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Autore: flors99    06/08/2012    26 recensioni
Quinta Classificata al contest "Make Me Smile" indetto da dea_93
Papi, papi cos' è il sesso?
Una piccola storiella senza pretese che vedrà Harry e Ron alle prese con la fatidica domanda che tutti i genitori temono, ma che prima o poi chiunque deve affrontare.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rose Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Quell’anno l’inverno era giunto prima del solito. Candidi e soffici fiocchi di neve scendevano silenziosi dal cielo, ricoprendo i tetti delle case e stendendosi sui prati come se fossero dei grandi manti bianchi. Scivolavano sugli alberi dolcemente, ricoprendoli come un velo soffice e morbido, ed erano la più grande fonte di divertimenti per tutti i bambini e anche per qualche genitore.
- Papà, muoviti! – il bambino diede uno strattone per andare più veloce e, nonostante James avesse solo sette anni, riuscì a far vacillare l’equilibrio del padre.
- James, piano! – lo ammonì Harry, mentre il piccolo Albus, in braccio al padre, gli tirava una manica del giubbotto per ottenere la sua attenzione.
- Papà, ma dove andiamo? – domandò, curioso.
- Andiamo in un posto meraviglioso, Al! Il più bello del mondo! – rispose James al posto del padre, entusiasta.
Gli occhi verdi di Albus si spalancarono di sorpresa.
- Davvero è il posto più bello del mondo, papà?
Harry rise, scompigliando i capelli color ebano del suo secondogenito.
- Certo, Al.
Dopo qualche minuto l’uomo e i due bambini giunsero al parco che quella mattina era più affollato del solito; probabilmente molti genitori avevano avuto la loro stessa idea.
- Harry!
Il giovane Auror voltò il capo nella direzione di quella familiare voce che avrebbe riconosciuto tra migliaia. Tentò goffamente di farsi strada tra quella calca di persone, mentre James continuava a strattonarlo, irrequieto, e Albus si agitava tra le sue braccia. Dopo poco riuscì a raggiungere la panchina, sopra la quale si trovavano Ron e la sua dolce nipotina. La piccola Rose, in braccio al padre, si aprì in un sorriso luminoso quando li vide.
- Ciao, Ron! Ciao Rosie!
- Ciao, zietto! – lo salutarono in coro James e Albus, sventolando poi la mano in direzione della bambina.
- Papà! Papà, posso andare a giocare, posso? Posso? Posso? – esclamò James improvvisamente spalancando i suoi occhioni scuri, ai quali Harry non riusciva mai a dire di no.
- D’accordo, ma non ti allontanare. – lo avvisò. – E non combinare guiai, altrimenti ti metto in punizione. – sottolineò successivamente, ben conoscendo il carattere irrequieto del suo primogenito, capace far danni con qualunque cosa che gli capitasse per sbaglio sotto mano.
Il piccolo Albus, tra le braccia del padre, cominciò a scalciare per seguire il fratello maggiore. Quando fu a terra, trotterellò verso James inciampando però tra la neve. Il piccolo si rialzò ridendo, scuotendo le manine per liberare i guanti dalla neve. Si guardò intorno, alla ricerca del fratello.
- James, James, aspettami! – lo chiamò il bambino, ma il più grande, non lo ascoltò neppure, continuando a correre.
- Papà… – si lamentò Albus con voce triste. –  …James non mi aspetta. – mormorò mentre i suoi grandi occhioni verdi si riempivano di lacrime.
- James! – al richiamo severo del padre il bambino si fermò, guardandolo interrogativo. – Aspetta tuo fratello! – lo ammonì Harry, mentre Albus stringeva la sua mano e tirava su col naso.
- Papà, ma è lento! – replicò sconsolato James.
- Sei il fratello maggiore, Jamie. Lui ha bisogno di te, devi aiutarlo.
A quelle parole gli occhi di James brillarono di orgoglio e il bambino tornò indietro, prendendo Albus per mano.
- Vieni Al, ti insegno a fare un pupazzo di neve! – il fratellino lo seguì docilmente con uno sguardo luminoso.
- Che fatica… – mormorò intanto Harry, sedendosi sulla panchina accanto all’amico e tenendo d’occhio le due pesti per evitare che combinassero qualche guaio.
Ron rise, ritenendo una fortuna che la sua piccola Rosie non fosse tanto agitata. La bambina, infatti, preferiva stare accoccolata contro il petto del padre, bevendo una gustosa cioccolata calda.
- Io non saprei come fare con tre figli. – ammise il giovane Weasley, mentre toglieva la cioccolata dalle guance di Rose, che si era sporcata. La piccola rise, tentando di afferrargli le mani. – A proposito… Lily?
- A casa con Ginny. Hugo, invece?
- Ehm… a casa in punizione. È salito sulla mia scopa, nonostante Hermione gli avesse tassativamente proibito di usarla ed è caduto facendosi male… – borbottò. – Ha solo quattro anni e sale già sulle scope! Diventerà un famosissimo giocatore di Quidditch! – aggiunse poi, con una punta di orgoglio.
Mentre i due amici chiacchieravano del più e del meno, Rose annoiandosi un po’, si districò dall’abbraccio del padre, scese dalla panchina e si sedette per terra, dove cominciò ad afferrare intere brancate di neve per farne poi tante palline.
In quell’esatto momento due donne si fermarono vicino a lei, sussurrando tra loro. Nonostante parlassero sotto voce, la piccola udì lo stesso qualche brandello di conversazione.
- Io e Jace ci stiamo allontanando, Claire! Non facciamo neanche più l’amore… – disse una delle due, con voce triste.
- Tesoro, Jace lavora tutto il giorno, magari in questo momento il sesso è l’ultimo dei suoi pensieri… – tentò di consolarla l’altra donna, anche se il suo tono non era poi così tanto convinto.
Non appena le due giovani si furono allontanate, la bambina curiosa come non mai saltò con un balzo in braccio al padre, che spaventandosi per poco non cadde per terra.
- Papi, papi, papi! – lo chiamò Rose, per attirare la sua attenzione. – Papi, cosa vuol dire sesso?
Ron per poco non si strozzò con il panino che stava finendo di mangiare e Harry con la sua stessa saliva.
- Papi! – lo richiamò ancora la bambina, non capendo perché non rispondeva. – Zio, zio! Cos’è il sesso? – tentò allora Rose, curiosissima.
Una signora anziana li guardò malissimo ed entrambi i giovani Auror se ne avessero avuto la forza le avrebbero volentieri spiegato che loro non c'entravano niente, ma avevano entrambi la gola secca.
Harry fu il primo a riprendersi.
- Uhm… Rose, tesoro, dove… dove hai sentito questa parola?
- Là! – con un dito la bambina indicò le due donne, che ormai stavano quasi uscendo dal parco.
- Rose, non devi ascoltare le conversazioni altrui! – esclamò Ron, finalmente di nuovo in grado di parlare.
La piccola inclinò la testa, guardandolo negli occhi azzurri.
- Allora, papi? Mi spieghi cos’è il sesso?
- Dobbiamo andare a casa, Rose. La mamma avrà preparato il pranzo e…
- Papi! –esclamò nuovamente la bambina, guardandolo come un cucciolo spaurito, mentre grossi lacrimoni erano in procinto di cadere dai suoi occhioni blu.
Se c’era una cosa che Ronald Weasley non sopportava, oltre al fatto che qualcuno gli rubasse il cibo, era vedere piangere la sua bambina.
- Beh… ecco… insomma, vedi… In realtà… Non è nulla di che...
- Infatti, Rosie! – Disse Harry, tentando di salvare l’amico da quella situazione. – E’… e’ una cosa… noiosa
- Noiosissima!
Rose che aveva solo cinque anni non capì quasi niente. Un altro bambino avrebbe lasciato perdere dimenticando l’argomento come solo i piccoli possono fare, ma quando nei propri geni si ha l’intelligenza Granger e la testardaggine Weasley le probabilità che la questione fosse lasciata in sospeso erano in pratica pari a…  zero.
- Tu l’hai mai fatto papi? E tu zio?
I due uomini tossicchiarono improvvisamente imbarazzati.
- Ehm… Forse… qualche volta…  – rispose Ron, mordendosi la lingua.
- E io? Anch’io posso farlo? – chiese la piccola ingenuamente.
- Oh no! – sbottò Ron, indignato. – No, assolutamente no, Rose!
Di fronte a quella risposta pronunciata con così tanta veemenza, gli occhi della bambina si riempirono nuovamente di lacrime.
- P-perché no?
- Ehm… Rose, è… è una cosa… brutta… – tentò Harry.
- Bruttissima! Orribile! Terrificante!
- Uhm…Ron, stai esagerando forse…
Rose corrucciò la fronte, chiaramente confusa. Arricciò le labbra pensierosa, inclinando poi la testa di lato, assumendo una posa che ai due Auror ricordò palesemente Hermione.
- Ma se il sesso è una cosa così brutta e noiosa perché tu e lo zio l’avete fatta qualche volta? – domandò, intelligentemente.
Forse per la prima volta Ron rimpianse che Rose avesse ereditato il cervello di sua madre.
- Ehm… ecco, tesoro… è… è un po’ complicato… E ora, ora dobbiamo proprio andare! Su, è tardi, anzi tardissimo, dobbiamo andare via subito! – prese la bambina in braccio e si alzò dalla panchina, intenzionato a non continuare quella conversazione per nulla al mondo.
Allora Rose sfoderò l’arma che nei casi estremi funzionava sempre.
Quella frase che lei aveva imparato fin da subito a utilizzare e che, sapeva, le avrebbe fatto ottenere ciò che voleva. D’altronde era pur sempre la figlia di Hermione Granger, no?
- Allora lo chiedo alla mamma.
Ron a quelle parole, s’irrigidì, immaginandosi il viso della moglie pieno di indignazione e decise che forse, forse, era meglio che Hermione non ne sapesse nulla.
- No! Non dirlo a tua madre… Ehm… te lo spiego io… – si risedette sulla panchina, scambiandosi un’occhiata con il suo migliore amico, in difficoltà quanto lui.
- Uhm… allora… il sesso è… è… quello che… che si fa per far nascere… i bambini. – mormorò Ron a voce bassissima, sperando che nessuno oltre a Harry e Rose lo sentisse.
La bocca della piccola si aprì in una grande “o” e fissò il padre e lo zio, con sguardo interrogativo.
- E perché è una cosa brutta fare i bambini?
- No… non è brutta… Ci… ci siamo sbagliati… – Harry tossicchiò.
- E come funziona?
 
Oddio no, questo è troppo, pensò il povero Ron.
 
Non posso certo dirle che il bolide di suo padre ha fatto centro nella porta di sua madre.
 
- Ehm…
- Papi, allora? – continuò a chiedere Rose, ormai persa la pazienza.
- Zio? – Harry, padre non di uno ma di ben tre figli, arrossì come un ragazzino.
- Uhm… Ecco prendi un… un cioccolatino! – intervenne Ron.
- Un cioccolatino?
- Sì, un cioccolatino, vero Harry?
- Certo! – lo sostenne, annuendo con convinzione.
- E poi? – chiese Rose, scuotendo il suo papà per un braccio.
- E poi… e poi la mamma e il papà se lo lanciano, finché il padre non perde e il cioccolatino casca a terra.
- E poi, papi?
- Poi… la mamma se lo mangia e… e nasce il bambino. – concluse grattandosi la testa, chiedendosi come gli fosse venuta in mente una bugia del genere e sperando allo stesso tempo di essere riuscito a placare la curiosità di sua figlia.
- E se la mamma perde?
- Ehm….
- Allora bisogna ricominciare tutto dall’inizio, finché non vince. – spiegò Harry, arrivando in soccorso di Ron.
La piccola rimase in silenzio per parecchio tempo, lo sguardo pensieroso, perso ad osservare primo l’uno e poi l’altro. Non parlò per svariati minuti, tanto che Harry e Ron temettero di averle detto qualcosa di sbagliato.
- Ma... Se io facessi questo gioco con un mio amico, farei un bambino anch'io?! – esclamò la piccola spaventata, quando riprese a parlare.
- Oh, no! Ci vogliono degli appositi cioccolatini! Quelli magici! - esclamò Harry, mentre Ron annuiva disperato.
- Papi, ma… – borbottò Rose, alla fine. – …Ma allora il sesso è noioso!
Entrambi gli uomini tirarono un sospiro si sollievo.
- Sì, tesoro. È noiosissimo!
- Io non lo farò mai, papi! È troppo noioso!
Ronald sorrise, rincuorato nell’udire le parole della sua bambina e Harry sospirò nuovamente di sollievo.
- Beh, adesso andiamo, Rose… è davvero tardi! – decretò Ron, dopo avere visto che ore erano. Era già parecchio in ritardo e se non fosse tornato a casa entro i prossimi cinque minuti, Hermione lo avrebbe cucinato insieme al pranzo che stava probabilmente preparando.
Salutò Harry e prese in braccio la bambina, che intanto salutava con la manina il suo zio preferito.
Passò accanto ai due piccoli Potter e si complimentò con loro per il bellissimo pupazzo di neve che stavano facendo, salutandoli poi con un tenero buffetto sulla guancia.
Strinse il suo piccolo angelo dai riccioli rossi, che si era attaccata al suo collo come un piccolo koala. Non appena giunsero a casa la bambina, impaziente, corse verso la sua mamma aggrappandosi alle sue gambe.
- Mamma, mamma! – gridò, senza neanche darle il tempo di salutarla. – Papi, mi ha spiegato cos’è il sesso!
Il libro che Hermione teneva in mano cadde con un tonfo sul pavimento.
- E’ noiosissimissimissimissimissimissimo!!! Come avete fatto tu e papi a farlo due  volte?
- Rose, dobbiamo mangiare. Vai…vai a lavarti le mani. – le disse Hermione dolcemente, accarezzandole i riccioli rossi e dandole un bacio sulla punta del nasino. La bambina scappò in bagno, mentre Hermione si voltava a fissare il marito, improvvisamente interessato alla punta delle sue scarpe.
- Ron… devi dirmi qualcosa?
 
 

 
 
Finalmente a casa, pensò Harry, quando anche per lui giunse il momento di rincasare. Albus, saldamente attaccato al suo braccio, tentò di scrollarsi la neve che gli si era attaccata addosso, al contrario di James, sulle spalle del padre, che non provava neanche a pulirsi almeno un po’. Anzi, sembrava felice di essere così trasandato.
- Mamma! – gridò Albus non appena Harry aprì la porta di casa e la donna entrò nella loro visuale. Corse verso di lei, per poi tuffarsi nelle sue braccia.
- Eccolo qui, il mio cucciolo! – esclamò Ginny, immergendo il naso tra i suoi capelli corti.
- Abbiamo fatto un pupazzo di neve! – la informò entusiasta. – E James mi ha insegnato come fare gli occhi, la bocca, i denti…
- Sei stato bravissimo! – si complimentò, facendolo arrossire. Quando poi notò lo sguardo deluso e leggermente inombrato di James, Ginny aggiunse. – Anche tu ovviamente sei stato bravissimo, Jamie.
Un sorriso illuminò il viso del bambino, inorgoglito. Scese dalle spalle del padre e trotterellò verso Ginny, chiedendole cosa ci fosse da mangiare.
- Lo scoprirai tra poco. – rispose, scompigliandogli i capelli.
Ginny lanciò uno sguardo verso Harry, sorridendogli.
- Non credevo che ce l’avresti fatta a tenerli a bada.
- Tu mi sottovaluti, tesoro. – rispose, con tono palesemente ironico, evitando di raccontarle dell’imbarazzante episodio con Ron e Rose. Le avvicinò e la salutò con un bacio sulle labbra, mentre James e Albus facevano una smorfia.
- Mamma, che schifo! – disse Albus.
- Papà che schifo! – disse James.
I genitori sorrisero.
- Vedremo quando sarai più grande… – rispose Ginny allusiva.
- Papà! – strillò una voce dall’altra parte della stanza. Non appena lo raggiunse, la bambina si aggrappò alla gamba del padre, felice che fosse tornato.
Ginny nel frattempo prese James per mano e lo condusse in cucina, con Albus in collo.
Lily, invece di seguire la madre, restò saldamente attaccata alla gamba del suo papà, agitando le manine per farsi prendere in braccio. Harry non si fece attendere e la sollevò da terra, sorridendole affettuosamente.
- La prossima volta mi porti con te?
- Certo, Lily. – rispose, mentre raggiungeva Ginny e i bambini.
- Papà?
- Sì?
- Come funziona la ripocuzione?
- Eh?
- Mi spieghi come funziona la ripocuzione? Anzi, no… la ripo… la riprocu… la riproduz… la riproduzione!
Lily per poco non scivolò dalle braccia del padre.
 
Oddio, no. No, no, no!
 
Harry mise a terra la bambina guardandola preoccupato.
- Ehm… Lily, amore… dove hai sentito questa parola? – chiese, ripetendo le stesse cose che aveva detto a Rose.
La piccola lo guardò vagamente pensierosa. Alzò poi le spalle, come a dire che non lo ricordava.
- Vedi… C’è un cioccolatino che la tua mamma mangia e… e poi… – cominciò, mentre tentava di ricordarsi la favola raccontata da Ron.
Ginny intanto, apparsa sulla porta della cucina, probabilmente per chiamarli a tavola, lo stava guardando in modo strano.
- Mamma, come funziona la riproduzione? – chiese la piccola.
- Devi solo mettere il dvd nel videoregistratore, amore. Poi clicchi il tasto “play”. – rispose, facendosi poi pensierosa, cercando di ricordarsi bene come si utilizzasse quell’oggetto babbano che Harry chiamava “televisione”.
- Grazie, mamma! Però… spiegalo anche a papà, mi sa che non lo sa neanche lui! – esclamò Lily con un’occhiata birichina.
- Vai a tavola, Lily. – le sussurrò la madre dolcemente, mentre un sorriso si faceva strada sul suo volto.
La bambina corse in cucina dopo aver sentito il profumino che proveniva dall’interno.
Harry rimase per un tempo infinito imbambolato a guardare il punto in cui era sparita sua figlia, alternandolo agli occhi di Ginny, che lo fissavano divertiti.
- Harry… c’è qualcosa che vorresti dirmi?

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice
Salve a tutti! Ringrazio chiunque sia arrivato fino a questo punto :D
Questa è la mia prima one-shot, spero di non aver combinato un disastro.  Una piccola storiella senza pretese, voglio solo strapparvi un sorriso o anche una risata. Spero che vi piaccia e che lascerete una piccola recensione. Mi accontento anche di un “ritirati”. Accetto tutto, critiche e consigli, almeno trovo i miei punti deboli e posso migliorarmi! ^____^
Detto questo passo e chiudo.
A presto!
flors99
  
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