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Autore: cup of tea    05/08/2012    4 recensioni
Terra, anno 2101.
L'inquinamento ha cambiato il volto del nostro pianeta e ha ucciso gran parte della popolazione mondiale.
I superstiti cercano di condurre una vita normale, mentre, in un piccolo villaggio, Grimborough, accadono cose strane.
Il Cacciatore di Notizie Marc Temple viene mandato in quel luogo per indagare sugli agghiaccianti avvenimenti.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 8 – Ali in gabbia






Oh merda.

CheFaccioCheFaccioCheFaccio??

Il cellulare continuava a vibrare impazientemente nella mano di Marc, che fissava lo schermo in preda al panico.

Non fare lo sciocco, che c’è da aver paura? Niente, probabilmente, ma siccome il più delle volte la paura è irrazionale, Temple premette il tasto RIFIUTA e mise fine al fastidioso ronzio del telefono. Avrebbe affrontato il problema in mattinata, a mente lucida e riposata.

Consultò poi il Registro Chiamate e si accorse di averne accidentalmente mancate tre, tutte provenienti dal numero della redazione. In effetti, pensò Marc, nonostante non fosse passata neanche una settimana dalla sua partenza, era strano che il Capo non avesse ancora chiesto notizie sulle indagini: il pressante controllo che esercitava sul lavoro dei suoi giornalisti era proverbiale. E infatti anche questa volta non si era smentito, solo che Temple probabilmente era troppo occupato a salvare ragazzini in difficoltà per accorgersi di una stupida vibrazione.


Si spostò nella Hall, nell’angolo più lontano dalla sala ristorante, preoccupato che la coppia di anziani potesse aver deciso di cenare tardi, e, assicuratosi che non ci fosse nessuno sguardo o orecchio indiscreto nei paraggi, si sedette su un consumato divanetto in velluto verde e avviò la chiamata.

Dallo schermo del cellulare apparve un ologramma del Capo, seduto alla scrivania dello studio del suo appartamento, nel momento in cui questi accettò la chiamata.

“Temple. Era ora. Sei meno reperibile di-“ Marc non gli permise di completare il paragone.

“Sì. Scusami Burt. Ho avuto da fare. Ho delle novità, forse, ma niente di concreto per le mani.” Vide l’espressione del Capo accendersi di entusiasmo, mentre praticamente saltava sulla sedia come un bambino eccitato per un regalo. “Lo sapevo! Lo sapevo che qualcosa in quell’orribile posto non gira! Cos’è?! Traffico di droga? Armi? Schiavi?”

"Con la terza ti ci sei avvicinato, sì. Ma dammi ancora un po’ di tempo e ti saprò dare qualche notizia in più. Novità riguardo alla talpa?”

“Nessuna, per il momento. Ma Charlize si è offerta di darmi una mano. Ovviamente non sa nulla, per lei è solo un controllo dei dipendenti. Dopo averla interrogata, le ho fatto credere che mi sarebbe stato utile qualcuno che conoscesse bene i suoi colleghi e che si facesse raccontare qualcosa da loro. Quella donna sa essere davvero persuasiva e riesce a farsi dire qualsiasi cosa, parola mia. Non a caso è tra i Cacciatori migliori. Mi ha fatto qualche nome, ma nessuno da licenziare o da accusare di tradimento.”

“Chi per esempio?”

“McMollie, del Settore Cultura, beccata ad amoreggiare al telefono con l’amante sul posto di lavoro.”

“No, non posso crederci! Christina mi è sempre sembrata una così seria e a modo. Spero che Jeremy non lo scopra…” Marc trattenne un risolino.

“Già. Oh e …Anderson, Economia, nasconde una collezione di liquori nel suo armadietto, lo sapevi? Pare che nella pausa organizzi aperitivi in corridoio con i colleghi e non mi abbia mai invitato!” Burt sembrava più offeso che indignato per la cattiva condotta del suo dipendente.

“No! Ehm, è incredibile!” Marc cercò di sembrare il più naturale possibile, mentre cercava di nascondere un sorriso dovuto al ricordo delle tante bevute clandestine in compagnia della redazione.

Burt si schiarì la voce. “Ad ogni modo” riprese, “niente per cui possa supporre che siano dei traditori …almeno non nei confronti della redazione. Dei richiami disciplinari sono più che sufficienti. Ma non mi do pace.”

“Va bene, Burt. Lo troveremo. Ora devo lasciarti, ci sentiamo appena avrò qualcosa di più fra le mani.
Comunque tu tieniti pronto, perché qui c’è roba che fa accapponare la pelle.”

“Buon lavoro, Marc.” E l’ologramma sparì.

Temple si ritrovò a sorridere come un ebete, fissando lo spazio occupato fino a qualche istante prima dalla figura di Burt. Non l’avrebbe mai ammesso davanti a lui, ma quel vecchio e grasso pelato gli mancava sul serio. Come tutti i suoi colleghi, del resto. Sentire tutti i racconti del Capo gli aveva scaldato il cuore, ma gli aveva anche ricordato che lui, invece di stare con loro, si trovava a chilometri di distanza, per risolvere un caso a limiti della realtà, in un luogo la cui aria stessa era impregnata del ricordo di suo padre scomparso.

E, come se non fosse già abbastanza, non riusciva a credere che dietro a qualcuno dei suoi compagni potesse in realtà nascondersi una spia. Con un pensiero simile, sentì presto che il sorriso stava abbandonando il suo viso.


Un po’ sconsolato, rientrò nella sala ristorante e ordinò al bancone pane e patate. Non che ci fosse molta scelta a quell’ora di sera, ma fortunatamente aveva trovato qualcosa di sostanzioso e facile da portare via.

Fu strano non vedere Alicia al suo posto: la signora che la sostituiva era vecchia e scontrosa, certamente più in accordo con l’atmosfera di Grimborough di quanto lo fosse la ragazza che ora era nascosta nella sua camera, ma sicuramente anche più sgradevole.


***

Tornato in camera, trovò Ethan ancora immerso nel mondo dei sogni e Alicia in piedi davanti alla finestra.

“Forse faresti meglio ad allontanarti da lì, non vorrei che qualcuno ti vedesse.” Le disse Marc. La vide girarsi verso di lui con il viso nuovamente rigato di lacrime e sentì una fitta al cuore: non voleva più vederla in quello stato. La Alicia che aveva conosciuto era deliziosamente impertinente e vivace, non terrorizzata e disperata. Promise a se stesso che sarebbe riuscito a farla tornare com’era.

“Mi manca, sai?” Disse lei. “Poter andare in giro liberamente… Vorrei viaggiare, vedere posti che non ho mai visto…”

Sentendo quelle parole, Marc non poté che pensare che fosse un po’ troppo presto perché lei cominciasse già a sentire il peso di essere una fuggitiva costretta a nascondersi. In fondo erano passate solo poche ore dalla sua fuga. D'altra parte, anche lui si era sentito subito in trappola pochi istanti dopo aver messo piede a Grimborough, perciò non se la sentì di giudicarla. “Che vuoi dire?” Le chiese, invece.

Prima di rispondere, Alicia si abbassò e, risvoltato più volte l’orlo dei fuseaux neri che indossava, mostrò a Marc l’esile caviglia destra. Attorno ad essa era legata una spessa cavigliera in quello che a prima vista sembrava essere acciaio di due centimetri di altezza. Lungo la circonferenza c’era anche un display con una lucina azzurra che lampeggiava.

“Che cos’è?” Chiese di nuovo Marc.

“E’ la ragione per cui da un po’ di tempo non posso andare da nessuna parte. Sai, non tutti siamo così fortunati da fare il mestiere che ci piace… alcuni di noi devono arrangiarsi come possono… credi che mi piaccia lavorare giorno e notte dietro quello stupido bancone?!” Il suo tono di voce si era notevolmente alzato e Ethan stava cominciando a rigirarsi nel letto. Questo bastò perché Alicia si ricomponesse. “Scusa. Ogni tanto tendo a perdere il controllo.”

“Non importa.” La rassicurò Marc, gettando un’occhiata a Ethan che aveva ripreso a russare, in una posizione degna di un contorsionista. Poi riprese, prendendole una mano: ”Non devi scusarti. Però devi smetterla di raccontarmi le cose a metà… così è difficile aiutarti. Devi fidarti di me.”

Alicia era evidentemente combattuta, ma alla fine cedette. “Ho venduto il mio Sonno, Marc. Avevo bisogno di soldi e quella mi è sembrata la via più facile. E’ una pratica ancora in sperimentazione e qualche mese fa gli Esattori hanno promesso un compenso molto alto per chi si fosse offerto come cavia. Io non avevo niente da perdere, così mi sono fatta venire a prendere. Erano in tre, in tuta bianca e viso coperto. Mi hanno addormentata e portata in una specie di laboratorio, presumo; non lo so con certezza perché non ero cosciente. Qualche ora dopo sono uscita dallo stato di trance, senza più Sonno e con questa cavigliera. Poi mi hanno portato da una Guaritrice, che ha effettuato qualche test. A quanto pare stavo reagendo bene. Infine, mi hanno portato da un uomo, a cui non so associare una funzione precisa, se non quella di farmi firmare delle carte. Clausola numero 1: lavorare 22 ore su 24 nel luogo assegnato. Firma. Clausola numero 2: l’utilizzo delle due ore libere sono a discrezione dell’Insonne. Firma. Clausola numero 3: i soli luoghi frequentabili sono il posto di lavoro,  l’ambulatorio di un Guaritore a scelta in una lista di 10 e la strada che li collega. In caso di disubbidienza la cavigliera segnalerà agli Esattori la posizione dell’Insonne e lo farà saltare in aria. Firma.”

Difficile dire chi, tra Alicia e Marc, fosse rimasto più senza fiato. Se lei nel raccontare, o lui nell'ascoltare.

“E ora eccomi qui, costretta a nascondermi in una stanza dell’ostello in cui lavoro per avere aggredito la mia Guaritrice, senza possibilità di scappare per colpa di questo aggeggio. Non so se sia peggio temere l’arrivo dei Difensori dell’Ordine o degli Esattori. In entrambi i casi saranno qui a breve.”
Marc era a corto di parole di conforto.

La situazione era davvero senza speranza.

L’unica cosa che sentì di fare fu tirarla dolcemente verso il letto dove la fece sdraiare accanto a lui. La abbracciò e la tenne stretta. “Allora li aspetteremo insieme. Non permetterò che ti facciano del male, parola mia.”

Lei non rispose, ma la sentì annuire con la testa contro il suo petto. “E… Alicia… neanche io amo il mio lavoro.”

Se non fosse stato così esausto per la giornata e per la notte precedente, lo shock per le ultime scoperte lo avrebbe tenuto sveglio tutta la notte. Invece, cullato dal respiro regolare di Ethan nel proprio letto e dal calore di Alicia accanto a lui, crollò in un sonno profondo e senza sogni.


La mattina seguente avrebbe richiesto tutta l’energia possibile.
 







Ok ok lo so… Marc, prima le prometti che aspetterete insieme e poi ti addormenti??? Eh dai, capitelo. Salva ragazzini in difficoltà, ma è umano anche lui. ;)
Alla prossima, sperando che abbiate ancora voglia di stare al computer nonostante il caldo, il sole, il mare o qualsiasi alternativa allettante vi si presenti.

cup of tea <3

   
 
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