Bene, ecco il diciannovesimo capitolo. È un pò cortino ma ho poco tempo e volevo essere puntuale con i termini. Spero che vi piaccia e apprezzate l'immagine qui. Non c'entra nulla con il capitolo ma serve a sottolineare il rapporto che lega Alessia con Walter. Nel prossimo capitolo parleremo di Alessa.
Walter Sullivan: I
sotterranei di Silent Hill.
Secondo
voi, Silent Hill potrebbe essere solamente una
cittadina infestata da creature psicologicamente instabili, da
sanguinari e
folli? No, questo è solo una piccola parte di tutto
ciò che abita la città, ma
essa ha da mostrare altre cose. E una di queste sono i sotterranei
della chiesa
e dell’Historical Museum
di Silent
Hill. Oscuri
segreti si nascondono negli angusti corridoi del sotterraneo, molto ben
celati.
Ci sono tre settori, tutti uguali… composti da molte stanze
e da esse si
possono sentire urla e gemiti di strazio e crudeltà. In
quelle mura sono
imprigionati suoni e rumori inquietanti e angoscianti… e
ogni tanto si possono
sentire. Tendi l’orecchio e puoi sentire il lamento
straziante di un bambino o
di una donna accompagnati da rumori sinistri di attrezzi in funzione.
Anche se
entri in quelle stanze non troverai nessuno… ma potrai
vedere ciò che era
stato. Puoi vedere il sangue marrone e gli strumenti di morte. Tutti
mezzi creati
dalla mente umana persuasa allo sterminio. Puoi vedere coltelli,
mannaie
usurate, motoseghe circolari e trapani senza benzina ed
elettricità abbandonati
alla rinfusa e corrosi dal tempo. Ma quelli non possono corrodere,
usurare o
scomparire nel tempo… i segnali del dolore… anche
se chiuderai le orecchie li
puoi sentire… il silenzio degli innocenti.
L’origine di tutto ha un nome ben
preciso: L’Ordine. L’Ordine è una setta
che si contrappone al caos e crede
all’ordine. Ogni loro azione non ha significato: non
è né buona, né cattiva.
Non esiste né il male e né il bene. I loro gesti,
le loro imprese sono rimaste
occultate agli occhi del resto dell’umanità. Ma
troppo dolore, troppo silenzio,
troppa paura hanno causato quello che si chiama il punto di rottura.
Alessa
Gillespie, una bambina nata senza il padre, venne accusata dalla
nascita di
essere la figlia del demonio. L’Ordine, che non era altro che
un gruppo di
fanatici, vollero bruciarla per purificarla. Ma la bambina aveva
troppa, troppa
innocenza nel cuore e nello spirito. Al momento del rito, il demonio a
cui gli
adepti credevano, vide il dolore e le lacrime di una bambina di soli
undici
anni e decise di fare un patto con la vittima. Alessa avrebbe ottenuto
la sua
vendetta e lui avrebbe ottenuto la sua anima innocente. Alessa
riuscì a
vendicarsi, anche grazie all’aiuto insperato di Travis Grady
che fermò il rito
prima che potesse concludersi, ma rimase intrappolata nel mondo
infernale di
Silent Hill. L’unica cosa che la ragazza poté fare
prima che la sua anima fosse
dannata per sempre era la separazione della sua anima. La parte
corrotta
sarebbe appartenuta al demonio mentre la parte innocente sarebbe stata
lasciata
in un orfanotrofio di un paese confinante con Silent Hill. Harry Mason
era la
persona giusta per prendersi cura di Cheryl. Ma le due anime non
potevano
restare separate per sempre e allora, all’età di
otto o nove anni, Cheryl venne
richiamata a Silent Hill. Il signor Mason riesce a fermare il diavolo e
a
impedire che sua figlia rimanesse prigioniera come Alessa. Il gesto
eroico del
padre non passò inosservato ai membri sopravvissuti del
culto che iniziarono a
perseguitare la ragazza. La polizia decise che la famiglia Mason
sarebbe stata
trasferita a Portland sotto falso nome, Cheryl assunse
l’identità di Heather
Mason e si tinse i capelli di biondo (che non le stanno neanche male,
che ne
dite? NdAutore). La pace non poté durare molto che Harry
Mason venne
assassinato da una creatura. Heather Mason si ritrova di nuovo ad
affrontare sé
stessa a Silent Hill, con l’aiuto del detective Douglas e del
padre Vincent
riesce a uccidere il diavolo che, lentamente, stava crescendole in
grembo.
L’impresa però era ordita da Alessa che aveva
intenzione di distruggere quella
setta che per secoli era rimasta impunita. Il diavolo pretese il suo
tributo:
la ragazza, Heather Mason. Alessa e Heather due corpi,
un’anima. Entrambe
convivevano nella città maledetta. Alessa aveva una sorta di
guardiano che si
occupava delle anime da purificare e da condannare. Pyramid Head era
questo il
nome: Un ragazzo che aveva protetto e amato Alessa ancor prima degli
altri. E
ora, per aver preso le sue difese era diventato il macellaio di Silent
Hill.
Per Alessa non restava altro che rimanere intrappolata nel mondo
infernale di
Silent Hill. Ma c’era un imprevisto non calcolato…
Alessa aveva un angelo
custode, un angelo nato in un appartamento ad Ashfield Street. Nella
stanza
degli angeli era nato Walter Sullivan. Un uomo dal cuore di bambino che
voleva
solo una madre. Ma la madre era morta… era morta…
Il bambino era stato
ingannato! L’unica persona che era stata gentile con
l’angelo era scomparsa e
ora era giunto il momento di ricambiare il favore…
-Alessa
ti troverò!- Walter stringendo il piè di porco si
scagliò contro la creatura che rappresentava ciò
che rimaneva di Heather Mason.
La
sua pelle putrefatta e l’odore nauseante la rendevano
inavvicinabile e quindi Walter doveva agire in distanza. Mise
l’oggetto di
ferro dietro la schiena e iniziò a sparare con la pistola, i
colpi le facevano
ben poco effetto, la creatura avanzò velocemente e
abbracciò il biondo come se
volesse farlo soffocare. Una spinta con le gambe la fece allontanare e,
per
tentare di stordirla, la colpì con il calcio della pistola.
Walter si
allontanò, aveva capito che così facendo non
avrebbe potuto fare granché.
“Mi
sa che devo… scappare!” Walter si voltò
indietro e
decise di entrare in una delle attrazioni del parco.
Provò,
dapprima, nel teatrino dove all’interno di uno dei
pupazzi abbandonati sul palco riuscì a trovare una mappa e
consultandola mentre
correva (impresa difficile nda) Walter imboccò la via per
arrivare al “Mountain
Coaster”. Heather lo inseguiva come uno delle vittime che
inseguivano Henry
Townshend. Il biondo per rallentarle l’inseguimento
iniziò a gettare al suolo
possibili oggetti come tavoli, armadietti ecc.
"Ok, sono quasi arrivato!” Walter aprì
l’ultima porta e si
trovò di fronte a un vagoncino dell’ottovolante,
non avendo altra scelta ci
salì sopra e come volevasi dimostrare il vagoncino
partì a velocità prima più
lenta e poi sempre più rapida… inutile dire che
Walter urlava ad ogni curva,
non ci era mai stato!
-Che
cos’è questo?- Walter notò tra le
pieghe del sedile una
chiave d’ottone. Ovviamente la prese e la ficcò
nella tasca. Il viaggiò durò un
po’ finché Walter non vide qualcosa che lo
terrorizzò: I
binari erano interrotti! Walter si alzò
leggermente… si
concentrò moltissimo e i
suoi muscoli erano pronti a scattare, se voleva rivedere il viso di
Alessa,
accarezzarle i suoi capelli castagni e specchiarsi nei suoi bellissimi
occhi,
doveva essere molto, ma molto veloce. Non appena il vagoncino
volò verso
l’abisso, il biondo scattò in un balzo
disperato… agitò le braccia e le gambe
in avanti, come per darsi una spinta, e fu questione di secondi e il
ragazzo si
trovò aggrappato al bordo dell’altro
binario…
-Merda…-
Le mani gli facevano molto male. Non riusciva a
rialzarsi, cercò di darsi una spinta o strattone ai muscoli
per tirarsi su… ma
ottenne solo l’effetto contrario, prima si reggeva con due
braccia e dopo lo
sforzo una sola mano lo tratteneva dal precipitare nel baratro.
-Alessa,
lo so che mi puoi sentire… dammi una mano!- Walter
teneva la testa rivolta verso l’abisso e ovviamente non
pretendeva un aiuto
divino.
-Ehi!
Ti piace stare sospeso a mezz’aria?- Una voce
spiritosa e a tratti sfottente attirò l’attenzione
del biondo che vide Heather
solo che stavolta non era posseduta. Lei si abbassò e gli
tese la mano.
Walter
l’afferrò subito con essa si tirò in
alto. Per poi
cadere sulle travi di legno stabili, aveva la pelle salva.
-Uh…
grazie.- Walter si voltò verso la ragazza e poté
guardarla in viso… somigliava in maniera impressionante ad
Alessa, se non fosse
per i capelli.
-Ma
prego! Perché cercavi di scappare da me? Volevo
aiutarti!- Fece notare la ragazza, il cui comportamento appariva
strano.
“Mh…
una ragazza simile dovrebbe essere di carattere schivo
mentre invece è più solare.” Walter si
alzò è si pulì la giacca. Il piede di
porco era andato perduto con la caduta e l’arma da fuoco era
senza munizioni.
-Dovresti
fare attenzione quando fai queste cose.-
Puntualizzò la bionda.
-Tsk…
e secondo te, io che dovevo fare?- Walter sbuffò e
accese la radio per parlare con Smith.
-Sullivan!
Dove ti sei cacciato? Ho cercato di contrattarti
continuamente ma non mi rispondevi!- La voce agitata del prete
risultò un po’ sgradevole
al biondo.
-Stai
tranquillo sono ancora vivo… o almeno credo.- Walter
si guardò in giro e notò che i binari erano
diversi da quelli del Luna Park.
Dove diavolo si era cacciato?
-Che
cosa vedi?- Chiese il prete.
-Uhmm…
è un ambiente indubbiamente minerario. Non riesco quasi
a respirare!- Commentò il biondo mentre vedeva dei carrelli
e delle piccozze
abbandonate qua e là.
-Uhmm…
HO CAPITO! Sei prossimo al covo dell’ordine!-
L’urlo
di Vincent aveva fatto spaventare il biondo e per non diventare sordo
allontanò
la radio dall’orecchio.
-Va
bene. Sai dove posso trovare Alessa?- Walter mentre
ascoltava iniziò a camminare e venne prontamente seguito da
Heather.
-No.
Ma credo che la troverai lì.- Rispose il prete.
-Ok,
ci sentiamo.- Walter chiuse la chiamata e solo ora si
accorse che la ragazzina lo stava inseguendo.
-Embè?
Perché mi segui?- Walter si fermò.
-Beh,
non ho nessuno con cui stare e credo che tu mi puoi
aiutare ad uscire di qui. A proposito chi è il signore alla
radio?- Heather
continuava a stare appresso all’assassino dei 21 sacramenti
+10 omicidi=31.
-Umpf…
Vincent. È un pastore.- Spiegò a monosillabi.
La
ragazza impallidì accompagnata da un gemito di stupore,
quel Vincent era vivo? Voleva assolutamente rivederlo.
-Prima
cosa, non mi hai detto il tuo nome e due: Non come
posso portarti da lui, visto che non so nemmeno dove siamo di preciso.-
Replicò
il biondo prendendo una piccozza da usare eventualmente come arma.
-Mi
chiamo Heather Mason, sono la figlia di Harry Mason. A
detta dell’ordine sono la parte buona di Alessa.-
Spiegò la ragazza.
-Piacere,
Walter Sullivan. Hai un’arma?- Il biondo
sbrigativamente concluse la sua presentazione.
-No.-
-Allora stai accorta, stai vicino a me. Non provare ad
allontanarti, ok?- Walter si dimostrò molto protettivo nei
suoi confronti.
Una
scalinata molto profonda attendeva i due. Walter accese
la torcia e iniziò a scendere seguito a ruota da Heather.
-Merda,
è maledettamente buio.- Walter aveva appena finito
la frase che mancò uno scalino e fece un ruzzolone per tutta
discesa senza
potersi fermare.
Quando era arrivato alla fine, non riusciva ad alzarsi. Alzò la testa dal suolo e quello che vide era un adepto dell’ordine che gli piazzò un tubo di ferro in testa facendolo svenire.
Eccoci alla fine, purtroppo non so quando verrà postato il nuovo ma vi prego di portare pazienza e perdonare questo povero scrittore che ultimamente ha perso un pò l'ispirazione. A presto! (spero).