07/08/2012
3 recensioniCoraline Jones non ha mai avuto così caldo in tutta la sua vita.
Coraline Jones, in questo momento, vorrebbe solo trovarsi nella tundra più fredda della Russia.
No. C’è una cosa che vorrebbe fare ancor più di prendere un biglietto di sola andata per l’Alaska. Accendere il climatizzatore.
Quello stradannatissimo aggeggio che non hanno mai usato, né lo useranno mai, se la mamma non si deciderà a farlo aggiustare.
– Dimmi, mamma. – Coraline sta cercando di assumere l’espressione più seria possibile. E ci riuscirebbe anche se le gocce di sudore che le imperlano la fronte non le dessero così terribilmente fastidio. Intanto, però, un traguardo l’ha raggiunto: finalmente sua madre le punta gli occhi addosso. E, diciamolo, non è certo una cosa che capita tutte le volte che Coraline prova a prendere parola in famiglia. – Hai intenzione di attuare un omicidio?
All’apparenza, sì. Può sembrare una domanda stupida. No, può sembrare una domanda assolutamente cretina, a dirla tutta. Ed è probabilmente per questo che la signora Jones ora sta squadrando la figlia – dall’alto in basso, da destra a sinistra e diagonalmente – come Lumazilla guarderebbe Wyborn vestito da lumaca. Ma, almeno, la sta guardando, no? Il più delle volte, quando si parlano (se consideriamo parlare il loro insolito, no, stranissimo modo di comunicare tra madre e figlia), Coraline ha l’impressione di parlare col muro. Anzi, no. Il muro le darebbe più ascolto.
– Perché dovrei?
– Perché moriremo tutti di caldo se non accendi immediatamente l’aria condizionata!
La signora Jones sbuffa. E Coraline se l’aspettava, che sbuffasse. Lei sbuffa sempre, quando a parlare è sua figlia. Secondo Coraline, se mettesse a confronto un elefante e sua madre, non riuscirebbe più a distinguerli dopo qualche settimana.
– Coraline, – il “Coraline” di sua madre non è un invito a prestarle attenzione, perché Coraline aveva già gli occhi puntati su di lei. E poi, sarebbe un miracolo se sua madre cercasse di attirare il suo interesse per parlare. Eh, no. Quello è un lamento. Estremamente lamentoso e noioso, secondo Coraline. Ma del resto, lo sono anche i suoi genitori. E quello, oltre ad essere un lamento-lamentoso-e-noioso, è anche l’avvertimento che sta per arrivare una predica. Una predica corta (i suoi genitori non sprecano più di quattro frasi a parlare con la loro figlia), ma pur sempre una predica. Oh, cielo, quanto sono prevedibili i genitori a volte. – non ho intenzione di passare il pomeriggio a ripetertelo. Quindi te lo ribadisco per l’ultima volta: il condizionatore perde acqua, uguale non accendo l’aria condizionata perché non voglio ritrovarmi una piscina nel mio appartamento. Sufficientemente chiaro?
Incredibile. Coraline si stupisce. Non certo per le monotone parole di sua madre, è ovvio; ma per il fatto che le ha rivolto ben 6 frasi consecutive. Un nuovo record.
Liz's Little Corner:
Ed ecco il mio esordio in questo magnifico fandom!
Dovete sapere che io amo Coraline. E' il mio film preferito. Oh, e anche il mio libro preferito. E pure il mio fumetto preferito.
Insomma, per me è una fonte d'ispirazione. Ma veniamo alla mia Flashfic.
Tutto nacque quel pomeriggio di luglio, e fu uno dei peggiori giorni della mia vita.
In assoluto. In poche parole, il condizionatore di casa mia si guastò e tutto ciò che ci rimase fu una sottospecie
di ventilatorebarraobrobriosoaggeggioelettronico che emanava aria solo se lo prendevi a calci,
e, dato che stavo letteralmente morendo di un'afa pazzesca e mi annoiavo, ho preso carta e penna ed è venuta fuori questa divertente storiella.
L'ho fatta leggere anche a mio fratello e a mia madre, ed entrambi mi hanno detto che è molto carina,
quindi ne vado un po' fiera...
Ma accetto anche le critiche, purchè non siano eccessivamente pesanti.
Dopotutto, sono quelle che aiutano a far strada.