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Autore: HermioneCH    06/08/2012    2 recensioni
Remus ed Hermione intraprendono un "cammino" dove dovranno affrontare sfide magiche ed emotive. Questa storia è una Hermione/Remus, la quale si svolge dopo la seconda guerra magica, dove evidentemente Remus non è morto. Spero vi piaccia!
Genere: Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Remus Lupin, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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3. Sogni, parole e sensazioni

 

Hermione fu svegliata da un rumore di porcellana infranta. Ebbe un fremito di paura, ma poi si ricordò che quella sera aveva deciso di ospitare Remus. Si guardò attorno, confusa, era nel suo letto, ma non ricordava come vi fosse arrivata.
Si alzò titubante. Era ancora vestita. Remus doveva averla trovata addormentata sul divano e portata in camera. Hermione sorrise al pensiero di tanta dolcezza.
Trovò Remus in cucina, nella quale vi era un intenso odore di cioccolato. Non appena, lei passò la soglia della cucina, il Mannaro si voltò “Mi dispiace! Davvero! Non volevo svegliarti”.
“Non fa niente”.
“Vuoi un po’ di cioccolata?” chiese Remus, Hermione annuì e si sedette al tavolo della cucina. Da quella posizione riusciva a vedere il divano in salotto, dove c’era un cuscino e una coperta.
“Remus, ti ho preparato la stanza degli ospiti! Perché dormi sul divano?” chiese la ragazza, guardandolo. L’orologio sopra di lui segnava le due del mattino.
“Non voglio essere di troppo disturbo” rispose Remus, offrendole una tazza di cioccolata. Hermione la prese lentamente, tentando di non scottarsi. “Sei assurdo, lo sai?”
“A volte” rispose Remus, stringendosi nelle spalle.
“E grazie per avermi portata a letto” continuò Hermione. Il Malandrino sorrise e lei si rese conto del suono delle proprie parole “Cioè” mormorò imbarazzata “Volevo dire…”
“Ho capito, Hermione” disse Remus, ridendo “Non c’è di che”.
Bevvero in silenzio per alcuni minuti.
“Come mai sveglio?”
“Non riuscivo a riprendere sonno” rispose Remus, alzandosi per prendere ancora un po’ di cioccolata.
“Per forza, dormi sul divano” lo rimproverò Hermione.
Remus sorrise leggermente “Non è questo. Ho fatto un sogno e continuavo a pensarci. Ne vuoi?” aggiunse, offrendole dell’altra cioccolata.
Hermione scosse la testa “No, grazie”. Remus si servì e tornò a sedersi da parte a lei.
“Che sogno?” chiese Hermione “Scusa non sono affari miei”.
“No, tranquilla. Non è nulla di top secret, ho sognato Dora” rispose Remus. Hermione intravide un velo di tristezza nei suoi occhi ambrati e si sentì stringere il cuore.
“Oh” mormorò “Tonks, capisco, era un sogno bello o brutto?”
“Non lo so, era un sogno strano” ammise Remus “Come se fosse venuta da me per ricordarmi di lei. Sai, certe volte penso che sia il momento di andare avanti, ma poi mi sento di far un torto a Tonks”.
“Sono sicura che lei vorrebbe che tu andassi avanti” disse Hermione. Afferrò la mano di Remus e la strinse. Remus la guardò e sorrise leggermente “Ne sei sicura?”
“Certo! Lei ti ha amato, Remus. E sono sicura che non vorrebbe mai, che tu rimanessi da solo, che tu vivessi nel passato” rispose Hermione.
“Hai ragione” disse Remus, annuendo “Tranne che io non sarò mai solo”
“Teddy” disse Hermione, sorridendo.
“È il più bel regalo che Dora mi potesse fare. Però. a volte penso che sia ingiusto, lei avrebbe potuto prendersi cura in modo migliore, garantirgli un futuro più sereno, sarebbe stato meglio che fossi morto io al suo posto”
Hermione trattenne il fiato. “Remus” sussurrò, con le lacrime agli occhi.
“Scusa” disse subito Remus “Scusa, Hermione, non volevo turbarti. Ti prego perdonami” Le accarezzò la guancia. Hermione rabbrividì a quel tocco, perché tutt’un tratto Remus le faceva quell’effetto?
“Ti sembra strano parlare di lei con me?” chiese Hermione.
“No” rispose Remus “Insomma, non credo. A te sembra strano?”
“No. Bè Tonks è stata un importante parte del tuo passato. È ancora un importante parte di te, ha aiutato a plasmare quello che sei, quindi parlare di lei è un po’ come parlare di te. Ora capisco ancora meglio perché tu voglia andare con i piedi di piombo sulla storia di Sirius. Prometto che non ti spingerò in questo casino, se non vorrai” disse Hermione. “Hermione, non è che non voglio”
“Lo so, Remus. Ho capito, davvero. Hai sofferto tanto nel passato, hai perso i tuoi migliori amici e tua moglie, la madre di tuo figlio, il che ti ha provocato una grande voragine nel petto, che pian piano sta guarendo e sperare in un ritorno di Sirius sarebbe troppo pericoloso, perché se poi non dovessimo farcela, quella voragine tornerebbe a ingrandirsi, sarebbe un'altra perdita. Io capisco, Remus e per niente al mondo voglio che tu debba soffrire ancora”.
Remus si stupì. Ancora una volta le parole della ragazza e la sua profondità lo lasciarono sorpreso. Conosceva troppo poco di Hermione Granger e in quei giorni si era pentito di questa sua mancanza. Era quindi deciso e curioso più che mai di conoscere la brillante giovane donna che aveva di fronte.
“Credo che Ron abbia ragione” disse Remus, con sorrisetto.
“Mio Dio! Che ha detto?”
Remus rise “Ha detto che sei la creatura più incredibile che abbia mai incontrato, di una bellezza solare e con una mente incredibilmente brillante”
Hermione arrossì e si coprì il viso. “Mi dispiace che tu abbia dovuto portarlo a casa in quelle condizioni”
“Non fa niente” ripose Remus “Nessuna possibilità che torniate assieme?”
Hermione guardò di nuovo il Mannaro e scosse la testa. D’un tratto Remus si sentì più allegro.
“Ti sembra strano parlare di lui con me?” chiese Remus.
“Non lo so, dovrebbe?”
“Non lo so”
“A te sembra strano?” chiese Hermione.
“No” rispose Remus. In effetti parlare con lei di Ron non era un problema, ma aveva trovato estremamente fastidioso quando Ron gli aveva detto quanto fosse bella l’intimità con lei. Avrebbe voluto lasciarlo da solo in mezzo alla strada.
“Allora non lo è nemmeno per me” disse Hermione. Remus sorrise, si alzò e con un gesto della bacchetta pulì le due tazze.
“È meglio che torni a letto, domani devi lavorare e non voglio che per colpa mia, tu non riesca a svegliarti” disse Remus.
“Ok! Ma vado a letto ad una sola condizione” rispose Hermione, con aria di sfida.
“Sentiamo”.
Hermione lo prese per l’orlo della manica, trascinandolo fino alla camera degli ospiti. “Adesso dormi qui”.
“Tutto quello che comanda, Milady” rispose Remus, con un piccolo inchino.
Hermione rise “Buona notte, Moony”
“Buona notte, Milady” rispose Remus, sorridendo. Si sporse leggermente e la baciò sulla fronte. Il suo sguardo cadde verso il basso e intravide pelle bianca e seni prosperosi. Strinse le mani attorno allo stipite della porta, mentre il Lupo dentro di sé ululava.
“Remus, tutto bene?”.
“Certo, Notte!”.
Appena Hermione si voltò, chiuse la porta e vi si appoggiò contro. Aveva il respiro affannato e sentiva il Lupo eccitato dentro di sé, tentare di prendere il controllo della sua mente.
“No” gemette, lasciandosi cadere.
Pochi secondi dopo riuscì a riprendere il controllo. Aveva già sperimentato quella sensazione di desiderio nei giorni prima della Luna Piena, ma mai sotto l’effetto della Pozione AntiLupo. Trasse un respiro profondo, con la paura che i suoi timori fossero veritieri, la pozione che aveva a disposizione quel mese, avrebbe potuto essere insufficiente per contrastare gli effetti della Luna Piena.
Doveva prenderla più regolarmente e allontanarsi da Hermione, non poteva rischiare di farle male.

  
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