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Autore: AllyDreamer    05/08/2012    9 recensioni
"Come avrei potuto dimenticare quella pelle candida come la neve e quei boccoli così perfettamente neri?"
Ciao a tutti! Questa è la mia primissima ff, spero vi piaccia. Dateci un'occhiata!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ciao a tutti! Volevo scusarmi per il mio imperdonabile ritardo u.u Non voglio farvi più aspettare così tanto. Spero che questo capitolo vi piaccia anche se sarà il prossimo a riservarvi più sorprese ;D
per chi vuole seguirmi sono su Twitter //twitter.com/AliceSampietri prometto di ricambiare *3*
Buona lettura!

Ammiravo lo splendido tramonto che tingeva di rosa la pancia delle nuvole mentre il paesaggio sfrecciava fuori dal finestrino.
"Quanto manca?" domandai a Francesca e Liz, che erano sedute nei sedili anteriori, mentre io avevo tutto lo spazio per me in quelli posteriori.
"Più o meno un'oretta." mi rispose la vocetta annoiata di Francesca. Quando eravamo partite e lei aveva saputo che dovevamo andare a Milano per vedere il concerto degli One Direction era andata su tutte le furie, ma noi l'abbiamo fatta ragionare sventolandole sotto il naso le nostre meravigliose foto compromettenti.
"Hey." Liz si voltò verso di me e ammiccò "Ce la faremo ad arrivare, tranquilla." Io adoravo la mia migliore amica! Era così dolce!
"Già, così potrai finalmente ammirare Niall Horan!" la canzonai e lei mi fece una linguaccia.
"E tu il tuo Harold!" ribatté. Pure io le mostrai la lingua ma sentii il mio stomaco andare in fibbrillazione al pensiero di rivedere quel faccino così irresistibile.
Passò un'altra ventina di minuti in un silenzio interrotto solamente dal ritmo della musica alla radio. Per romperlo Liz mi chiese apprensiva "Allora come sta Pino?" Pino era il mio gattino bianco a macchie nere e due occhioni azzurri.
"Bene, tranquilla. Fissata." borbottai l'ultima parola ma lei probabilmente la colse perché si girò di scatto e mi incenerì con lo sguardo.
"Non c'è niente di male ad essere un'animalista affermata." commentò.
"Affermata?" le chiesi sarcastica. Lei adorava gli animali, anche io, ma non tanto quanto lei. Spesso attraversavamo il bosco nella speranza di riuscire a fotografare qualche scoiattolo , volatile o quant'altro. In realtà per me diventava noioso dopo un po', ma lei mi trascinava con la forza. Era un piccolo prezzo da pagare per avere la sua amicizia. E io ci tenevo molto alla sua, era stata la mia priva vera amicizia.
Proseguimmo nel traffico, mentre il sole calava sempre di più oltre l'orizzonte e il cielo veniva invaso da un violetto incantevole. Le prime stelle cominciarono a spuntare. Non riuscivo a non pensare a i miei genitori, a quanto loro si fidassero di me e a quanto li avrei delusi se l'avessero saputo.
"Quanto manca?" chiesi ancora, con gli occhi chiusi. Mi pareva di tornare una di quelle bambine che rompono tutto il tempo ai propri genitori durante i viaggi.
"Smettila di chiedermelo ogni mezz'ora!" sbottò Francesca, girandosi per cercare di guardarmi negli occhi. Cosa non molto appropriata quando sei al volante. Stavo per farglielo notare quando Liz gridò "UN GATTO!" Francesca sferzò appena in tempo per non investire il piccolo felino, ma la macchina girò completamente perdendo il controllo, e in pochi secondi ci ritrovammo con il muso dell'auto dritto dentro a un piccolo fosso paludoso.
Avevo gli occhi spalancati e il cuore a mille, rigida sul sedile stringevo ancora forte la mia cintura, tanto da farmi male alle dita. Tentai di respirare profondamente ma faticavo.
Liz si volse verso di me con aria sollevata "Per fortuna non l'abbiamo investito..."
"Fortuna?" sbottai "Ti rendi conto di ciò che poteva succedere?"
Francesca m'interruppe cominciando ad imprecare sonoramente "Le ruote sono infangate!" ruggiva. Ad un certo punto l'auto partì in una violenta retromarcia  e anche se con fatica riuscimmo a raggiungere la strada. Era una di campagna e per fortuna non c'erano altre macchine.
Con l'umore più nero delle ruote bagnate continuammo il viaggio.
Più ci avvicinavamo più il traffico aumentava in un modo impressionante. Quando finalmente raggiungemmo Milano, tutte le strade erano inceppate dalle code di auto e si procedeva molto lentamente.
Nel frattempo il mio cuore aveva cominciato a battere forte. Mi guardavo intorno e non riuscivo a capacitarmi di essere quasi arrivata all'Arena, dove si teneva il concerto.
Eravamo quasi arrivate al parcheggio quando l'auto si fermò completamente rimanendo bloccata in mezzo alle altre.
"Mancano venti minuti! Non ce la faremo mai!" mi lamentai disperata. Francesca spense il motore.
"Raggazze, vi consiglio vivamente di procedere a piedi se non volete aver sprecato questo viaggetto." disse Francesca. Aveva ragione, dovevamo scendere e affrontare quelle macchine impazienti e strombazzanti.
Io scesi decisa ma Liz rimase dentro ad avverire Francesca di aspettarci senza mollarci come l'altra volta. Alla fine la trascinai io fuori e ci prendemmo per mano. L'avventura continuava.
Con discreta difficoltà riuscimmo a passare in mezzo alla massa di auto ferme, ma notammo che diverse ragazzine ci stavano imitando.
Riuscimo ad arrivare all'ingresso e ci mettemmo in coda per entrare. Ero così emozionata, continuavo a guardare Liz e lei rispondeva con occhiatine eccitate.
Iniziò a piovigginare. Maledizione. Quella sera prima di uscire mi ero impegnata maggiormente nel darmi un tocco leggero di trucco. Dopo un tempo che ci sembrò infinito l'omone con il giubbino arancione fluo ci chiese annoiato "Biglietti?" Noi glieli dammo in fretta, non stavamo più nella pelle. Ci ridiede due biglietti neri, diversi da quelli che avevamo prima. Stavamo per partire in quarta e seguire gli altri ma ci fermò, e io mi preoccupai non poco.
"Voi avete i pass per il backstage, andate di qua." e ci indicò un corridoio alternativo. Noi lo imboccammo senza discutere, emozionate. La mia mano era sudata ma continuavo a stringerla a Liz. Sbucammo in un portone di metallo, spingemmo e ci ritrovammo fuori, sotto una pioggia che si era fatta decisamente più pesante. Davanti a me non riuscivo a distinguere molto a parte il grigio della strada e una grossa scala antiincendio davanti a noi.
La salimmo frettolosamente mentre le gocce continuavano a battere furiose sulle nostre teste e i miei jeans si fecero freddi e pesanti.
Davanti alla prima porta che riuscimmo a intravedere era piazzato un uomo sotto la tettoia. Tese la mano e noi gli mostrammo affannate i pass neri che ci aveva dato l'omone dell'ingresso.
Ce li ridiede e noi ci fiondammo sul portone, poi non so come mi ritrovai Harry che mi teneva le spalle e mi guardava sorridente "Siete venute!" disse felice. Io, ancora gocciolante e col fiatone strabuzzai gli occhi per l'incredulità. Prima che potessi dire niente mi abbracciò ma si ritrasse subito.
"Sei tutta bagnata!" mi rivolse uno sguardo dolce e un po' confuso. Annuii ancora senza fiato mentre una donna veniva verso di noi.
"Harry, non bagnarti!" gracchiò. E gli controllò la giacca "Vai, tocca a voi!" gli disse e lui si voltò verso di noi e ci sorrise.
Restai un'attimo imbambolata a fissarlo nella sua perfezione ma poi mi affrettai a urlare "Buona fortuna!" mentre Liz balbettò qualcosa che però non riuscì a uscire esattamente come qualcosa di sensato. Lui mentre correva mi rivolse un sorriso e sparì dietro l'angolo dove mi accorsi erano appena passati anche gli altri mebri.
La signora, dai capelli ricci e una buona dose di rossetto notò i nostri pass ancora sospesi a mezz'aria e ci sorrise.
"Beh?" disse "Venite!" e ci fece segno di seguirla.
 
Guardavo le stelle ma non le apprezzavo davvero a fondo. Il mio cervello era ancora completamente concentrato sulla serata che era appena passata.
Il concerto era stato stupendo, e guardarlo dal backstage era un’emozione indescrivibile. Mi sembrava ancora di vedere tutte quelle luci colorate e percepire l’atmosfera calda e impregnata di eccitazione. La loro voce che risuonava dappertutto mentre saltellavano e si scatenavano allegri sul palcoscenico.
Chiusi gli occhi per tentare di ricordare con più nitidezza quello che era successo dopo il concerto.
I ragazzi erano stati felici di vederci, e ci avevano invitato nel loro camerino, che però era già circondato da giornalisti. Ricordo che Liz mi stava incollata dietro alla schiena con gli occhi fuori dalle orbite. Harry mi aveva preso dolcemente la mano chiedendomi “Ti prego Jade, ti va di venire alla festa che si fa adesso, per festeggiare il concerto? Ti prometto che ti riaccompagno a casa, ma domani me ne vado e non so quando ti rivedrò… “ aveva gli occhi tristi e un’espressione adorabile, mi era stato difficile rifiutare, difficilissimo.
Poi lui non sembrava volersi arrendere. Mi aveva scostato i capelli e il contatto con la sua pelle mi aveva fatto girare la testa. Poi aveva iniziato a sussurrare sorridendo in un modo irresistibile.
Gli sarei di sicura saltata al collo se Liz non mi avesse ricordato  che i suoi genitori sarebbero tornati non dopo mezzanotte. A quel punto avevo rifiutato tristemente e mi ero allontanata mormorando un “Addio.” Senza aspettare una risposta.
Per tutto il viaggio di ritorno in macchina Liz era letteralmente esplosa. Continuava a urlare “Tu li conosci! LI CONOSCI! Ci hai parlato! Loro ti parlavano!” era completamente su di giri.
Poi aveva farfugliato tutto il tempo qualche cosa su quanto Niall fosse fantastico e voleva che le raccontassi tutto ma io avevo la mente altrove. Non riuscivo a dimenticare il viso di Harry, le sue fossette e i suoi ricci ben pettinati, e i suoi occhi...
Provai a concentrarmi sulla luna e le stelle che splendevano fuori dalla mia finestra, oltre le montagne, ma tutto quello che vedevo in mezzo al cielo notturno era il suo viso, e se chiudevo gli occhi era anche peggio... Strinsi forte le palpebre. Che cavolo stavo facendo? La lezione con Daniele non mi era bastata? Lo sapevo fin troppo bene. Ti sembra di amare davvero qualcuno, e più lo ami peggio è, perché soffrirai maggiormente quando ti lascerà o se dovrai lasciarlo...
E Harry mi aveva lasciata. Me ne resi conto in quel momento. Forse non lo avrei mai più rivisto. Mi si strinse lo stomaco e ripensai alla sua voce sussurrata e al suo sguardo implorante, alla fronte bagnata e il sorriso irresistibile. Ero troppo sentimentale! Insomma, dovevo farmene una ragione. Sarebbe tornato a Londra in mezzo alla sua miriade di fan e io sarei rimasta la lontana ragazza dell'Italia, quella delle montagne... Quella che avrebbe pensato di rado o di cui forse si sarebbe dimenticato. Io invece non avrei potuto dimenticarlo.
Non riuscivo a crederci. Mi era successo di nuovo. Daniele e dopo tre giorni lui, Harry Styles. A quanto pareva ero parecchio sfortunata in questioni di cuore.
Mi lasciai cullare dal silenzio della notte e mi addormentai, esausta, mentre un rivolo di acqua salata scorreva delicato sulla mia guancia, fino ad infrangersi bruscamente sulla stoffa del mio cuscino, creando una piccola macchia più scura destinata ad asciugarsi in fretta, e altrettanto presto ad essere sostituita da una nuova lacrima.

Heeeey! Spero vi sia piaciuto ;) Il prossimo credo sarà ancora più bello! Magari fatemelo sapere con una recensione <3 Grazie per tutte le visite e le recensioni, siete davero fantastici! Lo dico col cuore *3*
Non voglio deludervi perciò vi prego di essere sinceri nelle eventuali recensioni :D
Bacioni a tutti *-*

  
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