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Autore: Kathe8114    06/08/2012    1 recensioni
Una misteriosa ragazza giunge a Mystic Falls. Sembra essere interessata alla doppelganger e a Klaus,ma nessuno ne conosce il motivo.Il suo ritorno sconvolgerà il corso degli eventi e porterà Damon a fare i conti con una parte del suo passato che credeva persa per sempre.
“Una strega è una serva della natura, un vampiro un abominio della natura.
Puoi essere l'uno o l'altro.
Non entrambi”.
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I

 

 

 

Una strega è una serva della natura, un vampiro un abominio della natura. Puoi essere l'uno o l'altro. Non entrambi”.

 

 

 

 

Mystic Falls, 1901

 

Era una splendida giornata di primavera a Mystic Falls: un pallido sole, immerso in un limpido cielo turchese, illuminava gli alberi in fiore; un venticello caldo, dolce presagio d'estate, accarezzava lievemente la superficie dell'acqua del fiume cittadino.

Una ragazza, seduta all'ombra di un grande salice piangente, osservava con aria sognante quel magico spettacolo della natura. I lunghi capelli castani danzavano nell'aria, seguendo un ritmo tutto loro; era così liberatorio.

Se suo padre l'avesse vista in quel momento probabilmente avrebbe passato la settimana successiva chiusa nella sua stanza a fare ammenda per quel “peccato”.

E' disdicevole che una ragazza si mostri con i capelli sciolti”, così l'aveva rimproverata tanti anni prima. Sorrise a quel ricordo.

Edward Haynes era un uomo burbero e ridicolmente attaccato all'etichetta, ma nonostante questo era un buon padre. A differenza di molti altri uomini, aveva accolto la nascita di una figlia con gioia e non mostrava rimpianti per non aver avuto un erede maschio a cui affidare il suo patrimonio.

Era severo, questo si, ma mai ingiusto.

Dopo la morte della moglie, si era occupato personalmente della figlia, per quanto il lavoro di direzione della banca lo permettesse.

Aveva cercato di accontentare ogni suo capriccio, compreso quello che lo aveva portato ad acquistare una grande casa in quella sperduta cittadina di cui la sua bambina si era innamorata.

E così, Evelyn Haynes era cresciuta in un ambiente sereno, con una solida istruzione e una spiccata intelligenza. Anche se lui raramente lo dimostrava, la ragazza sapeva di essere fonte di orgoglio per il padre; glielo si poteva leggere negli occhi ogni volta che l'ascoltava suonare il pianoforte o la osservava leggere in poltrona.

Un ombra oscurò i suoi grandi occhi scuri.

Se avesse saputo la verità su di lei, sarebbe stato ancora così fiero? L'avrebbe amata comunque?

Un battito d'ali la distolse da quell'infelice pensiero: un corvo si era posato sulla riva del fiume e sembrava fissarla.

Che sciocchezza”pensò “E' solo un corvo”.

Eppure qualcosa dentro di lei si agitò.

Senza comprenderne il motivo, si alzò di scatto e raccolse il piccolo libricino che aveva portato con sé; era arrivato il momento di tornare a casa.

Mentre la ragazza si allontanava, il corvo rimase con gli occhi puntati su di lei ancora un po' prima di librarsi in volo ed andarsene.

 

 

 

California, 2009

 

 

“Che cosa sei?”

“Vedi, questa è proprio una domanda interessante”.

La ragazza si voltò verso di lei, osservandola incuriosita; la vista di quegli occhi scuri bastò a farla sentire alla stregua di un coniglio in trappola.

Katherine provò a reprimere quel moto di paura che le torceva lo stomaco, ma senza successo. Riprovò ancora, con maggior intensità, fallendo nuovamente. Quel dannato sentimento non aveva la minima intenzione di andarsene.

“Non ci riesci, vero?”

La paura provata dalla vampira si trasformò in terrore.

Possibile che fosse lei ad impedirle di farlo?

I suoi timori trovarono conferma quando la ragazza ricominciò a parlare.

“Questa è una delle cose che mi fa infuriare. Voi pensate sempre di poter risolvere qualsiasi problema semplicemente spegnendo i sentimenti. Vi rifugiate nell'apatia per trovare coraggio. E tutto per cosa? Solo per nascondere il fatto che siete dei codardi”.

La ragazza cominciò lentamente a girarle intorno.

“Vuoi sapere come ci riesco, vero? Vuoi sapere cosa sono. Eppure, appena qualche minuto fa eri convinta di saperlo mentre cercavi di attaccarmi”.

Tornò davanti a lei, fissandola con occhi giocosi; quel gioco la stava divertendo.

Katherine tentò con tutte le sue forze di contrastare la paralisi che l'aveva colpita; l'avrebbe uccisa, se solo avesse potuto muovere un muscolo.

“Conserva le energie, Katherine, lottare è inutile. Pensavi che fossi un vampiro, vero? Beh, ti farà piacere sapere di non esserti sbagliata... non completamente, almeno. Il mio cuore non batte, la mia pelle è fredda, mi nutro di sangue. Eppure...”

La ragazza spostò lo sguardo verso la grande finestra; pallidi raggi di sole attraversavano le tende leggere e illuminavano la stanza.

“Il sole non mi brucia. La verbena su di me non ha alcun effetto. Non ho bisogno di invito per entrare in una casa. E soprattutto... Non ho bisogno di sangue per sopravvivere”.

Impossibile. Tutto quello che aveva detto, dalla prima all'ultima parola, era semplicemente impossibile. Nessun vampiro poteva essere immune alle leggi della natura; non lo era nemmeno Klaus.

“Come? Com'è possibile?” sussurrò la vampira.

Quel suono riportò l'attenzione dell'altra verso di lei; la ragazza le sorrise con freddezza.

“Sono una strega”.

Se non fosse stata completamente paralizzata, i muscoli del viso della vampira si sarebbero contratti fino a formare un'espressione di incredulità.

In cinquecento anni non aveva mai sentito niente di simile.

Strega e vampiro erano concetti che si escludevano a vicenda.

Una strega poteva essere trasformata in vampiro, certo, ma questo comportava la perdita di tutti i suoi poteri. Era una delle leggi che la natura aveva per mantenere l'equilibrio.

Doveva esserci un'altra spiegazione.

“Nessuna strega conserva i propri poteri una volta trasformata!”

“Così dovrebbe essere, si. E' questo il punto: perchè a me non è successo?”

C'era frustrazione nella sua voce.

“Che cosa vuoi da me?”

La ragazza azzerò la breve distanza che le separava e la guardò con espressione dura.

“ Voglio che tu mi dica tutto quello che sai sulla nuova doppelganger e sulla maledizione “

“Perchè?”

La domanda era affiorata spontaneamente dalle sue labbra; si pentì di aver pronunciato quelle parole non appena un dolore lancinante cominciò ad invaderle la testa.

Cadde in ginocchio, tenendosi la testa fra le mani; la paralisi era finita, ma quel dolore era insopportabile.

“Informazioni. E' tutto quello che voglio da te. Qualsiasi altra cosa tu dica è inutile ed io non amo perdere tempo”.

Improvvisamente il dolore cessò; Katherine aprì gli occhi, ancora stordita. Dopo qualche secondo, si rimise in piedi, cercando di recuperare un minimo di dignità di fronte a quella strana creatura.

“Sono stata chiara?”

La vampira annuì impercettibilmente.

“Ottimo” la ragazza sorrise ed il suo viso si rilassò “ Sai, ho la sensazione che andremo molto d'accordo... Ora, che ne diresti di offrirmi un bicchiere di vino?”

In pochi secondi Katherine esaminò le varie possibilità che aveva e decise.

“Romanèè- Conti del 1990?” chiese con un gran sorriso.

Una così era meglio averla come amica che come nemica.

 

 

Chicago, 1920

 

Gloria era in piedi dietro il bancone da ormai un paio d'ore; osservava il proprio bar semi distrutto chiedendosi da che parte avrebbe dovuto cominciare per rimetterlo in sesto.

Sapeva che la presenza di quel Klaus avrebbe causato solo problemi, ma cosa avrebbe dovuto fare? Era un vampiro troppo potente.

Per fortuna almeno quell'incursione lo aveva messo in fuga; si augurò di non rivederlo mai più.

Un vero peccato... Mi piaceva questo posto”.

Con la coda dell'occhio vide una donna appoggiata allo stipite della porta, con le braccia conserte.

Siamo chiusi. Le devo chiedere di uscire”.

Ne aveva abbastanza di vampiri per quella sera.

Temo di dover insistere” la sconosciuta le si parò davanti, a dividerla da lei c'era solo il bancone “Ho bisogno di parlarle”.

Una profonda rabbia, probabilmente trattenuta per troppo tempo, si fece strada nella strega.

Non distogliendo lo sguardo dagli occhi della vampira, si concentrò e pian piano avvertì quel familiare calore alle dita. Le avrebbe fatto vedere cosa significa per un giovane vampiro mettersi contro una strega arrabbiata!

Con piacere notò un'espressione di dolore dipingersi sul volto della ragazza che velocemente portò le mani alla testa e cominciò ad urlare.

Gloria sorrise trionfante. Quella dimostrazione di potere era proprio quello che le serviva dopo una serata tanto disastrosa.

Stava quasi per bloccare il flusso di magia quando qualcosa la fece trasalire: una risata.

La vampira davanti a lei aveva smesso di tenersi la testa tra le mani e rideva.

Gloria si concentrò di nuovo, più di prima; voleva farle male, ristabilire la posizione di superiorità conquistata qualche minuto prima.

Smettila, strega. Con me non funziona”.

Improvvisamente Gloria sentì una mano stringerle il collo e si ritrovò a boccheggiare a pochi centimetri dal viso della sconosciuta.

Non voglio farle del male” le disse con voce ferma “ Devo solo avere delle risposte e lei è la sola persona che può darmele. Ora la lascerò andare, ci siederemo ad un tavolo con davanti una bottiglia di vino e parleremo come due persone civili. Che ne pensa?”

Con la poca forza che le rimaneva, Gloria annuì; quando la pressione sul suo collo cessò e l'aria tornò ad invaderle i polmoni,una sensazione di paura si fece strada nel suo petto.

Un vampiro su cui la magia non funziona.

Questo pensiero le fece quasi rimpiangere Klaus.

 

 

 

_ Angolo Autrice _

 

Ciao a tutti!!

Allora, prima di tutto, grazie per aver letto ciò che la mia mente (leggermente) malata ha partorito fin qui!!

Questo primo capitolo l'ho immaginato come una sorta di promo; mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate, se la storia, per come è stata presentata, possa interessare e meriti quindi di essere sviluppata.

Sto muovendo i primi passi in questo “mondo” quindi ogni input è non solo ben accetto, ma essenziale!!

Detto questo, la mia storia inizia con la seconda stagione, periodo in cui, secondo me, l'amore di Damon nei confronti di Elena non si è ancora ben consolidato.

Ebbene, si, questa non è una storia Delena (Capitan Ovvio!). Mi piacciono i due personaggi, ma non insieme... anzi, a dirla tutta, provo una profonda rabbia verso Elena per il modo in cui si è comportata con Damon nel corso delle tre stagioni! (scusate, mi infervoro a pensarci e finisco col divagare XD)

Questa storia sarà una Damon/Nuovo personaggio, ma non vi assicuro il “vissero felici e contenti” alla fine.

Ok, penso di aver già detto troppo e divagato oltremodo quindi la smetto!!

Recensite e fatemi sapere!!

Ciao!!

Kathe.

  
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