3° capitolo Aprii gli occhi. Mi sentivo debole.. Provai a muovere le labbra per dire qualcosa, ma dalla mia bocca uscii soltanto un lamento senza senso. Vidi che c’era qualcuno seduto di fianco a me… Non lo conoscevo. O almeno credevo, perché non vedevo ancora limpidamente. Lo sconosciuto disse: “ ciao, finalmente ti sei svegliata..” Finalmente riuscii a comporre una frase in modo completo. “D.. dove mi trovo?” chiesi. “All’ospedale. Come ti senti?” mi domandò. “Mmmh.. direi come se fossi appena stata investita da un camion.. ma chi sei tu? Cosa mi è successo?” “ti ho trovata per terra svenuta, ti ho portata all’ospedale e eccomi qui.. Comunque i dottori hanno detto che hai un’ulcera e che tra un paio di giorni potrai tornare a casa. Comunque piacere, Gerard…” Lo sconosciuto mi allungò la mano e io gliela porsi. “Piacere, Giulia… Grazie di tutto, davvero..” Poi un pensiero mi passò per la mente.. “GERARD??? GERARD WAY??? No.. non può essere!” “Scusa, ma tu sei Gerard Way???” le parole mi uscirono di bocca senza accorgermene. “Si.. Come fai a conoscermi? Comunque prego… non ho fatto niente di che..” “COME FACCIO A CONOSCERTI?!? TU SEI IL CANTANTE DELLA MIA BAND PREFERITA!! E la tua voce mi ha salvato la vita….” Le ultime parole non avrebbe voluto dirle.. Merda!! Ma perché non penso prima di parlare?? “Ti ha salvato la vita??” mi chiese lui con stupore. Si sentiva un impiccione… non avrebbe dovuto chiederlo. Come pretendeva che lei raccontasse della propria vita privata con uno sconosciuto? Comunque molti fans gli avevano detto quelle parole… ma nessuno lo diceva per davvero… ma questa ragazza lo aveva pronunciato con un tono diverso, malinconico e triste, che gli aveva fatto grande tenerezza… “Si… mi ha salvato la vita…” E iniziai a raccontargli tutta la storia. Insomma, non avrei dovuto farlo… ma quegli occhi verdi mi davano fiducia, e mi pregavano di raccontargli la verità… Gli raccontò la sua storia… lui era colpito da qual che gli aveva appena detto.. Penso che la maggior parte dei suoi problemi non aveva senso in confronto ai suoi… e così si mise a guardarsi le punte delle scarpe. Pensai “Merda.. ma perché non mi sto mai zitta?? Adesso penserà che sono una pazza e non mi rivolgerà più la parola… non mi guarda neanche…” “ Adesso penserai che sono una psicopatica… scusa se ti ho assillato con i miei problemi… comunque se non mi vuoi più parlare ti capisco… molte persone l’hanno già fatto..” “NO!!! Insomma… mi vergogno un po’.. Ero preoccupato per i miei problemi e non mi sono accorto che poteva andarmi peggio… e sicuramente voglio continuare a parlarti!!” Non sapeva perché gli avesse detto questo. Capiva solamente che con lei poteva essere sé stesso, e finalmente non doveva più fingere. Gli sorrisi come un’ebete, e pensai che finalmente c’era qualcuno che non mi considerava una pazza… lui mi sorrise indietro. Era troppo carino quando lo faceva… Non l’aveva mai guardata… solo adesso che sorrideva la guardava veramente… aveva un sorriso bellissimo, due occhi grandi e lucenti che, quando lui avevo pronunciato quelle parole, si erano illuminati. Aveva i capelli ricci e corti scompigliati e la forma del naso era dolce e bella. “è veramente carina…” Pensò, osservandola meglio. Si prese paura quando lei esclamò: “I miei genitori!! Le mie amiche!! Devo avvertirli subito!! “Eh? Ah si!! Il tuo cellulare è lì..” e glielo passò. Lei compose il numero dei suoi, poi quello delle sue amiche, e alla fine cominciammo a parlare aspettando il loro arrivo. Parlammo per un’altra mezz’oretta buona, quando la porta si spalancò ed entrarono alcune ragazze. Le amiche di Giulia.