Il destino.... io non credo nella sua esistenza. Secondo me il destino è una cosa astratta che si tira in ballo quando non si vogliono accettare le conseguenze di una propria azione. Perchè astratta? E tanto semplice, perchè così, nel momento in cui gli si addossa la colpa, non gli si può dare né calci e né pugni. Insomma, è un capo espiatorio perfetto no (?)
-È arrivato il momento di andare, ma non so come si fa!
Dissi io.
-Ti aiuto io, vieni qui.
Rifacemmo lo stesso percorso che avevo fatto per venire qui, e ci troviamo un’enorme pezzo di legno che corrisponderebbe al retro della libreria. Fedro mise la mano sul pezzo di legno ed esso, al contatto sembra ondeggiare lentamente e spostarsi verso sinistra, ecco il varco aperto. Fedro mi afferrò per una mano e mi disse:
-Ma tornerai?
E io:
-Ogni giorno verso le 10.00 io sarò qui.
Così lui lascio la mia mano e mi disse:
-A domani.
E io ricambiai il saluto.
Ecco il mondo normale! “Colorato” soltanto dal grigio e dal nero e sancito dagli orrori/errori della gente. Era così bello quel posto, esso era colorato, non soltanto nel senso letterario della parola, ma anche dall’armonia e dalla vivacità degli animali che ne facevano parte. Ritornai a casa. Nessuno c’era ad accogliermi. MAI! Non ho mai provato il senso della famiglia, solo a Natale, qualche volta, quando ci riunivamo tutti insieme e mi sembrava sempre di incominciare un nuovo capitolo, più bello di quello precedente… ma ogni anno mi smentisco sempre, così trovo rifugio nella scrittura. Cosa scrivo? Non della mia vita, è troppo monotona, mi immedesimo in altre persone reali e non, che hanno una vita più bella della mia, più divertente della mia, più tutto della mia!
Nella noia di questo mondo finalmente arrivò la notte, ma non chiusi occhio. Pensai e ripensai all’avventura folle che passai e sono molto soddisfatta. Finalmente uno strappo alle regole! Ma poi lentamente arrivò la sonnolenza e non ci pensai più.
Il giorno successivo andai, come di routine, a lavoro, ed il mio capo mi assegnò gli scaffali davanti. “Accidenti” pensai io, “Come posso fare i primi scaffali e con una scusa andare agli ultimi?”.
Mi armai di scaletto e utensili per la pulizia, e con tutta la lentezza possibile, inizia il lavoro.
Come se fosse per opera divina, una mia amica, che lavora con me, mi disse:
-Sei molto lenta oggi! Vuoi che faccia io qui? Io avrei dovuto pulire gli ultimi scaffali, ma visto che non hanno bisogno di così tanta attenzione come i primi, ti andrebbe di scambiarci i compiti?
E io con il cuore contento di gioia dissi:
-Certo, non puoi nemmeno immaginare l’enorme favore che mi stai facendo!
Mi diressi negli ultimi scaffali, controllai l’orario e notai che mancavano 10 minuti alle 10.00 così affrettai il passo e con tutta felicità di abbandonare un qualcosa che non si ha mai voluto, aprii il varco.
-With Love
*fatel'amorenonlaguerra*
MrsCardi