Questa storia fu da me scritta fra l'estate del 2000 e il maggio del 2001. Ho avuto molte perplessità sul pubblicarla o meno. Perché questa storia è una parte molto importante di me, una fetta della mia vita.
A quell'epoca stavo vivendo un periodo di forte depressione: uno di quei periodi in cui ti senti veramente una nullità, tanti interessi e nessuna vera attitudine, tanti amici, ma nessuno che per te sia veramente più di un amico, con cui poterti veramente lasciare andare, senza paura di sentirti criticare, qualcuno che ti ami…. Insomma mi sentivo praticamente inutile.
Fu in quel periodo che scoprì quello che poi sarebbe diventato il modo per sfogare le mie paure e incertezze: scrivere. Da quel momento in poi la scrittura ha sempre avuto un potere catartico su di me: mettere la parola "fine" a una storia, significava chiudere un capitolo triste e poter ricominciare di nuovo. Infatti, benché i protagonisti della mia storia siano tutti frutto della mia fantasia, i loro caratteri sono ben scolpiti nel mio cuore, ben presenti nelle persone che mi circondano. Questo è stato il mio primo vero racconto originale.
Alla fine tuttavia ho deciso di pubblicarla su questo sito. Il motivo è molto semplice: visto che per me scrivere questa storia ha avuto un effetto così catartico, spero che possa avere lo stesso effetto su di voi. Ed è proprio a coloro che si rispecchiano nei personaggi di questa semplice e dolce storia d'amore che dedico la mia storia.
Sono cosciente che come storia non è un granchè, che ci sono molti errori e alcuni personaggi sono sviluppati male e forse un giorno la modificherò. Ma non ho ancora trovato il coraggio di farlo, troppi ricordi mi legano a questa storia e, forse, quando mi farà meno male evocarli, allora potrebbe diventare una storia più bella di quella che oggi è.
Un ringraziamento particolare va a Giucchan e a Esteliel, che hanno letto in anteprima questa storia e che mi hannospinto a pubblicarla. E un saluto anche a Speedlink, in assoluto il primo lettore di questo racconto.
Naco chan
NOTTI D’ESTATE
Io
ti chiesi perché i tuoi occhi
si
soffermassero nei miei
come una casta stella del cielo
in
un oscuro flutto.
Mi
hai guardato a lungo,
come si saggia un bimbo con lo sguardo,
mi
hai detto poi, con voce gentile:
ti
voglio bene, perché sei tanto triste
Hermann Hesse
LA
VOCE
La
luna piena brillava alta nel cielo stellato, sgombro da nubi. Il mare era calmo
e solo il leggero increspare delle onde turbava il silenzio che regnava attorno
a lei. D’un tratto alcuni passi attirarono la sua attenzione…
si voltò… alla luce della luna lo intravide… guardò i suoi capelli, si perse
nei suoi occhi profondi… cercò di chiamarlo, ma le parole le morivano in gola,
mentre lui si allontanava per sempre… cercava di chiamarlo, di rincorrerlo, ma
non riusciva né a parlare, né a camminare… La sua ombra era ormai lontana e
sentiva i suoi occhi riempirsi di lacrime.…
-Aiutalo, ha
bisogno di te!- sentì una dolce voce dirle.
–Chi sei? Cosa vuoi da me? Chi sei?-
chiedeva, ma la voce sembrava non ascoltarla
–Aiutalo!- ripeteva
–Ha bisogno di te… aiutalo! Ti prego…. Ha bisogno di te…. Ha bisogno di te….
Aiutalo…
Sabrina
sapeva di star sognando. Era circa una settimana che quel sogno la
perseguitava. Ogni volta cercava di non svegliarsi, di fermare quel ragazzo, di
chiamarlo, di guardarlo negli occhi, di… e ogni volta il sogno le scorreva
davanti, senza che lei potesse vedere in faccia quel volto che…
Si sedette sul letto come per scacciare
quel pensiero dalla testa. Guardò il cielo attraverso la finestra e sorrise,
sicura che sarebbe stata una giornata fantastica. Scese dal letto e corse ad
aprire la finestra per respirare a pieni polmoni la fresca aria dell’alba.
Appoggiò i gomiti al davanzale, meditabonda.
–Oggi accadrà qualcosa- disse
a se stessa con sicurezza, ma per quanto cercasse di non pensarci, quel sogno
continuava a tormentarla senza che riuscisse a capirne il motivo.
Quella
mattina il mare era più bello del solito, tanto da sembrare magico. Era una
sensazione bellissima e Sabrina sapeva di averla già
provata quella stessa notte… Si era alzata che erano appena le 6.00 ed era
silenziosamente scesa in cucina.
Il mare era proprio di fronte alla sua
abitazione e la tentazione la spinse a vestirsi in fretta e a correre su quella
spiaggia che amava con tutta se stessa, soprattutto a quell’ora
in cui non vi erano bagnanti… eppure un’ombra fra le acque attirò la sua
attenzione.
Si avvicinò all’acqua per vedere meglio; non
si era sbagliata: qualcuno stava nuotando verso la spiaggia e man mano che si
avvicinava alla riva, potè notare che si trattava di
un ragazzo più o meno della sua età. Lo vide uscire dall’acqua e prendere un
asciugamano.
Sabrina rimase a fissarlo, chiedendosi chi
fosse, dato che non l’aveva mai visto e perché avesse scelto un simile orario
per nuotare.
D’un tratto quel
ragazzo sembrò accorgersi di lei.
–Beh, che hai da guardare?- chiese freddamente – Sono per caso un fantasma?
Sabrina sentì le sue guance arrossire –No… è che…- blaterò.
-Cosa?- chiese avvicinandolesi.
-No… è che non avevo mai
visto nessuno fare un bagno alle 6.00 e a pensarci bene rischi di
buscarti un’influenza se te ne vai vestito così a quest’ora!-
rispose facendosi coraggio.
-E sono forse fatti
tuoi?- chiese brusco. I suoi occhi castani sembravano di ghiaccio mentre
fissava quelli dolci e spaventati della ragazza. –Ci conosciamo per caso?
-No, ma…
-E allora
impicciati degli affari tuoi, senza contare che la stessa domanda potrei
fartela io!
-Posso dirti tranquillamente perché sono
qui! Ci vengo sempre quando sono preoccupata o spaventata per qualcosa!-
rispose anche lei fredda. Ma chi credeva di essere
quel tipo?
-E dimmi sei
preoccupata o triste? Hai fatto per caso un brutto sogno? Forse hai sognato che
il tuo ragazzo ti piantava?
-Io non ho il ragazzo e in ogni caso non
sono fatti tuoi!
-Me lo immaginavo: sei talmente brutta! Chi
si metterebbe con uno sgorbio come te?
Sabrina sentiva la rabbia esploderle nel
cuore e gli occhi inondarsi di lacrime. Lo guardò negli occhi, ma non riuscì a
sostenere il suo sguardo così freddo e scappò via. Ma chi credeva di essere quello? Che colpa ne aveva
lei se era fatta così? Si sentiva una sciocca. Corse a casa sua e, senza far
caso al rumore salì in camera sua e si gettò sul letto
esausta chiedendosi perché proprio a lei fosse capitato di incontrare un
tipo del genere.
Sabrina
non poteva definirsi una ragazza bellissima, ma neanche brutta. Aveva splendidi
occhi scuri e ricci capelli castani che portava lunghi sulle spalle. Era un
tipo dolce e allegro, sempre pronta a portare il buonumore e ad aiutare quelli
in difficoltà.
Benché fosse
benvoluta da tutti per la sua spontaneità, aveva tuttavia pochissima fiducia in
se stessa considerandosi egoista e superficiale. Era per questo motivo,
continuava a ripetersi che Michele non l’aveva mai vista come più di un’amica.
Del resto come avrebbe potuto un ragazzo così carino e simpatico innamorarsi di
un tipo come lei? Quel ragazzo aveva perfettamente ragione anche se non si era
certamente comportato come un gentiluomo. Si sentiva una bambina sciocca e
l’unica cosa che la consolava era che, molto probabilmente, quella sarebbe
stata l’unica volta in cui l’avrebbe visto.
Bene, ragazzi, eccoci finalmente alla fine del primo capitolo. So bene che è un po' piccolino e vi avverto che i prossimi due capitoli potrete trovarli anche un po’ noiosi, ma vedrete presto la storia si movimenterà! (almeno spero! ^^).
MI raccomando, commentate! Commenti e critiche costruttive, aiutano un autore a migliorare! ^_^