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Autore: YamiNoOu    19/02/2007    8 recensioni
Ma quella non era una questione di amore o passione. Era una questione di controllo.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Riku, Sora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE: la storia contiene riferimenti sessuali espliciti, tuttavia non è AFFATTO grafica, quindi ho DECISO che non è una NC17, altrimenti sarebbe una NC17 quasi tutto e dovremmo creare un altro rating apposta per le NC17 vere ;_; Sappiate comunque che la storia che state per leggere descrive, non dettagliatamente (veramente traducendola a volte faticavo a capire cosa succedesse XD), un momento "intimo".

Nota dell’autrice: beh, finalmente è finita. Ho passato tutto il giorno a tradurre e riscrivere questa storia dalla sua versione originale in spagnolo. Questo è il mio primo tentativo di uppare qualcosa in inglese, quindi se beccate qualche grosso errore per favore fatemeli notare [l’autrice ovviamente si riferisce ai lettori americani .N.d.T.]

Disclaimer: Kingdom Hearts non mi appartiene, ma non posso dire che non mi piacerebbe. Per favore lasciatemi una recensione, anche solo per dire "cosa cazzo non va in te?". Vi amo tutti, bye xD

CONTROL

By YamiNoOu

Tradotto da CaskaLangley

Immaginava che entrambi avrebbero tratto qualcosa di buono da quella situazione.

Il loro era un semplice accordo: farlo, andare fino infondo, e una volta finito comportarsi come se niente fosse successo.

Entrambi volevano che fosse così. Sarebbe stato strano lasciare che altre persone sapessero dei loro piccoli momenti insieme. Sarebbe stato strano in qualsiasi contesto, tranne che in quello.

Lui schiuse le labbra per dare accesso alla lingua dell’altro, combattendo contro il bisogno di prendere il controllo di quel bacio. Era sempre così con Riku, aveva dei problemi a lasciar cadere le difese, ma col tempo Sora aveva capito che faceva parte del gioco: imparare che cosa mostrare e che cosa fare, per riuscire a passare oltre quelle mura.

Si stavano sedendo sul letto, adesso, in modo che il più basso dei due sembrasse il più alto. Era un’altra di quelle piccole cose che Sora aveva imparato, durante quegli incontri in cui doveva mantenere la superiorità fisica. Si alzò un po’ per cambiare l’angolazione del bacio, costringendo l’altro a sollevare la testa per mantenere il contatto.

All’inizio era stato un po’ strano per entrambi. Era cominciato per caso e adesso era quasi un piccolo rituale, quasi normale…

Molte volte era Riku quello che andava a cercare Sora, ma non sarebbe stato davvero necessario.

Entrambi sapevano esattamente quando era il momento.

Gli occhi verdi si aprirono al rumore della zip e dei bottoni, diventati così famigliari. Lentamente i vestiti cominciavano ad essere scartati, e quello era il momento in cui Riku cominciava a pentirsi.

Sora aveva smesso da tempo di preoccuparsene. Riku si opponeva ogni volta, ma alla fine si arrendeva sempre. E anche quando provava ad opporsi non lo faceva mai sul serio. Smisero di baciarsi per permettere al brunetto di togliere i veli di vestiti che si mettevano tra lui ed il suo obiettivo, e lentamente scese a posare un piccolo bacio sul petto dell’altro.

In quei momenti si capivano perfettamente senza parole, forse addirittura meglio di quando erano semplicemente amici e non amanti. Dovevano conoscersi l’un l’altro più di chiunque altro, perché dovevano raggiungere desideri segreti che nessun altro avrebbe mai scoperto.

Riku gli mise le braccia intorno al collo, baciandolo soffice dietro un orecchio e lasciando scorrere le labbra prima di percorrere con la lingua la stessa via. Non poté fermare un brivido quando sentì la mano di Sora viaggiare verso il basso, e ricompensò le sue attenzioni con un morbido lamento.

Quello era il momento in cui Sora cominciava a sentirsi confuso. Quando l’altro smetteva di lottare e si lasciava andare, sentiva sempre il bisogno di trattarlo con tenerezza. Voleva baciarlo dolcemente e accarezzarlo con attenzione, voleva prenderlo con amore, curandosi di ogni più piccolo bisogno del suo compagno dai capelli argentei invece che dei propri.

Ma sapeva che quello che lui desiderava non era quello che Riku voleva, quello di cui aveva bisogno. Sperava che un giorno avrebbero potuto farlo in quel modo, ma adesso…quella non era una questione di amore o desiderio.

Era una questione di controllo.

Sora fece scivolare le mani lungo le cosce dell’altro, che incrociarono la via famigliare sul davanti, e lentamente gli slacciò i pantaloni. Avvertì i baci sul suo collo farsi più intensi, e sorrise brevemente. Riku gemette leggermente quando sentì andarsene l’ultimo dei suoi vestiti, seguito dalla pressione della mano destra dell’altro che toccava ogni centimetro di pelle come se volesse impossessarsene.

Sora se lo allontanò per spogliarsi, e abbandonò i vestiti sul pavimento senza curarsene. Notò che come di consueto Riku aveva abbassato la testa, rifiutando il contatto visivo. Disfattosi dei vestiti, gli prese il mento e gli sollevò il viso. Per un attimo rimasero in silenzio a guardarsi, finché Sora con un sorriso malizioso puntò verso il basso.

Da quel momento, Riku smetteva di pensare a come farla finita e lasciava al suo compagno il completo controllo della situazione, senza nessun dubbio. Era la prova con cui si assicurarono che fosse il momento giusto, per essere certi che nessuno dei due lo avrebbe rimpianto. Dopo quello, non c’erano ripensamenti.

Si era abituato al leggero rossore delle sue guance, col tempo. Con un sorriso Sora rilassò le ginocchia, mentre Riku scendeva in un tragitto di baci. Preparandosi per quello che sapeva sarebbe successo, il più giovane strinse piano tra le dita i setosi capelli argentati dell’altro, accarezzando assente il suo collo.

Riku poté solo sorridere quando si sentì tirare. Continuò, leccandolo attentamente e baciandolo, attento ad ogni singola reazione e ad ogni singolo movimento, seguendo ogni ordine che il corpo di Sora istintivamente gli dava. Sapeva quanto aspettare prima di andare avanti, quali segnali seguire e ogni altro piccolo dettaglio.

Sora voleva essere delicato, ma guardare giù e vedere Riku inginocchiato prendersi cura di lui non mancava mai di fargli dimenticare il suo intento.

Chiuse gli occhi, sentendo la bocca calda dell’altro avvolgerlo, e un gemito soddisfatto gli uscì dalle labbra.

Sora ricordava molto chiaramente il giorno in cui era iniziata. Il modo in cui Riku gli aveva spiegato la sua situazione, quello che voleva raggiungere…Poteva ripetere ciascuna parola nella sua mente, una per una.

Quando ti abitui a qualcosa, è difficile dimenticartene.

Ed è ancora più difficile lasciare un bisogno insoddisfatto, quando è tutto il tuo essere a chiedertelo.

Un’altra stretta ai capelli lo fece gemere di dolore. Continuò a rivolgergli le sue attenzioni, accettando con gioia il delicato dolore che Sora gli dava. Riku sapeva che era il suo modo per dimostrargli che era ancora lì, che aveva ancora il controllo su tutto.

Spesso Sora si meravigliava di con quanta semplicità Riku riuscisse a portarlo all’orgasmo. Ogni volta sembrava conoscere sempre meglio ogni più piccolo punto sensibile, e nuovi modi per dargli piacere.

Sorridendo impresse più forza nelle sue carezze, per incoraggiarlo a continuare, e chiuse gli occhi per godersi le sensazioni.

Più potere hai nelle tue mani, più hai bisogno di saperlo controllare.

E quando è quel potere a controllare te, o quanto ti spinge al limite ogni volta, hai bisogno di qualcosa che lo trattenga.

Hai bisogno di più controllo. Qualcosa che possieda ogni fibra del tuo essere.

Tutti i suoi muscoli andavano rilassandosi, e per un momento Sora dimenticò tutto quello che stava succedendo. Aprì gli occhi e vide Riku leccarlo attentamente per pulirlo, e ancora una volta il suo corpo vibrò di bisogno. Senza pensarci due volte, approfittò del vantaggio di stare stringendo i capelli dell’altro per trascinarlo a se e baciarlo di nuovo.

Riku sentì male quando venne tirato, ma se ne dimenticò non appena sentì le labbra di Sora sulle sue. Lasciò all’altro il controllo del bacio senza dubitare un attimo, dandogli pieno accesso per esplorare la sua bocca, e cercò il supporto del letto con una mano, deliziato dal leggero e ormai famigliare dolore che le sue mani gli davano.

Hai bisogno di qualcuno che abbia il controllo su di te, che ti prenda, che ti faccia sentire e sapere che non è il potere a controllarti, ma quella persona.

E che loro non lasceranno che nessun altro ti possieda, perché sei loro proprietà.

Un semplice sguardo fu abbastanza perché Riku capisse che cosa fare. Si alzò dalla sua posizione in ginocchio e si sdraiò sul letto, su un fianco come sempre, e chiuse gli occhi, aspettando.

Sora sorrise leggermente. Ogni movimento, ogni azione era un modo diverso per mostrare sottomissione. Conosceva la maggior parte di quei dettagli, ormai, aveva avuto molto tempo per osservarli, e capire quello che l’altro voleva e quello di cui aveva bisogno era semplice.

Riku sentì un peso aggiungersi al letto e sorrise leggermente. Poi la pressione di mani famigliari lo fece stendere sullo stomaco e un ginocchio lo forzò ad aprire le gambe. Sentiva il suo corpo rabbrividire nell’attesa, quando quelle mani cominciarono ad accarezzare la sua schiena scendendo lentamente dalle spalle, le unghie corte gli graffiavano piano la pelle.

Il dolore è parte del controllo, gli aveva detto Riku una volta, e il dolore può essere una punizione o una ricompensa.

Può anche essere entrambe le cose. E’ per questo che la maggior parte delle volte in cui vuoi il controllo, vuoi anche il dolore.

Si sedette sulla schiena del più alto, dandogli un leggerlo morso sul collo, che Riku accettò sentendo un po’ di dolore. All’inizio Sora era intimidito dal fare le cose in quel modo, ma diversi incontri più tardi ci si era abituato, ed era arrivato al punto in cui gli veniva completamente naturale. Un altro morso, questa volta sulla spalla destra, fu l’unico avviso che diede a Riku prima di entrare dentro di lui con un singolo movimento.

Lui chiuse gli occhi e un gemito gli sfuggì dalle labbra. Un leggero sorriso soddisfatto si dipinse sul suo viso quando sentì Sora cominciare a muoversi poco dopo, senza dargli un attimo di più per abituarsi all’invasione. Quel dolore e quei gesti erano tutto quello che voleva, il controllo che andava insistentemente cercando.

Se hai davvero intenzione di farlo, gli aveva detto Riku, se dici che lo farai, non potrai smettere. Devi essere pronto a dare controllo e dolore insieme come se fossero la stessa cosa.

E soprattutto, devi capire che anche se non sembra, il dolore che darai sarà probabilmente la cosa più importante di tutte.

I loro movimenti erano quasi brutali, gli istinti prendevano il sopravvento sulle loro menti mentre si lasciavano trascinare nella più antica delle danze. Era impossibile dividere un gemito dall’altro, i loro ritmi erano sincronizzati, il respiro diventava ansimi irregolari, i suoni del loro amplesso erano gli unici rumori nella stanza.

Un altro morso sulla spalla e due dita sulle labbra riportarono Riku alla realtà. Obbediente accolse le intruse nella sua bocca, baciandole e massaggiandole con la lingua, mentre il ritmo del corpo di Sora poco a poco chiedeva sempre di più, lo costringeva a muoversi più velocemente per continuare.

Sto dicendo questa a te e solamente a te. Nessuno oltre a noi dovrà mai saperlo - erano state le sue parole, con la più seria delle voci.

Non voglio questo da nessun altro.

L’orgasmo di Riku giunse con un gemito soffocato, e Sora venne poco dopo, rumorosamente.

Rimasero immobili per qualche secondo che sembrò un’eternità, mentre Sora riempiva ancora il corpo di Riku. La stanza silenziosa era l’unica testimone di quello che era appena successo.

Con molta attenzione il brunetto si alzò e si sdraiò accanto a Riku. Fissò il suo amico, il suo amante, rimanendo in silenzio per un po’, prima che un sorriso soddisfatto si affacciasse sul suo viso. Riconosceva perfettamente quell’espressione sul volto di Riku. Riconosceva il sorriso pacifico sulle sue labbra, un sorriso che gli era dato di vedere solo in quelle occasioni. Era per quegli istanti di tranquillità che aveva continuato a farlo.

…Beh, forse all’inizio era per quello. Sora avrebbe mentito, dicendo che adesso non godeva anche lui di quei momenti. Il tempo gli aveva insegnato a ricevere piacere da quegli incontri esattamente quanto Riku.

Rise piano. Riku odiava che qualcuno lo guardasse dormire, ma si era addormentato, adesso. Con molta attenzione posò un bacio tra i suoi capelli, prima di alzarsi.

E’ di questo che è fatto il controllo, gli aveva spiegato. Pensi di poterlo fare? Continuerai a vivere normalmente, dopo averlo fatto? Sei pronto a dimenticare chi sei, a cercare tutti i desideri che si nascondono nella tua oscurità privata…?

E contro qualsiasi previsione di Riku, Sora aveva risposto di sì.

***

Note di traduzione

Aw <3 Mi sono imbattuta in questa storia su questo archivio di fanfics esclusivamente su Kingdom Hearts. Essendo il fandom straniero su questo gioco molto più variegato del nostro, mi ci sono buttata a pesce <3 e sto lentamente scovando qualche piccola perla, come per esempio la storia che avete appena letto <3 Non so per quale ragione mi sia piaciuta tanto >_< In parte è sicuramente per il concetto che esprime, e attorno a cui il rapporto descritto (con pochi accenni) ruota. E’ bello come nonostante la sua posizione di sottomissione fisica, Riku risulti comunque l’elemento dominate della coppia (Sora infatti è un tatino <3).

Nonostante sia scritta in un ottimo inglese, la storia è una traduzione della stessa autrice della versione originale in spagnolo. Questo ha reso molto semplice la traduzione in italiano, e ho apportato davvero pochi e lievissimi cambiamenti, perlopiù nella sfumatura di alcuni aggettivi. Come al solito, invece, mi sono trattenuta dal modificare completamente frasi che non mi suonavano X°D (ecco perché scrivere fanfics e tradurne è un conflitto d’interessi)

Ora torno ad un’altra traduzione, dalla quale mi sono presa una pausa per fare questa che è più breve XD Voi naturalmente vi chiederete se non sia pazza a mettermi pure a tradurre, oltre che ad imbrattar fogli già di mio. Beh, che dire, è una crociata personale all’istigazione di massa del fandom italiano di KH u_u Scrivete, gente è_é!

  
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