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Autore: Ariel_ioscriviana    28/05/2004    6 recensioni
Questa ff risale all'anno scorso e vi si immagina un futuro diverso per la coppia Cornelia e Caleb.Sottolineo che essendo stata scritta nel dicembre del 2002 non ha nulla a che vedere con lo speciale uscito lo scorso ottobre.Ho pronti i primi tre capitoli,purtroppo l'anno scorso ho dovuto abbandonare la stesura di questa storia,ma se sarà il caso (ergo vedrò che qualcuno commenterà e apprezzerà)questa potrebbe essere l'occasione che aspettavo per riprenderla.Scusate la lunga premessa,detto questo,buona lettura.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caleb, Cornelia Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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"Finalmente le sette e mezza! Sarà meglio partire un pò prima se non voglio arrivare in ritardo!" pensò raggiante fra sè e sè Cornelia alzandosi dal letto. All'incontro con Caleb ormai mancava solo mezz'ora. "Buongiorno, Napoleone! Hai dormito bene,eh? Tu dormi più del ghiro di Will, ci scommetto! Io stanotte non ho chiuso occhio per la troppa emozione, ma tra poco sarò ripagata della mia notte insonne!" sussurrò con dolcezza e allegria al suo gatto ancora accoccolato ai piedi del letto, allungandogli una carezza.
Dopo essersi vestita, uscì dalla sua camera diretta verso la cucina, dove l' aspettava, come sempre, una buona colazione. "Lilian non si è ancora svegliata! Meglio così!" pensò passando accanto alla porta ancora chiusa della camera della sorella. "Buongiorno mamma!" esclamò entrando in cucina. "Oh, buongiorno Cornelia! Ehi, hai detto buongiorno?! Di solito, dopo esserti svegliata, riesci a proferir parola dopo almeno quindici minuti!" le rispose le mamma, e Cornelia la fissò di sfuggita con una dolce aria di disappunto, intenta a gustare la colazione. "Papà è già andato a lavorare. Ma...Cornelia, oggi non c'è scuola, come mai ti sei alzata così presto?" le chiese sorpresa. "Oh, bè...devo incontrarmi con Will e le altre...è... per una cosa importante, che riguarda la scuola" le spiegò la figlia, mentendo, non poteva dirle che stava per incontrare Caleb. Almeno non ora. "Ah, ho capito! Io sono fuori!" si concedò la donna, prendendo i suoi guanti da giardinaggio e dirigendosi in balcone ad occuparsi dei fiori.
Cornelia finì in fretta la colazione, troppo emozionata persino per mangiare, corse fuori salutando la mamma e salì sulla sua bicicletta. "Al parco!" esclamò dentro di sè montando la bici.
Aveva attraversato tante volte quel percorso, da sola o con le amiche, ma quella volta lo fece con un'emozione nuova nel cuore e le parve di scoprirlo per la prima volta. "Ho il potere della terra, ma non avevo mai notato come lo sto facendo ora la bellezza di questi alberi e di questi fiori. Posso sentire i loro sussurri... E'... è incredibile come l'amore riesca a cambiare il tuo modo di vedere le cose" riflettè mentre percorreva il lungo viale alberato che l'avrebbe condotta al parco, e da lì al boschetto. Amore. Come questa parola si fece strada nella sua mente, i suoi pensieri la portarono nuovamente a Caleb.
"Caleb... non mi sembra vero ch'io, in questo momento, sto correndo per raggiungere te. E'... è ancora un sogno, anche questo?" pensò, accellerando la velocità della bici. "Ora è inverno... e anche quando ti incontrai per la prima volta era inverno. Strana coincidenza. E' come...come se l'inverno volesse essere scaldato dal nostro amore. Non basta, infatti, questo cielo senza nuvole ma con un sole così pallido, a farlo" si disse distogliendo per un attimo gli occhi dalla strada e alzandoli ad ammirare un cielo invernale stranamente azzurro, quasi terso. "Ti ho incontrato per la prima volta nei sogni, ed è da quel momento che ti ho amato. Quando Elyon mi ha regalato il tuo ritratto... era destino che ci incontrassimo. Non volevo, non voglio e non vorrò mai nessun altro che non sia tu" continuò a pensare ripercorrendo le tappe del loro amore. "Quando Phobos ti ha trasformato in fiore...io non ho smesso d'amarti neanche quando non eri più tu nell'aspetto. Sei sempre tu nell' anima, però, amore mio, ed è questo, solo questo, che io voglio."
I cancelli dell'entrata del parco di Heatherfield la rubarono alle sue fantasie. Entrò, ed adesso mancava davvero poco per ritrovarsi al boschetto. Col cuore e con l'anima e con la mente lei era già lì, e lo era sempre stata, al fianco di Caleb. E avrebbe voluto che le ruote della bici corressero alla velocità del suo cuore, della sua anima e della sua mente per arrivare subito nel luogo tanto desiderato, in un battito d'ali. "Ecco...ecco il boschetto!" sussurrò uscendo dal parco e svoltando a sinistra verso quei grandi alberi. "Oh, Caleb, è già qui!" si disse, arrossendo violentemente e facendo ancor più viva d'emozione la sua espressione non appena vide il suo amato che l'aspettava, seduto ai piedi della grande quercia con lo sguardo perso fra i prati e le nuvole.
"Voglio fargli una sorpresa!" si disse, scendendo dalla sua bici e nascondendola fra i cespugli, abbastanza lontano perchè lui non la potesse vedere. "Ed ora...ed ora i nostri corpi sono più vicini, Caleb. I nostri cuori lo sono sempre stati." sussurrò guardando nella direzione della grande quercia, e, mentre il suo sussurro si perdeva nel vento, iniziò a incamminarsi verso Caleb. Sarebbe arrivata dal lato opposto, in questo modo avrebbe potuto coglierlo di sorpresa. Mentre i suoi passi leggeri erano attutiti dal tappeto di foglie ancora autunnali, il suo cuore venne assalito dal dubbio, che sembrò folata di vento ghiacciato improvvisa, in quella giornata d'inizio inverno quasi primaverile. "Caleb...adesso...come devo mostrarmi a te? Trasformata? No,no...non posso" pensò preoccupata memore della prima volta in cui Caleb la vide nel suo vero aspetto. Il sole si oscurò un momento, e nel cielo, per gioco di riflessi e nuvole, sembrò nascere un rosato tramonto. Cornelia poteva sentire crescere il suo respiro dall'emozione mentre si avvicinava sempre di più a lui. Era ormai arrivata alla grande quercia, Caleb non sentì i suoi passi leggeri e lei si nascose abbracciata e stretta all'altro lato della quercia.
Ormai Caleb era davanti a lei, seduto davanti all'albero. "Caleb...ciao!" esordì finalmente Cornelia facendo intravedere il suo viso fra i rami. "Cornelia! Oh, sei arrivata! Non ti avevo sentita!" la salutò Caleb mentre i suoi occhi si illuminavo alla vista della sua amata, alzandosi e correndo ad abbracciarla.
In un momento i lori corpi si unirono in un dolce abbraccio. "Oh, Caleb! Tu...tu mi vuoi anche...anche se sono diversa da come...da come mi hai sempre vista?" gli chiese Cornelia liberandosi finalmente da quel peso. "Ma certo,cosa dici! L'altra volta ero rimasto sorpreso, ecco tutto! Figurati...figurati se io posso abbandonarti, amore mio" le rispose dolcemente Caleb stringendola ancor di più fra le sue braccia, e accarezzandole con la stessa dolcezza il collo con le labbra. "Oh,Caleb!" esclamò felice Cornelia liberando due lacrime dai suoi occhi ed abbandonandosi completamente a lui. "Hai fatto molto strada? Sarai stanca! Vieni, sdraiati ai piedi della quercia!" le disse Caleb prendendola per mano. Si sedettero entrambi sotto l'albero, accarezzati dal vento e immersi nella natura. "Ma...per te non sarà facile abituarti alla vita di Heatherfield!" gli disse preoccupata Cornelia. "Amore mio, con te al mio fianco io sono disposto ad affrontare tutto, non devi preoccuparti" rispose Caleb, prendendole il viso fra le mani, accarezzandole i capelli per poi farle scivolare lungo il suo corpo.
Le mani di Caleb su di lei erano come acqua limpida che l'inondava della sua freschezza, e a poco a poco lavava via tutte le sue preoccupazioni, i suoi problemi, per darle solo gioia. L'abbraccio di Caleb si fece più forte, come il ritmo dei suoi baci e delle sue carezze. Cornelia si lasciò sopraffare da quell'impeto di passione, lasciandosi andare anche lei, e rispondendo ai suoi baci con altri baci,alle sue carezze con altre carezze.
Nel frattempo, nella classe di Cornelia, si era iscritta una nuova ragazza, una certa Alberica Flyden...
  
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