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Autore: FANTASYLANDIA    05/08/2012    0 recensioni
STORIA DI UN GIOVANE DEMONE ALLA RICERCA DEL SUO PASSATO
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: La Profezia di Kilian e l’ambizione di Prometeo
Nella città di Vulcania, all’interno del castello di Prometeo, un servo corse fino ai piedi del suo Dio per annunciargli la vittoria di Kilian
Quest’ultimo disse: “Bene, tutto procede secondo i miei piani. Presto si avvererà la profezia ed io diventerò sovrano dell’Inferno”.
In quell’istante comparve un altro Dio, Nettuno sovrano dell’acqua. Egli aggiunse: “Pazzo, per soddisfare la tua brama di conquista, hai messo in pericolo due interi mondi”.
Prometeo riconobbe immediatamente il Dio e disse: “Nettuno, da quanto tempo che non ci incontriamo, che cosa ti ha portato da me”?
Nettuno rispose: “Sono venuto per fermarti, prima che sia troppo tardi”.
Prometeo continuò: “Non dovevi scomodarti, ora che Plutone è morto, nessuno potrà fermarmi. Questo regno mi spetta di diritto, come padrone del fuoco. Tutto ciò che ho fatto è stato anticipare gli eventi della profezia del figlio del Dio, quindi non ho nessuna colpa, ciò che è accuduto è scritto che doveva accadere e cosa importa se prima o dopo, e poi qualcuno doveva strappare l’Inferno dalle mani di colui che l’avrebbe condotto al collasso”.
Nettuno: “Vorresti farmi credere che hai fatto tutto ciò per preservare la vita all’Inferno e non per una tua sete di dominio”?
Prometeo rispose: “Credi pure quello che vuoi, ciò che è stato fatto non si può cambiare, quindi lasciamo il passato alle spalle e pensiamo al presente. Tu sei venuto per impedirmi di prendere ciò che mi spetta di diritto ed io non posso permetterlo”.
Dopo aver finito di parlare, il Dio del fuoco sguainò una spada fiammeggiante e duellò contrò il Dio dell’acqua. Lo scontro durò poco, Nettuno vinse Prometeo, ma non l’uccise e dopo aver riposto il suo tridente disse: “Ti lascio vivere per darti l’occasione di redimerti, pentiti di quanto hai fatto”.
In seguito se ne andò. Prometeo in seguito aggiunse: “Va pure, ma presto ti pentirai di avermi preservato la vita”.
Nel frattempo, un messaggero del Dio del fuoco raggiunse Demonville, alla ricerca di Kilian.
Quando lo trovò gli disse: “Finalmente ti ho trovato Kilian, il mio sovrano Prometeo mi manda per chiederti di aiutarlo”.
Kilian aggiunse: “Che cosa posso fare io per lui”?
Il messaggero rispose: “Vieni con me a Vulcania e lo scoprirai, perché a me non è stata rivelata tale informazione, il mio compito era quello di trovarti e di condurti dal mio sovrano”.
Il mezzodemone seguì il messaggero di Prometeo.
Dopo un giorno di marcia, i due raggiunsero Vulcania e il palazzo di Prometeo.
Kilian al cospetto del Dio del fuoco disse: “Qual è il problema? A che cosa ti serve il mio intervento”?
Prometeo rispose: “Nettuno, il Dio dell’acqua è venuto qui per uccidermi, egli vuole impadronirsi di tutte le città esistenti all’Inferno”.
Kilian aggiunse: “Come posso sconfiggere io un Dio? Io non sono altro che un mezzodemone”.
Prometeo continuò: “Nelle tue vene scorre il sangue di Plutone, quindi non hai nulla di cui temere, puoi sconfiggerlo”.
Kilian si convinse e aggiunse: “Dove posso trovarlo”?
Prometeo rispose: “Egli dimora in una città chiamata Acqualian”.
Il mezzodemone partì alla volta della città e in due giorni di marcia la raggiunse.
Quando egli ci arrivò, trovò subito il Dio che gli disse: “Sei stato mandato da Prometeo per uccidermi, non è vero”?
Kilian rispose: “Si, egli mi ha chiesto di venire, ma è stato il senso del dovere che mi ha spinto a cercarti”.
Nettuno aggiunse: “Sei stato ingannato, l’unico despota che esiste all’Inferno è lui”.
Kilian continuò: “Tu menti, io non ti credo, stai solo cercando di salvarti la pelle con queste tue sporche calugine”.
Nettuno concluse: “Credi a un Dio che ti ha sempre ingannato e usato e no a uno che vuole dirti la verità? Che cos’è che ti da tanta fiducia in lui”?
Kilian rispose: “Egli mi ha aiutato a ricostruire la mia città, lasciatami in eredità da mio padre Plutone”.
Nettuno aggiunse: “Egli non l’ha fatto per bontà d’animo, ma solo per spingere il Predatore di anime allo scoperto. Lui sapeva che tu l’avresti ucciso e pertanto te l’ha mandato in pasto. Ma questa non è l’unico motivo, egli voleva realizzare una profezia, la tua”.
Kilian sconvolto dalle rivelazioni aggiunse: “Di quale profezia parli”?
Nettuno rispose: “Su di un’antica pietra è scritto che il figlio di un Dio avrebbe forgiato l’arma che avrebbe distrutto l’Inferno”.
Kilian era spaventato da quelle parole e non disse nulla. A quel punto comparve Prometeo e disse: “Perché non l’hai ancora ucciso”?
Kilian rispose: “Egli mi ha rivelato che sei tu che vuoi conquistare l’Inferno e che io sono destinato a distruggerlo, forgiando un’arma”.
Prometeo aggiunse: “E tu gli hai creduto? Egli racconta fatti tristi sull’avversario per distrarlo”.
Dopo di che il Dio del fuoco sparì. Il mezzodemone incitato dalle sue parole e furioso di essere stato ingannato assalì Nettuno. Quest’ultimo si difese egregiamente, ma il figlio di Plutone era molto più forte di lui e in  breve tempo lo sconfisse. Tuttavia non lo uccise.
In quel preciso istante ricomparve Prometeo che con la sua spada fiammeggiante dette il colpo di grazia al Dio dell’acqua.
Successivamente tornò a Vulcania.
Kilian si inginocchiò a Nettuno e disse: “Che cosa ho fatto”.
Nettuno aggiunse: “Non angustiarti mio giovane amico, Prometeo è un abile serpente, ma prima che io muoia voglio farti una rivelazione: in questa città è nascosta un’arma, con la quale potrai sconfiggere Prometeo”.
Dopo aver detto ciò, egli morì. La sua energia si trasferì nella spada di Kilian dandogli la capacità di controllare l’acqua.
In seguito, il mezzodemone trovò una caverna in cui era incatenata un demone donna.
Quest’ultima lo vide e disse: “Sei stato mandato da Nettuno, per liberarmi da queste catene”.
Kilian aggiunse: “Sono alla ricerca di un’arma in grado di sconfiggere Prometeo, se mi dirai quanto voglio sapere ti libererò”.
La donna incatenata rispose: “Se supererai una prova ti dirò quanto vuoi sapere, dimmi sei pronto a fare quanto ti chiederò”?
Kilian rispose: “Si sono pronto a tutto, dimmi che cosa devo fare ed io lo farò”.
La donna incatenata continuò: “Uccidimi, ed avrai l’arma che cerchi”.
Kilian si rifiutò di eseguire la sua richiesta e aggiunse: “Non posso fare quanto mi chiedi, non me la sento di prendere la tua vita”.
La donna incatenata continuò: “Non ti devi preoccupare per la mia sorte, io non sono mai stata un essere vivente, pertanto non prenderai alcuna vita. Forse il racconto della mia storia ti convincerà; tanto tempo fa Nettuno con la sua legione di soldati combattè contro Zeus, perché egli voleva sottomettere tutti gli altri dei. Dopo la sua morte il Dio dell’acqua trasformò la sua spada elettrica in una donna e la incatenò in questo luogo affinché nessuno la potesse usare”.
Il racconto di quell’essere mise il cuore di Kilian in pace, il quale con decisione la uccise.
Dal suo ventre fuoriuscì una luce blu che ricoprì il suo corpo e la sua spada dandogli nuove capacità. Improvvisamente egli senza volerlo si trasformò in grifone, ma questa volta aveva il colore blu e la forza dei fulmini. Anche la sua spada acquisì il controllo di quell’elemento.
Dopo aver ripreso la sua forma demoniaca tornò a Vulcania in cerca di quel traditore.
Due giorni più tardi, egli lo trovò e disse: “Ora finalmente potrai pagare per i tuoi crimini”.
Prometeo aggiunse: “Quali sarebbero i miei crimini: aver cercato di prendermi ciò che mi spettava di diritto, o forse aver cercato di impedire la realizzazione di una profezia. Tutto questo ora non ha alcuna importanza, perché io ti ucciderò impedendoti di metterla in atto”.
I due si affrontarono in un epico scontro, ma alla fine Kilian ebbe la meglio e lo uccise, in seguito se ne tornò nella sua città pensando a quanto aveva fatto e a quanto aveva scoperto.
 
  
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