso sogno. Da quando aveva conosciuto Janika praticamente tutte le notti si ritrovava in un bagno di sudore e molto spesso con le mutande bagnate. Non che Janne e Janika avessero avuto rapporti più intimi di quelli fra semplici amici ed era proprio questo che lo faceva sentire in colpa, era come se fosse un depravato, un maniaco sessuale o una qualsiasi altra specie di pervertito.
Si alzò lentamente sbrogliandosi dalle coperte e si diresse, sempre a passo di lumaca, verso il bagno camminando a gambe larghe per le penose condizioni in cui si trovava: Non era davvero da lui! Raggiunse la porta di legno scuro e la spinse distrattamente con una mano, accese la luce che lo stordì per qualche secondo e lo costrinse a chiudere gli occhi un paio di volte e strofinarseli con foga. Arrivato al lavandino accese l'acqua fredda e se la buttò sul viso, si guardò allo specchio continuando a sentirsi un verme e a provare odio per il viso da cucciolo che in realtà nascondeva un pervertito.
Alexi irruppe insonnolito nella stanza e si fermò qualche secondo per osservare Janne, un sorriso malizioso si dipinse sul suo volto:
- Devi smetterla di guardare porno alle sei di mattina, tanto lo so che sei un segaiolo anche se ti nascondi -
Il tastierista si sentì avvampare le guance e arrossì, ma perché quel sadico nanetto non poteva farsi, letteralmente, i cazzi suoi una buona volta? Si girò verso il vocalist e lo squadrò velocemente, scosse la testa, dopotutto non era colpa sua; In realtà non era colpa di nessuno solo di una fantasia erotica molto nascosta che si faceva viva nei momenti più imbarazzanti e più impensabili:
- Ti devo parlare -
L'altro annuì distrattamente, in genere Janne aveva la mania di ingigantire le cose, probabilmente voleva solo dirgli che non si ammazzava di seghe e che era stufo di sentire stupide battutine sulla sua vita sessuale inesistente. Non dava troppo peso al tono preoccupato e leggermente spezzato del tastierista ma sapeva che quel ragazzo aveva bisogno di essere ascoltato e, anche se voleva dirgli la cazzata più grande del mondo, lui si sarebbe seduto e avrebbe fatto di tutto per non addormentarsi e seguire il filo del discorso per il semplice motivo che sapeva che Janne avrebbe fatto lo stesso per lui e era consapevole di dovergli la vita. Si sedette sul bordo della vasca e lasciò che l'altro gli raccontasse i dettagli meno spinti del sogno che, tuttavia, lasciavano ben poco spazio all'immaginazione. Non sapeva neanche lui se quella era una richiesta di aiuto o un semplice modo per confidarsi con qualcuno e per cercare di scacciare i brutti pensieri dalla sua testa. Quando ebbe finito cercò gli occhi color ghiaccio del vocalist ma non trovò ghiaccio, trovò una caldo mare tropicale di un celeste acceso che però lasciavano intuire il muro di imbarazzo che si era creato fra i due:
- E' arrivato il momento che io ti spieghi come nascono i bambini. -
Janne lo fulminò con lo sguardo ma si fece sfuggire un sorriso contraddittorio. Era questo che adorava del suo "compagno di merende", la spontaneità e la naturalezza con cui sparava cazzate che avrebbero resuscitato Kennedy dalle risate. Era palese che nessuno dei due sapesse cosa dire o cosa fare, e Alexi faceva sempre di tutto per buttarla sul ridere e per sdrammatizzare, sopratutto quando era imbarazzato e non sapeva cosa dire. Tuttavia era a conoscenza di ciò che serviva all'amico, a parte un po' di sesso selvaggio, e cerco di continuare, o meglio di iniziare, il discorso mettendoci meno ironia possibile:
- Cazzate a parte. Janne non sei un maniaco. E' perfettamente naturale! Insomma, lei è una bella ragazza e quando parliamo insieme facciamo una marea di doppi sensi, probabilmente è una reazione del tuo cervello che ti vuole far capire che hai bisogno di più di una semplice amicizia -
Ed ecco che i ruoli si erano invertiti. Come in uno struggente valzer sui carboni ardenti, nel loro rapporto si alternavano momenti in cui Janne faceva da mamma chioccia al piccolo pulcino sperduto chiamato Wildchild a momenti in cui il tastierista si sentiva sperduto e allora Alexi doveva dargli una mano a restare in pista. Ma a entrambi andava bene così. Non volevano un rapporto impari in cui c'era una figura dominante e una passiva, volevano essere amici e potersi aiutare reciprocamente indipendentemente dall'argomento o dalla situazione in cui si trovavano.
Il tastierista alzò le spalle poco convinto, sicuramente il vocalist ne sapeva di più in campo di donne, tuttavia non era sicuro di quello che gli veniva detto:
- Non lo so ... Non penso di volere più di un'amicizia da lei. Non è il mio tipo ... -
Alexi sbuffò nervosamente e protestò facendo notare al compagno che nessuna era il suo tipo e che se avesse continuato così sarebbe morto accarezzando un gatto spelacchiato. Ma dopotutto era la centesima volta che facevano quel discorso e in ogni caso il frontman cercava di dare una svegliata all'eterno ragazzino che si trovava di fronte:
- Fai una cosa... chiamala, invitala a cena fuori e provaci. Le cose sono due: o ti picchia o scopate. -
Janne si sistemò i capelli e sbadigliò, il sonno iniziava a farsi sentire di nuovo anche se sapeva che per quella notte non avrebbe più dormito:
- Lo faccio solo perché me lo dici tu. -
Il vocalist sorrise, certo che lo faceva per lui, Janne si era sempre fidato di lui e avrebbe continuato a farlo, si sarebbe gettato da una finestra se lui glielo avesse chiesto ... ovviamente Alexi non aveva nessuna intenzione di abusare della sua fiducia e tanto meno voleva essere coinvolto più di tanto nella sua vita sentimentale, così si alzò dalla vasca e dopo aver fatto un cenno ammiccante all'amico tornò nella sua camera dove aveva progettato di dormire per almeno altre due ore.
Il tastierista si diresse in salotto dove prese il telefono e compose il numero di Janika, nonostante non fossero neanche le sette di mattina sapeva che sarebbe stata sveglia, tuttavia il telefono suonò a vuoto una decina di volte prima che la voce registrata della segreteria annunciasse che "al momento l'utente chiamato non era disponibile"; Riattaccò. Probabilmente aveva fatto uno strappo alla regola e si era concessa un'altra ora di sonno. Poco male, avrebbe fatto  colazione con calma e avrebbe provato a richiamarla più tardi.  Entrò in cucina e posò il cellulare sul bancone, aprì il frigorifero e estrasse un cartone di latte e del formaggio che divorò senza neanche sedersi, il telefono lo informò che qualcuno gli aveva mandato un messaggio. Era Janika che si scusava dicendo che non era un buon momento e che avrebbe richiamato lei più tardi. Leggermente allarmato Janne rispose chiedendo se fosse tutto apposto tuttavia una volta tornato in salotto si sedette sul divano e si addormentò prima di poter leggere la risposta.
__

Lo svegliò Alexi picchiettandogli un dito contro il lobo dell'orecchio, il solito modo di quell'adorabile nanetto rompiscatole di fargli capire che era ora di muovere il culo. Aprì lentamente gli occhi impastati dal sonno e li strofinò dolcemente, la prima cosa che vide, oltre Alexi, fu Janika col viso segnato dal profonde occhiaie e gli occhi arrossati che minacciavano tempesta; Si mise a sedere e sbadigliò:
- Che succede? -
La ragazza si lasciò cadere sulla poltrona adiacente al divano e sbuffò:
- Janne sei un coglione. -
Il tastierista andò nel panico, cosa le aveva detto Alexi? E se aveva deciso di raccontarle tutto? No, non poteva averlo fatto, doveva essere successo qualcos'altro:
- Cosa ho fatto? -
Chiese con un filo di voce tremolante. Janika tirò su col naso e si sistemò i capelli:
- Ti ho chiamato una ventina di volte! Non mi hai mai risposto e mi sono preoccupata un casino, poi vengo qui e tu stai solo dormendo! -
L'altro, imbarazzato, cercò un modo per difendersi ma, non trovandolo, si limitò a scusarsi e a  chiedere perché quella mattina non aveva potuto rispondere; Janika sospirò e disse di essere stata in ospedale e che aveva brutte notizie, subito Janne credette che si trattasse della sorella, che stava peggiorando, ma Janika se ne uscì con un'affermazione peggiore:
- Sono incinta. -
Janne e Alexi spalancarono gli occhi e il vocalist squadrò Janne chiedendogli cosa diavolo avesse combinato tuttavia la ragazza ignorò gli sguardi e continuò il discorso:
- Tre mesi e mezzo. E' stato il mio ex ragazzo, ho pensato che non posso tenerlo ... penso che lo darò in adozione, ci sono tante coppie adulte che non possono avere figli e che sarebbero contentissime di accoglierne uno appena nato... -
Il tastierista non sapeva cosa rispondere, non poteva davvero voler dar via suo figlio! Si strofinò il viso con le mani cercando di mantenere la calma:
- Non puoi darlo via! -
L'altra cercò di non alzare la voce e rispose che era la soluzione migliore, perché lei era troppo giovane per crescere un bambino e doveva seguire sua sorella:
- Ti aiutiamo noi... potrei tenerlo per un po' io e ... -
- Ma per favore! -
Disse Janika alzando leggermente il tono:
- Sei una rockstar! Non hai tempo neanche per trovarti una ragazza non puoi avere il tempo per crescere il figlio di una sconosciuta e che non è nemmeno tuo. Lo voglio far adottare perché non so neanche gestire me stessa e poi non ho i soldi. Mia madre è un'impiegata in una banca e io lavoro sì e no come sarta... non ho i soldi per un figlio. -
Janne annuì, non poteva dargli torto. Lui non aveva tempo neanche per leggere un libro quando lavorava, era sempre in tour e fra una prova e l'altra era tanto se riusciva a andare in bagno. Un figlio era un impegno e comunque le disse che era una scelta che spettava a lei ma che se avesse voluto una mano per qualsiasi cosa lui ci sarebbe stato:
-Cambiando discorso. Perché mi hai chiamato stamattina? -
Il tastierista sbuffò e rispose che non era nulla di importante e la ragazza dopo aver annuito e aver bevuto un bicchiere d'acqua ringraziò per l'aiuto che le avevano offerto e se ne andò con la promessa che forse sarebbe tornata nel pomeriggio.
Alexi si sedette sul divano accanto all'amico che cercava di assimilare la notizia:
- Non gliel'hai detto ... -
Janne scosse la testa amareggiato:
- Mi ha detto che sta per avere un figlio, non penso che le importi uscire a cena o approfondire il nostro rapporto ... -
Il vocalist fece cenno di sì con la testa, non poteva dargli torto. Tuttavia gli disse che forse una ragazza che sta per avere un bambino ha bisogno di qualcuno che le stia vicino. L'altro disse che ci avrebbe pensato e si dileguò in camera sua.

  
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