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Autore: Half Of Nothing    05/08/2012    3 recensioni
Harry come ogni mattina stava entrando a scuola, la sua scuola.
Ogni volta che lui passava per i corridoi la gente si zittiva, che stesse parlando di cose importanti o no, e lo lasciava passare per poi riprendere la loro conversazione come se niente fosse.
E forse era così.
Harry era niente.
Fuori era temuto, odiato, fuori era riccio, impertinente, presuntuoso. Ma dentro era niente.
Vuoto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2


Nemmeno Harry si sapeva spiegare come lui e Renesmee si ritrovarono al parco quel pomeriggio.
Erano lì da ore, o almeno a lui sembrava fosse così.
La guardava, e si sentiva bene. Lei era riuscita a farlo sentire felice.
-come mai sei qui Renesmee?- chiese ad un tratto Harry.
-beh, mi ci hai portato tu- rispose lei sorridendo.
Lui non poté fare a meno di sorridere.
-intendevo cosa ti porta qui, a Londra- disse lui, sempre sorridendo.
-facciamo un patto Styles. Io ti racconto di me solo se poi tu mi racconti di te- lei gli tese la mano. Harry rise e gliela strinse.
-bene. Allora, mi chiamo Renesmee Caroline Rain, ho 18 anni e vivo a Londra con i miei genitori adottivi, Claire Evans e Peter Caffman. Mi sono trasferita qui dall’Islanda, circa una settimana fa. E poi boh…bisogna vedere che succederà- e gli regalò un sorriso stupendo.
Harry si schiarì la voce –mi chiamo Harry Edward Styles, ho 18 anni e vivo a Londra con i miei genitori Anne Cox e Des Styles. Vivo qui da…non mi ricordo…perché prima abitavo a Holmes Chapel. E poi boh…bisogna vedere cosa succederà- e le regalò un sorriso stupendo.
-mh vediamo…hai tatuaggi?- gli chiese lei.
-si! Una stella sotto il braccio sinistro, una scritta: "won't stop till we'll surrender"; una scritta sopra la stella che recita: "HI!"; una "A" nella piegatura del braccio sinistro, che starebbe a indicare il nome di mia madre, una scritta sul dorso del polso sinistro "I Can't change" ed un plettro sotto la stella.- le rispose lui raggiante. Lei lo guardò con gli occhi sgranati.
-mi sa che mi hai battuta!- disse lei ridendo.
Una risata bellissima, dolce, confortante.
Questa volta fu lui a sgranare gli occhi. –non ci credo! Hai un tatuaggio?- lei si rimise a ridere per il tono con cui glielo aveva chiesto, poi abbassò la manica della maglia, in modo da scoprire la spalla, su cui aveva scritto “someday you will be loved”
-diciamo che è stato un piccolo incidente di percorso…- disse lei imbarazzata.
-io lo trovo bellissimo…- le rispose lui con un sorriso, a cui lei rispose.
Harry propose di fare una passeggiata al parco.
Poi, mentre stavano passeggiando le chiese –come mai te ne sei andata dall’Islanda?-
Lei lo guardò e divenne triste. Fece un respiro profondo e incominciò a parlare.
-nella mia vecchia scuola c’era un ragazzo, Steven. Era il tipico figo, a cui tutte andavano dietro, e purtroppo io ero una di quelle. Il giorno prima del ballo scolastico mi venne a parlare e mi invitò. Io ero tutta emozionata e non mi sono chiesta nemmeno per un attimo perché tra tutte quelle che poteva avere, aveva scelto proprio me. Beh, il giorno del ballo mi arrivò la risposta. Mi umiliò davanti a tutti, dicendo che mi aveva scelto a causa di una scommessa: se fosse riuscito a portarmi a letto prima dell’inizio del ballo avrebbe vinto. Da quel giorno tutti in quella scuola hanno cominciato a deridermi, umiliarmi e io ho deciso di andarmene. Volevo solo andare in un posto dove nessuno conoscesse il mio nome. E così e stato. E in un momento di follia ho fatto il tatuaggio. All’ inizio non volevo venire via da lì, lasciare i miei amici, quei pochi che rimanevano, la mia casa. Ma a volte, dobbiamo andare…-
Renesmee non si era accorta che aveva iniziato a piangere, che stava stringendo la mano di Harry come se fosse l’ultimo, disperato appiglio. Aveva bisogno di qualcosa, o qualcuno, che le tenesse stretta, che la proteggesse…e che non la lasciasse andare.
E fu così che Renesmee trovò quell’appiglio, quella persona sicura su cui avrebbe potuto sempre contare.
E fu così che loro due strinsero un patto, che sarebbe durato in eterno.
Così, con un abbraccio nel centro esatto del parco. Con lei che continuava a far cadere lacrime, e lui che prontamente gliele asciugava.
 

Camminavamo senza cercarci pur sapendo che camminavamo per incontrarci.
— Julio Cortázar.

   
 
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