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Autore: nowtellmeastory    07/08/2012    4 recensioni
Dal capitolo 7:
“Aspetta un attimo Christ –lo interruppe Zacky sgranando gli occhi- ci stai dicendo che abbiamo in casa una ragazzina minorenne scappata di casa, e che se i genitori lo vengono a sapere, finiremo TUTTI nei casini??” Okay, si era incazzato.
Johnny annuì con aria colpevole.
“Oh, ma tu e Matt vi siete bevuti il cervello?!?!” Iniziò a dire.
“Andiamo Zacky, cosa avresti fatto tu al posto nostro?” Ebbe l’istinto di provare a proteggerla. Strano!
“Che cazzo di situazione!” Si mise a ridacchiare Brian.
“E tu Jimmy?? Non dici nulla??” Insisteva Zacky.
“Io.. beh.. a dire la verità io avrei fatto la stessa cosa, Zacky..” il ragazzo era rimasto molto sorpreso dalla giovanissima età di Gwen, ma non riusciva proprio a vederne i lati negativi. Lui vedeva solo una ragazza che andava protetta, e anche se la conosceva da nemmeno 24 ore, poteva dire tranquillamente di volerle bene.
E se volete sapere di più, basta solo leggere! :)
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 29



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Passò una settimana da quel giorno. La ferita di Gwen si stava riducendo, Jimmy cercava di mantenersi sempre allegro e solare agli occhi degli altri, Brian si avvicinava il meno possibile a Gwen sovrastando ogni suo istint...
o che gli diceva di fare il contrario, Matt e Val stavano sempre meglio come coppia e si divertivano ad uscire e fare i romantici, mentre Zacky e Johnny si rendevano conto giorno dopo giorno che qualcosa si era rotto, qualcosa non andava.
Parlavano spesso fra di loro, tirando ipotesi su quello che era potuto succedere, ma non giungevano mai ad una conclusione, finendo sempre per aprirsi una birra e cambiare discorso, dicendo che quelle erano faccende troppo complicate per parlarne più di tanto.
Capitò una sera che i ragazzi decisero di uscire tutti insieme, e volevano chiedere a Gwen di accompagnarli, ma la poverina, beccatasi la febbre, scese le scale mostrando il naso rosso e gli occhi lucidi, per poi concludere con uno starnuto.
“Gwen, stavamo pensando di uscire e.. ma che ti è successo?” Johnny corrucciò la fronte e guardò per bene la ragazza, che andò a sedersi sul divano e poggiò la testa sulla prima spalla che le capitò a tiro, ovvero quella di Matt.
“Stamattina avevo solo un lieve raffreddore, quando sono andata a riposare oggi stavo benino, poi mi sono svegliata così..” starnutì ancora, lievemente, e Matt le tastò la fronte, sotto lo sguardo preoccupato di tutti.
“Mmh.. hai la febbre, ti dico sempre di asciugarti i capelli dopo essere andata in piscina e di non girare troppo scoperta, siamo pur sempre a inizio estate..” disse premuroso il gigante, dandole un bacio sulla fronte.
“Ma sto bene, tempo un paio di giorni e sarò come nuova..” annuì debolmente la ragazza, tenendo gli occhi chiusi.
“Beh ragazzi, direi che l'uscita per stavolta salta!” Aggiunse Zacky, storcendo la bocca.
“No no, non ce n'è bisogno, uscite voi, resto io con lei.” Brian si sedette sul bracciolo del divano e le accarezzò i capelli, mentre Jimmy beveva una birra, poggiato al frigo.
“Sei sicuro Brian?” Gli chiese Matt guardandolo negli occhi.
“Certo, so dove sono le medicine e tutto il resto, so cucinare e quindi penso non ci siano problemi. Uscite e non state in pensiero, so cosa fare.” Sorrise e si guadagnò uno sguardo assente di Gwen, stordita dalla temperatura che saliva poco a poco.
“Ragazzi, non dovremmo preoccuparci, è solo febbre, Brian saprà prendersi cura di lei, dobbiamo stare tranquilli!” Sorrise Jimmy, prendendo le chiavi dell'auto.
“Okay, ma saremo di ritorno presto, non si sa mai cosa può succedere, e lei è anche ferita..” scosse la testa Zacky, mentre si sistemava la giacca leggera addosso, e si preparava ad uscire.
“A dopo allora, e non vi prendete a cazzotti, vi raccomando!” Rise Johnny, prendendo le sigarette dal tavolo e uscendo fuori. Gwen si spostò gentilmente dalla spalla di Matt per consentirgli di alzarsi, e si poggiò subito dopo allo schienale del divano, sentendo la testa girare.
I ragazzi uscirono, e loro due rimasero soli.
-
Sentivo la testa girare, girare, girare, e ancora girare. Avevo un uragano in testa, e un vulcano dentro, mi sentivo bollente, e non riuscivo nemmeno a parlare. Ero in pigiama, seduta sul divano, con Brian che mi guardava preoccupato, ansioso, ma coperto da una finta sicurezza che non l'avrebbe tradito nemmeno un secondo.
“Hai preso già qualcosa? -Mi chiese, sedendosi vicino a me, poggiando le mani sulle ginocchia e rivolgendomi i suoi occhi. Scossi la testa e respirai profondamente, per poi starnutire- Okay, non hai preso nulla. Vado a prendere un'aspirina e dello sciroppo, torno subito.” Mi accarezzò i capelli e sparì in cucina, per poi tornare poco dopo con tutto quello che aveva detto prima. Mandai giù l'aspirina e presi lo sciroppo dolciastro, storcendo di poco il naso, a causa del forte aroma che emanava.
“Grazie..” biascicai stendendomi.
“Se vuoi puoi restare qui. Ti prendo una coperta a guardiamo la tv insieme, ti va?” Chiese incoraggiante, battendomi piano una mano sulla gamba coperta dal pantalone del pigiama.
Annuii e sorrisi debolmente, tirando fuori i miei fedelissimi fazzoletti per soffocare i fastidiosi starnuti, troppo frequenti.
“Brian” dissi prima che salisse di sopra a prendere la coperta.
“Cosa c'è?” Si voltò verso me.
“Ti ringrazio tanto..” mi limitai a dire, chiudendo ancora gli occhi. Lo vidi sorridere appena, mentre il rumore dei suoi passi sulle scale scompariva a poco a poco. Tornò dopo poco con una grande coperta, e con mia grande sorpresa, senza la t-shirt nera che indossava poco prima. Diventai ancora più bollente e ancora più rossa di quello che non ero già, e mi strinsi su me stessa, convinta del fatto che la febbre mi stava facendo delirare, intanto lui mi sistemò la coperta addosso.
“Siamo pronti! E ho portato anche una cosa che potrebbe piacerti..” disse sedendosi e tirando fuori un cofanetto colorato con sopra figure scheletriche che suonavano. Me lo porse e lo presi con la mano tremante.
“Cos'è?” Chiesi cercando di identificare meglio l'oggetto nella mia mano. Lessi 'Avenged Sevenfold Live in LBC & Diamonds in the Rough' sull'angolo in alto a destra del cofanetto, lo rigirai e dietro c'erano due scalette differenti, di cui mi colpì la prima, che era intitolata 'Live in the LBC DVD'. C'erano alcune delle canzoni che più mi piacevano, e sotto di esse, c'era scritto 'Filmed at Long Beach Arena, Long Beach, CA – April 10th, 2008'. Era un doppio cofanetto con un DVD e un CD! Un concerto filmato!
“Lo abbiamo registrato poco prima che tu arrivassi qui. -Sorrise- Non è ancora in commercio, ma noi abbiamo avuto ovviamente la prima copia.”
“Lo vediamo adesso?” Chiesi, col miglior sorriso che riuscii a fare.
“Certo!” Sorrise e andò a mettere il disco nel lettore il dvd, poggiando sul ripiano sottostante il cofanetto, prendendo il telecomando e accomodandosi vicino a me, per poi stendersi dietro e prendermi fra le braccia.
La mia schiena coperta a contatto col suo petto nudo, avvolti nella stessa coperta. Sentivo i brividi impadronirsi del mio corpo, dalle gambe fino al collo. Chiusi gli occhi per un attimo e cercai di calmarmi, pensando che infondo tutto quello stava succedendo solo perchè io ero malata, e lui voleva starmi vicino. Fui distratta dai miei pensieri quando sentii l'organo di Critical Acclaim farsi spazio nelle casse sparse per il salotto, a cui era collegato l'impianto del dvd. Brian abbassò leggermente il volume, e si rilassò. Passammo così il tempo di quella serata. Abbracciati in modo insolito nella stessa coperta, su un divano, a spararci un concerto che si rivelò per me emozionante ed adrenalinico. Non mi venne in testa nemmeno per un secondo di addormentarmi, per quanto fossi stanca e stordita, ero troppo presa dalla musica, da loro, dalle luci, da tutte quelle persone che saltavano, cantavano, andavano di headbanging e scaricavano la loro rabbia su quelle note eseguite perfettamente. Finito il concerto, stiracchiai le braccia e mi voltai distrattamente dalla parte opposta alla mia, trovandomi col viso praticamente a pochi millimetri dal petto del chitarrista, che mi guardava divertito.
“Piaciuto il concerto?” Chiese, spegnendo la tv. Tossicchiai portando una mano alla bocca e lo guardai appena.
“Si, è stato bellissimo. Grazie per avermelo fatto vedere.” Sorrisi e cercai di tirarmi più su, poggiando la testa al bracciolo.
“Di niente, è stato un modo carino di passare il tempo”
“Che ore sono?” Chiesi guardandomi intorno, cercando di ricordare dove fosse l'orologio.
Brian prese il suo cellulare e illuminò il display, guardandolo per due secondi.
“Mezzanotte e un quarto. I ragazzi non torneranno prima delle due.” Rise mettendo a posto il cellulare.
“Non capisco perchè hai rinunciato ad uscire con i tuoi amici. Sarei potuta rimanere a casa da sola, non sarebbe stato un problema.” Lo guardai.
“Tu pensi troppo..” disse massaggiandosi le palpebre con le dita.
“Non è vero, però avresti potuto uscire e divertirti invece di fare compagnia ad una malaticcia!” Ridacchiai, tossicchiando poco dopo.
“L'ho fatto con piacere. A proposito, ho parlato con..”
“Lo so. Abbiamo parlato anche noi.”
“E..” mi guardò con occhi curiosi ma allo stesso tempo preoccupati.
Mi rannicchiai contro di lui cercando di fargli capire come era andata, come mi sentivo, come si sentiva lui.
“Ho rovinato tutto..” sussurrai.
“Non è vero, questo è un nuovo inizio, vedila così..” mi baciò la fronte e mi accarezzò la schiena. Volevo solo cambiare discorso, e non parlarne più. Mi distanziai di poco e mi misi a riflettere.
“Per caso, quando siete andati in riunione con la casa discografica giorni fa, qualcuno di voi mi ha chiamato da un privato?” Chiesi, ricordandomi della strana telefonata.
“No, nessuno. Siamo stati tutto il tempo in sala, non abbiamo avuto tempo di fare telefonate.” Mi guardò.
“Mmh.. quella mattina ho trovato una chiamata anonima sul cellulare, non so proprio di chi possa essere..” strofinai gli occhi, iniziando a sentire il sonno incombente.
“Non pensarci adesso, riposati. Io sono qui.. dormi tranquilla.” Annuii e chiusi gli occhi. L'ultima cosa che sentii prima di perdere coscienza, fu un sapore appena familiare. Sapore di labbra che avevo già provato non molto tempo prima di quella notte.




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Pubblicato questo nuovo capitolo! E il mistero della telefonata si infittisce! ;)
Aspetto come sempre i vostri pareri, un bacio a tutti!


 
  
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