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Autore: Snookie    05/08/2012    1 recensioni
Le vicende del dolce Amoris.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Questa è la tua stanza"disse quel ragazzo.
Lyzh,Lys, ma come cavolo si chiamava?
Impossibile, avevo già dimenticato il suo nome.
Dopo un veloce giro della casa mi portò in una stanza che indicò come mia.
Era una stanza con le pareti di un rosa pastello, le tende alle finestre erano di raso delicato, e le lenzuola in seta rosa più accentuato, erano le lenzuola più morbide che avessi mai toccato.
Sul pavimento si scorgeva partire un tappeto dal letto a baldacchino, vi erano disegnati diamanti azzurri su uno sfondo nero.
La scrivania e l'armadio erano bianco panna, ed erano piene di graziosi peluche e bambole in ogni dove.
Un lampadario esageratamente maestoseo si ergeva sulle nostre teste, i cristalli splendevano al sole fin tanto da sembrare diamanti di diverse forme.
Generalmente non era il tipo di stanza che avrei scelto per vivere: io ero un maschiaccio disordinato, pareti blu e poster appiccicati in ogni dove. Ma quella stanza aveva qualcosa di speciale, per un attimo credetti di aver dimenticato la nostalgia per Londra.
Forse era per quello che mi piaceva quella stanza, aveva un effetto inebriante e mi sarebbe tornato utile per superare il primo periodo di permanenza in quella che per me era una vita del tutto nuova.

La mattina seguente mi svegliai presto, era il 7 di gennaio, in Italia si usa andare a scuola solo dopo il giorno 6, nel quale si festeggia una strana festa che nonna mi ha spiegato, ma che non capisco bene.
Credo che sia l'equivalente di Halloween, a quanto ho capito è un giorno in cui si riempono di dlcetti...
Non avevo ancora disfatto le valige, e non ne avevo la minima intenzione.
Aprii la tasca superiore di una delle mie borse e ne estrassi la prima maglia in pizzo nero e bianco che trovai, un paio di shorts incredibilmente corti di jeans, una lunga catenina con attaccato un grosso cuore bronzato e delle ballerine nere con un piccolo fiocco sul lato ad impreziosirle.
"Hey..." Lysandre rimase immobile sull'uscio della porta che introduceva la mia stanza.
Improvvisamente mi accorsi che mi era bastato vederlo per ricordarmi il suo nome perfettamente.
Rimase ammutolito e mi fece semplicemente un sorriso di assenso,ma non riuscii a capire cosa stesse approvando.
"sei..hem pronta?" Mi diede le spalle nel caso dovessi ancora cambiarmi o sistemare qualcosa.
Mi sedetti velocemente alla scrivania, sulla quale siedeva un piccolo specchietto da viaggio, che utilizzai per truccarmi: un pò di mascara, ombretta argento e celeste in sfumatura,matita nera e bianca in sfumatura.
Ptrebbe sembrare un trucco lungo e pesante, ma non era in nessuna delle due categorie: facendolo tutti i giorni imparai a impiegarci sempre meno tempo, circa 5 minuti, e nonostante impiegassi mlti accessori, il viso rimaneva pulito e d'effetto -truccato lievemente- grazie ai colori chiarissimi.
Mi accorsi che Lys si era girato a guardarmi, ma come incorciammo gli occhi, spostò il suo sguardo sul pavimento.
"Andiamo."
Rimanemmo in silenzio per tutto il tragitto, Lysandre stava per scoppiare: aveva mille domande da farmi, tentava sempre di iniziare una conversazione, ma io lo evitavo girandomi da un'altra parte.
Non che mi stesse antipatico, anzi era un gran bel ragazzo, ma era troppo presto per aprirmi con lui, per quanto spigliata e attaccabrighe fossi, lo conoscevo da meno di 24 ore.


Entrammo in classe, e subito l'insegnante, una rozza donna di mezz'età, mi presentò all'intera classe, io entravo nel loro mondo dalla classe 3 in poi, dunque tra di loro già si conoscevano molto bene,il che rendeva tutto più difficile e imbarazzante.
Mi sedetti nell'unico posto vuoto, e immediatamente sentii delle risatine di scherno e dei commenti cattivi provenire dal resto delle ragazze in classe.
A quanto pare mi ero seduta vicino a qualcuno alla quale, secondo loro, non sarei mai dovuta star vicino; ma che ci potevo fare?
Mi sarei spostata volentieri per evitare di essere il centro dell'attenzione di quel brusio, ma non c'erano più banchi disponibili.
"Ah! non sai quanto sei fortunata, dovresti essere già in lacrime."
Disse in tono sarcastico il ragazzo dai capelli neri che sarebbe stato il mio compagno di banco.
LA presi come una provocazione e non risposi.
"Avanti, mostra un pò di gratitudine, ho mandato via tutte le ragazze che si sono sedute qui prima di te." continuò.
"Beh, grazie, ma avrei preferito non essere nella rosa delle fortunate" risposi sarcasticamente evidenziando la parola "fortunate" in segno di sfida.
"Già, infatti tu non sei come le altre a quanto pare...mi sembri più tosta.
E più carina, decisamente. Pronunciò talmente a bassa voce la seconda frase, che non ero nemmeno certa di aver sentito le parole esatte che pronunciò.
Nemmeno avevo capito come si chiamasse, anzi, non ricordavo enmmeno se me l'avesse mai accennato.
Le lezioni finirono alle 14.05, gli italiani sono veramente strani, ricordo che a Londra andavamo a mensa,e nel pomeriggio praticavamo sport o la materia del club che avevamo scelto, qui invece non fanno nulla di nulla.
Vedevo la gente correre a casa appena suonata la campana, solo alcuni ragazzi si fermavano fuori il tempo di una sigaretta e poi si congedavano.
Mi sedetti sugli scalini dell'ingresso posteriore per fumare la mia sigaretta, estrassi l'accendino, feci i primi due tiri, e nel rimetterlo via notai una ragazza davanti a me, seguita da altre due.
"Cosa pensavi di fare..."Si interruppe lei, "Sashi,Sasha, com'è che ti chiami?..vabè, non mi interessa, io ti ho avvisata: stai lontano da Castiel!" Disse in tono minaccioso.
Io non ero certo una di quelle ragazze che si faceva intimidire facilemnte, feci un altro tiro, e le risposi per le rime: "Castiel? E chi sarebbe questo Castiel? Anzi no, non dirmelo neanche, è a me che non importa di ciò che dire" Ero stata troppo sbruffona e poco attenta al mio italiano, e l'errore non sfuggì a quelle 3 oche.
"Ma guardala, pretende di fare la spavalda e nemmeno parla Italiano? MA non ti vergoni inglesina?" Presero a ridere e a spavoneggiarsi in coro, mentre io abbassai il capo per la situazione in cui mi ero messa.
Fortunatamente erano tutto fumo ma niente arrosto, se ne andarono in fretta e furia appena sentirono dei passi provenire dall'interno dell'edificio, temendo probabilmente fosse un'insegnante o peggio, la preside.
Si affacciò in effeti un "delegato" così si presentò.
Un ragazzo alto, un look sobrio, il classico giacca e cravatta, i cpelli biondo venere e gli occhi verde smeraldo, pensai che non era niente male.
"Sono Nathaniel, e quelle tre, se ancora non hai avuto il -piacere-,se così si può chiamare, di conoscerle sono Ambra, Myu e Cocò, le teppiste della scuola, dopo Castiel, ovvio" accennò una dolce risata.
Mi chiedo come mai in quella scuola parlassero tutti di quel Castiel, chi mai poteva essere?
Poi ebbi un flash, collegai i comemnti, le risatine, gli insulti e Ambra e lo focalizzai.
Era il mio compagno di banco.
Il "terrore" della scuola, o per lo emno così disse Nathaniel prima di salutarmi e augurarmi in bocca al lupo con la scuola.
Trovai Lys fuori da scuola ad aspettarmi, e non so come, ma trovai conforto nel vedere una faccia conosciuta che non mi prendesse in giro.
Lo tartassai di domande per tutto il viaggio di ritorno a casa.
Forse, era l'inizio di qualcosa, qualcosa di bello, si spera.

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