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Autore: Maril_Swan    20/02/2007    1 recensioni
Proprio quando le cose stanno tornando alla normalità, una straniera arriva a Santa Elena e scombussola la vita di Tessa. (tradotta da Fioredivetro)
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Traduzione, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Scena 1

Scena 1

Entrare era la parte facile, uscire con una borsa d'oro sarebbe stata tutta un'altra cosa, decise la Regina ,mentre sollevava un pesante sacchetto e se lo legava alla cintura. Per rendere le cose ancora più difficili, tintinnava quando camminava.

Tessa aprì la porta della stanza segreta, uscì nella cantina dove teneva il vino e la richiuse con molta attenzione. Si chiese se Grisham non si fosse inventato tutto. Era stata laggiù per quasi un'ora e non c'era  ombra di ladri. 'A parte me,' si corresse con un sorrisetto.

Furtivamente, salì le scale fino a piano terra e, passando rasente al muro, arrivò in cucina. La sola illuminazione proveniva dai raggi della luna, che proiettavano ombre rettangolari sul pavimento. Spostò una sedia accanto al muro, in modo che la luce non la colpisse e sedette ad aspettare. 'E se non venissero?' pensò. 'E se Vera decidesse di entrare in camera mia alla sua hacienda e scoprisse che non ci sono?Come lo potrei spiegare?'

Improvvisamente, Tessa udì uno scricchiolio, poi un cigolio, come di qualcosa che venisse aperto. 'Devo ricordarmi di far oliare quella porta,' pensò, alzandosi in piedi. 'O forse è meglio lasciarla così.' Fu colpita dalla stupidità dei ladri: stavano entrando dalla porta principale. 'Io sarei passata dalla cucina,' pensò sprezzante. 'Dilettanti!'

Con una mano ben ferma sull'impugnatura della spada, Tessa tornò ad attraversare il corridoio, questa volta diretta in camera sua. Ancora una volta trovò Sofia addormentata, ma questa volta non era da sola: un'altra testa scura giaceva accanto alla sua.

'Perfetto,' pensò Tessa,'ora devo salvarli entrambi.' Si schiacciò contro il muro accanto alla porta, tendendo l'orecchio ad ogni suono che tradisse i visitatori notturni e involontariamente trattenne il fiato.

La maniglia  iniziò a girare con un leggero stridio e all'improvviso la porta venne spalancata e due uomini si precipitarono nella stanza. Tessa colpì il primo con l'impugnatura della spada, e sbatté la porta in faccia all'altro. Poi l'aprì velocemente e quello cadde nella stanza, solo per essere colpito in testa dal suo stivale.

Sofia si svegliò urlando e si coprì con il lenzuolo. L'uomo affianco a lei si buttò giù dal letto e afferrò una pistola, ma, invece di mirare alla Regina, la puntò contro Sofia. Tessa estrasse il pugnale e glielo tirò dritto al petto. L'uomo cadde sul pavimento con un suono secco.

Col fiatone, Tessa tirò Sofia giù dal letto, lenzuola e tutto, e la spinse fuori dalla stanza verso la porta sul retro. La donna era talmente scioccata che aveva quasi bisogno di essere portata in braccio. "Muoviti," la esortò Tessa, burbera, "Devi uscire di qui. Chi sa quanti altri uomini ha mandato."

Aprì la porta della cucina, spinse Sofia fuori e fischiò per chiamare Chico. Il cavallo arrivò al trotto e la Regina montò velocemente, aiutando poi l'altra a salire dietro di lei. "Tieniti. Ci aspetta un lungo inseguimento, se conosco Montoya. Probabilmente mi aspettava e ha sistemato una trappola da qualche parte."

Tessa prese la direzione della costa, nella speranza che Montoya avrebbe preparato un'eventuale imboscata sulla strada principale per Santa Elena. Dietro di lei, poteva sentire il calpestio di molti zoccoli e sapeva di non avere molto vantaggio. La loro unica speranza era proprio la strada che costeggiava la spiaggia, corredata di caverne e canyon, dove avrebbero potuto nascondersi. Se solo fosse riuscita a raggiungerli.

Il petto possente di Chico ansimava per lo sforzo di portare due persone, una delle quali inesperta e in continuo pericolo di cadere. Sofia stringeva la vita di Tessa così forte, che questa poteva appena respirare, ma, finalmente, vide davanti a sé le formazioni rocciose e il mare agitato. C'era un sentiero che portava alla spiaggia e Tessa lo preso, facendo rallentare il cavallo sul terreno accidentato e tornando a spronarlo sulla sabbia.

Si arrischiò a guardare indietro e vide che ancora le seguivano, ma era sicura che subito dopo la curva c'era un favo di caverne. Si sarebbe nascosta in una di quelle, sperando che i soldati passassero oltre.

Infatti era così e Tessa si diresse immediatamente verso una cava mezza sommersa dalla marea. "No!" piagnucolò Sofia, "Ci farai affogare."

"Stai zitta, se vuoi vivere," la rimproverò la Regina. Spinse Chico nell'acqua e lui procedette faticosamente nella grotta.

Nel buio infernale del suo interno, tutti i suoni sembravano amplificati: il loro respiro, lo scrosciare delle onde, e poi il battere degli zoccoli sulla sabbia. Presto, però, il suono dei cavalli si allontanò e Tessa fece un respiro di sollievo. "Staremo qui ancora un po', per essere sicuri che se ne siano andati."

Sofia tremava per il freddo e per la paura. L'unica cosa che la copriva era il lenzuolo che si era trascinata via dal letto. Con voce tremolante, chiese, "Perchè mi hai salvata?Io ho cercato di farti uccidere la scorsa notte e tu mi hai salvato la vita. Perchè?"

"Forse perchè Montoya spinge le persone a fare cose che non vorrebbero fare. O forse perchè solo tu puoi servire la giustizia. Confessa di essere un'impostora e sarai salva. Te lo prometto. Ma devi dire la verità davanti a dei testimoni, dire come sono stati rubati i documenti...Solo la verità ti renderà libera. E poi devi andartene il più lontano possibile. Lascia la California, vai in Spagna o in Messico."

Sofia tremò ancora e si strinse alla Regina come una seconda pelle. "Ha mandato quegli uomini per uccidermi, vero?Non erano ladri, erano assassini." Per diversi minuti, se ne stette appoggiata alla spalla di Tessa, cercando di riprendere il controllo. Poi, mormorò, "Sono un'imbrogliona. Montoya mi ha promesso di rendermi ricca se avessi impersonato Maria Teresa Alvarado. Perchè rischi tanto per lei?"

"E' un'amica, cui è stato fatto un torto."

"E' fortunata ad avere un'amica come te. Vorrei avere anch'io amici così." Sofia cominciò a piangere e i suoi singulti scossero Tessa e resero il suo cavallo nervoso.

Voleva confortarla, ma Sofia era ancora seduta dietro di lei sulla sella, quindi tutto ciò che riuscì a fare fu darle dei colpetti compassionevoli sulla testa e sussurrare, "A volte bisogna guardare in faccia la morte per iniziare una nuova vita. Forse puoi ricominciare, da qualche parte."

Sembrava che gli inseguitori fossero andati via, quindi la Regina incitò il cavallo fuori dalla grotta e lungo la spiaggia. Fece a ritroso la strada verso la sua hacienda, sempre concentrata, nel caso si fossero imbattute in un'imboscata.

Sofia si aggrappò ancora più forte a lei, la voce resa acuta dal panico. "Non stiamo tornando là?Sei pazza?Ci cattureranno!"

Tessa si girò leggermente, osservando il viso esangue e gli occhi spalancati dell'altra. "Devo prendere quelle carte prima che lo faccia Montoya. Senza di esse, Maria Teresa non ha prove sulla proprietà dell'hacienda. Le hanno rubate dalla casa, non è così?"

Con voce pacata, Sofia rispose, "Si. Le carte sono state rubate qualche settimana fa, mentre la senorita e la sua serva erano in paese, così mi ha detto Montoya. Ma tu non hai bisogno di quei documenti. Confesserò davanti a testimoni e allora la tua amica, Maria Teresa, riavrà la sua hacienda."

"Non credo che sarà così semplice. Inoltre..." Tessa rise, spingendo Chico al galoppo, "avrai bisogno di un vestito. A meno che tu non abbia intenzione di andare in giro con un lenzuolo addosso d'ora in poi. Dove hai nascosto i fogli?"

"La cartella è nascosta nell'armadio, sotto la biancheria," rispose lei, con una punta di orgoglio nella voce.

Tessa scosse la testa con rassegnazione. "E' il nascondiglio migliore che sei riuscita a trovare?E' il primo posto dove guarderanno!" sbuffò disgustata e spinse il cavallo ad andare più veloce.

Quando si avvicinarono alla villa, Tessa lo rallentò fino a fermarlo in cima alla collinetta dove sorgevano le lapidi dei suoi genitori, come sentinelle a guardia della loro terra. Saltò giù e aiutò Sofia a fare lo stesso.

"Stai qui e non fare rumore,"le bisibigliò . "Tornerò appena avrò i documenti e un vestito per te. Poi ti porterò al sicuro, fidati." Con ciò, si allontanò nell'ombra dell'edificio, fino alla finestra della sua camera da letto.

Il vetro rotto sfrigolava rumorosamente sotto i suoi stivali mentre cercava di raggiungere il davanzale. Si immobilizzò e stette in ascoltò, ma non c'era altro suono. Con un agile salto atterrò nella camera buia e posò una mano sulla spada. Sembrava vuota. Andò alla porta e vi appoggiò l'orecchio, trattenendo il fiato per cogliere ogni segno di movimento dentro la villa. Era tutto tranquillo, come se non fosse successo niente poche ore prima.

Tessa si guardò intorno. La stanza era come l'aveva lasciata, a parte il corpo dell'amante di Sofia, che era stato rimosso. 'E' morto?' si chiese, con una spiacevole fitta allo stomaco. Rapidamente raggiunse l'armadio e iniziò a cercare nei cassetti. Le sue mani guantate rovistarono tra la biancheria di pizzo di Sofia, che fortunatamente non riusciva a vedere nell'oscurità. Finalmente toccò i bordi rigidi della valigetta e la tirò fuori. 'E adesso qualcosa che Sofia possa indossare,' pensò.

In quel momento, udì dei passi pesanti che si avvicinavano alla porta e una voce maschile disse, "Montoya vuole quelle carte stasera!Mi ha mandato appena ha saputo che la donna è fuggita. Probabilmente le ha nascoste in camera da letto." Quest'ultima frase fu confermata dall'aprirsi della porta e i due soldati marciarono dentro la stanza.

Tessa scappò alla finestra e, quando due sguardi sconvolti si posarono su di lei, rise. "Cercate questa, ragazzi?" li stuzzicò, sventolando la cartellina mentre volava oltre il davanzale. Fu seguita da due colpi di fucile, ma Tessa conosceva il suo territorio. Corse alle stalle e si servì della loro ombra per tornare sulla collina dove l'aspettavano Sofia e il cavallo.

Senza fiato, la chiamò, "Forza, Sofia!Ci inseguono...di nuovo!" e in un attimo fu in groppa, aiutò l'altra a salire e galoppò via, questa volta verso l'hacienda degli Hidalgo.

  
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