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Autore: Horrorealumna    07/08/2012    1 recensioni
L’incubo sarebbe finalmente finito.
Insieme alla mia vita e alla sua.
L’incubo sarebbe finalmente finito.
Con la nostra morte.
Dopotutto non c’è niente da temere.
Perché temere la morte quando si ha già paura del buio?
Genere: Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alessa Gillespie, Dahlia Gillespie
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fear of ...'
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NOTE TECNICHE XD:
Allora: comunicazione a tutti quelli che seguono e/o leggono le mie storie... ANNUNCIO: la prossima settimana - precisamente da sabato - sarò assente dal sito e dalle storie in corso --- >motivazione: Francia :D
Ebbene sì, vado in Francia per la prima volta coi miei e mia sorella. Chissà se lì troverò alcuni spunti originali per la serie “Fear of... “ e altro ;)
Quindi... non datemi per dispersa: aspetterete un po’ di più per i prossimi capitoli.
Questo break può essere utile, anche per chi legge ma non recensisce, di risfogliarsi (termine mioooo XD) la storia la storia e prendersi tutto il tempo per commentarla.
Come sempre, ringrazio
lucia1997 che ha messo tra le preferite/seguite la storia; soprattutto ringrazio la fantastica rogflam che ha la pazienza di recensire ogni capitolo appena ha tempo :D e Kaida  che ha recensito splendidamente il primo capitolo ma che poi non si è più fatta sentire. Ma io la ringrazio lo stesso, insieme a tutti i timidoni che leggono e che non recensiscono.
In parole povere, quindi, il prossimo capitolo inizierò a scriverlo tra quasi due settimane. Che dire, mi prendo una pausa. MA POI TORNO! XD
Buone due settimane! Cercherò di aggiornare anche le altre storie prima di partire.
Stay tuned! ;)
Alessa7

 
 
LA NOTTE PIU’ NERA
 
Travis si avvicinò ad un agente:
- Là dentro c'è una bambina! - esclamò il camionista - Perché non la tirate fuori?!
Dahlia sbarrò gli occhi alle parole dell'uomo e replicò:
- No! Quando arriverà l'ambulanza con i pompieri ci penseranno loro!
Travis si voltò verso Dahlia. Lei sospettava qualcosa, ne ero certa.
Voleva aiutarmi; quell'uomo, però, non sapeva che stava per salvare la bambina che gli sorrideva misteriosa, la bambina che gli avrebbe dato un grande dono...  prima o poi.
Travis cercò di farsi largo, col risultato di beccarsi un bello spintone da parte di un poliziotto.
- Cosa fa?! Vuole restarci secco?!
- Bisogna fare qualcosa! Salvatela‼
La gente, dietro di loro, iniziò a borbottare: era giusto o no lasciare morire una bambina così, senza reagire?
Naturalmente, Dahlia non aveva la minima intenzione di “salvarmi”: era il suo rituale. Tutto per l’Ordine; ero nata solo per questo, giusto? Per dare gioia... non per riceverla.
Ma presto avrei cambiato il mio stesso destino.
 Il rituale di Dahlia era conosciuto bene, in tutto l’Ordine: bruciare bambine per trovare la Santa Donna; se la bambina sopravviveva sarebbe stata la donna che avrebbe partorito Samael sulla Terra per purificarla. Era un antico rito, io non potevo fermarlo. Il mio corpo, tecnicamente, era incinta.
Partorire un demone distruttore e morire nei più atroci dolori, era l’ultimo dei miei desideri. Ecco perché avevo Travis con me. Lui doveva fermare tutto questo. Era stato scelto.
- E allora perché non arrivano?! - urlò Travis.
Era un uomo giusto e buono, solo ma gentile. Non poteva neanche accettare l’idea di vedere morire un’innocente davanti ai propri occhi. Doveva reagire. Poteva. Il corpo era il suo. Potevo solo influenzare la mente, ma la scelta ricadeva sulle sue spalle.
- Dai loro tempo, ragazzo - sbottò l’agente che lo teneva per le spalle - L’incendio ha avuto origine da questa casa e sono già morte due persone, a metri di distanze. Cosa ti aspetti di trovare là dentro?! Che razza di bambina potrebbe mai sopravvivere a tutto quel fumo e a tutto quel calore?!
- Cosa significa?! Anche se è morta, bisogna prenderla! - disse Travis.
Dahlia sembrava scioccata: i suoi piani stavano per andare in fumo.
Dovevo fare qualcosa.
Cosa... ?
Mi allontanai da loro. Ero davanti alla porta d’ingresso di... quella che sembrava casa mia.
Dovevo... ?
Era per me... e per quel pezzo di carne martoriato dalle fiamme.
 
Strillai... come se provassi anch’io quell’infernale dolore...
Là... avvolta dal fuoco e dal fumo...
 
Tutti i presenti si voltarono, cercando invano la fonte dell’angosciante suono. Neanche Travis riusciva a vedermi.
L’agente e Dahlia avevano gli occhi spalancati; Travis sembrava sul punto di esplodere.
- Poteva essere lei! La salvi! - urlò il ragazzo al poliziotto.
- NO! Chiamate i dottori!! - replicò Dahlia.
Era una lotta verbale.
- Cosa... ? Non può essere... - balbettò un altro agente, avvicinandosi.
Gli occhi di tutti erano rivolti verso la casa. Il fumo doveva essere insopportabile per i loro polmoni: Travis tossì parecchie volte e a molta gente iniziarono a bruciare gli occhi. Il calore, poi, doveva essere insopportabile: l’inferno a Silent Hill.
Quella gente non aveva assaporato neanche una briciola del terrore e del dolore di Alessa. Di me. Della mia carne e del mio sangue.
Ma presto...
 
Strillai ancora.
Più forte.
 
Tutti, ancora una volta, furono percorsi da un brivido e molti ragazzini andarono via, spaventati. I curiosi, però, non accennarono a diminuire. Ormai, casa Gillespie, era quasi circondata da mezza città.
Era strano pensare che pochissimi di loro avrebbero pianto per quello che mi stava accadendo. O almeno... dispiaciuti un poco. Kaufmann... lui sarebbe stato felicissimo di vedermi bruciare... anche Leonard. Ma Claudia... e... Lisa?
Quell’angelo...
Avevo due angeli al mio fianco.
I miei protettori. Persone che sapevano vedere oltre le apparenze e che...
No.
Adesso Lisa non era con me. Non avrebbe più asciugato il sangue delle mie ferite, né medicato i lividi...
Ora c’era Travis con me.
 
Ed era ora di agire.
 
- FATE QUALCOSA! - continuò lui, cercando di spingere il poliziotto da un lato, per passare.
Cosa potevo... ?
Oh.
 
Il poliziotto.
 
Mi bastava entrare nella sua mente e il gioco era fatto!
 
Solo un...
 
Eccomi.
 
Si chiamava... Brad Jenkins. Poliziotto da nove anni. La sua mente... era stipata di cose inutili. Era sposato con una donna di nome Eveleen, in stato interessante.
 Lo aspettava a casa... ignara... di tutto.
 
Quest’uomo stava mandando a monte i miei progetti. E non potevo permettermi simili errori o distrazioni ora!
NO! Non farlo... intendo... non facciamolo! Perché?!
Solo qualche minuto sprecato così e diremo addio al nostro corpo.
Ma è sbagliato! Perché fare una cosa del genere!?
Perché...
Anche se abbiamo passato sette anni da incubo, non è giusto far del male ad una persona in questo modo.
La bontà... una cosa troppo sottovalutata... e pericolosa.
Ti reputi il male. Sei solo una metà. Senza di me non saresti in grado di fare tutti i tuoi trucchetti.
Non mi importa. E poi perché dovrei lasciarti andare? La separazione dal corpo non è stata abbastanza per te.
Ne soffro. Come te.
Devo agire. E questo è l’unico modo.
 
Bum.
Brad Jenkins cadde al suolo, davanti a Travis e a Dahlia. Morto.
 
Era stato facile.
Contenta? Non ti rendi conto che così stai diventando il mostro di cui tutti parlavano? La strega!? Uccidere?! Ah! Per te è cosa da niente, veder morire un uomo e sapere che è tutta colpa tua?!
Zitta!
 
Travis non si avvicinò al morto. Dahlia fece qualche passo indietro, come se avesse paura di toccarlo e rivolse lo sguardo altrove, abbastanza disgustata.
 
- Travis... - sussurrai; l’uomo, come un bravo soldatino, “sentì” la mia presenza e fece qualche passo verso l’abitazione. Era molto agitato. Gli erano capitate così tante cose in così poco tempo...
- FERMO! - urlò Dahlia vedendolo avviarsi verso casa sua.
Avrebbe potuto urlare tutta la notte: lui non si sarebbe fermato. Aveva me al suo fianco.
 
Mi mostrai.
Incrociò il mio sguardo. Quegli occhi...
Il mio angelo.
 
- Ecco la porta. Entra - sussurrai con una leggera nota di scherno nella voce.
Sorrisi.
 
Eccolo lì. Travis... in mezzo alle fiamme.
Era lì.
Il suo cuore l’aveva spinto sino a quel punto.
Mi avrebbe salvata, oramai. E poi non aveva altra scelta.
 
 
 
 
 
   
 
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