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Autore: clare83    04/08/2012    1 recensioni
Questa è la mia prima storia, spero possa piacervi...
Sara è una giovane vedova mamma di due bambini. Per l'estate torna nel suo paesino per svagarsi e stare con i suoi genitori, inaspettatamente incontra di nuovo Walter...cosa succederà?
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ai miei tesori che nonostante la calura estiva

continuano a leggere la mia piccola storia!

 

Erano quindici giorni che si vedevano con regolarità, ma quel giorno Sara era andata via la mattina presto dicendo che aveva un impegno di lavoro. Walter si sentiva terribilmente stupido perché non aveva osato chiedere maggiori spiegazioni, ma soprattutto perché aveva passato l’intera giornata nell’attesa del suo ritorno, con un leggero senso di nervosismo. Walter era sempre stato un ragazzo autonomo, allergico ai rapporti seri e duraturi, ma tutto era cambiato da quando Sara e i suoi adorabili bambini erano piombati nella sua vita.


Il Preside, Prof. Emilio Spinetti, un uomo di circa sessant’anni magro dall’aria severa, l’aveva ricevuta nel suo ufficio e aveva ascoltato Sara con la sua espressione imperturbabile, poi l’aveva stupita dicendole che si aspettava le sue dimissioni dato il grande cambiamento che c’era stato nella sua vita. Il momento dei saluti era stato molto cordiale ma pur sempre formale, Sara era molto contenta, dopo questo incontro si sentiva più vicina alla sua nuova vita e prima di ripartire per Evançon aveva ritirato il nulla osta per iscrivere i suoi pargoli alla nuova scuola ed era passata da quella che presto sarebbe diventata la sua vecchia casa per iniziare a recuperare un po’ di roba.

Sara non aveva spiegato nei dettagli il motivo del suo colloquio con il Preside a Walter, a dire la verità non gli aveva neppure spiegato chiaramente che aveva intenzione di trasferirsi in pianta stabile a Evançon: temeva che lui interpretasse nel modo sbagliato la sua scelta. Però sulla strada del ritorno aveva deciso che glielo avrebbe detto prima del rientro dei ragazzi e quindi le rimanevano meno di ventiquattro ore. Prima di tutto decise di telefonargli:
- Ciao sono quasi a casa, tu come stai?
Walter era seduto sul divano, non aveva concluso nulla quel giorno, non aveva neppure fatto tutti i suoi soliti esercizi, e rispose al secondo squillo: - Ciao splendore…per colpa tua oggi mi sono annoiato a morte, e ti dirò che non ho ancora cenato…
La donna scoppiò in un’allegra risata: - Per caso mi stavi aspettando?
Ci fu un attimo di silenzio:- Più o meno, comunque se questo è un invito a cena….
- Ho guidato tutto il giorno, sono stanca morta, sinceramente speravo che un uomo affascinante mi offrisse la cena.
- Non so se lo puoi trovare a Evançon...
- Peccato, meno male che sono una mamma e in quanto tale devo sempre avere un piano B; se vuoi cenare con me cosa ne dici di farti trovare a casa mia, diciamo tra dieci minuti? Ho un paio di cose da portare in casa, almeno ti sfrutterò come facchino.
Mentre metteva fine alla comunicazione Sara pensò che, nonostante fossero stati separati per poco tempo, Walter le era mancato e non vedeva l’ora di riabbracciarlo. All’incirca dieci minuti dopo entrò nel suo cortile e trovò Walter con in mano due cartoni di pizza, quando la vide scendere dalla macchina le sorrise e le disse:- Sono abbastanza affascinanti per te due pizze ?
- Pensavo che non te l’avrei mai dovuto dire, ma, caro, mio tu ti sottovaluti- e così dicendo gli diede un bacio:- A quest’ora, e dopo la giornata che ho avuto, tu e le tue pizze siete molto affascinanti. Così tanto che prima mangeremo e poi scaricherai la mia macchina.
Detto questo salirono in casa, Walter convinse Sara a mangiare la pizza sul divano e lei tra un morso e l’altro di pizza gli confidò:
- Lo sai, hai una cattiva influenza su di me. Non permetto praticamente mai ai bambini di mangiare sul divano.
- Allora visto che domani tornano i ragazzi, organizzerò al più presto una cena a base di pizza sul tuo divano e li comprerò in maniera definitiva!
- Non credo che tu ne abbia davvero bisogno, però questo significa che non ti sei ancora stufato della mia pazza famiglia…
Walter si avvicinò a Sara e le diede un tenero bacio:
- Sei tu che hai una cattiva influenza su di me, sembra proprio che io non riesca a stare senza di te.
- E’ impossibile che io abbia una cattiva influenza su di te.
- Oh si invece, da quando mangio insieme a te seguo molto meno la mia ferrea dieta da atleta, dedico meno tempo agli allenamenti; negli ultimi sei mesi la mia sola preoccupazione è stata quella di rimettermi in forma mentre ora sono piuttosto distratto…
Finì la frase di nuovo sulle labbra di Sara, la donna avrebbe voluto lasciarsi andare con lui ma prima voleva raccontargli dei suoi recenti progetti. Perciò, a malincuore, pose fine al bacio e per non essere distratta dai suoi occhi appoggiò la schiena sul petto di Walter:
- Mentre stavi qui ad annoiarti, non ti sei domandato che cosa sono andata a fare al mare?
- In effetti ci ho pensato, hai detto che era un impegno di lavoro …
- Più o meno…
Sara si stava agitando perché temeva che Walter prendesse male il trasferimento suo e dei suoi bambini, non voleva apparire troppo pressante. D’altra parte l’uomo si era interrogato più volte nell’arco della giornata sul motivo per cui Sara si era allontanata da Evançon e non era riuscito a trovare una risposta. A furia di pensare aveva realizzato che le vacanze estive stavano velocemente volgendo al termine, questo significava che Sara sarebbe rientrata presto a casa per riprendere il lavoro: che cosa avrebbero fatto? Il silenzio di Sara non stava aiutando:
- Sara, scusa ma il tuo silenzio mi sta facendo preoccupare…
Walter percepiva il nervosismo di Sara e iniziò a massaggiarle lentamente le spalle nella speranza di aiutarla a rilassarsi:
- Sono una stupida, scusa non volevo farti preoccupare. Sono io ad essere preoccupata, non vorrei che prendessi questa notizia nel modo sbagliato…Uffa è inutile che ci giri tanto intorno: quest’oggi mi sono dimessa dal mio vecchio lavoro perché con la stagione invernale ho intenzione di prendere in mano la gestione del Rifugio delle fate.
Aveva parlato guardando dritto davanti a sè, non riusciva a girarsi per guardare nella sua direzione, lui d’altra parte aveva ascoltato incredulo, non sapeva che cosa aspettarsi da quel discorso, temeva che Sara si fosse fatta prendere dalle preoccupazioni per i mesi futuri e si stava preparando un’arringa molto accorata sui rapporti a distanza, nella stanza era calato un silenzio carico di attesa. Walter interruppe il suo flusso di pensieri e il suo volto si aprì in un ampio sorriso:
- Mi stai dicendo che volete trasferirvi qui in maniera definitiva?
- Si, direi proprio di si.
Sara ora lo guardava negli occhi, Walter era al settimo cielo e non aveva perso la sua voglia di scherzare: - Peccato però, stavo già pensando che visto che sono disoccupato potevo venire al mare a svernare!
Il momento delle chiacchiere era finito, Walter si chinò a baciare Sara che ora era completamente rilassata in quell’abbraccio; si sentiva di nuovo al sicuro, come non le capitava da tempo.


La mattina seguente Sara si svegliò nel suo letto, era un po’ confusa non ricordava come ci era arrivata; si mise a sedere rendendosi conto che non era nel letto ma sul letto con addosso la coperta di pile che generalmente teneva sul divano e indossava ancora gli abiti del giorno precedete. Volgendo lo sguardo verso il comodino per controllare l’ora sulla sveglia si rese conto che vi era appoggiato un biglietto: Addormentata, se possibile, sei ancora più bella era un vero peccato svegliarti! Arriverò da te verso le nove per fare colazione e poi, come promesso, ti aiuterò con la macchina. Un bacio, tuo Walter.

Sul suo viso apparve un tenero sorriso, era stato Walter che l’aveva sistemata nel letto e l’aveva coperta, ripensandoci però si sentì una stupida: ieri era la loro ultima serata da soli e lei si era addormentata, che figura!
Dal momento che mancavano ancora alcuni minuti alle nove decise di andare a farsi una doccia e cambiarsi; non poteva certo farsi trovare in quello stato.
Quando Walter arrivò con le due brioches, lei era si era cambiata e stava preparando il caffè. Si salutarono con un bacio appassionato.
- Buongiorno, mio salvatore! Ti devo delle scuse per ieri sera…
- Buongiorno, piccola non mi devi proprio nulla. Ieri avevi avuto una giornata pesante, avevi guidato tutto il giorno era normale che fossi stanca. Ormai mi hai dato lezioni di guida e quindi la prossima volta che dovrai fare tutta quella strada verrò a farti da autista, promesso.
Detto questo le depositò un leggero bacio sulla punta del naso e poi andò a sistemare le brioche per la colazione.

Dopo la colazione Walter scaricò il bagagliaio di Sara e poi lasciò la mammina intenta nei preparativi per accogliere l’arrivo dei suoi ometti, mentre lui aveva appuntamento con il fisioterapista doveva recuperare il tempo perduto nelle due settimane precedenti.



Il resto della giornata fu dedicato a svuotare le scatole che gentilmente Walter le aveva portato in casa e a preparare una cena di benvenuto per i suoi ometti. Nel primo pomeriggio Marco e Matteo telefonarono dicendo che erano in anticipo sulla tabella di marcia per cui entro le cinque al massimo sarebbero arrivati a casa. Per fortuna Sara era molto organizzata per cui quando i ragazzi arrivarono era già tutto pronto. Come ogni volta che rivedeva i suoi figli le sembrarono più grandi e più belli, i due le saltarono al collo e non la lasciarono per diversi minuti. I genitori di Sara la aiutarono a scaricare le valigie e poi andarono a casa, dopo due settimane di vacanza con i nipoti avevano bisogno di riposare. Il lavoro di mamma iniziò subito a pieno ritmo: all’ora di cena aveva già fatto due lavatrici e ascoltato gli aneddoti più divertenti. Quanto le erano mancati i suoi cuccioli!


Quando i bambini iniziarono a mangiare il tiramisù Sara decise di aggiornarli: - In queste due settimane ho avuto un po’ di tempo libero e ho potuto verificare che il trasferimento è possibile, sempre che voi non abbiate cambiato idea…

Marco e Matteo si bloccarono letteralmente con il cucchiaio a mezz’aria e poi, dopo un paio di secondi, che a Sara parvero interminabili, si alzarono da tavola e l’abbracciarono: -Certo mamma che siamo d’accordo! -
– Allora ci trasferiamo? Evviva!
Marco si sedette in braccio alla madre e non smetteva di dargli baci, Matteo ottenne il permesso di chiamare alcuni amici per dare la grande notizia, erano tutti euforici, anche Sara era felice pensava proprio di aver fatto la scelta giusta.
Superato il primo momento di grande felicità, Sara decise di parlare con i ragazzi anche di Walter, quanto meno pensò che fosse giusto “introdurre” l’argomento ed osservare le loro reazioni:
- Sapete in queste due settimane oltre ad essermi occupata del nostro trasferimento, ho avuto un po’ di tempo per rilassarmi.
Marco le disse:- Brava mamma hai fatto bene! Non sei stata da sola tutto il tempo, vero?
- No, tranquillo Walter mi ha fatto compagnia; sapete è davvero simpatico.
Questa volta fu Matteo a rispondere tranquillo:
- Bene, bene.
Marco sorrideva felice, mentre il fratello maggiore aveva ripreso a mangiare la seconda porzione di tiramisù, segno che la conversazione non aveva creato alcun nervosismo, Sara pensò che fosse un buon segno.
Erano ormai le nove, quando qualcuno bussò alla porta e Sara lasciò che fossero i ragazzi ad aprire, immaginava che potesse essere Walter e voleva vedere come si sarebbero salutati. Appena Matteo aprì la porta Marco saltò al collo di Walter e gli disse:- Ciao, che bello sei venuto a salutarci! Abbiamo un sacco di cose da raccontarti e una grande novità.
Matteo non era affettuoso quanto suo fratello ma salutò calorosamente Walter, Sara offrì subito un po’ di tiramisù al suo nuovo ospite, appena si sedette Marco e Matteo non resistettero oltre e diedero a Walter la grande notizia, a distanza di ventiquattrore dal primo annuncio l’uomo sfoderò di nuovo il suo miglior sorriso entusiasta: - Sono felice! Allora andrete nella stessa scuola che abbiamo frequentato io e vostra madre…sarà divertente e poi in inverno potremo sciare insieme.
Sara aveva osservato la scena da lontano rimendo in silenzio; era quasi commovente, era come vedere i pezzi di un puzzle che andavano a posto da soli, non poteva chiedere di più.

Matteo attese che Walter finisse di mangiare il dolce e poi gli chiese aiuto per scaricare le foto della vacanza sul pc, quando furono da soli gli disse:- Grazie per aver tenuto compagnia alla mamma mentre noi eravamo via, com’è andata con lei?

L’espressione di Matteo era rilassata, ma il tono della domanda era estremamente serio; Walter era senza parole, si sentiva come un adolescente che doveva chiedere al padre della sua fidanzatina il permesso per andare fuori nel fine settimana, decise di essere sincero ma non troppo diretto:
- Direi tutto bene, tua madre è stata abbastanza impegnata ma io ho mantenuto la mia promessa.
- Mia mamma ti piace.
Non era una domanda, era un’affermazione quel ragazzino di quasi dodici anni lo stava esaminando, non gli diede neppure il tempo di ribattere che aveva già ripreso.
- Però non può piacerti solo lei…insomma ci siamo anche noi, cosa pensi di fare?
Visto che Marco era stato diretto, Walter decise di fare altrettanto:
- Hai ragione la tua mamma mi piace, vorrei passare del tempo non solo insieme a lei ma anche insieme a voi, che cosa ne pensi?
- Mi sembra una buona idea, non hai intenzione di prenderla in giro vero? Sappi che se la facessi soffrire io e lo zio Stefano ti faremmo passare un sacco di guai.
Fino a quel momento Walter aveva pensato che un ragazzo dell’età di Matteo non potesse essere minaccioso, ma si sbagliava di grosso. Cosa poteva rispondere per suonare convincente e non ridicolo?
- In realtà vorrei farla felice…naturalmente tua madre non sarà davvero contenta se non vedrà contenti anche voi. Potremo procedere per gradi, che ne dici?
- Ora che siamo tornati e che ci fermeremo qui, penso che proporrò alla mamma la serata dei nonni. Tu non puoi sapere che cos’è, quando c’era ancora papà e noi venivamo qui, una sera alla settimana io e mio fratello andavamo dai nonni e dormivamo là. Pensi sia una buona idea?
- Bhè se tu e tuo fratello siete contenti…mi sembra una buona idea. Ma nei prossimi giorni cosa ne dici se organizziamo una gita in montagna tutti e quattro insieme?
L’aria seria di Matteo sparì così come era arrivata e il volto del ragazzo si illuminò con in un sorriso, era d’accordo. Finirono di scaricare le foto e l’atmosfera si fece più rilassata, Walter pensò tra sé di aver superato l’esame.
I ragazzi erano molto stanchi e Marco chiese a Walter di accompagnarlo in camera sua, quando furono soli gli disse:
- Matteo non vuole che te lo chieda, ma io sono curioso.
Walter si sentì nuovamente sotto esame: - Chiedimi pure.
- Sei sposato?
- No.
- Hai dei bambini?
- Di nuovo no, posso chiederti perché?
- Curiosità, sono piccolo ma penso di aver capito che ci vedremo più spesso. Ok adesso ti va di leggermi una favola?
Dopo pochi minuti Marco dormiva profondamente e Walter tornò in sala dove Sara lo aspettava seduta sul divano bevendo una tazza di camomilla, quando lo vide arrivare gli chiese sottovoce:
- Ora che dormono, vuoi un po’ di camomilla?
- A me serve qualcosa di più forte della camomilla…
- Raccontare favole ai bambini ti fa questo effetto?
- No tesoro, non sono le favole. Credo di essere stato messo sotto esame questa sera e per quello che ho potuto capire l’ho superato, adesso però devo bere qualcosa.
Sara gli diede un bicchierino e una grappa fatta in casa da suo padre, dopo un paio di bicchieri riprese: - Sono fratelli, ma sono diversi: Matteo mi ha chiesto di questi quindici giorni, mi ha detto molto chiaramente che si è accorto che mi piaci e non ultimo mi ha minacciato… se ti farò soffrire me la dovrò vedere con lui e con Stefano; Marco invece mi ha domandato semplicemente se sono sposato e ho dei figli.
- Questa sera ho detto loro che in questi giorni ci siamo visti, non ho detto nulla di più ma non volevo scatenare questi interrogatori, domani provvederò a fargli un discorsetto.
- No, no ti prego, non li sgridare. Come mi hai detto tu una volta, non sei sola ci sono anche loro e non possiamo lasciarli fuori. Anzi vorrei andare a fare una gita, noi quattro insieme, Matteo mi sembra favorevole e tu?
Sara sorrise e lo baciò con slancio.



Ora che Sara aveva dato le dimissioni dal vecchio lavoro e aveva parlato con i ragazzi voleva ufficializzare il trasferimento parlando con i suoi genitori. In accordo con Marco e Matteo aveva preparato i piatti preferiti di suo padre e i bambini avevano preparato un cartellone, da appendere sul camino del salotto, con la scritta “Veniamo a vivere qui!”.

Quando Angela e Alessandro entrarono in casa, abbracciarono i bambini e la figlia poi Marco che non riusciva più a resistere disse:
- Non notate nulla di nuovo?
A quel punto i due nonni si resero conto del cartellone, Angela era in lacrime dalla gioia e Alessandro che fino ad un attimo prima stava parlando con Matteo di una possibile giornata di pesca si era ammutolito.
Sara prese in mano la situazione e spiegò ai suoi genitori che aveva deciso di lasciare il suo vecchio lavoro e di prendere in mano la gestione dell’albergo di famiglia, inoltre aggiunse che in questo modo sarebbero stati più vicini.
Mentre cenavano i ragazzi esposero i loro strampalati progetti per l’inverno: gite in montagna con la neve, intere giornate dedicate allo sci (Matteo specificò subito che voleva provare lo snowboard), pomeriggi sulla pista ghiacciata…
Finita la cena Angela aiutò Sara a caricare la lavastoviglie, mentre il nonno si spupazzava i nipoti sul divano:
- Sono davvero felice che veniate ad abitare qui, saremo vicini e ti potremo dare una mano, non sarai più da sola!
- Grazie mamma, sono molto felice anche io sai che i bambini hanno sempre spinto perché tornassimo qui e ora che siamo soli non c’era più motivo per rimandare.
- Sai cara sei giovane e bella ora che siamo insieme sarai più tranquilla e sono sicura che troverai qualcuno che ti faccia stare di nuovo bene
Sara non aveva progettato di parlare a sua madre di Walter, ma visto che Angela aveva introdotto l’argomento:
- Sai mamma a dire la verità nelle ultime settimane ho rivisto Walter
Il volto di Angela si fece improvvisamente serio:
- Cosa mi stai dicendo? Non ti sarà tornata la cotta che avevi da bambina, vero? Non avrai deciso di venire a star qui per lui, vero?
- Mamma ma cosa dici?! Io non avevo nessuna…
- Tesoro smettila sono tua madre, ho un radar per certe cose. Non so se e cosa sia successo quando eravate ragazzini ma ora sei una donna e una madre vedi di non renderti ridicola!
- Non ho alcuna intenzione di rendermi ridicola, sai qual è la cosa più strana? Fino a meno di un minuto fa eri pronta ad occuparti dei bambini per permettermi di conoscere un uomo e ora che ti dico che sono interessata a Walter mi fai la scenata? Non ha senso!
- Non fraintendermi Walter è un caro ragazzo, ma non so se sia pronto per…
Angela non terminò la frase si limitò a fare un accenno al divano dove sedevano a chiacchierare nonno e nipoti.
- Sai cosa ti dico mamma? La scelta di venire a stare qui è indipendente da Walter ma a quanto pare tu non ti fidi di me; non importa non ho intenzione di discutere con te di questo argomento saranno i fatti a parlare al posto mio, anzi nostro.
La conversazione e anche la serata terminarono in fretta, Angela e un Alessandr

o piuttosto contrariato andarono via pochi minuti dopo, per fortuna madre e figlia mascherarono il nervosismo.
Dopo aver messo i figli a dormire Sara era nel letto ma non riusciva a prendere sonno, era incredula: fino ad un momento prima chiacchierava tranquillamente con sua madre e un attimo dopo veniva trattata come una quindicenne che non è in grado di scegliersi il primo fidanzatino, com’era possibile?
Sua madre era sempre stata molto protettiva nei suoi confronti, lasciando maggiore libertà a Stefano, ma questa volta aveva davvero passato il segno. Decise però che non si sarebbe fatta trascinare in una serie di discussioni inutili: il tempo le avrebbe dato ragione.

  
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