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Autore: LunaMentur    05/08/2012    1 recensioni
"Non avevo sofferto particolarmente del mio-amore-non-corrisposto negli ultimi anni e, dopo tanto, il fatto che lui potesse amarmi era diventato una speranza troppo finta che aveva consumato ogni singola voglia di farli capire quanto mi piacesse e mi ero ritrovata, senza nemmeno volerlo, ad essere considerata la sua migliore amica.
[...]
Poi tutto divenne confuso e per la prima volta fui catapultata nel mondo
reale, quello fatto di problemi e di cose che andavano ben oltre la visione di
una ragazza sedicenne con una mentalità chiusa e paesana..."
In certi momenti è drammatico (non taglia vene). Giustamente non sempre va come speri, no? Soprattutto in amore.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Allora, questa è la mia prima storia pubblicata. Avverto subito che so di non essere brava a scrivere e odio le virgole 
(maledizione, abbiamo una relazione complicata!), ma amo farlo. Diciamo che mi è venuta la voglia di scrivere questa
storia in vacanza e , non volendo anticipare niente, non dico "perchè" mi è venuta voglia. Mi scuso quindi in anticipo
per gli eventuali (anzi certi!) errori, soprattutto sintattici. Spero sia piacevole e per qualsiasi critica non esitate!
Una piccola avvertenza : prima di iniziare a leggere sappiate che tutto ciò che è scritto il corsivo è la storia che viene
narrata da un narratore esterno alla vicenda (onnipresente XD) e quello scritto nel carattere normale è narrato dalla
"protagonista principale", che è la ragazza.

 

01- Speranza illusoria

-Mi sono innamorato...-
Quelle parole risuonavano ancora nella mia testa e non facevo altro cheagitarmi sulla sedia girevole , davanti al computer con lo schermo tra le
mani, incredula.
Era innamorato? di chi? di me?
Lasciai lo schermo con delicatezza e sentendomi leggera come una piuma incominciai a premere i vari tasti sulla tastiera componendo la frase :
"Di chi? Sono curiosa"
Nella piccola chat di fb apparve una scritta grigiastra "Davide sta scrivendo..."
"Cosa?! Ottio, ma quanto ci impiega??" Pensavo tra me e me, più vicino allo schermo di quanto fosse necessario. Mi toccai le labbra , che si erano
aperte in un sorriso da ebete. Mi diedi un colpo sulla fronte, col palmo della mano destra. Sembravo una femminuccia innamorata, una comune
"bimbominkia" che si esaltava per cosi' poco.
Tutto l'entusiasmo e l'agitazione aumentarono appena Davide inviò il messaggio "te lo dico faccia a faccia, sai che non mi piace dire certe cose
via faccia-di-libro! Domani solito posto, solita ora? :)"
Rimani immobile per qualche secondo, con la testa vuota, per poi alzarmi di scatto dalla sedia e risedermi con tranquillità.
Con lentezza immane, scrissi " hai ragione, va bene. A domani allora". Spensi il computer e mi sedetti sul letto, tutta eccitata. Dopo un paio di
minuti passati a fissare un punto non preciso del pavimento , scattai verso il cuscino, affondando il volto e urlando di gioia.
Erano due anni e mezzo che aspettavo quel momento, il momento in cui Davide si fosse accorto di volermi bene sul serio e non mi vedesse più solo come una
sua amica. Mi sembrava ancora irreale, ma di sicuro sarebbe stata la mia storia d'amore più importante, sarebbe stata la mia prima storia d'amore
dove io sarei stata veramente innamorata di qualcuno.
 
La notte passò lenta, ma non mi importava più di tanto. Continuavo a fissare i numeri rossi della sveglia che era poggiata sul comodino,
ma non perché fossi così irrequieta o non vedessi l’ora che arrivasse domani, ma semplicemente perché volevo godermi il tempo rimasto 
al mio amore-non-corrisposto .
Non avevo sofferto particolarmente  del mio-amore-non-corrisposto negli ultimi anni e, dopo tanto,
il fatto che lui potesse amarmi era diventato una speranza troppo finta che aveva consumato ogni singola voglia di farli capire quanto mi
piacesse e mi ero ritrovata, senza nemmeno volerlo, ad essere considerata la sua migliore amica.
A dire il vero a lui “migliore amica”, come definizione, non piaceva.
Lui odiava mettere su scale diverse le persone che conosceva, per lui erano tutte uguali; ma una volta mi confessò che ci tiene di più ad alcune.
Questo “tenerci di più” non è assolutamente discriminante per gli altri suoi amici, anche se sotto sotto penso sia una ragionamento bello,si, ma che non può restare in piedi.
Un amico che conosci da anni è di certo più “importante” di un ragazzo incontrato in un bar per caso, con cui ti sei scambiato quattro chicchere frivole.
Ma se lui pensa che sia così allora che lo pensi, a me il solo fatto che mi consideri sua amica mi va bene, poi se ci tiene “particolarmente a me” ancora meglio,
sempre sotto certi punti di vista ovvio.
Essere amica , o ancora peggio, migliore amica del ragazzo di cui sei innamorata, non è una situazione facile,
ti mette di continuo alla prova.Soprattutto se ti confida cosa fa o cosa pensa delle sue fidanzatine, no? Ma se sei sua amica, e non sei particolarmente stronza,
allora devi mentire, devi far finta di essere contenta che lui si sia messo insieme a questa o stia massaggiando con quest’altra, o no?

Si era messa un vestito bianco con le maniche a tre quarti, quel
vestito che aveva comprato insieme a lui, un paio di scarpe da ginnastica
insulse (precisamente quelle su cui lui si era divertito a scrivere insulti
e cazzate varie) e la borsa che lui le aveva regalato il natale passato.
Camminava veloce verso il parco semi-disabitato di quella mattina. Era
l'inizio di agosto, periodo in cui tutti gli uffici della città chiudevano
e dove le strade prima si intasavano, macchine che creavano lunghe code,
cariche di ogni oggetto utile (all'apparenza) per la vacanze, strade che
poi si liberavano, restando vuote, tranne per qualche vecchietto in bici
che usciva la mattina presto. Il parco era il loro luogo preferito. Per
ogni cosa importante si trovavano la mattina alle 6:30 in punto sulla
tredicesima panchina a partire dal panificio. Panchina che era rivolta
sulla costa nera e dove nasceva un albero di ciliegio, l'unico in tutto il
parco.

Avevo il fiatone e appena arrivai lo trovai seduto sullo schienale della panchina, con i gomiti sulle ginocchia a contemplare il mare che
scrosciava. Respirai a fondo e gli corsi dietro senza far rumore, per poi saltargli al collo mordendogli una spalla.
Mordere la gente? Diciamo che e' una mia abitudine; diciamo che era il nostro modo di salutarci e comunicare (a volte).
-Oggi di cosa so?- mi chiese sarcastico scompigliandomi i capelli biondo scuro. Mi mossi veloce e ,togliendomi la borsa, la buttai sul prato, per poi
sdraiarmi appoggiando la schiena contro le sue gambe. Alzai lo sguardo e lo fissai negli occhi verde scuro.
- Pistacchio, anche se ... Cocco vero?-
- E perché cocco?-
-Usi lo stesso balsamo da anni! Mentre lo shampoo e' alla vaniglia- Lui rise di gusto, scompigliandosi i capelli neri, tagliati alla emo.
Scese il silenzio e perfino il mio respiro mi sembrava tremendamente rumoroso.
Si stava torturando le mani, continuava a scrocchiare le nocche.
Deglutii.
Schiusi gli occhi e trattenni il fiato : il momento dopo due anni  era finalmente arrivato... Poi sarei stata felice.
- mi sono innamorato... Di... Ottio mi vergogno cosi' tanto-
Lo guardai e sorridendogli ,il più' dolcemente possibile, dissi :- E di cosa?!-

Poi tutto divenne confuso e per la prima volta fui catapultata nel mondo reale, quello fatto di problemi e di cose che andavano oltre la visione di
una ragazza sedicenne con una mentalità chiusa e paesana...


Primo capitolo finito, il secondo l'ho già scritto ma non sono molto soddisfatta :) Appena potrò
lo metterò su, sempre che il primo piaccia a qualcuno. Se ci sono critiche, va benissimo!
Mi scuso per come sono spezzate le frasi, ma purtroppo nel programma dove l'avevo salvato 
ha sballato tutto e ora non ho il tempo di sistemarlo, chiedo venia!
Grazie!

  
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