Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: HermioneCH    03/08/2012    3 recensioni
Remus ed Hermione intraprendono un "cammino" dove dovranno affrontare sfide magiche ed emotive. Questa storia è una Hermione/Remus, la quale si svolge dopo la seconda guerra magica, dove evidentemente Remus non è morto. Spero vi piaccia!
Genere: Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Remus Lupin, Sorpresa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

2. Cena a casa Potter

 

Hermione era china su dei fogli di pergamena a rileggere i suoi scritti. Era la sua prima relazione importante, il Ministro in persona gliel’aveva richiesta e l’indomani avrebbe dovuto consegnarla. ¨

Aveva già finito da qualche giorno di scriverla, ma voleva che fosse perfetta. Hermione rialzò gli occhi e sbuffò. Non riusciva a concentrarsi, era ancora turbata e arrabbiata per i fatti della sera prima.

La porta dell’ufficio si aprì e con eleganza entrò il Ministro della Magia, che percorse il corridoio e si fermò da parte alla scrivania della ragazza.

“Buongiorno, Ministro. Temo che se è venuto per la relazione, dovrà aspettare. Devo ancora sistemare qualche dettaglio, ma la consegnò entro domani come promesso” disse Hermione, nel suo tono più formale e rispettoso.

“Non sono qui per la relazione, Hermione. Mi stavo solo sgranchendo le gambe e per l’amor di Dio, vuoi chiamarmi per nome?” disse Kingsley, con un sorrisetto.

“Lo sai che non voglio che gli altri pensino che io sia una raccomandata” rispose Hermione, riordinando le pergamene.

“Hermione, ti prego. Nessuno crede che tu sia una raccomandata. Sei Hermione Granger, strega brillante e talentuosa che ha aiutato Harry Potter a sconfiggere Voldemort! È così brutto che la gente sappia che siamo amici?”
“Non certo che no” rispose Hermione, sorridendogli.
“Oh! Finalmente un sorriso. Mi sembravi un po’ giù di corda” disse Kigsley, con la sua confortante voce profonda. “Vuoi un ufficio tutto tuo?”

“Sto bene qui, Kingsley. E niente favoritismi. Ho solo avuto una serataccia e stanotte ho dormito poco, tutto qui” rispose Hermione, per un attimo avrebbe voluto parlargli dei fatti della sera prima, ma cambiò subito idea, non voleva discutere anche con lui. La discussione con Remus le era bastata.

“Mi dispiace, Hermione” disse Kingsley, dandole un buffetto. Poi sorrise “Ma non puoi comunque avere la giornata libera! Va bene così con i favoritismi?”
“Perfetto” rispose Hermione, sorridendo. Kingsley come Remus aveva il potere di rasserenarla. Peccato che questa svolta era turbata per colpa del Mannaro.

“Oh bene! Questo ti tirerà sicuramente su di morale” disse Kingsley, voltandosi leggermente. Hermione seguì lo sguardo del Ministro e con suo enorme sconforto vide Remus entrare nel suo ufficio. Non aveva voglio di discutere ancora con lui, di sentire una completa idiota, stupida e pazza. Non era ancora pronta per affrontarlo.

“Remus!” esclamò Kingsley, stringendogli la mano. Hermione si guardò intorno imbarazzata, metà dei suoi colleghi d’ufficio avevano sospeso le loro attività per guardare la scena.

“Ciao Kingsley, come stai?”

“Tutto bene” rispose l’Auror “Occupato, come sempre. Ti lascio con la nostra Hermione, ma ti aspetto dopo nel mio ufficio, vorrei parlarti di una cosa”

“Certo” rispose Remus. Kingsley gli fece l’occhiolino, salutò Hermione con un gesto della mano e se ne andò.

“Hermione” tentò Remus.

“Sto lavorando!”

“Senti, io…”
“Dev’essere bello essere amico del Ministro, adesso che si è liberato della Umbridge puoi tornare a girovagare per il Ministero, purtroppo

Remus si rabbuiò-
“Scusa, Remus! Non volevo, sono stata pessima” disse Hermione, pentita.
“È colpa mia. Hai ragione ad avercela con me. Sei venuta a casa mia preoccupata e spaventata e io non ti ho supportato o capito. Dovresti avercela con me Hermione, io sono stato pessimo. Ci ho pensato tutta la notte” disse Remus, sedendosi di fronte a lei.

“Hai pensato a me?” domandò, incerta.

“Bè sì, a te e a quello che mi hai detto” rispose Remus, lisciandosi la barba.

“Mi aiuterai?”

“Credo di sì. Ma devi capire Hermione che per me questa è una situazione molto difficile, devo prenderla con le pinze. Non posso permettermi di ritrovarmi distrutto emotivamente dopo un nostro eventuale fallimento. Capisci? Devo pensare a mio figlio, devo essere in grado di occuparmi di lui al meglio delle mie capacità. Prima dobbiamo fare ricerche, esserne sicuri. Non posso permettermi di farmi prendere dalla foga e dall’impulsività” disse Remus. Hermione lo guardò per un lungo istante. Lo capiva, sapeva che come lei avrebbe voluto fiondarsi in quello stesso istante nell’Ufficio Misteri, ma dovevano andarci cauti, non era il tipo di problema che si poteva risolvere in cinque minuti.

“Capisco il tuo punto di vista” gli assicurò Hermione “Mi dispiace che ieri sera sono stata così impulsiva, ma ero turbata, per non dire sconvolta”

“Lo so, Hermione” disse Lupin, annuendo leggermente “Dobbiamo parlarne, capire cosa fare. Adesso stai lavorando, ma che ne dici se ci troviamo questa sera dopo il lavoro?”

“Va bene, anzi no. Ho promesso a Ginny che sarei andata a cena da lei e Harry. Sono settimane che me lo chiede e se rimandassi sarebbe capace di uccidermi. Ho un’idea! Perché non vieni anche tu? Harry sarebbe davvero contento di vederti e a Ginny di sicuro non dispiacerà, poi quando cucina è come sua madre, prepara tante di quelle cose che servirebbero a sfamare un esercito. Possiamo parlare dopo la cena, che ne dici?” propose Hermione. Remus sarebbe stato una distrazione molto piacevole e forse avrebbe, con un po’ di fortuna, evitato domande sulla situazione tra lei e Ron.

Remus valutò la proposta per qualche istante e poi accettò.

“D’accordo!” disse Hermione, entusiasta. “Passi da me alle sei?”

“Va bene” disse Remus, pacato. “Ora vado da Kingsley, a questa sera”

“A dopo” ripose Hermione, sorridendogli.

Lo seguì con lo sguardo uscire dall’ufficio, era felice di passare una sera con lui, non sapeva perché, ma lo era.

Sorrise leggermente, prese un foglio di pergamena nuova e scrisse a Ginny.

 

Quella sera Remus, raggiunse l’appartamento della ragazza e quando lei aprì la porta il Mannaro rimase di stucco. La ragazza indossava un abito nero svolazzante che le arrivava fino alle ginocchia, con una scollatura a V che lasciava intravvedere leggermente la scollatura e i capelli raccolti in un’acconciatura elegante. Remus sorrise, davanti a lui c’era una giovane donna. Un fiore bellissimo appena sbocciato. Remus si chiese come avesse potuto essere così miope, da non notare quanto bella era diventata la ragazza in quegli ultimi anni.

“Entra, prendo il mantello e arrivo” disse Hermione, si allontanò e lasciò la porta aperta. Remus entrò, curioso. L’appartamento era spazioso, un arredamento babbano, moderno. Un altro sorriso apparve sul viso di Remus, quando vide la grande libreria piena di libri.

Hermione tornò, tenendo tra le mani una borsa e un cappotto leggero, color nero. Benché fino a quel momento fosse stato un ottobre mite, era saggio coprirsi.
“Prego” disse Remus, prendendole dalle mani il cappotto. La aiutò ad indossarlo e lei gli sorrise “Sei un vero gentiluomo, Remus”

“Vogliamo andare?”
Hermione annuì, uscirono e si smaterializzarono. Riapparvero in una famigliare campagna inglese, poco d’istante si intravvedevano già le luci della villetta, nido d’amore di Harry e Ginny.

Camminarono silenziosamente fino alla porta, dove Hermione bussò. Qualche secondo dopo Harry aprì loro la porta.

“Hermione! Remus!” disse Harry, allegramente. Abbracciò Hermione e poi Remus.
“Sembra che non mi vedi da mesi, quando ci siamo visti solo ieri mattina” disse Hermione, sorridendo, mentre Harry si faceva da parte per lasciarli entrare.
“Bè Remus è un po’ che non si fa vedere. Ultimamente vedo solo Teddy” rispose Harry, ridendo. Si fece dare i capotti, mentre Ginny sbucava dalla cucina assieme a Ron. Hermione ebbe una fitta allo stomaco vedendo il suo ex ragazzo. Lui fece un leggero cenno ad entrambi e si sedette sul divano con un bicchiere di Idromele tra le mani.

Ginny salutò calorosamente entrambi e poi la trascinò in cucina.
“Perché non mi hai detto che era Remus il tuo ospite?” chiese Ginny, guardandola male.
“Perché così non avresti passato tutto il giorno chiedendoti chi avrei portato” rispose Hermione, ridendo.
Ginny sorrise, l’amica la conosceva davvero bene. “Sei perfida!”

“Lo so” rispose Hermione, guardando quale pietanza stava cuocendo nel forno.

“Tu invece non mi avevi detto che ci sarebbe stato anche tuo fratello” aggiunse in tono accusatorio.
Ginny arrossì leggermente “È stato Harry ad invitarlo” si giustificò.

“Non avrete architettato un qualche assurdo piano per farci tornare assieme spero” disse Hermione. Il suo tono era d’avvertimento, quasi minaccioso.
“Non siamo così idioti, sappiamo che quando prendi una decisione non torni indietro e come ho detto ad Harry, quello che succede tra voi sono affari vostri” rispose Ginny.

“Giusto”.

Passò qualche minuto  in cucina con Ginny, sperando di poterla aiutare a preparare la cena, ma la rossa sembrava avere tutto sotto controllo.

D’un tratto si sentì osservata, si voltò e trovò Ron sulla soglia della cucina, con due bicchieri di vino bianco in mano.
Il ragazzo sorrise leggermente “Ti ho portato da bere”

“Oh il vino rosso! Devo aprirlo” esclamò Ginny. Hermione la fulminò con lo sguardo, ma lei uscì dalla cucina impassibile, lasciandoli soli.

“Allora.. Remus eh?” disse Ron, porgendole il vino.

Hermione prese il vino dalle sue mani, con uno sguardo inquisitorio.
“Tu e.. ehm lui?”
Hermione non rispose, temeva di sapere dove Ron voleva andare a parare.
“Non mi avrai lasciato per lui?” aggiunse Ron, esibendo una faccia disgustata.

“Devi smetterla!” disse Hermione, con rabbia “Non ti ho lasciato per un altro! Te l’ho già detto mille volte! Sei assurdo! E ti stai coprendo di ridicolo, Ronald!” lo superò con passo deciso e una volta arrivata sulla soglia si voltò “E comunque, qualsiasi donna sarebbe davvero fortunata ad avere Remus nella sua vita!”

 

Ben decisa ad ignorare Ron, la sua gelosia e stupide insinuazioni, Hermione tentò di concentrarsi sulla serata. La cena fu molto piacevole, scherzarono e risero, accompagnati da una più che modesta quantità di vino. Ginny aveva preparato ben tre portate, in aggiunta alla torta di melassa, che Hermione evitò per paura che lo stomaco le esplodesse dal troppo cibo.

Verso le undici lei e Remus lasciarono la casa di Harry e tornarono a Londra, Hermione li fece materializzare qualche isolato da casa sua, così che potessero parlare tranquillamente.
“Trovo che una passeggiata dopo cena aiuti la digestione e schiarisca le idee” disse Remus, sorridendo. Hermione annuì.
“Allora, cosa hai pensato per Sirius!” disse Hermione, velocemente “Io trovo che dovremmo…”
“Hermione, con calma” disse pacato Remus, mettendole una mano sulla spalla.

“Scusa, lo so che vuoi gestire questa situazione nel modo giusto, ma…”
Lo sguardo di Remus la zitti, lei fissò i suoi occhi ambrati e si sentì arrossire. Decise di dargli il tempo di elaborare la situazione e aspettò che fosse lui a parlare.

Qualche minuto dopo, scorse il suo palazzo e si sentì preoccupata per il continuo silenzio di Remus. Lui la accompagnò fino alla porta del suo appartamento e fu lì che lei decise di parlare. “Remus dobbiamo decidere come gestire questa situazione”

“I-io non credo di farcela. Fa troppo male” disse Remus, distogliendo lo sguardo da lei.
Hermione cercò i suoi occhi “Non dovrai farlo da solo, ci sono io”
“La ferita che mi porto dentro per la morte di Sirius non guarirà mai, Hermione. Con il passare del tempo va meglio, ma io non il coraggio di farmi di nuovo del male per questa storia, che sinceramente è davvero assurda”

“Non lo è, Remus. Ho deciso che tornerò all’Ufficio Misteri! Proverò a sentire di nuovo Sirius” disse Hermione, deciso.
“Basta!” intimò Remus.

“No, ascolta! Io…”
“Smettila!” gridò Remus, afferrandola per le spalle. Hermione si spaventò, vedendo per la seconda volta in vita sua il Lupo negli occhi di Remus. Lui si ritrasse, odiandosi per averla spaventata “Scusami” si voltò, ma Hermione gli afferrò la mano e lo obbligò a voltarsi. “Remus stai prendendo la pozione?”
Il Mannaro distolse lo sguardo, di nuovo. Senza lasciargli la mano, Hermione aprì la porta e lo trascinò dentro casa, lo fece sedere al tavolo della cucina e iniziò a preparare della cioccolata calda.

Gliela porse e si sedette di fronte a lui.

“La cioccolata riesce sempre a farmi stare meglio”
“Lo so”

“Non volevo spaventarti, mi dispiace”
“Lo so”
Remus bevve un sorso di cioccolata e subito sentì gli effetti benefici della bevanda.

“Remus, la pozione?”
“L’ho presa” le assicurò Remus “Ma la sto lesinando, temo di averne abbastanza”

“Cosa posso fare?” chiese Hermione, preoccupata.
“Non c’è nulla che tu possa fare, temo. È troppo tardi. Dovresti rimanere lontana da me nei prossimi giorni, è troppo pericoloso” rispose Remus, alzandosi.

Hermione lo seguì nell’ingresso, agguantandolo per una spalla “Non voglio stare lontano da te”

Remus si voltò sorpreso.

Anche Hermione si stupì delle proprio parole. Quel giorno aveva scoperto che le piaceva molto passare il tempo con Remus e desiderava averlo accanto. Aiutarlo. “Volevo dire, non dovresti stare da solo, perlomeno fino alla Luna Piena. Rimani qui, almeno stanotte. Non tornare in quella casa vuota, ho tanto spazio qui. Puoi dormire nella stanza degli ospiti”

“È troppo pericoloso” rispose Remus.
“Io mi fido di te, Remus. Tu fidati di me”.
“D’accordo” decise infine il Lupo Mannaro. Senza suo figlio, la casa gli sembrava tremendamente vuota, forse con Hermione sarebbe riuscito a superare megliola Luna Piena. Solo una notte, si disse. Non poteva rischiare di farle male.

Hermione sobbalzò, sentendo dei colpi alla porta.

“Hermione, aprì. Lo so che sei in casa!”
“Ron!” esclamò Hermione, sorpresa.

“Aprì questa porta!” ordinò Ron, ma era evidente che c’era qualcosa di strano nella sua voce.
“Ronald, sei ubriaco! Tornatene a casa!” disse Hermione, guardando la porta.
Ci fu un altro colpo “Non me ne torno alla Tana, a costo di ‘ormire sul tuo pianerottolo” biascicò.
Hermione aprì la porta, spazientita. Ron, che si era appoggiato alla maniglia, per poco non cadde per terra. Dopo essersi ricomposto, lanciò uno sguardo torvo a lei e Remus.

“Oh, scusa! Non sapevo che te la stavi spassando con il tuo nuovo amico” borbottò Ron.
“Ron…” mormorò Hermione, scuotendo la testa. Nonostante tutto gli voleva ancora molto bene, e le dispiaceva vederlo ridursi così.

“Vieni Ron, ti porto a casa” disse Remus, prendendolo delicatamente per un braccio.

“Non ho bisogno del tuo aiuto” ripose Ron, allontanandolo. Si voltò ed uscì dalla porta barcollando.
Hermione sospirò e guardò Remus “Accompagnalo alla Tana, ti spiace?”
“Certo che no” rispose Remus.

“Dopo torni, però?!”

Remus annuì. Hermione sorrise e gli stampò un bacio sulla guancia. Il Malandrino rispose con un timido sorriso e uscì dalla porta, seguendo Ron.

Oh Dio! Gli chiedo di dormire qui e poi gli do un bacio! Questa storia di Sirius mi sta davvero facendo uscire di testa! Speriamo che non pensi male si disse Hermione, sospirò e chiuse la porta.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: HermioneCH